
"Mi considero un poeta religioso e politico, una categoria pericolosa: quegli uomini che, se individuano un obiettivo, fanno un gran casino e coinvolgono tutti quelli che avvicinano per raggiungere il sogno". Quello di Gino Girolomoni (1946-2012), contadino e mistico, marito e "monaco", è stato ritornare alla terra, rivivere l'affetto per il lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Grazie a tale passione, scaturita da un cristianesimo radicale, Girolomoni ha costruito un'esistenza intessuta di opere e incontri: la rinascita di un monastero abbandonato, Montebello, ancor oggi luogo di spirito e silenzio per tanti e tante in ricerca: "Alce Nero" (oggi "Girolomoni"), la prima cooperativa agricola biologica in Italia; i dialoghi con gli amici Guido Ceronetti, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio, Vittorio e Rosanna Messori. E, in tempi più recenti, la lotta contro gli Ogm, "la prova vivente che esiste il diavolo". Ermanno Olmi definisce "sacrale" la missione di impegno civile ed ecologico di Girolomoni. Massimo Orlandi ci guida nella conoscenza di un autentico profeta del nostro tempo, capace di ritornare alla terra per trovare il Cielo. Un uomo che chiedeva ai suoi sodali "di smettere di esistere per cominciare a vivere". E che nel cuore portava una certezza antica: "Vedi, amico, il grano è come Gesù Cristo. Non ti tradisce mai". Prefazione di Vandana Shiva.
Il racconto semiserio di una tranche di vita di una donna che insegue una forma di vita urbana fuori dagli schemi: dove sia più importante "essere-con" che avere; dove saper trovare la bellezza a un passo dalla monnezza; dove scovare perle di saggezza metropolitana sul bus come in condominio. Nella "città da condividere" l'autrice ha scopertola sua "vocazione", visto che non si erano aperte per lei le porte del monastero (era un 1° di aprile!).
«Plata o plomo»: soldi o una pallottola. Ogni anno in Messico transitano mezzo milione di migranti indocumentados che dal Centroamerica in preda alla violenza tentano di raggiungere gli Stati Uniti in cerca di un futuro migliore. Sulla loro strada trovano la ferocia dei narcos, banditi che - oltre a far soldi con la droga - si arricchiscono sulla pelle dei migranti grazie a rapimenti, traffici di organi, schiavismo e prostituzione. Alejandro Solalinde non è rimasto a guardare. Dopo una vita da prete «normale», ha iniziato ad aprire le porte del cuore e di casa agli stranieri che cercavano un rifugio, un pezzo di pane, una parola di conforto. Non ha taciuto, padre Alejandro: ha denunciato i soprusi dei trafficanti, le connivenze della politica, la corruzione della polizia. I narcos gliel’hanno giurata: sulla sua testa pende una taglia di 1 milione di dollari. Di qui le minacce, i tentati omicidi, una scorta di 4 uomini per difendere un uomo che difende gli indifesi.
La vicenda di padre Alejandro - per la prima volta qui raccontata da Lucia Capuzzi - si intreccia con i 20 mila migranti rapiti ogni anno in Messico, uomini, donne e bambini che spariscono nel nulla. E con i 20 mila indocumentados accolti da questo prete tenace. Persone alle quali Solalinde dedica la vita in nome di quel Dio schieratosi dalla parte degli ultimi.
«I sequestri. Cominciarono senza che ce ne accorgessimo. Gruppi di migranti sparivano. Mi misi ad indagare. I conti non tornavano. Era evidente che molti si perdevano per strada. Dove finivano? Con molta pazienza riuscimmo a ricostruire la macchina dei sequestri. Ero un prete: mi occupavo di teologia e psicologia. Capii che mi stavo per infilare in un enorme guaio. Eppure non potevo né volevo evitarlo. Non c’era tempo per pensare a me. C’erano delle persone indifese in pericolo, in tremendo pericolo. Sapevo che dovevo fare qualcosa» Alejandro Solalinde
La vicenda di Carlo Saronio, giovane ingegnere rapito e ucciso da un gruppo di estremisti, è tra le più emblematiche di quel clima di ambiguità e terrore che ha sconvolto l'Italia negli anni Settanta. L'Autore, nipote di Saronio, ripercorre, attraverso la vita della propria famiglia, questa vicenda. Scrivere e raccontare la propria storia diventa un modo per fare un salto nel passato e, al tempo stesso, nel futuro del nostro Paese. Un'avventura iniziata nel 2019, quando l'Autore si trovava in missione ad Algeri: è lì che ha iniziato la sua ricerca e ha visto nascere un'amicizia con Mario Calabresi che ha raccontato la storia di Carlo Saronio, in Quello che non ti dicono: «la ricerca che abbiamo svolto e che sta dietro a quel testo, è stata ricca, ampia, feconda, tanto che quel libro mi è sembrato la punta di un iceberg. E sott'acqua, che cosa nasconde l'iceberg?» Questo nuovo libro, quasi un prequel a quello di Calabresi, che ne firma la prefazione, cerca la risposta a quella domanda. Prefazione di Mario Calabresi.
Nell'immagine di Céline convivono due opposte fisionomie, l'autore di grandi romanzi come "Viaggio al termine della notte" o "Morte a credito" e il pornografo antisemita di "Bagatelle per un massacro". Fuggito nel '44, arrestato e recluso in Danimarca per collaborazionismo, poi amnistiato, Celine torna in Francia nel 1951 rintanandosi a Meudon, nella banlieu a ovest di Parigi. In un villino diroccato sopravvive con sua moglie Lucette, la ballerina, e un'arca di animali domestici (cani, gatti, un pappagallo di nome Coco) che alleviano la sua clausura di misantropo, quando lo va a trovare Robert Poulet, lo scrittore belga che diviene il testimone oculare della sua ultima parabola. Per la prima e unica volta, Céline si racconta e mette a nudo la propria esistenza, la giovinezza avventurosa, la professione medica, i libri, le amicizie, gli amori, i segreti della scrittura, i trascorsi dell'autore di successo come dell'uomo messo al bando dalla società civile. Alternando in presa diretta gli spettri di una vita davvero inimitabile e le invenzioni di un immaginario deragliante, "Il mio amico Céline" corrisponde a un'autobiografia scritta per procura e ritorna come il testamento di uno dei più grandi letterati del Novecento.
G. B. Shaw la ribattezzò "l'ottava meraviglia del mondo", fu grazie a lei che Rita Hayworth conobbe il principe Ali Khan e fu sempre lei a presentare Aristotele Onassis a Maria Callas. Pianista in una taverna, autrice di canzoni, proprietaria di due locali notturni a Parigi, consigliera di stilisti, attrice, giornalista di gossip, Elsa Maxwell è stata per due generazioni la confidente e l'amica dei più celebri nomi della società, della politica, del cinema e dello spettacolo del XX secolo. Insuperabile deus ex machina dello scandalo, in questo libro la Maxwell racconta con stile pungente e ironico una vita straordinaria, quella di una donna che creò dal nulla e con grande anticipo sui tempi la figura dell'organizzatrice di eventi mondani; una donna che conosceva principi, arrampicatori sociali, stelle, attori, imbroglioni e personalità di vario genere non soltanto come apparivano in pubblico ma, soprattutto, come apparivano in privato: vizi, debolezze e segreti vengono qui svelati senza rimorso ma anche con la cinica saggezza di chi sa come va il mondo. Un viaggio a ritroso nel tempo e nella storia del costume di un'epoca di figure leggendarie come Greta Garbo, Rita Hayworth, Sigmund Freud, Gary Cooper, Christian Dior, i duchi di Windsor, Charlie Chaplin, Albert Einstein, Marlene Dietrich, Winston Churchill...
Scritto nel 1943 subito dopo la destituzione di Mussolini ma pubblicato solo nel 1999, "II 25 luglio" è il racconto in cui Luce d'Eramo, appena diciottenne, si è misurata per la prima volta con la Storia e con le sue urgenze etiche e pratiche: l'euforia e lo sgomento che divisero gli italiani, San Lorenzo e il Verano sotto le bombe alleate. Pur immersa attivamente nel presente di fatti gravi, nell'incredulità e negli improvvisi dubbi di una giovane universitaria di fede fascista, la narrazione sceglie lucidamente il passato remoto "per obiettivare la storia appena vissuta proiettandola indietro nel tempo". Avvenimenti e riflessioni di questo racconto "nudamente autobiografico" già schiudono tutto il coraggio che pochi mesi più tardi avrebbe portato Luce d'Eramo ad affrontare in solitudine la durezza dei campi di lavoro tedeschi e del lager di Dachau e la caduta della dittatura nazista, per incamminarsi verso la sua personale ricerca della verità.
Giovane dal talento straordinario, ossessionato dal successo, tormentato, fragile, arrogante, sospettoso, costantemente preoccupato per la situazione economica della sua famiglia, indisponente e aggressivo con i rappresentanti del potere e alla costante ricerca di una forma artistica che "andasse più in profondità delle apparenze, fino a toccare lo spirito e capace di condizionare profondamente il pensiero della sua epoca". È questo il ritratto di Michelangelo fatto dallo storico dell'arte John T. Spike, uno dei più autorevoli rinascimentalisti americani, dopo anni di studi in cui ha raccolto una mole impressionante di documenti poco noti, diventati solo recentemente di interesse accademico. Si avvicendano i racconti delle agitazioni politiche del primo Cinquecento italiano e le storie più singolari - come il trasporto del David attraverso le strade di Firenze o il progetto di Leonardo di deviare il fiume Arno per vincere la guerra contro Pisa - fino a creare un ritratto ricco di passione intellettuale della gioventù del Buonarroti.
Padre Giovanni Ballis (1924-1996) fu un religioso, un parroco, un amico, un teologo, un padre per centinaia di uomini di buona volontà, credenti e non credenti, che lo hanno incontrato sul loro cammino. Questo libro "a più voci" ne delinea un ritratto biografico e ne analizza l'opera e il messaggio.
La vita di un nobile e ricco francese, che a 30 anni scoprì Gesù di Nazaret e dedicò la sua vita ai poveri.
La storia del medico milanese fondatore di "Emergency", l'organizzazione di medici e infermieri che operano nelle zone di guerra.
Biografia del parroco Pino Puglisi. La vita del prete che lottò per rompere il giogo di umiliazioni e soprusi perpetrati dalla mafia palermitana, che lo assassinò nel 1993.

