
Sette piccoli capolavori da non mancare Sette luoghi da non perdere Sette personaggi dimenticati Sette date da tenere in memoria Sette perdite dolorose che hanno amputato la capitale d'Italia. «Roma, non basta una vita», come si sa, ma proprio per questo offre ancora l'ebbrezza di scovare curiosità sconosciute. Per uscire dagli itinerari consueti e provare il gusto della scoperta, il piacere dell'insolito o dell'ignoto, l'autore ci svela tanti piccoli e reconditi angoli della città: percorsi inediti per passeggiate curiose che ci possiamo regalare in qualche giornata romana. Dall'ultima e mirabile fontana di Gian Lorenzo Bernini, ignorata da tutti, al chiusino stradale sull'Aventino, dove ci si può calare nell'abitazione privata dell'imperatore Traiano, ancora totalmente affrescata; da una chiesa di Borromini, rimasta incompiuta, che custodisce una copia della Sindone e ora è un albergo di lusso ai piedi del Gianicolo, al Grand hotel di via Veneto dove nella sala da ballo fanno capolino, dipinti in grandezza naturale, 78 personaggi del bel mondo degli anni Venti.
La Strenna dei Romanisti esce ad Aprile, in occasione del Natale di Roma, dal 1940.
Numero dell'anno 2023.
"Roma! Nome pieno di mistero. Dal momento che codesto nome si levò sulle nazioni, nessuna voce l'ha mai pronunziato senz'odio o senza amore, e non si sa se maggiore sia stato l'ardore dell'odio, o la passione dell'amore. Mentre la vanità dello spirito moderno si vanta di conciliar tutto, l'odio e l'amore di Roma continuano la loro lotta, più aspra che mai. L'odio fa scorrere il sangue; l'amore è inesauribile; e la lotta finirà soltanto alle soglie dell'eternità, col trionfo dell'amore. Fino a quel momento l'odio apparirà vittorioso; tuttavia esso è vinto. La sconfitta dell'odio sta nel suo persistere, nel perseguire invano quella vittoria della morte che lo libererà da se stesso. Roma vivrà; i nemici non saranno affatto alleviati dal peso della sua gloria."
Ci sono luoghi che attraversiamo quotidianamente nelle nostre città e che nella fretta di una meta da raggiungere manchiamo di cogliere. Roma è piena di queste occasioni di bellezza: dai palazzi rinascimentali, attraverso la grande stagione del Barocco, alle architetture avveniristiche di questo secolo, tra chiese, fontane, piazze e musei, luoghi celebri e sorprese da scoprire. Vittorio Sgarbi compie una ricognizione totale delle bellezze architettoniche di Roma, suggerisce al lettore una serie di itinerari d'autore per orientarsi tra queste meraviglie e compone un'opera straordinaria per la quantità di edifici e autori citati. Con oltre 650 schede di autori e 1500 opere segnalate, questo libro è una guida alle architetture della capitale e uno strumento prezioso di conoscenza della storia artistica della città, che guarda al suo passato ma anche ai nuovi progetti in corso di realizzazione. A turisti e abitanti di Roma non resta altro che alzare gli occhi e, fosse anche solo per pochi secondi, fermarsi a godere con consapevolezza le mirabilia della città eterna. Nuova edizione.
Roma è la capitale del cattolicesimo, è la città dei papi e siccome i papi sono sotto la protezione degli angeli è anche la città degli angeli, la patria terrestre di questi spiriti celesti. Lo spirito romano è la capacità di attingere all'invisibile attraverso il visibile, attraverso quella speciale atmosfera di cui Roma è impregnata e che solo a Roma si respira e che rimanda a una realtà soprannaturale, a una nuova Gerusalemme immersa nella storia, ma appartenente all'eternità. Questo libro, mentre illustra lo sviluppo iconografico delle raffigurazioni angeliche nelle molte opere d'arte presenti a Roma, vuole aprirci all'amore verso questi spiriti celesti nel corso del nostro pellegrinaggio tra le chiese cittadine e i vari rioni. Osserveremo l'evoluzione della figura degli angeli che compaiono dapprima nelle semplici forme della pittura delle catacombe per impreziosirsi nel Medioevo e nel Rinascimento, fino alla fioritura nel Barocco e all'epilogo nel Classicismo e nello stile Nazareno. Don Marcello Stanzione ci accompagna in questo itinerario romano tra storia, arte e devozioni, analizzando le più importanti raffigurazioni angeliche, per gettare uno sguardo sul meraviglioso mondo degli angeli, la cui più bella traccia su questo pianeta si trova proprio a Roma. E non poteva essere altrimenti...
La Loggia di Psiche, affrescata da Raffaello e Giovanni da Udine alla Farnesina, è un pergolato di meraviglia, in un luogo che è l'espressione del sentimento artistico e dello straordinario potere raggiunto da un grande mecenate dell'arte, fra i più ricchi nell'Europa del Rinascimento, ma che è anche un luogo di amore, nella sua accezione matrimoniale ed erotica. Da qui il motivo di questo volume: un omaggio all'arte e alla natura, cercando di cogliere i sentimenti che questa rappresentazione assolutamente straordinaria avrebbe ispirato. I festoni che incorniciano le volte, certamente senza uguali per concezione e bellezza, oltre ad essere un raccordo fra il viridario esterno e la ricchezza espressiva degli interni del palazzo, intendono infatti suscitare molte suggestioni. La ricchissima biodiversità di elementi botanici raffigurati da Raffaello e Giovanni da Udine e concentrati in una sola opera fa sì che essa rappresenti la sala botanica più ricca del mondo, sia in senso qualitativo che quantitativo e della ampiezza delle origini geografiche. Ci sono infatti piante provenienti da tutto il mondo allora conosciuto ed è certamente di rilievo il fatto che queste pitture siano la prima documentazione dell'introduzione in Europa di piante americane ad appena vent'anni dalla scoperta di quel continente.
Sport, salute e cultura costituiscono il proposito di questo libro, che è una novità anche perché a Roma da un paio danni fioriscono piste ciclabili, a volte anche discutibili e non sempre apprezzate, che ampliano finalmente di molto gli spazi destinati alle biciclette e contribuiscono a collegare le mete di una città sconfinata ed anche molto verde. La guida e diretta ai ciclisti che puntano a un‘uscita tranquilla, non agonistica, che abbia anche un valore culturale con le tante "perle" finali scovate dall'autore nei 92 percorsi modulari e 11 itinerari estesi, arricchiti da mappe dettagliate per un totale di circa 320 km. I percorsi seguono prevalentemente piste ciclabili, sentieri sterrati lisci (o quasi), strade larghe poco trafficate, e marciapiedi (con la bici a mano), quando non ci sono piste. Basta una bici tipo MTB o City Bike (anche "assistita" o elettrica) per lanciarsi alla scoperta di una città che ora, nonostante i numerosi "colli", ben oltre i sette, si presta ad un'esplorazione per schiudere nuovi orizzonti, oltre quelli abituali. Finalmente un libro con le piste ciclabili e i siti d'interesse culturale e non solo per la città di Roma, ma anche Ostia e Fiumicino. La possibilità di utilizzare anche il treno e la metro e parzialmente i bus creano un'intermodalità creativa che favorisce un'idea nuova di città e di collegamenti.
Nella sterminata produzione di libri su Roma, sulle sue vicende, il suo paesaggio, i suoi abitanti questo volume, che accompagna il lettore lungo tremila anni di storia urbana, inserisce un'ottica finora mai tentata: quella della tridimensionalità. Attraverso una visione archeologica della stratificazione urbana e delle modalità di accrescimento del suolo, l'autore propone una risposta originale a una domanda apparentemente insensata: quante Rome si sono succedute nel corso dei secoli? In quale città viviamo oggi quando percorriamo le vie del centro storico più vasto d'Italia? Roma infatti è certamente una ma al tempo stesso è plurale per la complessità delle sue vicende istituzionali e urbanistiche, che ne hanno via via mutato la dimensione e il volto dal solco di Romolo alla metropoli odierna. La prospettiva aperta in queste pagine individua una cerniera nella sua vita millenaria, una "morte" e una "rinascita", stimolando riflessioni nuove sul tema antico del rapporto fra passato e presente nella città contemporanea.
Miriam Mafai, in occasione della celebrazione dell'unità d'Italia, ha scritto una documentata cronaca delle condizioni politiche, economiche e sociali, degli anacronismi, delle macroscopiche disuguaglianze nelle condizioni di vita della Roma dei papi. Anzi, di un papa, Pio IX, simbolo della Roma 1870. Introduzione di Bruno Manfellotto. Presentazione di Amerigo Terenzi.
Un tramonto e un'aurora, un declino e un'affermazione. La fine di Roma assomiglia a due figure che si rispecchiano l'una nell'altra, ora opposte ora strettamente connesse, come lo sono due lottatori che si stringono reciprocamente nel tentativo di sopraffarsi. In questo nuovo, affascinante affresco storico, Corrado Augias ci presenta la Roma cristiana, raccontando le storie di uomini, donne, luoghi e monumenti che caratterizzarono la fine del vecchio mondo, e annunciarono l'inizio e il trionfo di una nuova epoca. All'inizio del IV secolo l'Impero romano contava circa settanta milioni di abitanti, e si stima che meno del dieci per cento della popolazione aderisse alla religione cristiana. Una minoranza, ma in crescita. Adottare dunque quella religione, ammetterla tra le fedi consentite e dichiararsene membro, fu, da parte di Costantino, un gesto di immensa audacia. Dopo aver annientato il penultimo dei suoi concorrenti, Marco Aurelio Valerio Massenzio, nella famosa battaglia di Ponte Milvio, Costantino entrò trionfalmente a Roma percorrendo per l'intera lunghezza la via Lata (attuale via del Corso). Era il 29 ottobre del 312, giorno che può essere scelto come la data ufficiale di passaggio tra mondo antico e mondo cristiano. Ma nei fatti non è proprio cosí. Le date che indicano i grandi passaggi della storia umana sono sempre convenzionali. È difficile dire da quanto tempo quei nuovi modi di sentire e di vivere avessero realmente avuto inizio, quali e quanti fattori li avessero determinati e quali altri provocarono invece il declino e la scomparsa di riti, simboli, credenze, costumi sui quali milioni di individui avevano basato la propria esistenza. Resta che nel 324, diventato imperatore unico Costantino, la religione cristiana aveva assunto un'importanza e una dimensione mondiali e che sul finire del secolo l'imperatore Teodosio, detto il Grande, con il suo Editto di Tessalonica, la rendeva unica e obbligatoria. Era solo un primo passo; sarebbe stato via via completato proibendo culto e sacrifici pagani con la minaccia di punizioni severissime, compresa la pena di morte. In pochi anni i cristiani si erano trasformati da perseguitati in persecutori, e il mondo si apprestava a conoscere una nuova fase della sua storia. Tra sapere e meraviglia, Corrado Augias ci guida sui luoghi che furono protagonisti della rivoluzione cristiana, svelando monumenti e rovine che continuano a dare potente testimonianza della fine di un mondo. Ne risulta un'avventura affascinante - e un modo nuovo di vedere Roma - che dà alle pagine l'incanto che sempre deriva dal piacere della scoperta.
La Strenna dei Romanisti, il cui primo volume uscì nel 1940, trae origine dalla spontanea iniziativa di un gruppo di persone diversissime per formazione, cultura e attività professionale, ma saldamente unite dalla condivisa curiosità di indagare la storia di Roma nelle sue pieghe più recondite e sconosciute, e insieme dall’intento di rendere testimonianza di un passato personalmente vissuto e altrimenti destinato a scomparire: questo impegno, volontariamente assunto e svolto con il crisma della più assoluta gratuità, costituisce la caratteristica comune dei contributi riuniti nella Strenna, che perciò assume, come cifra irrinunciabile della propria identità, quella di risultato estemporaneo e casuale, che non lascia mai trasparire il rigore scientifico da cui necessariamente deriva quando si tratti di ricerche relative a un passato più o meno remoto. Così le pagine della Strenna si accordano uniformemente attraverso gli anni sul tono leggero e svagato di una conversazione condotta inter pocula fra amici capaci di intendersi nel linguaggio espresso da una comune cultura, al pari di quelli delle antiche brigate tre-cinquecentesche; risultato raggiungibile soltanto da penne agili e soprattutto espertissime, capaci di evitare con pari abilità ogni pesantezza erudita e ogni autobiografismo banale. Il passato remoto e quello prossimo assumono così una luce uguale di realtà minore e quotidiana, riportata in luce o sottratta a un’inevitabile scomparsa,insieme al ricordo di personaggi minimi, ma al tempo loro circondati da una certa fama anche soltanto rionale; fatti ed eventi legati più alla cronaca che alla storia, minuscole schegge di vita in grado comunque di illuminare aspetti sconosciuti e spiegare risvolti altrimenti incomprensibili di eventi storici di ben più ampia portata. La Strenna non nasce quindi come una raccolta di contributi accademici. Al contrario, secondo un processo spontaneo e del tutto estraneo alle intenzioni dei suoi autori, essa si è andata configurando come una enciclopedia unica e originalissima, repertorio di informazioni inedite e rare, comunque irreperibili altrove, su fatti e personaggi a volte famosi, ma spesso noti soltanto come nomi senza storia, incappati marginalmente in vicende più grandi di loro, di ogni tempo e a qualunque titolo legati a Roma, e affiorati per caso nel corso di ricerche volte a tutt’altro fine, o affidati alla memoria dei singoli, che sulle pagine della Strenna garantiscono la sopravvivenza del loro ricordo. Il materiale che ogni anno vi è pubblicato è un documento prezioso per le generazioni future e uno strumento per diffondere la conoscenza del tema «Roma», e l’amore per la città è la cifra distintiva di tutti i contributi.