
Il pontificato di Francesco segna il passo deciso verso un nuovo stile di realizzazione della Chiesa e della sua missione alla luce del Vaticano II. Un passo esigente che si confronta con le questioni che decidono del destino dell'umano e della Terra nel tornante di un passaggio epocale e che non può prescindere dalla fede di ogni credente e dal coinvolgimento attivo di tutto il popolo di Dio. I contributi raccolti in questo volume guidano attraverso i temi maggiori del ministero di Francesco, offrendo un orientamento per una migliore intelligenza del Vangelo nel nostro tempo. Al tempo stesso consentono una calibrata comprensione delle resistenze che si generano nella Chiesa cattolica rispetto all'intenzione del papa di mettere mano a una nuova stagione della sua missione.
Andare al cuore del Vangelo, al kerygma, per farne il centro dell’azione evangelizzatrice è la proposta che giunge dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium. A partire da questa suggestione, un gruppo di teologi riporta il tema all’analisi dell’intelligenza credente poiché il kerygma rimane il nucleo imprescindibile e principale per affermare una salvezza che non è mai generica, ma sempre si declina come azione di Dio in Gesù Cristo.
Oggi questo annuncio da chi viene proposto? In quali modalità si esplica e quali interlocutori incontra? Attraverso gli sguardi complementari di diverse competenze teologiche, questo libro cerca di offrire una risposta che sempre viene rimandata al lettore per capire e vivere meglio l’esperienza cristiana.
Questo saggio offre una sintesi matura del pensiero del grande teologo benedettino Ghislain Lafont a partire da quattro elementi di novità rispetto alla visione classica del cattolicesimo. Il primo riguarda la rivisitazione dell’idea di sacrificio come pratica essenzialmente legata all’amore (e non al male o al peccato). Il secondo presuppone il ripensamento dell’eucaristia come «memoria attiva» del sacrificio «assolutamente unico» di Cristo, che non necessita di tutto l’apparato rituale a cui siamo abituati. Il terzo suggerisce una visione unificata del ministero nella Chiesa come «autorità complessiva radicata in un carisma specifico», esercitata al servizio di tutto il corpo ecclesiale. Il quarto, infine, sostiene l’idea che sia possibile per la vita della Chiesa uno stile più conforme al vangelo se «amore in eccesso», o «misericordia», hanno il primato tra tutti i nomi divini. Ed è proprio questo tema dell’amore misericordioso che consente di fare una sintesi armoniosa dei quattro elementi che vengono qui presentati.
Che cosa significhi essere maschio e femmina è oggi fortemente in discussione. Non c'è bisogno di ricordare la paura suscitata in ambiente ecclesiale dalla «questione gender», basta l'ovvia consapevolezza che le relazioni fra i sessi, almeno nei paesi ricchi e democratici, sono state sconvolte. Il femminismo ha rovesciato il sistema sociale e culturale che prevedeva il maschile come prototipo dell'umano; la struttura patriarcale si è sgretolata, le donne si sono emancipate e gli uomini sono andati in crisi. Alcuni, intimoriti, si sono ritirati dalla relazione o la vivono all'ombra della loro compagna; altri - e questa è una tipologia frequente all'interno della Chiesa - preferiscono donne non emancipate; altri ancora si lasciano interrogare dai mutamenti che avvengono e si mettono alla ricerca di un nuovo modello di maschilità, adeguato al contesto di oggi. Il problema ecclesiale è che i maschi che vogliono seguire Gesù devono prendere coscienza di aver introiettato un modello di maschilità che è loro di ostacolo nella sequela, altrimenti non potranno assumere la sua logica né conformarsi a lui.
Gli abusi spirituali, le violenze sessuali e le ingerenze nei cammini delle Chiese locali e nel ministero del Vescovo di Roma sono solo alcuni indicatori di una delle maggiori difficoltà della Chiesa cattolica: l'incapacità di sostenere le proprie ragioni teologiche nella vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi. La mancanza di un'ecclesiologia inserita nel quadro della storia delle istituzioni dell'Occidente europeo vanifica infatti ogni tentativo di riconfigurazione istituzionale del corpo ecclesiale, al fine di renderlo evangelicamente rispondente alla condizione contemporanea. Situare la Chiesa nello spazio pubblico vuol dire, quindi, pensarla nel gioco di intrecci e relazioni che si intessono tra le istituzioni, inserendosi nell'alveo della loro storia. In altri termini significa comprendere la dimensione teologica della Chiesa come un'istituzione non esente e immune, ma coinvolta nelle dispute che danno forma all'insieme della socialità comune.
Il volume raccoglie gli atti del convegno sulle forme pratiche dell'annuncio evangelico organizzato dalla sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. È la terza tappa di una riflessione iniziata nel 2016 sull'evangelizzazione in Europa. Il contributo di Antonio Autiero è dedicato alla categoria di responsabilità, articolata a partire da Max Weber e Hans Jonas, con l'intento di approfondirne la fecondità in vista dell'annuncio. Ferruccio Ceragioli riflette sulla testimonianza originaria e originante di Gesù, che chiede di riannodare il nesso tra la testimonianza del cristiano, della Chiesa e dei martiri. Alberto Piola si concentra sulla categoria di fraternità, rilanciata con forza da papa Francesco nell'Evangelii Gaudium e nel documento sulla fratellanza universale di Abu Dhabi; infine Giuseppe Coha prende spunto dalle fatiche che caratterizzano la pastorale per riflettere sugli ostacoli che l'azione evangelizzatrice incontra nel suo svolgimento.
Chi sono i teologi e le teologhe? L’interrogativo deve essere necessariamente posto in forma plurale: non esiste oggi (se mai sia esistita) una “figura-standard”. Differenze di età, di genere, di provenienza sociale e religiosa, di cultura, di sensibilità e di formazione, anche nel pur piccolo contesto italiano, determinano una pluralità di volti e di storie, come mostrano i racconti biografici narrati in questo libro. In tutti i casi, ci troviamo davanti a credenti che ricercano – nel pensiero e nella prassi – unità di fede e di vita nella sequela di Gesù; uomini e donne di Chiesa, uomini e donne che esprimono una parola inquieta e significante; persone responsabili che proprio nel fare teologia offrono il loro contributo al bene ecclesiale e sociale. Un “destino scelto”, una vocazione consegnata, una possibilità scoperta nelle circostanze della vita, un'identità progressivamente costruita, a confronto con gli altri.
Contributi di Marinella Perroni, Antonio Autiero, Enzo Biemmi, Giorgio Bonaccorso, Piero Coda, Cristina Simonelli, Antonietta Potente, Fulvio Ferrario, Paolo Boschini, Sergio Tanzarella, Paolo Gamberini, Andrea Grillo, Simone Morandini, Riccardo Battocchio, Pier Davide Guenzi, Serena Noceti, Claudio Monge, Massimo Faggioli.
Sommario
Prefazione (E. Castellucci). Narrazioni, prismi ed esplorazioni: volti e luoghi di teologia in Italia (S. Morandini - S. Noceti). Esegesi storica come intelligenza della fede (M. Perroni). Teologia morale come passione per l’umano. Un profilo essenziale (A. Autiero). Narrare (E. Biemmi). Percorsi di riflessione (G. Bonaccorso). Nell’humus del Vaticano II: al soffio del carisma dell’unità (P. Coda). Teologia da un altrove (C. Simonelli). Fare teologia è scrutare l’universo fantastico (A. Potente). La teologia che cambia l’esistenza (F. Ferrario). Respirare con due polmoni (P. Boschini) Da una scuola di paese (S. Tanzarella). Pensare al crocevia - Via crucis del credere (P. Gamberini). Autoritratto teologico (A. Grillo). In dialogo: teologia per la creazione (S. Morandini). I «doppi pensieri», il quadro, la cornice, il chiodo (R. Battocchio). Dentro il farsi drammatico della vita e del pensiero. Una traccia del mio lavoro teologico (P.D. Guenzi). Restituiti alla Parola: «Noi» siamo Chiesa (S. Noceti). Interrogare la storia per scorgervi «tracce di assoluto» (C. Monge). Storia, tra Ferrara e gli USA (M. Faggioli). Autrici e autori.
Note sull'autore
Simone Morandini, docente di Teologia della creazione all'Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino in Venezia, di cui è vicepreside, e alla Facoltà Tologica del Triveneto, è membro dell'Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale.
Serena Noceti, docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, tiene corsi alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale di Firenze ed è socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane.
Qesto manuale introduttivo alla teologia si propone di superare il metodo apologetico ed ecclesiastico di molta parte delle pubblicazioni di settore in Italia, di divulgare i risultati più convincenti della ricerca teologica degli ultimi due secoli e di collocarsi oltre le polemiche con la ragione moderna.
In questo tentativo il discorso acquisisce spesso la forma della narrazione storica: sembra ancora essere questo il metodo migliore e più immediato per aiutare a comprendere la strada che ha portato all’esperienza della secolarizzazione e allo studio della figura di Gesù di Nazaret e della sua interpretazione cristiana.
Sommario
Premessa breve. I. Teologia e secolarità: a partire da tre termini ambigui. II. Questioni teologiche attorno al testo biblico. III. Alla ricerca di un discorso storico su Gesù di Nazaret. IV. Gesù, l’ebreo. V. Giorni di morte e risurrezione. VI. Il cammino verso il dogma. VII. Ridire la fede cristiana: come conclusione.
Note sull'autore
Gianluca Montaldi insegna Teologia all'Università Cattolica di Brescia e alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma. È segretario della Società italiana per la ricerca teologica (SIRT) e segretario operativo dell’International Association the Conciliar Theology; è inoltre membro del comitato internazionale della rivista Concilium e del comitato scientifico della collana “Vestire l’indicibile”.
La Chiesa sinodale in Cristo Gesù è il popolo di Dio in cammino, profezia della fraternità universale e del Regno. La sinodalità ha caratterizzato, anche se con termini, istituzioni e modalità diversi, il cammino della Chiesa fin dall'inizio, manifestandone l'identità e la missione. I diversi doni carismatici e ministeriali, la stessa costituzione gerarchica della Chiesa non precedono la comune vocazione sinodale, ma la servono. Vivendo a fondo questa chiamata comunitaria i carismi e i ministeri, laicali e ordinati, sfuggono da ogni pericolo di contrapposizione e di opposizione, depotenziando in questa prospettiva ogni logica di potere e facilitando la comunione e il servizio. La tensione sinodale è connaturale a ogni dono carismatico, ministeriale e gerarchico. In questo panorama teologico, ecclesiologico e sacramentale si colloca la rilettura sinodale della Chiesa, popolo di Dio, dei carismi e dei ministeri che la costituiscono e della sua stessa missionarietà. È questa la proposta e la prospettiva che l'autore vuole offrire alla comunità ecclesiale e alla riflessione teologica.
È la sinodalità la panacea di tutte le strozzature istituzionali della Chiesa? È forse la sola risposta possibile alle inerzie degli ultimi due secoli? È la variante cattolica di una democrazia che arriva nella comunità ecclesiale quando è sotto pressione nel grande gioco della politica? Questo libro non intende fornire una risposta a tali domande, ma spiegare che sono sbagliate, per due motivi. Il primo è che nella storia la sinodalità è un'esperienza mutevole, cangiante, duttile, ma riconoscibile per essere efficacie nei tempi di crisi; un'istituzione funzionale, indubbiamente estranea alla "costituzione" della Chiesa, rivelatasi essenziale per enunciare la fede e vivere la comunione. Essa non è dunque un unguento magico per guarire le piaghe che affliggono la Chiesa cattolico-romana, ma una prassi di cui si può fare uso. E diverse voci qui raccolte forniscono alcune istruzioni in merito. Il secondo motivo riguarda il significato storico dell'evento conciliare dal quale ha riavuto ha riavuto diritto di cittadinanza nella chiesa latina: il Vaticano II non ha fornito un filtro meccanico per distillare una teologia astratta della sinodalità, ma ha posto la Chiesa in una prospettiva di conciliarità. Ed è di questo che il sinodo può prendere coscienza. Contributi di Alberto Melloni, Giuseppe Ruggieri, Severino Dianich, Marcello Semeraro, Christoph Theobald, Declan Marmion, Antonio Spadaro, Carlos María Galli, Giuseppe Alberigo.
Questo saggio intende affrontare il tema del diaconato basandosi sulle fonti bibliche, patristiche e liturgiche, precisando le caratteristiche di tale ministero alla luce del concilio Vaticano II. Ciò che emerge dall'analisi è un diaconato chiamato a servire là dove la Chiesa sperimenta le proprie fragilità e insufficienze, là dove c'è da riparare l'infedeltà o l'inadeguatezza. Il diaconato è il ministero che aiuta la comunità cristiana a crescere nella fedeltà al Vangelo. Un ministero che non può essere descritto per quello "che può fare" ma per quello "di cui si preoccupa". Un servizio "liquido" perché si adegua, più di ogni altro, alle necessità che la Chiesa vive per la sua missione. Il testo presenta in appendice due approfondimenti, uno biblico-teologico e l'altro liturgico, per chi è interessato a un'analisi più attenta delle ragioni che hanno portato l'autore alle sue conclusioni.
Come mai è così difficile fare pace con Darwin? Perché la teoria dell’evoluzione è tuttora al centro di un infuocato dibattito pubblico che si estende ben al di là dei confini della comunità scientifica? Non è difficile capirne il motivo profondo: a differenza di molte altre teorie scientifiche, le tesi darwiniane pongono le premesse per rispondere alle domande tradizionali sulla nostra origine e destinazione e, in questo senso, investono frontalmente gli immaginari religiosi, metafisici, antropologici e morali che hanno accompagnato e reso possibili la nascita e lo sviluppo delle società occidentali moderne.
Con Darwin è giunto a compimento un lungo processo culturale di definizione della relazione tra l’uomo e l’universo naturale, il cui esito primario consiste in una concezione inedita della natura umana. Qui va ricercata l’eredità filosofica del darwinismo ed è su essa che verte lo studio dell’autore. Dall’analisi, che esamina i principali nodi da un punto di vista al contempo storico e tematico, Darwin emerge come una figura cruciale in quella transizione intellettuale che ha scompaginato l’immagine tradizionale della natura.
Il volume è suddiviso in tre capitoli distinti e autonomi. Il primo affronta la questione della natura umana abbinando un approccio storico a uno più sistematico. Il secondo discute la questione della rilevanza di Darwin per la filosofia. Il terzo capitolo recupera i diversi fili del discorso e li intreccia nell’intento di meglio comprendere quali siano il significato e la portata storica della Weltangshauung naturalista e/o darwinista.
Sommario
Introduzione. I. Di fronte alla natura. 1. Dilemmi moderni. 2. Alla ricerca della natura umana. 3. Fallacie naturalistiche. 4. Tra natura e identità. II. Dopo Darwin. 1. Prologo: l’importanza di Darwin per la filosofia. 2. Specie. 3. Tempo. 4. Mente e natura. 5. Moralità. 6. Epilogo: il nostro contemporaneo vittoriano. III. Naturalismi. 1. La posta in gioco. 2. Darwinismo. 3. Darwin e la religione. 4. Noi, animali. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Paolo Costa è dottore di ricerca in antropologia filosofica. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università di Parma e il Centro per le Scienze Religiose (ITC-isr) di Trento, dove si è occupato della relazione tra darwinismo ed etica. È autore, tra l’altro, di Verso un’ontologia dell’umano. Antropologia filosofica e filosofia politica in Charles Taylor, UNICOPLI, Milano 2001. Presso le EDB ha curato, insieme a Francesca Michelini, la raccolta Natura senza fine. Il naturalismo moderno e le sue forme (2006).