
Questo libro si propone di individuare in quale modo, nella seconda metà del I secolo d.C., gli evangelisti sentono il bisogno di consolidare il senso identitario delle comunità cristiane alle quali appartengono. Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, nel 70 d.C., i seguaci del nuovo movimento sorto dopo la morte e la risurrezione di Gesù di Nazaret avvertono la necessità di fare memoria delle loro origini e ribadiscono nella fede nel Cristo risorto ciò che li distingue dai giudei e dai gentili. La prima parte del volume prende in esame i racconti evangelici della risurrezione per enucleare la prospettiva teologica con la quale ciascun evangelista contribuisce a definire l'identità della comunità destinataria del suo scritto. La seconda parte esamina le tradizioni della scoperta della tomba vuota e degli incontri tra i discepoli e il Risorto, infine l'ultima parte riassume le conseguenze cristologiche, teologiche ed etico-antropologiche della risurrezione di Gesù.
Di cosa ho veramente bisogno nella vita e cosa devo cercare? In questi tempi di crisi il quarto vangelo diventa uno strumento di riflessione intorno alle domande più cruciali dell'esistenza. Qual è il mio desiderio, quali sono i miei sogni? Chi sono io, e chi è Dio? E dove devo andare, qual è il mio destino? Un libro commovente, arricchente e importante soprattutto ora!
Nel Vangelo di Matteo il tema dell'amore-misericordia riveste grande rilievo e ricorre in più occasioni. In particolare, due brani sono collegati tra loro da una citazione del profeta Osea: "Perché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti". Nell'Antico Testamento la misericordia è innanzitutto prerogativa divina, segno dell'amore fedele per l'uomo e parametro di comportamento. E poiché nella Scrittura l'imperativo viene sempre dopo l'indicativo, il credente sperimenta il volto misericordioso di Dio e solo successivamente è chiamato a comportarsi di conseguenza. Gesù stesso nel Vangelo di Luca rimanda a tale principio, quando afferma "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso".
Lasciare la casa paterna per vivere la propria avventura, entrare in alleanza con un Signore che affida una benedizione destinata a tutti, accettare l'educazione paziente a una logica di fiducia e di apertura fino alla prova decisiva del dono di un figlio.Le pagine del volume affrontano un tema centrale nella storia di Abramo narrata nel libro della Genesi: la chiamata iniziale, letta sullo sfondo della breve descrizione della famiglia di Térach, padre di Abramo, e la prova di Isacco, ultimo episodio in cui il patriarca ha un contatto diretto con il suo Signore. Nella prima scena, Abramo è invitato a lasciare il padre per vivere la propria esistenza. Nella seconda, è chiamato a lasciare andare il figlio, offrendolo al Dio che vuole la vita. Siamo di fronte a un'avventura di libertà interiore, conquistata sulla bramosia e sulla paura, che riconducono nel seno della «casa paterna», un luogo caro che va però abbandonato se si vuole diventare capaci di assumere pienamente la propria singolarità e quindi anche la propria fragilità.
La spiritualità monastica ha un valore paradigmatico per l’insieme della vita della Chiesa. Il monaco è solo un cristiano che cerca di prendere il suo battesimo sul serio e per questo la sua esperienza parla a tutti i fedeli che desiderano fare altrettanto anche in stili di vita diversi. Al monachesimo è sempre associata l’idea di saggezza, cioè di un’esperienza lungamente distillata nei suoi due millenni di storia; esso infatti integra profondamente spiritualità e umanità coltivando tutti gli aspetti del vivere e cercando la santità non solo nella preghiera, ma anche attraverso il lavoro, la condivisione del cibo, il sonno, la vita fraterna.
Questo saggio si sofferma in particolare su vari aspetti del monachesimo che possono ispirare la vita ecclesiale: l’evangelizzazione, l’agire cristiano, il celibato e la castità, la leadership, la sofferenza e la prova, l’esperienza di Dio, la riforma delle strutture e l’attività teologica.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 5 presenta il testo della Costituzione dogmatica Dei Verbum.
Il volume illustra le caratteristiche generali della teologia bizantina, ne segue lo sviluppo nei secoli XIII e XIV e approfondisce il tema della diversità della Chiesa di Costantinopoli rispetto a quella latina. Sintetizza inoltre la dottrina del Filioque e si sofferma sulla vita, le opere e il pensiero di alcuni importanti teologi, da Niceforo Blemmides a Giorgio di Cipro, nel contesto di un complesso rapporto con Roma segnato da falliti tentativi di unione e da rapporti intensi e combattuti. La riflessione prosegue prendendo in esame il rapporto tra Bisanzio e il papato nel medioevo, mentre il capitolo centrale è dedicato al rifiuto della scolastica, giudicata razionalismo applicato al mistero e autentico scoglio nella reciproca comprensione tra Oriente e Occidente. Ancora oggi, come si constata nel quadro dei rapporti ecumenici, Bisanzio e Roma si ritrovano unite nel credo, ma divise dalla teologia.
Se è facile comprendere l'umanità di Gesù, ben più controversa è l'accettazione della sua divinità, una fede che nasce nel mondo religioso del giudaismo ed e presente, secondo categorie proprie, nei testi del Nuovo Testamento.
Questo studio, che propone un approccio essenzialmente storico critico, scarta l'idea di un uomo divinizzato dai suoi seguaci è ritenuta da escludere nell'ambiente giudaico in cui e nata la prima comunità cristiana - e focalizza l'attenzione sui titoli con cui egli presenta se stesso. Le parole e l'attività del Gesù pre-pasquale rivelano infatti una coscienza relazionale (filiale in rapporto a Dio, pro-esistente in rapporto all'uomo) e funzionale, cioè consapevole di un mandato unico nella storia della salvezza.
L'unanime testimonianza degli scritti neotestamentari svela l'orizzonte di un Gesù «innestato in Dio», non uomo divinizzato né altro Dio accanto a YHWH, ma volto del Dio unico nella sua realtà di comunione.
Il volume affronta, dal punto di vista biblico ed etico, alcune questioni fondamentali sul rapporto tra uomini e animali. La prima parte prende in esame i racconti di origine e introduce riflessioni sul compito dell'uomo verso il creato, sul rapporto fra umanità e animalità e sui principi di un'etica ambientale cristiana. La seconda parte affronta la tutela della vita nella Bibbia, la presenza degli animali nella Scrittura e le questioni riguardanti l'etica animalista e l'uso degli animali a servizio dell'uomo. La terza parte, infine, si proietta all'eschaton e orchestra da diversi punti di vista l'idea che l'uomo porterà con sé nel Regno gli animali e l'intera natura creata.
Il volume indaga la dimensione della riconciliazione presentando il rito della penitenza, i suoi fondamenti biblici e la sua storia. Elabora inoltre una teologia del peccato, esamina l’evento sacramentale del perdono in relazione all’evento fondamentale della riconciliazione ed esplora le modalità con le quali la Chiesa determina l’essenza e gli elementi per una celebrazione valida e fruttuosa.
La riflessione prende in esame la figura del penitente, il ruolo del sacerdote penitenziere (compresi i doveri e i possibili abusi), e presenta la prassi della confessione partendo dai princìpi morali e pastorali che la informano e la regolano.
Sommario
Premessa. Siglario. Bibliografia generale. Introduzione generale. I. Liturgia, Bibbia, Storia.
1. La celebrazione della penitenza. 2. Fondamenti biblici del sacramento della penitenza. 3. La penitenza nella storia della Chiesa. II. Teologia, Morale, Diritto. 1. Il mistero dell’iniquità e del peccato. 2. L’evento sacramentale del perdono. 3. Il penitente. 4. Il sacerdote confessore. 5. La prassi della confessione. Conclusione: dalla liturgia della riconciliazione alla riconciliazione nella vita.
Note sull'autore
Renzo Gerardi, presbitero del patriarcato di Venezia, ha compiuto gli studi filosofici e teologici alla Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in Teologia nel 1974. Dopo aver insegnato Teologia sacramentaria e Teologia spirituale, attualmente è docente ordinario di Teologia morale speciale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, di cui è pro-rettore. Per EDB ha pubblicato: Teologia ed etica della penitenza. Vita cristiana, vita riconciliata (32008), Storia della morale. Interpretazioni teologiche dell’esperienza cristiana. Periodi e correnti, autori e opere (22012), Le malattie dell’anima. Trattato sui vizi capitali (22013) e sette piccoli volumi dedicati ai vizi capitali (2015).
La Chiesa vive oggi una stagione animata da forti attese e da un diffuso anelito alla riforma di molti aspetti dei suoi costumi e delle sue istituzioni.
Il Vaticano II, nello spirito e nel dettato, è stato già un imponente evento riformatore, che ha trasformato il modo cattolico di pensare e di vedere il mondo, producendo vistosi cambiamenti nella liturgia, nella spiritualità, nel rilievo dato alla parola di Dio e nella maturazione della coscienza del ruolo dei laici. Debole, per non dire quasi nulla, è stata invece l'attuazione del Concilio per quel che riguarda le strutture portanti dell'istituzione ecclesiastica. Due casi sono evidenti: la mancata attivazione della collegialità episcopale e l'assenza degli strumenti giuridici capaci di sostenere un ruolo attivamente responsabile del popolo di Dio nel governo della Chiesa.
Non è molto comune, in ambito ecclesiale, affrontare l'argomento del talamo nuziale. Anche se molti lo confinano nell'ambito privato o lo considerano un tema off-limits, esso riveste un grande significato simbolico: rimanda infatti all'intimità come "luogo teologico" nel quale gli sposi, donandosi, sperimentano l'amore di Dio, lo rivivono in se stessi e celebrano il loro essere nel Signore. E tale è il senso della grazia del sacramento delle nozze, che rende l'uomo e la donna partecipi della nuzialità stessa di Cristo con la Chiesa in un cammino mistagogico trasfigurante.
Il gesto sessuale non è mai una realtà scontata e ovvia, ma sempre un dono colmo di bellezza, e la tenerezza come sentimento profondo, incanto di gioia di amare e di essere amati dà significato al desiderio sessuale e lo trasforma in forza di vita.
La grazia del sacramento trasfigura la correlazione maschile-femminile e la rende carica di un'efficacia soprannaturale in grado di condurre l'amore nuziale fino alle stanze segrete dell'amore intra-trinitario.