
L’itinerario è pensato per accompagnare gli operatori pastorali nella riscoperta della Sacra Scrittura nei processi di educazione alla fede. In particolare, gli autori, presentano 10 laboratori attraverso i quali approfondire il valore pedagogico ed educativo della narrazione Sacra.
Gesù ha proclamato il regno di Dio, che nella storia è stato identificato con tante istituzioni. In realtà, esso è sempre al di là e dimostra, al contrario, che Dio non sostiene alcun potere, ma è piuttosto una Santa Anarchia che «rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili». La comunità alternativa chiamata a realizzare tutto questo, la chiesa, vive in solidarietà con le impurità della vita e le imperfezioni che ogni cammino storico porta con sé.
Il Triduo pasquale costituisce il cuore della fede cristiana. Nella passione, morte e risurrezione di Gesù la Chiesa impara uno stile: è lo stile del servizio, dell'umiltà e dell'accoglienza di ciò che il suo Signore le dona; è lo stile della testimonianza di una Chiesa che conserva la memoria della propria debolezza, santificata proprio nella sua condizione di serva dell'umanità alla quale essa stessa appartiene. Da ciò ne deriva anche uno "stile celebrativo2, che deve sfociare in un prendersi cura degli uomini e delle donne del nostro tempo. Il volume propone le riflessioni del card. Carlo Maria Martini, negli anni del suo episcopato a Milano.
Nel famoso discorso dell'ottobre 1965 all'ONU, Paolo VI aveva già fatto propria l'esigenza di un mondo senza guerra, escludendo ogni riferimento all'accettabilità di una guerra giusta. Su questa via, il volume approfondisce, a livello teologico, storico e giuridico, come oggi il ricorso alla guerra non possa mai essere riconosciuto giusto, o addirittura doveroso, per risolvere le crisi internazionali. Anche l'esigenza di proteggere le popolazioni da aggressioni violente, nei limiti propri della legittima difesa, dovrà assumere forme del tutto diverse, non solo nominalmente, rispetto a quelle tipiche della guerra.
I contributi raccolti nel volume orientano a un forte impegno verso la prevenzione dei fattori che favoriscono i conflitti: creare condizioni di giustizia, anche sociale ed economica, nei rapporti tra le nazioni, avversare gli interessi di parte, come la produzione e il commercio degli armamenti. Viene infine sottolineato il ruolo fondamentale che possono assumere le procedure e le esperienze della giustizia conciliativa.
Sommario
Introduzione. 1. La sorte della teoria della guerra giusta (L. Lorenzetti). 2. Questioni di fondazione biblica e teologica (S. Bastianel). 3. L'invalidazione della guerra. Il recente magistero ecclesiale (P. Carlotti). 4. Dalla guerra giusta all'ingerenza umanitaria? (C. Bresciani). 5. Visioni della giustizia e giustificazioni della guerra (L. Eusebi). 6. Giovan Battista Montini e l'esperienza della «guerra ingiusta» (F. De Giorgi). 7. La «pace perpetua»: utopia o progetto storico? (G. Campanini).
Note sui curatori
CARLO BRESCIANI,del clero di Brescia, è direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia.
LUCIANO EUSEBI è professore ordinario di diritto penale nella Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, e direttore del Centro studi Paolo VI «Mai più la guerra».
Descrizione dell'opera
Esiste un pensiero teologico sui problemi ambientali? A che cosa serve la teologia quando si riflette sull'inquinamento, la riduzione dei rifiuti, il cambiamento climatico e l'uso dell'acqua?
La fede cattolica è stata più volte accusata di sostenere un antropocentrismo distruttivo teso a giustificare lo sfruttamento dell'ambiente, ma il messaggio biblico va in direzione opposta, ricordando che il creato costituisce il luogo e il tempo dell'incontro tra l'uomo e Dio.
I testi raccolti nel volume, orientati ad approfondire modi e concetti utili a ripensare ed educare cristianamente la sensibilità nei confronti dei problemi ambientali, nascono da alcune iniziative del gruppo di studio "Custodia del creato", promosso presso la Segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana dall'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro assieme al Servizio nazionale per il progetto culturale.
Sommario
Introduzione (R. Presilla). Presentazione (R. Repole - S. Bastianel). DISEGNARE SPAZI EDUCATIVI. Educare alla custodia del creato (A. Casile). Confessare il Creatore, custodire il creato. Ripensare un percorso di ricerca (S. Morandini). PERCORRERE IL CREATO TRA ETICA E TEOLOGIA. «E Dio vide che ciò era buono» (A. Barbi). Una responsabilità filiale. Teologia della creazione e questione ambientale (F. Scanziani). Dottrina sociale della Chiesa e responsabilità per il creato (L. Lorenzetti). Una spiritualità ecologica dell'abitare, un'etica del custodire (G. Quaranta). Custodire la terra per il bene comune (P.D. Guenzi). LE BUONE PRATICHE DEL CUSTODIRE. Custodire il creato, rinnovare le pratiche. Prospettive per una pastorale del creato (L. Bressan). L'esperienza di pastorale del creato della diocesi di Brescia (G. Scalmana). Custodire il creato: rinnovare le pratiche (M. Mascia).
Note sugli autori
L'UFFICIO NAZIONALE DELLA CEI PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO è stato istituito dal Consiglio Episcopale Permanente nel 1975. Nel 1992 all'ambito del lavoro si sono aggiunti l'economia e la politica. Nel 2000, l'Ufficio si è arricchito degli ambiti "giustizia e pace" e "custodia del creato". Attraverso la propria Consulta assicura il collegamento con le regioni ecclesiastiche, le diocesi e altri soggetti ecclesiali di rilievo nazionale e usufruisce di una qualificata consulenza.
Il SERVIZIO NAZIONALE DELLA CEI PER IL PROGETTO CULTURALE è attivo dal 1997 come centro di raccordo per i diversi soggetti impegnati nell'attuazione del progetto culturale, al fine di sviluppare l'aspetto culturale dell'evangelizzazione nei diversi settori della vita della Chiesa. Il Servizio svolge un'azione di monitoraggio, di osservatorio e di documentazione sulle iniziative volte a coniugare fede e cultura; organizza incontri di studio e iniziative a carattere nazionale su temi di particolare rilievo. Dal 2000 EDB pubblica gli atti dei Forum del Progetto culturale.
C'è spazio per la verità della fede in un tempo di relativismo? Quali sfide provengono dalla cultura scientista e tecnocratica? Come educare di fronte alla frantumazione dell'umano? Su questi temi si articolano le tre parti del volume, che raccoglie i testi del seminario di studio su fede, cultura ed educazione svoltosi nell'ottobre 2013 per iniziativa della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della CEI. Facendo tesoro delle riflessioni maturate nella prospettiva dell'Anno della fede, ma allungando lo sguardo al Convegno ecclesiale di metà decennio sul tema "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo" (Firenze, 9-13 novembre 2015), le riflessioni proposte hanno una rilevante ricaduta pastorale e toccano questioni centrali per il cammino decennale della Chiesa italiana. In particolare, vengono focalizzate questioni decisive per chi intende educare alla vita buona del Vangelo: il modo in cui va comunicata la verità cristiana in una "società liquida", che soffre di isolamento e di solitudine, e il modo in cui l'educazione alla fede e della fede è in grado di propiziare l'incontro della verità cristiana con l'accresciuta sensibilità per la libertà in tutti gli ambiti dell'esistenza. Introduzione di mons. Claudio Giuliodori. Proposte teologico-pastorali di mons. Antonio Staglianò.
Per la prima volta in traduzione italiana il testo che ha fatto conoscere Ghislain Lafont al mondo accademico. L'autore ripercorre la formazione del pensiero trinitario occidentale: vi si può intuire il ponte tra l'esperienza del divino avuta in Gesù di Nazaret e le formulazioni dei primi concili, in particolare quelle che evolvono nel dogma della Trinità. Facendo riferimento agli autori che scrivono dopo Nicea, Lafont mostra il pericolo che la teoria teologica dimentichi troppo in fretta l'esperienza storica di Gesù e ne spiritualizzi la la vicenda. Nel mistero pasquale egli rintraccia la possibilità di un evento che nello stesso tempo proclama la salvezza nella storia e costringe a cambiare le categorie con le quali si si pensa il divino.
Al centro delle riflessioni di Copeland, Dalferth e Orsi c'è la questione del destino della civiltà occidentale moderna e le ragioni per confidare ancora nella sua capacità di rispondere alle sfide epocali che ci attendono dietro l'angolo, prima di tutto quella del cambiamento climatico. I tre testi raccolti hanno il respiro ampio, il senso dell'urgenza, l'ambizione tipica delle grandi orazioni pubbliche, dei bilanci d'epoca.
Nella prima evangelizzazione, come nella nuova evangelizzazione, si realizza il compimento del disegno di salvezza di Dio nel mondo e nella storia. Esso mira alla riunione dei popoli e alla ricapitolazione di tutte le cose in Cristo (Ef 1,10). Alla fine, Dio sarà «tutto in tutti» (1Cor 15,28). Questa riunione è, in ultima analisi, l’azione e la missione di Dio. Un analogo superamento escatologico dei confini avviene anche nel movimento ecumenico. Come nella missione la Chiesa, attraverso l’incontro con le culture dei popoli, realizza concretamente sul piano storico la propria cattolicità, così nell’ecumenismo, attraverso il dialogo con le altre Chiese e comunità ecclesiali, essa esprime la propria autocomprensione. Non si tratta di un semplice ritorno degli altri cristiani in seno alla Chiesa cattolica, ma di un processo dialogico.
Il concilio Vaticano II ha effettuato questo cambiamento di prospettiva e insieme dichiarato irreversibile la scelta ecumenica della Chiesa cattolica. Su questa strada hanno camminato in seguito tutti i papi, da Paolo VI a Benedetto XVI.
Le pagine del card. Kasper mostrano come tale dialogo non sia un semplice scambio di idee, ma uno scambio di doni. In concreto, nella situazione di divisione, la Chiesa cattolica non può essere se stessa. Nel dialogo non rinuncia a nulla, ma matura verso la propria pienezza cattolica e insieme arricchisce anche le altre Chiese e comunità ecclesiali con i propri doni. Così tutte possono crescere insieme fino alla pienezza di Gesù Cristo. La missione e l’ecumenismo non producono una nuova Chiesa, ma una Chiesa rinnovata che tende alla piena comunione.
Sommario
Prefazione. Parte I. 1. La spiritualità ecumenica. 2. Unitatis redintegratio: carattere vincolante dell’ecumenismo. 3. Unitatis redintegratio: una lettura nuova. Parte II. 4. Rileggendo la dichiarazione sull’ebraismo Nostra aetate. 5. L’Antica e la Nuova Alleanza nel dialogo ebraico-cristiano. 6. Parola di Dio e unità della Chiesa. Parte III. 7. Il concilio Vaticano II e il mondo contemporaneo. 8. Il dramma spirituale dell’Europa. 9. Movimento ecumenico ed evangelizzazione.
Note sull'autore
Walter Kasper è nato il 5.3.1933 ad Heidenheim/Brenz, nella diocesi di Rottenburg-Stoccarda (Germania). Già professore presso le Facoltà di teologia di Münster e di Tubinga, il 17.4.1989 è nominato vescovo di Rottenburg-Stoccarda. Nel 2001 Giovanni Paolo II lo nomina presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, di cui era già segretario dal 1999.
Ha ricevuto riconoscimenti ufficiali e lauree honoris causa da numerose università del mondo (Washington, Baltimora, Strasburgo, Tubinga). Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel concistoro del 21.2.2001.
È membro delle Congregazioni: per la dottrina della fede; per le Chiese orientali; del Pontificio consiglio della cultura; del Tribunale supremo della Segnatura apostolica; del Consiglio ordinario della Segreteria generale del sinodo dei vescovi.
Il volume ripropone un itinerario di lettura continua del Vangelo secondo Marco, svolto oralmente a più riprese dall'autore, gesuita, e qui trascritto. Non si tratta propriamente di un commento, ma di una flebile eco della novità che Gesù affida ai discepoli e che si prolunga attraverso le testimonianze e i "ritardi" delle prime comunità cristiane. «L'Evangelo non è solo un discorso che contiene un messaggio prezioso, ma è un impulso vivo: è il rivelarsi di Dio stesso, l'affiorare dell'Onnipotente, che vuole ricondurre a sé le sue creature». Per questo esso si presenta a noi carico «di un'urgenza che attraversa tutto lo spessore della nostra condizione umana, scandaglia tutte le profondità della nostra miseria, prende contatto con tutte le ostilità e ribellioni che la nostra realtà di creature abbia contrapposto all'originaria volontà di Dio». Attraverso lo strumento fragilissimo di un testo scritto «l'Evangelo è la novità di Dio, che si impone a noi come protagonista della nostra storia e della nostra vita, assumendola in tutte le sue dimensioni».

