
«La testimonianza come "servizio" significa cha la vita cristiana è un agire che sa assumere le forme della vita umana come un alfabeto in cui dirsi ed in cui realizzarsi [...] Prendendo sul serio questa provocazione, introdotta a Verona come un'intuizione da sviluppare, il volume del teologo Antonio Staglianò si dipana con un'eleganza pari sicurezza del disegno. Il libro sembra decollare come un instant book, volto a raccogliere e indirizzare le provocazioni emerse nel convegno scaligero. Subito, però, si sviluppa con un movimento ampio e sinfonico, così che se il motivo iniziale suona le note udite a Verona, subito l'orchestrazione del volume guadagna un orizzonte tanto ampio che mette in gioco nientemeno che il futuro del cristianesimo. Precisamente sotto la figura del superamento della frattura tra teologia e pastorale [...] con un linguaggio che è un impasto singolare di riferimento biblico, citazione colta, richiamo magisteriale e lingua teologica. [...] Questo volume aiuterà che volesse riflettervi a trovare le armoniche di confronto per far convergere i "lavoratori del Vangelo" verso un sogno comune che sia all'altezza del momento. [...] Un "cristianesimo da esercitare" appare dunque l'istanza del momento. Il suo esercizio è l'opera della Chiesa tutta, la riflessione metodica su di esso è compito della riflessione dei teologi in sinergia con i pastori».
Dalla Prefazione di Mons. Franco Giulio Brambilla
Antonio Staglianò, Dottore in Teologia (Pontificia Università Gregoriana) e in Filosofia (Università della Calabria), è Direttore dell'Istituto Teologica Calabro in Catanzaro, dove insegna Teologia sistematica(Cristologia, Teologia trinitaria e Teologia della pastorale). Ha diretto per anni la Rivista di scienze teologiche «Vivarium». Dal 1989 al 1995 è stato membro del Consiglio nazionale dell'Associazione Teologica Italiana e dal 1994 al 2002 professore invitato nei corsi di specializzazione di teologia fondamentale della Pontificia Università Gregoriana. Dal 1997 è Consulete del servizio nazionale della CEI per il progetto culturale. Unisce l'impegno per la ricerca scientifica con quello per l'animazione pastorale : è Vicario Episcopale per la cultura nella Diocesi di Crotone - Santa Severina e parroco in solidum di Le Castella.
Ha pubblicato diverse monografie scientifiche: La teologia secondo A. Rosmini (Morcelliana, 1988); La teologia che serve la Chiesa (SEI, 1996); La mente umana alla prova di Dio (EDB,1996); Il mistero del Dio vivente (EDB,1996); Vangelo e comunicazione (EDB, 2002); Pensare la fede (Città Nuova, 2004) Su due ali (Lateran University Press, 2005); Ha scritto la Trinitaria in G. Canobbio - P. Coda (edd.), La teologia del XX secolo, Un bilancio, Roma2003. Nelle nostre collane figura il volume Teologia e spiritualità. Pensiero critico ed esperienza cristiana (2006). Ha al suo attivo raccolte di poesie che si prefiggono di tentare vie nuove, più simboliche, per comunicare un pensiero non negligente sui tanti problemi dell'esistenza umana, dentro l'illuminazione della fede.
L'utopia della "terza età del mondo", auspicata da Lessing ne L'educazione del genere umano (1780), è il motivo di fondo che guida la cultura tedesca tra la fine del '700 e gli inizi del '900. Per essa un nuovo Vangelo eterno doveva sostituire il cristianesimo storico, contrassegnato da una concezione antropomorfica e sensibile del divino, in direzione di una fede interiore, immanente, che si congedava dall'ambito dell'arte e della "rappresentazione". L'epoca nuova era l'età dello Spirito, l'era che succedeva a quella del Padre e del Figlio, dell'Antico e del Nuovo Testamento. La teologia della storia di Gioacchino da Fiore, riproposta da Lessing, diveniva il paradigma della secolarizzazione moderna. L'era dello Spirito è il tempo della divinizzazione del mondo: il modello gioachimita, dopo l'illuminismo, viene a costituire l'ideale escatologico che guida l'orizzonte storico. Nel passaggio dalla teologia alla filosofia della storia, l'escatologia, nella pianificazione di un percorso di liberazione dai limiti naturali e storici, si trasforma in utopia. Donde la forma tipica della fede "moderna", il suo intreccio tra ideale prometeico e religiosità, titanismo e mistica. Lo Spirito è unità e, insieme, potenza; la riconciliazione passa attraverso la negazione, la lotta, il conflitto. Dietro v'è la teodicea razionalistica, la giustificazione del male in funzione del progresso del mondo, il "calvario" dello Spirito assoluto. Lo "spirito del mondo", che prende il posto dello Spirito Santo, è un dio mortale che eredita la forma della sote trasforma i contenuti. Il particolare, il non divino, deve tramontare - come nella gnosi antica - perché la totalità (Dio) possa realizzarsi. La secolarizzazione non è solo la trasposizione del cristianesimo nel mondo, è anche la metamorfosi del sogno gnostico del cambiamento ontologico del mondo.