
Si tratta di una nuova edizione dell'antologia pubblicata nel 2009. Questo testo raccoglie il «cuore» e l'essenza delle sedicimila pagine redatte e messe in forma corrente dal poeta del Romanticismo tedesco Clemens Brentano (1778-1842) circa le numerose visioni bibliche e le contemplazioni mistiche della beata estatica Anna Katharina Emmerick (1774-1824). Il curatore ha cercato di scegliere i più toccanti episodi biblici (narrati dalla Emmerick al Brentano, mentre era rapita in estasi) dando ad essi una certa continuità storica secondo la tradizione ecclesiale. Ne risulta un'interessante presentazione degli eccezionali doni divini di una delle più grandi mistiche estatiche dei tempi moderni, la quale ha vissuto gli episodi biblici incarnandoli non soltanto con le visioni, ma anche con le sante stimmate. Il suo forte carisma spirituale è a tutt'oggi motivo di fede, di preghiera e di meditazione. 6a edizione, aggiornata nello stile grafico per una migliore leggibilità del testo.
C'è una tentazione che serpeggia da sempre. È quella di fare da soli. Anche nella formazione, nell'educazione, nel diventare grandi. Vale per tutti. Anche nella formazione del prete, che è insieme uomo e credente prima che ministro. E non da solo, ma dentro una Chiesa, con dei compagni di viaggio, in una realtà, che sono da accogliere. La formazione dei preti non si interrompe mai e non è una questione solo individuale o di «seminario», ma interessa tutta la vita e tutti gli attori in gioco: il prete, il presbiterio, il vescovo, perché ha una valenza collettiva e fraterna. Afferma l'autore: «Vale la pena darsi tempo e voglia per pensarci sempre di più come "presbiterio" e sempre meno come "presbitero", più al "plurale" che al "singolare", meglio insieme che da soli perché, solamente come corpo, sapremo affrontare gioie e dolori, fatiche e traguardi e accompagnarci reciprocamente». Guida e caratterizza questa riflessione «ad alta voce» una metafora musicale: quella dell'orchestra, del coro. Il prete dovrebbe essere non un solista stonato ma un orchestrale accordato che suona la sinfonia del Maestro assieme agli altri.
L'economista Michel Camdessus - curatore dell'opera - e il teologo Hervé Legrand danno voce alle "voci", molte, di laici impegnati che prendendo seriamente l'invito di papa Francesco a trasformare la Chiesa vogliono insieme riflettere e dare il proprio contributo. Nella prima parte del libro a un'analisi dei problemi della Chiesa - clericalismo, abusi sessuali, autoritarismo ecc. -, fa eco una serie di proposte alla luce di Fratelli tutti: l'invito a vivere una fraternità concreta, "cancellando" quelle false gerarchie tra uomini e donne, preti e fedeli ecc. in una comune e piena responsabilità di tutti i cristiani, l'appello a intraprendere un cammino sinodale per preparare la Chiesa a delle "riforme" fondate e necessarie. La seconda parte - scritta dal teologo Hervé Legrand - contiene contributi con note storiche e teologiche, che offrono un solido fondamento alle proposte formulate dai laici.
Nucleo centrale del volume è il concetto di rivoluzione come passaggio antropologico dall'Ordine dell'Ego all'Ordine del Giorno. L'Ordine dell'Ego è il sistema di questo mondo (e personale al tempo stesso) nel suo attuale stato di esaurimento; l'Ordine del Giorno è invece la nuova forma del mio io che si sta rivelando proprio attraverso la consumazione della mia configurazione ego-centrata, ed è al contempo il sistema di mondo che nasce proprio attraverso questo passaggio cruciale. In altri termini, significa che è in atto il passaggio (Pasqua) da questo mondo, dominato da una figura di uomo profondamente distorto e in via di disfacimento, al Regno di Dio, inaugurato da una nuova figura di umanità, che è il Cristo Gesù. Rivoluzione e Iniziazione risultano perciò movimenti intimamente legati.
Nella terra di tutti non è un libro di ecclesiologia né di teologia. È una riflessione su di noi, noi credenti che cerchiamo di vivere la nostra appartenenza con onestà, fedeltà e realismo, che non vogliamo andarcene per altre strade ma che abbiamo bisogno di risposte a problemi che ancora non sono chiari. È il tentativo di condividere alcune delle lotte che in tanti dobbiamo affrontare: lotte in cui si mettono in gioco la fede, i dubbi, i rapporti umani o le nostre aspettative. È una riflessione sulla società contemporanea e sul posto che al suo interno occupa la Chiesa di oggi senza negare le sue ombre e senza ignorare le sue luci. È uno sguardo coraggioso su questioni che oggi preoccupano tanti di noi. Una è la domanda di fondo: perché continuare? Domanda che l'autore affronta come un compagno di strada che condivide in queste pagine le sue personali incertezze e le risposte che trova a poco a poco.
Quanti modi ci sono di pregare il Padre nostro? Quanti modi per parlarne? Per spiegarne il senso? Con il suo stile narrativo e fortemente empatico Alessandro Deho' rilegge ogni versetto di questa preghiera alla luce delle ultime pagine del Vangelo di Giovanni, perché proprio lì il Padre appare assente e il Figlio sconfitto. Il Padre nostro allora diventa una preghiera pasquale e tra ogni versetto fa capolino un personaggio, la sua storia, il suo cammino di scoperta, di conversione, di amore. Il Padre nostro dà voce così a storie di passione, dove dolore e amore si incontrano, dove ricerca e affidamento si intrecciano, dove dubbio e paura trovano la loro risposta.
Dov'è Dio? È talvolta difficile per noi percepirlo, ma egli semina le tracce della sua presenza in molti contesti che a noi - probabilmente - sembreranno gli ultimi dove cercarlo. La Divina presenza è sempre mistero: un mistero che si svela e che si occulta, che richiede a noi occhi purificati e desiderio che non si può spegnere, esperienza che - per ognuno in maniera diversa nelle progressive istituzionalizzazioni - ci porta a incontrarlo. In ogni religione, in ogni ricerca sincera di Dio.
Ne «i due libretti sulla penitenza» che Ambrogio scrisse nell'ultimo quarto del IV secolo (Ambrogio, Commento al Salmo 37 1), confluirono l'aspra polemica con i Novaziani (sostenitori di un inflessibile rigorismo morale) e un'esortazione alla penitenza che il vescovo pensò per i suoi fedeli della Chiesa di Milano. Si tratta di un documento di grande interesse perché, oltre a documentare l'intensità del dibattito ecclesiale e a offrire uno spaccato sulla prassi pastorale della penitenza, lascia trasparire, come in filigrana, una sorta di riflessione autobiografica di Ambrogio stesso che ascrive alla misericordia di Dio nei suoi confronti l'essere passato dall'esercizio severo della giustizia, amministrata nelle vesti di giudice, all'abito della compassione proprio del ministro della Chiesa.
Questa breve celebrazione del Rosario segue le parole chiave del Sinodo: ascolto, comunione, partecipazione e missione, per invitare i fedeli a conoscerle, ad approfondirle e ad attuarle nella vita quotidiana, sotto lo sguardo di Maria e in sintonia con la Chiesa di oggi. Il testo può servire per un percorso di riflessione, per un approfondimento e per un'occasione di preghiera sulle tematiche più importanti del Sinodo, rendendo le persone partecipi di un evento che sarà di guida nel cammino ecclesiale dei prossimi anni.
Una selezione di testi brevi di papa Francesco, per accompagnare la preghiera e la riflessione di chi vive il mese di maggio, coltivando in modo particolare la devozione mariana. Strumento utile per la preghiera personale, ma anche comunitaria. I brani, selezionati per accompagnare tutti i giorni del mese, possono essere valorizzati infatti per introdurre anche la preghiera comunitaria del Rosario.
Pagine coraggiose che affrontano, con onestà intellettuale e parresia, questioni centrali: «Parliamo di politica da cattolici», affermano gli autori, «non scriviamo per offrire soluzioni, ma per raccontare che cosa intendiamo per vita cristiana, per combattere le menzogne che la deturpano, menzogne che a volte ci fanno ridere». Il cattolicesimo non può essere strumentalizzato né da un "ordine civile" né da un "ordine morale", né quando si tratta di far valere le «radici cristiane» né quando ci sono «valori da difendere». La vita cristiana, vita incarnata da Cristo, è fatta di gesti e di parole che rendono possibile la comunione. Non la comunità, sempre capace di inglobare e amalgamare, ma la comunione come articolazione reale e possibile dell'eterogeneo, del diverso. Prefazione di Andrea Grillo.
Il titolo esprime chiaramente il contenuto del testo, che intende dare un contributo, fondato sulla Parola, al Sinodo che si è aperto nell'ottobre 2021 e che si concluderà nell'ottobre 2023 con l'assemblea generale dei Vescovi e che avrà per tema: «Una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione ». Attraverso una analisi del Vangelo di Luca e degli Atti, nella prima parte, scopriamo il fondamento cristologico della sinodalità e la via di Gesù, tra solidarietà e liberazione; nella seconda, la vocazione sinodale della Chiesa, che deve far rivivere, giorno dopo giorno, l'oggi messianico di Gesù, perché la sinodalità è divenuta struttura ecclesiale. Introduzione di Firmino Bianchin.