
Monografia n. 55, 3/2010. La formazione della Bibbia. Un'introduzione interdisciplinare ai due Testamenti. Le nuove acquisizioni della critica moderna hanno consentito di affrontare in un modo sempre più scientifico" lo studio relativo alla formazione del materiale biblico, mettendone in evidenza tutta la complessità, e contribuendo così a rimuuovere alcune concezioni davvero ingenue, semplicistiche, se non addirittura "fondamentaliste", che vorrebbero vedere in tale materiale qualcosa come un "dettato divino", calato dall'alto della sua integralità."
Questo saggio è il tentativo di trattare in modo semplice, ma non semplicistico, con rigore e libertà, ma senza disinvoltura, le questioni che emergono continuamente dal dialogo tra fede e scienze positive. Questi due registri, «Dio e le scienze», non vano confusi, ma hanno legami vicendevoli potenti: l’uomo ha bisogno sia della fede che delle scienze per avvicinare gli antichi interrogativi che rendono la sua esistenza, al tempo stesso, ricca e angosciante. Chi è l’uomo in mezzo a questo universo scintillante di stelle, su questo pianeta che pullula di esseri viventi? Da dove viene: dalla polvere di una stella caduta dal cielo o da LUCA (Last Universal Common Ancester), la cellula primordiale comune a tutti i viventi?
Jacques Arnould ne parla in una forma inusuale: con brevi capitoli che mettono in scena una questione, senza la pretesa di dare una risposta definitiva; racconti immaginari; lettere; meditazioni.
Scopo di questo saggio è focalizzare il disegno - meraviglioso - che Dio ha per noi. L'obiettivo è perseguito attingendo a tutte le risorse del sapere umano: in particolare le scienze umane, la filosofia, e la teologia. Al momento della nascita l'uomo è ancora un semplice abbozzo di umanità, ricchissimo di potenzialità e suscettibile di svariate realizzazioni. È un progetto aperto, tutto da compiere. L'antropologia filosofica studia la progettualità umana così come viene concepita dalla pura ragione. La teologia, invece, fondandosi sulla Sacra Scrittura - che è il documento del disegno di Dio sull'uomo - scopre progetti ancora più vasti e stupendi di quelli che la ragione da sola riesce a individuare e realizzare. In particolare la Rivelazione ci insegna che Gesù Cristo ha compiuto per primo, e nella sua vicenda terrena, questo disegno divino sull'umanità e che egli stesso chiama ogni discendente di Adamo ad essere associato a questo compimento mediante il dono della sua salvezza, della grazia santificante, dei sacramenti e della sua stessa persona divina.
Rivista monografica quadrimestrale, n. 1/2011. Il paradosso della fede tutto concorre al bene. Talvolta la fede pare contraddire ogni logica razionale. E' questo il 'paradosso della fede': essa afferma delle verità, in apparente contrasto con l'esperienza umana, che risultano profondamente rasserenanti. La fede ci assicura che nulla di quanto accade avviene a caso; che nulla è radicalmente contro il nostro bene, tranne il peccato che noi stessi compiamo; che Dio sa orientare anche il male al nostro bene...
Rivista quadrimestrale di teologia, n. 3/2011. Questo volume raccoglie i contributi del Convegno di Studi 'Inculturazione e dottrina della fede nelle teologie asiatiche', svoltosi a Bologna il 30 novembre e il 1 dicembre 2010.
Grande e serio aiuto per lo studente della lingua aramaica, questo testo analizza ogni singolo vocabolo, sostantivo, aggettivo, pronome, avverbio, verbo, di quelle porzioni dell'Antico Testamento scritte in aramaico.
Breve saggio di taglio divulgativo sulla struttura della fede e sulla comprensione della sua necessità: la fede è necessaria per capire il reale, altrimenti alcuni aspetti del reale ci sfuggono
Sguardo è termine metaforico, che evoca allo stesso tempo il senso della profondità della visione e quello dell'attenzione. La profondità di sguardo indica la prospettiva fondamentale che inquadra un'indagine: è il punto di vista anagogico, cioè dall'alto o divino, "sub specie aeternitatis". È la prospettiva radicalmente contemplativa, ma giustificata teoreticamente, così che i contenuti ispezionati sono colti nello loro più propria fisionomia. In questo senso, l'attenzione dello sguardo è metodologicamente critica, secondo le esigenze della teologia come scienza. I saggi raccolti in questo volume sono dunque studi di teologia anagogica. Con una procedura di carattere dialettico, si affrontano i temi del problematico rapporto tra religione e cristianesimo, quello dello statuto scientifico del fare teologia, quello della specificazione cristica e redentiva della creazione e del fondamento metafisico della divinizzazione dell'uomo. Prefazione del cardinale Giacomo Biffi.
E' un appassionante percorso intorno all'enigma centrale del male", collocandolo nel contesto più ampio del Bene e della Redenzione cristiana. "
"Nelle parole di Gesù «Oggi sarai con me in paradiso» vedo riassunto il contenuto più essenziale e affascinante del Vangelo. Sono le parole rivolte al 'ladrone' che si pente e si affida al Crocifisso. Gesù, morente, gli dice: «Sei perdonato, sei salvato e chiamato a gioire per sempre con me in paradiso». Lo scopo del libro non è solo quello di illustrare cosa è la vita che ci attende in paradiso, ma soprattutto quello di suscitare il desiderio di questa vita e l'impegno per meritarla e raggiungerla." (L'autore)
Rivista monografica quadrimestrale di teologia, n. 1/12. Una sezione monografica di Sacra Doctrina sul tema: l'influenza/presenza dei Padri della Chiesa nella riflessione teologica contemporanea.
Attraverso quindici capitoletti il cardinale Biffi propone una sintesi del contenuto della fede cristiana, dando così un contributo molto agile all'Anno della fede. "C'è chi pensa che aver fede sia qualcosa di fortuito e, tutto sommato, di irrilevante (press'a poco come aver i capelli rossi o gli occhi grigi). Qualcuno è dell'avviso che il credere sia magari anche una fortuna, ma una fortuna del tutto casuale (come far soldi al "gratta e vinci"). I più comunque ritengono sia qualcosa di marginale nell'esistenza dell'uomo. Gesù che è il solo maestro che non delude non è di questo parere. Egli mette in relazione la fede con la salvezza: per lui è dunque qualcosa di sostanziale, qualcosa di necessario se non si vuole che la nostra avventura umana finisca in un fallimento. Non si può dunque parlare di fede, se insieme non si parla del fatto che abbiamo tutti bisogno di essere salvati. Da che cosa? Dall'insignificanza nostra e dell'universo, dall'indegnità morale, e dalla prospettiva che la morte coincida con il nostro annientamento. La fede ci salva da tutti questi guai.