
Lutero nutriva un odio feroce per il «papa, questo porco del diavolo». I teologi romani, dal canto loro, non capivano cos'altro volesse quel monaco rozzo e immensamente vanitoso se non distruggere il Papato. E i devoti principi tedeschi avevano le loro buone ragioni per sostenere il facondo predicatore d'odio. Così, fin da subito, indipendentemente dalle dispute teologiche che già allora pochi comprendevano, si tracciò la strada verso lo scisma nella Chiesa. Volker Reinhardt, utilizzando documenti vaticani finora trascurati, mostra come le radici dello scisma non affondino nelle questioni religiose. L'autore ricostruisce per la prima volta i grandi incontri tra Lutero e il Papato, idealizzati e mitizzati dai protestanti, dal punto di vista romano, e rivela il motivo per cui spesso i papi non presero sul serio le grida che arrivavano dalla lontana Germania.
Tra 1774 e 1778 il filosofo Gotthold Ephraim Lessing dà alle stampe sette frammenti attribuiti a un immaginario Anonimo di Wolfenbüttel. In essi il vero autore, H.S. Reimarus, per primo osserva, con sguardo storicamente disincantato, la discontinuità tra il messaggio di Gesù e le forme della sua trasmissione. Il sesto frammento, qui proposto con ampio commento, esamina le contraddizioni presenti nei racconti evangelici della risurrezione, che rendono impossibile dimostrare se sia realmente avvenuta: i discepoli potrebbero aver sottratto il corpo dal sepolcro e attribuito alla morte del maestro un significato di redenzione che in origine essa non aveva. Queste riflessioni sono il fondamento del dibattito ancora aperto sulla figura storica di Gesù. Una chiave per comprendere il significato della risurrezione per la ricerca storica, ma anche della ricerca storica per la risurrezione.
Settembre 1914. Mentre l'Europa sta precipitando nel baratro di quella che diventerà la Prima guerra mondiale, la Santa Sede fa i conti con un delicato passaggio di pontificato. A papa Giuseppe Sarto (Pio X), morto il 20 agosto, succede il 3 settembre il cardinale Giacomo Della Chiesa, con il nome di Benedetto XV. La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, preposta alla gestione dei rapporti tra la Santa Sede e gli Stati, viene incaricata di redigere un dettagliato report dell'attività svolta dalla diplomazia pontificia durante il pontificato appena concluso, in diversi Paesi dell'Europa continentale e dell'America Latina. Frutto del lavoro della Congregazione, coordinato dal Segretario mons. Eugenio Pacelli (a sua volta destinato a salire sul soglio di Pietro), sono le «Relazioni presentate al S.P. Benedetto XV sulla situazione delle Nazioni». Il documento, conservato presso l'Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e qui pubblicato integralmente, rappresenta una fonte preziosa per meglio comprendere direttrici, obiettivi e priorità della diplomazia pontificia all'inizio del XX secolo.
Gli Stati Uniti e la Santa Sede sono due potenze mondiali, a vocazione planetaria. Se la storia delle loro relazioni è datata, il salto di qualità del rapporto è avvenuto con la seconda guerra mondiale e con la guerra fredda, quando non poterono più ignorarsi o guardarsi da lontano. Decisero di collaborare, e a livello planetario. È il tempo dei presidenti Roosevelt, Truman e Eisenhower e di papa Pio XII. Le loro relazioni internazionali toccano dossier che riguardano le più disparate aree, dall'Europa al Medio Oriente, dall'America Latina all'Estremo Oriente, e i più diversi ambiti, dalla politica agli affari ecclesiastici, dai rifugiati di guerra alle migrazioni. Il volume presenta la più aggiornata riflessione storiografica sulle loro relazioni e le prime considerazioni archivistiche a partire dalle carte conosciute con la recente apertura degli archivi della Santa Sede relativi al pontificato di Pio XII (1939-1958).
Il volume presenta tra testimonianza e riflessione storica tre eventi ritenuti fondativi dell'identità diocesana contemporanea della Chiesa di Roma: il convegno di febbraio 1974 (La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma), il Sinodo diocesano (1986-1993), intitolato La comunione e la missione della Chiesa che è in Roma verso il terzo millennio, e la missione cittadina dispiegatasi negli anni 1996-1999. Tre eventi dovuti a Paolo VI e Giovanni Paolo II e compiuti grazie all'impegno di molti e specialmente dei due cardinali vicari di allora, Ugo Poletti e Camillo Ruini, che hanno segnato due stagioni ecclesiali di Roma. I tre momenti, letti nel loro insieme, fanno emergere la consapevolezza della coscienza di essere Chiesa di Roma, in un passaggio storico rilevante dalla "romanità- alla "diocesanità-. Si tratta in fondo della ricerca di una riconosciuta e condivisa identità nei nuovi tempi. Al volume contribuiscono storici e testimoni dell'epoca quali Augusto D'Angelo, Giuseppe De Rita, Maria Lupi, Cesare Nosiglia, Roberto Regoli, Gianrico Ruzza e Antonio Scornajenghi.
Nella storiografia italiana e straniera il rapporto tra Chiesa cattolica e schiavitù sembra risentire di una certa polarizzazione ideologica, accompagnata da una selezione e decontestualizzazione delle fonti. Da un lato la Chiesa viene presentata come fiera paladina contro lo schiavismo; dall’altro viene ritenuta senza appello legittimante e connivente. Un oggettivo esame delle fonti – dall’Antico Testamento al Catechismo del 1994 – mostra una realtà che richiede una distinzione. Dall’età antica a quella moderna, passando per la sistematizzazione medievale, la Chiesa ha sempre approvato la «servitù giusta», cioè la privazione della libertà in tre soli casi: criminali, prigionieri di guerra, lavoratori subordinati. La «schiavitù ingiusta», cioè la cattura, la tratta, la compravendita, lo sfruttamento e l’abuso di civili innocenti non trova invece giustificazione in alcun pronunciamento.
Di fronte a Dio tutti gli uomini sono uguali in natura e dignità, e il prossimo va amato come se stessi. Questo ha permesso all’Europa medievale cattolica di essere la prima ad abolire questo iniquo istituto, che nei secoli ha causato sofferenze e morte a milioni di persone.
Sommario Prefazione (L. Mascanzoni). Sigle. Introduzione. I. La schiavitù tra storia e Scrittura. 1. Cenni storici sulla schiavitù. 2. Scrittura. II. Documenti. 1. Tradizione. 2. Concili antichi emedievali. 3. Pronunciamenti papali antichi e medievali. 4. Istituti religiosi di redenzione. 5. Magistero del ’400. 6. Pronunciamenti moderni e contemporanei. III. Sintesi della dottrina cattolica. Per una conclusione. Appendice. Tabella sinottica. Bibliografia.
Note sull'autore Roberto Reggi è laureato in Filosofia, Scienze della formazione, Psicologia e Psicologia scolastica e di comunità, e licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del NuovoTestamento (2001-2014).
Il volume propone una lettura dei "Diari spirituali" di Gesualdo Nosengo. Una scrittura inedita che, protratta per un quarantennio, permette di esaminare le motivazioni profonde sottese all'impegno associativo del fondatore dell'Unione Cattolica Insegnanti Italiani Medi, evidenziandone, in accordo alle ragioni della vita spirituale, la tensione escatologica. Egli, infatti, come affermato da Cesarina Checcacci che, più di chiunque altri, lo affiancò per diversi decenni alla guida dell'UCIIM: «[...] oltre che per le sue scelte di vita, deve essere ricordato anche per la sua coraggiosa testimonianza di laico cristiano, impegnato con Dio con un patto di fedeltà ai consigli evangelici di castità, povertà ed obbedienza, patto, noto a pochi, perché egli non lo ostentava, pur vivendolo intensamente. Questo suo segreto era alla radice della sua spiritualità e del suo straordinario impegno nella realtà professionale e sociale italiana ed anche straniera». Il libro, in questa prospettiva di significati, ripercorre il dipanarsi della vocazione religiosa di Nosengo nella forma, alquanto particolare rispetto ai primi decenni del '900, del laicato consacrato in abiti civili. In tal senso emerge il profilo di un intellettuale cattolico, interessato ai temi dell'educativo, capace, come Giorgio La Pira, Giacomo Maffei e altri, di farsi lucente testimone di fede nel quotidiano svolgersi di alte mansioni civili.
Calendario-almanacco "Incontro alla Luce" di Voce di Padre Pio "I GIUBILEI NELLA STORIA DI PADRE PIO"
VIVI L'ANNO SANTO 2025 SEGUENDO LA SPIRITUALITA' DI UNO DEI PIU' VENERATI TESTIMONI DELLA FEDE DELLA NOSTRA EPOCA.
SCANDISCI OGNI GIORNO CON IL CALENDARIO ALMANACCO "INCONTRO ALLA LUCE DI VOCE DI PADRE PIO" DEDICATO AI GIUBILEI CHE HANNO ILLUMINATO LA STORIA DELLA CHIESA DALLA NASCITA DEL FRATE DI PIETRTELCINA FINO AL TEMPO PRESENTE.
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Formato (chiuso): cm 30x22,25
Nel 1534, nella città tedesca di Munster (Vestfalia), l'eresia anabattista prende il potere: prima invoca il ritorno alla purezza della religione cristiana, poi tenta di tornare allo stato edenico attraverso un riordino sociale. Sulla base delle Scritture gli anabattisti suddividono la città in parti, cambiano nome alle strade, proibiscono la proprietà privata ed eleggono un profeta, Jan Matthys, alla cui morte succede Jan Bockelson di Leida, che diventa re di Munster. Il suo regno, della durata di un anno e mezzo, sarà contraddistinto dal sangue e dalla follia: lussuria sfrenata, abusi di ogni tipo, poligamia obbligatoria, isteria collettiva, esecuzioni sommarie quotidiane sulla base di un semplice sospetto. Reck-Malleczewen ricostruisce questa pagina nerissima della Riforma protestante e la legge come il primo grande esperimento di trasformazione sociale rivoluzionaria compiuto in occidente.
L'autore
Friedrich Reck-Malleczewen (1884-1944) di origine prussiana, si trasferisce in Baviera per dedicarsi alla musica e alla letteratura. Protestante, nel 1933 su converte al cattolicesimo. La sua inflessibile opposizione al nazismo lo portò all'arresto e alla morte nel campo di prigionia di Dachau.
La simonia è certamente uno degli abusi peggiori che ha afflitto la Chiesa sin dalle sue origini. Essa ha i suoi inizi nel racconto del capitolo ottavo degli Atti degli Apostoli, dove il mago Simone chiede a Pietro di poter ricevere lo Spirito Santo in cambio di una somma di denaro. Nel corso dei secoli, il tentativo di comprare e vendere i sacramenti e gli uffici ecclesiastici è stato visto come la prima e la più pericolosa di tutte le eresie, provocando la riprovazione e la condanna di papi, sinodi e concili.
Lo studio ripercorre le fondamentali tappe teologiche e giuridiche del percorso dell'espressione symoniaca heresis, che a partire da Gregorio Magno descrive questa forma di corruzione, dalle prime formulazioni negli scritti dei Padri della Chiesa fino alla Riforma gregoriana ed alle sue collezioni, per giungere infine all'opera fondamentale del cosiddetto rinascimento giuridico del XII secolo, il Decretum Gratiani. Di quest'ultima opera viene analizzata nel dettaglio la prima quaestio della Prima Causa, ricostruendone dettagliatamente il processo redazionale alla luce dei più recenti studi in materia.