
Il volume ricostruisce la visita compiuta nel 1608 a Roma da António Manuel, detto "il Negrita", quale inviato del Re Mpangu-a-Nimi-a-Lukeni (Dom Alvaro II), allo scopo di consolidare il cristianesimo nel Congo - il cui territorio all'epoca si estendeva su gran parte del territorio attuale dell'Angola - e prestare ubbidienza alla chiesa cattolica. L'episodio - che viene ricordato ora con una mostra documentaria tenutasi a Luanda alla quale hanno concesso l'Alto Patrocinio i Presidenti della Repubblica Italiana e della Repubblica di Angola -, rappresenta un particolare interesse storico trattandosi della missione del primo ambasciatore africano a Roma.
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"Su Giovanni XXIII si è scritto molto, ma è necessario leggere i suoi scritti per conoscere i suoi pensieri, mettendosi in ascolto delle sue esperienze e dei suoi suggerimenti. Quindi dopo molti volumi su Giovanni XXIII un volume di Giovanni XXIII. È una raccolta di testi tra i più significativi, rivelatori dell'anima del Papa, tanto amato dalla gente comune, estratti dal Giornale dell'anima, dai suoi Discorsi e dalle sue Encicliche. Sono raccolti temi a lui cari come Dio, Maria, l'Uomo, la Chiesa. 'Un piccolo libro ma un grande messaggio che illustra una nobile e santa vita, scioglie nodi complicati, convince ad individuare le perle preziose dell'insegnamento di Giovanni XXIII, Papa della "semplicità di cuore e di labbra'" (dall'Introduzione)
Raccontare la bellezza del diaconato permanente è lo scopo di questa pubblicazione promossa in occasione dei trent'anni dalle prime ordinazioni avvenute in diocesi di Imola. Per secoli il diaconato è stato semplicemente un momento di passaggio in vista del sacerdozio. Richiamandosi ai primi tempi della Chiesa, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha voluto restituire alla vocazione diaconale la propria natura specifica, come richiamo al fatto che la vita ha senso se si fa servizio e come "ministero della soglia", punto di uscita della Chiesa nel mondo e punto di ingresso del mondo nella Chiesa in virtù della duplice appartenenza del diacono alla gerarchia e al laicato. Il libro si compone di tre parti. La prima è dedicata alla vocazione al diaconato e ai diversi servizi ai quali sono chiamati i diaconi. La seconda ricostruisce la storia della nascita del diaconato nella diocesi di Imola attraverso le memorie lasciate dai sacerdoti che più da vicino ne favorirono l'istituzione, mentre la terza raccoglie le testimonianze dei delegati vescovili e dei diaconi ordinati. Il volume è arricchito da una riflessione sul diacono «servitore con Cristo, per Cristo e in Cristo», che vive e opera non solo "dentro le mura" della Chiesa, ma immerso nelle varie fasce della società.
In una caverna presso Melicuccà di Seminara (RC) gocciola dal soffitto un'acqua ritenuta miracolosa. La grotta fu nel Medioevo sede di un monastero rupestre fondato da sant'Elia lo Speleota. Questo monaco, anzi padre di monaci e taumaturgo (T ca. 960) appartenne alla grecità calabrese, fiorente quando quella regione era parte integrante dell'Impero Romano d'Oriente ed era stata linguisticamente, culturalmente e religiosamente ellenizzata. In quel periodo fu anche sede di un monachesimo pienamente inserito per spiritualità, liturgia e organizzazione nell'ecumene "bizantina". Di questo monachesimo italo-greco restano oggi a malapena dei ruderi, ma in compenso molte sono le testimonianze agiografiche, in notevole parte raccolte nell'archimandritato del Salvatore, fondato in età normanna sulla penisola del faro (in glossa phari) del porto di Messina. Un codice qui scritto nel 1308 è l'unico a riportarci la Vita dello Speleota e una raccolta dei miracoli avvenuti alla sua tomba, scritte in greco prima della fine del X secolo da un monaco del suo monastero. Tale testo viene qui pubblicato in edizione critica con traduzione italiana e un commento storico.
Dalla loro lontana enclave in territorio americano o cinese, i gesuiti hanno avuto un ruolo fondamentale nell'evoluzione delle idee e della mentalità del Secolo dei Lumi. Le loro lettere, che oggi dormono nelle biblioteche, hanno conosciuto un enorme successo di pubblico. Hanno appassionato Voltaire, Montesquieu e, più in generale, gli "intellettuali", eruditi o filosofi che fossero. Per la loro ampiezza, serietà, diversità dei soggetti trattati, esse meritano di figurare al fianco di opere monumentali del XVIII secolo come "Essai sur le moeuts" di Voltaire, "Encyclopédie" di D'Alembert e Diderot, "Histoire philosophique des deux Indes" di Raynal. Questo volume è dedicato alle lettere dalla Cina, che offrono al pubblico una documentazione su un mondo contemporaneo bizzarro e portentoso.
Cinque intellettuali cattolici democratici firmano un documentato e critico dossier su Comunione e liberazione. Di fronte alla moltiplicazione di scandali politici e giudiziari che hanno per protagonisti uomini organici a Cl o comunque formatisi alla scuola del movimento, esiste un "problema Comunione e liberazione" sia nella società sia nella Chiesa italiana. È insomma doveroso chiedersi se e in che misura quelle vicende problematiche nascano da deviazioni personali e occasionali, oppure se le radici di quei casi affondino in qualche modo nell'ispirazione e nell'impianto di Cl. Se l'è chiesto il cardinale Martini già al Sinodo mondiale sui fedeli laici del 1987. Ma quel monito non ha avuto seguito. Gli autori argomentano con serenità un franco giudizio critico, senza farsi prendere dagli slogan o da un atteggiamento pregiudizialmente polemico. "Non si tratta di un lavoro scientifico, quanto piuttosto di riflessioni libere e sciolte di un gruppo di credenti. Vorremmo concorrere ad aprire una discussione schietta e fraterna dentro la Chiesa che è in Italia, nella convinzione che il problema-Cl è decisamente centrale ai fini di una feconda riflessione circa il senso, il valore, i limiti e le contraddizioni del percorso (non così univoco e lineare) seguito dalla Chiesa italiana nel dopo Concilio".
Quale volto di Gesù emerge dagli scritti cosiddetti 'apocrifi'? Si tratta di un altro Gesù rispetto a quello che la memoria cristiana ha conservato fondandosi sui quattro vangeli canonizzati? O dagli apocrifi non emerge piuttosto una molteplicità di volti di Gesù, e un quadro più ampio e differenziato del cristianesimo delle origini? Questa diversità di immagini ha conseguenze per la ricerca sulla figura storica di Gesù? Come maturava la riflessione cristologica nelle diverse comunità prima che si cristallizzasse la distinzione tra canonico e apocrifo? La ricerca degli ultimi decenni sulle tradizioni extrabibliche ha aperto squarci di estremo interesse sulle domande e le tensioni che animavano le comunità cristiane delle origini e sulla pluralità di prospettive ermeneutiche circa l'esperienza di Gesù di Nazareth che in esse esisteva. Di tale pluralità traccia un ampio quadro il presente volume, che raccoglie i contributi della "IV Giornata di studio sulla storia del Cristianesimo" organizzata dalla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (sez. San Luigi) in collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con il Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università "Federico II". Gli interventi in esso contenuti recano la firma di alcuni dei più autorevoli studiosi italiani ed europei dei testi apocrifi e del cristianesimo antico e mettono in feconda sinergia le domande proprie della ricerca storica su Gesù e sulle origini del cristianesimo.

