
Cosa pensava quell’uomo forte, dai tratti nobili e dal passo deciso, di trentasei anni, il cui nome era Manuel da Nóbrega mentrerisaliva a piedi le pendici della Serra do Mar? Portoghese e missionario gesuita, era arrivato in Brasile, a Salvador da Bahia, il 29 marzo del 1549, insieme ad altri cinque confratelli, inviati alla Terra de Santa Cruz da Ignazio di Loyola su esplicita richiesta del re del Portogallo Giovanni III.La loro missione era l’evangelizzazione dei popoli nativi e il sostegno dell’educazione e dell’identità cristiana dei coloni portoghesi, identità che veniva gravemente minacciata dalla violenza, dalla cupidigia, dalla menzogna di cui loro stessi si erano resi responsabili.
Questo libro racconta l’avventura e la missione di Nóbrega ed i suoi compagni, Juan de Azpilcueta, Leonardo Nunes, Antonio Pires, Diogo Jacomé, Vicente Rodrigues e di tutti gli altri che li seguirono per prodigarsi nello svolgimento delle attività missionarie, specialmente centrate in quelli che erano i ministeri propri dei gesuiti: l’educazione dei bambini, la catechesi, l’amministrazione dei sacramenti.
Un racconto avvincente e drammatico, fino al terribile confronto con il potere coloniale, il dramma delle riduzioni, l’espulsione e il ritorno della Compagnia di Gesù in Brasile.
Marina Massimiè professoressa associata del Dipartimento di Psicologia e Educazione della Facoltà di Filosofia, Scienze e Lettere dell’Università di São Paulo, Brasile. Ha all’attivo numerose pubblicazioni.
Il pontificato di Leone IX è considerato dalla recente storiografia quale autentico momento di inizio della cosiddetta papstgeschichtliche Wende dell'XI secolo. Con il pontificato leoniano prese infatti avvio una riforma ecclesiale di amplissima portata, la quale, se da un lato fu influenzata in modo decisivo dalle concezioni ecclesiologiche e dall'attività di riformatori transalpini, dall'altro condusse a un'organizzazione gerarchica dell'Ecclesia Universalis sempre più marcatamente romanocentrica. Il volume Un vescovo imperiale sulla cattedra di Pietro, a cura di Francesco Massetti, traccia un bilancio della grande fioritura di studi che il pontificato di Leone IX ha conosciuto negli ultimi due decenni, a partire dal secondo millenario della sua nascita nel 2002, e al tempo stesso offre nuove prospettive interpretative sulla base dei più recenti progetti di ricerca.
La stretta relazione di unione di Cristo col Padre (Gv 10,30), concretizzata nel fare la sua volontà (Gv 6,38), ha mostrato che Dio non è un atto puro, un motore immobile, un essere inaccessibile, né una realtà immanente alla natura, o una potenza cui rivolgersi per ottenere qualche beneficio, ma è Padre che ama l'uomo (1Gv 4,8) e lo cerca per essere uno con lui. La pienezza della persona si realizza mediante l'unione con Dio. Ciò non significa affondare nell'oceano anonimo del divino, ma vivere un'unità in cui Dio e l'uomo restano se stessi e tuttavia diventano pienamente una cosa sola. Cristo, parlando del Padre e profetizzando la venuta dello Spirito Santo, ha rivelato che Dio è una Trinità di persone, la cui essenza è la relazione di comunione, così forte da realizzare l'unità delle tre Persone in un solo Dio. Il Padre è essere per, il Figlio è essere da e lo Spirito Santo è essere con. Questa relazione manifesta l'essenza intima della persona, che è essere in relazione. Come immagine della Trinità, la persona esiste per l'altro, dipende dall'altro e si realizza con l'altro. Dice Ratzinger che il concetto di relazionalità è rivoluzionario: La categoria della relazionalità assurge a criterio originale dell'essere. Ciò produce l'unità nella diversità come legge di ogni esistenza umana.
Questo libro è una lettura storica del memoriale, o Libellus, che Paolo Giustiniani scrisse, anche a nome di Pietro Quirini, nel 1513. I due camaldolesi la offrirono al Leone X nei mesi che seguirono la sua elezione. L'umanista G.B. Egnazio lo trovava pieno di "novità et sublimità". Lo Jedin, uno dei massimi storici della chiesa, lo definì "il più grandioso e nello stesso tempo il più radicale di tutti i programmi di riforma" cattolica. E a buon diritto perché invece di impigliarsi in minuterie disciplinari, il Libellus disegna una nuova cristianità, a cominciare dalla vita civile. Da secoli i principi si mostrano malati di bellicosità permanente. Vanno educati alla pace. E' la riforma numero uno. La numero due è la giustizia, inefficiente a causa degli azzeccagarbugli e dei processi che non finiscono mai. Il rimedio anticipa la civiltà giuridica moderna: la semplificazione e la codificazione del diritto. Dopo secoli di chiesa monastica un colpo di spugna spazza via il monopolio culturale dei frati. Niente più teologia scolastica, fondata su dottrine filosofiche. Sulle macerie fiorirà una nuova teologia costruita sulla Bibbia e sugli antichi documenti dei Padri. Nasce un moderno sogno ecumenico, che sposta il baricentro della cristianità. L'afflato sale allo zenith nella visione conclusiva di un papato spirituale e missionario.
GLI AUTORI
Eugenio Massa (1919) ha insegnato filosofia medievale e umanistica nelle università di Pisa e Roma. Ha pubblicato numerosi studi di estetica, di filosofia, e di varia erudizione. Di Paolo Giustiniani ha esplorato l'archivio (I manoscritti originali - Roma 1987), ha studiato i problemi (L'eremo, la bibbia e il medioevo - Napoli 1992; L'eremita evangelizzatore - Roma 2004), e ha pubblicato gli inediti (I primi trattati dell'amore di Dio - Roma 1974).
Il 13 ottobre del 2022 si compiono i cento anni dalla nascita di Ugo Bianchi. Tale ricorrenza offre l’opportunità a un gruppo di suoi discepoli in collaborazione con altri studiosi di rendere omaggio a questo grande storico delle religioni, mettendo in evidenza in particolare il valore e l’attualità del metodo storico-comparativo da lui sviluppato. Le domande in gioco sono di grande portata. La complessità della cognizione del fenomeno religioso, che si manifesta sia sul piano teorico che su quello esperienziale, richiede la constatazione di fatti specifici verificabili in contesti particolari connessi a più vasti orizzonti culturali. La valenza della storia è di conseguenza fondamentale per comprendere il religioso e il metodo comparativo permette di cogliere quelle affinità e divergenze che ne consentono la stessa individuazione. Certo, studi disciplinari diversificati, che focalizzano dati secondo metodologie proprie, adducono apporti irrinunciabili, da cui potrebbero emergere non solo ipotesi ma opportunità di confluenze e di approfondimenti, se non prevalgono posizioni preconcette o aprioristiche. L’insufficienza di ogni ambito disciplinare concepito in sé è evidente nell’epistemologia attuale. Ciò è più evidente quando si tratta di ricerche storiche, in quanto il fenomeno storico stesso sottende un riferimento ontologico-relazionale. Nella prospettiva delle ricerche connesse al ROR, nella cui collana appare il volume, la forza del metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi può essere identificata proprio in una epistemologia “laicale”, che riesce a far emergere le relazioni stesse dall’interno del fenomeno studiato, senza proiettare su di esso preconcetti teologici o ideologici. Da questa prospettiva il metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi merita di essere conosciuto e pensato con attenzione, come preziosa eredità che ci può guidare nel passaggio delicato tra modernità e post-modernità.
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco.
Come i gesuiti hanno deviato dalla linea del loro santo fondatore Ignazio di Loyola per diventare la testa di ponte del modernismo nella Chiesa.
Che cos'è la Massoneria? Com'è organizzata? In cosa crede? Che obiettivi intende raggiungere? A queste e altre domande risponde questo libro diviso in due parti: la prima prende in esame l'organizzazione interna (le logge, le obbedienze, i riti e i gradi iniziatici) e i fondamenti del pensiero massonico (la gnosi, il panteismo, il templarismo, e i Rosacroce); la seconda invece affronta la Massoneria storica, vale a dire le strategie messe in pratica per realizzare nella società il proprio modello religioso e politico in chiave anticattolica. Questa ricerca è necessaria per spazzare il campo dalle fantasiose teorie e approssimazioni complottistiche che abbondano sul web e minano la comprensione del fenomeno: se infatti è innegabile l'influenza che i massoni hanno avuto in determinati processi storici, è bene chiarire che la loro azione è sempre stata indirizzata soprattutto contro la Chiesa cattolica, dal momento che la Massoneria è una contro-Chiesa, anzi la contro-Chiesa per eccellenza. Quello tra la loggia e la tiara è infatti un conflitto ancora in corso e le cui conseguenze più devastanti sono sotto gli occhi di tutti.
SI TRATTA DI UNO STUDIO APPROFONDITO E SISTEMATICO SULLO SVILUPPO DEL PENSIERO DI PAPA PAOLO VI, PARTENDO DALLE ORIGINI DELLE ESPERIENZE GIOVANILI E SOFFERMANDOSI SOPRATTUTTO NELL ARCO DEL MAGISTERO PONTIFICIO LO STUDIO METTE IN RISALTO IL FORTE CRISTOCENTRISMO DEL PENSIERO ECCLESIOLOGICO DI PAOLO VI E SEGNA LA NOVITA DI QUESTO STUDIO, GLI ALTRI STUDI E LE ALTRE RICERCHE INFATTI NON AVEVANO MAI EVIDENZIATO IN MODO COSI ESURIENTE IL DIALOGO-RAPPORTO TRA CRISTO E LA CHIESA. EMERGE IL RAPPORTO COSTANTE E RELAZIONALE TRA CRISTO E LA CHIESA CHE PAPA MONTINI INTUL PRIMA DELLA FASE CONCILIARE E CHE DIVULGR DURANTE TUTTO IL POST-CONCILIO. LA CHIESA FEDELE A CRISTO, RIMANE PUO`NEL CAMMINO DI UN RINNOVAMENTO NECESARIO, SEMPRE IDENTICA A SE STESSA. QUANTO PIU`CONOSCE IL DISEGNO DIVINO E AD ESSO SI UNIFORMA, ALTRETTANTO SI RINNOVA E PUO`COSL COMPIERE IN MODO EFFICACE LA MISSIONE DEL MONDO CHE CRISTO LE HA AFFIDATO. FU QUESTO IL PROVVIDENZIALE PROGRAMMA DEL CONCILIO VATICANO II CHE PAOLO VI GUIDR AL PROPRIO COMPIMENTO E DEL QUALE FU IL PRIMO ANNUNCIATORE ED ESECUTORE. OGGI COMPRENDIAMO MEGLIO QUANTO FERMA FOSSE LA SUA FEDE: QUANTO GRANDE IL SUO AMORE PER LA CHIESA, QUANTO LUNGIMIRANTI LE SUE DECISIONI. CI HA INSEGNATO CON LA VITA E CON LA MORTE COME SI DEVE AMARE CRISTO, COME SI DEVE SERVIRE LA CHIESA, COME CI SI DEVE DONARE ALL UMANITA. "
Il libro è il risultato di una inchiesta dentro il cattolicesimo italiano; non però quello dei palazzi apostolici, degli intrighi curiali e delle sacre stanze ma quello, molto meno noto e celebrato, della "base", delle parrocchie e degli oratori. Tre immagini emergono dal libro. La prima è quella di un "banco vuoto", ovvero di un paese sempre più secolarizzato, in costante allontanamento da quella che è stata per secoli la "sua" chiesa. Marzano racconta la secolarizzazione italiana prima di tutto ridimensionando i dati più diffusi sulla pratica religiosa. La seconda immagine è quella del "fortino assediato". È in questo modo che la gerarchia cattolica vede la chiesa: un'istituzione assediata da ogni lato e intenzionata a resistere a tutti i costi, a non cambiare. La terza immagine è quella del "piccolo porto sicuro", quello rappresentato dai movimenti ecclesiali, dalle nuove sette cattoliche, la grande novità della chiesa italiana negli ultimi anni. Marzano ha scelto di descriverne in profondità una delle più potenti e attive: i neocatecumenali. Il racconto dei molti mesi di partecipazione alla vita del gruppo è affiancato da quello, spesso drammatico, di alcuni fuoriusciti dall'organizzazione. In mezzo, in preda all'afasia e stritolati dall'immobilismo che ha colpito la grande istituzione nell'impatto con la modernità, ci sono il clero, le parrocchie, il laicato "normale": un patrimonio umano, culturale e spirituale destinato a un'estinzione forse lenta ma certo inesorabile.
Il celibato del clero è oggetto di discussione da secoli all'interno della Chiesa cattolica. In questo inizio del XXI secolo è tornato prepotentemente di attualità, non solo per gli scandali sessuali e i casi di abusi contro minori ma per un dibattito più ampio e necessario sul senso stesso del voto di castità. Marco Marzano ha raccolto in anni di ricerca le testimonianze di appartenenti al clero che hanno condiviso le esperienze personali dolorose, oneste, piene di dubbi e paure. Il quadro che emerge è uno spaccato della vita più intima di una comunità aperta al mondo ma anche profondamente costretta a tacere o nascondere una parte dell'esistenza invece che viverla pienamente. Questo saggio documentato che compare nella collana di saggistica diretta da Antonio Scurati fornisce spunti di riflessione per capire la condizione umana contraddittoria e talvolta difficile del clero cattolico.