
Ci sono certamente molti modi per parlare della Chiesa. Interpellato dalla rivista Evangelizzare per una rubrica sull’argomento, mons. Luigi Bettazzi ha scelto di farlo accompagnando i lettori attraverso la via del concilio, l’evento che ha generato un modo diverso di concepire la Chiesa e di cui egli stesso è stato diretto testimone da giovane vescovo. Da quei contributi, ampiamente rivisitati, nasce questo volumetto.
Presentando e commentando le quattro costituzioni del Vaticano II, egli ha fatto emergere dai testi i diversi volti della Chiesa, che è ad un tempo comunione, mosaico di doni, in servizio del mondo, in compagnia degli uomini…
Con grande chiarezza si delineano le prospettive aperte dalle grandi scelte conciliari nella pastorale e nella vita del popolo di Dio. Ne scaturisce un ritratto che definisce sì che cosa è la Chiesa, ma insegna anche a vivere una Chiesa così proposta.
Note sull’autore
Luigi Bettazzi ha partecipato alle sessioni del concilio da vescovo neo-ordinato. Era allora ausiliare di Bologna accanto al card. Giacomo Lercaro che al concilio fu uno dei quattro moderatori. È stato poi trasferito alla sede di Ivrea, che ha retto fino al 1999. È stato presidente di Pax Christi italiana e di Pax Christi internazionale.
È l’invito che Gesù rivolge a Simone, invitandolo a gettare le reti per la pesca. È anche l’ invito rivolto a ciascuno di noi: “Tu sei una persona. Ti ho creato a mia immagine, mistero a te stesso. Abbi l’audacia di addentrarti nelle profondità del tuo essere: sarai stupito di scoprirti così complesso, così inafferrabile, eppure così attraversato dal desiderio di comprenderti sempre più, a tal punto che sarai colto talora da vertigine. Ma non temere: so di cosa sei fatto, giacché io sono la profondità stessa della tua interiorità”. Un invito a comprendere che Dio è amore e che nell’ascolto di un simile Dio può crescere l’amicizia con se stessi e con gli altri.
Xavier Thévenot (1938), salesiano, è professore onorario dell’Institut catholique di Parigi, dove ha insegnato a lungo teologia morale. Da vent’anni affetto dal morbo di Parkinson, consegna qui alcune delle sue pagine più dense e sofferte.
– Sentirti debitore verso gli altri non ti amareggia? – Al contrario. Penso che si tratti di una ricchezza. Al cuore della mia debolezza posso apprezzare il dono della presenza dell’ altro e offrirgli la mia umile presenza.
Alexandre Jollien (1975), cerebroleso dalla nascita, dopo diciassette anni di permanenza in un centro specializzato per handicappati, è riuscito a frequentare un istituto commerciale e, successivamente, a intraprendere lo studio della filosofia all’Università di Friburgo. Dopo questo suo primo libro, tiene sovente conferenze sul tema della differenza e della comunicazione. Di Alexandre Jollien le nostre edizioni hanno pubblicato anche il volume Il mestiere di uomo.
Traduzione degli articoli francesi di Michelina Tenace.
E' una raccolta di scritti di Olivier Clément sulla bellezza e sull'arte. Il rapporto tra bellezza e fede è ambiguo. Un monoteismo rigidopuò denunciare nella bellezza un'idolatria. Ma la fede, liberandosi dal moralismo, può vedere nella bellezza il modo più idoneo per cogliere l'unità, per esprimere e comunicare tutta la profondità e l'ampiezza dell'esistenza. La fede può, soprattutto, trasfigurare la bellezza. Dappertutto, il Creatore e la sua creatura si incontrano in una bellezza non di possessione, ma di comunione. Dappertutto la liturgia abbozza un'arte globale, in cui anche l'estetica diventa contemplazione.
Indice: La fede e la bellezza * A proposito della bellezza. Crisi e promesse * L'arte e la fede * Piccola introduzione alla teologia dell'icona * La bellezza imitazione di Cristo * "La comunione che produce bellezza" * Trasfigurazione * Per una teologia della bellezza * Il Nome e il Volto splendore del Bello.
"Dio non ha bisogno di maiuscola per essere dio". Mascherato dai mille orpelli con cui la sua creatura l’ha acconciato nel corso dei secoli, il dio in cui crediamo è ormai solo una pallida copia dell’originale. Tuttavia, come è accaduto a molti dopo il restauro della Cappella Sistina, è più facile preferire l’immagine cui si è abituati, anche se sporca, dal momento che la si è amata così, piuttosto che la verità nel suo abbagliante splendore. L’uomo impone quotidianamente delle maschere a Dio, ma anche a se stesso, per apparire diverso o per nascondersi. Avrà il coraggio di liberarsene e andare alla scoperta del vero volto di Dio? Su questo appassionante tema si snoda il pensiero dell’autore, espresso attraverso un linguaggio semplice e immediato, che tocca pagine di alta poesia e di profonda meditazione: un diario intimo, che rispecchia intuizioni, ricerche, sofferenza, prese di coscienza, vagliate e meditate nel silenzio dell’anima.
Note sull’autore
Olivier Le Gendre, sposato e padre di cinque figli, è dirigente di un’azienda operante nell’ambito dell’editoria e della consulenza informatica. Ha pubblicato numerose opere di spiritualità (Le Charpentier, Le Cri de Dieu, Le Risque de Dieu, Aux Affaires de mon Père), tradotte in inglese, spagnolo, portoghese e italiano. È animatore di ritiri spirituali, di corsi di formazione e di una Scuola di preghiera a Parigi.
Ricco di aneddoti che riportano alla vita concreta, il libro forma un autentico trattato della ricettivita cristiana nei suoi molteplici aspetti.