
Il Breviario per i laici nasce per accompagnare uomini e donne immersi nella vita quotidiana — tra lavoro, famiglia e impegni — offrendo uno strumento semplice e fedele per unirsi alla preghiera ufficiale della Chiesa. Non sostituisce la Liturgia delle Ore, ma ne propone una versione ridotta e accessibile, con salmi, cantici, letture brevi, invocazioni e intercessioni per la preghiera del mattino e della sera lungo l’anno liturgico. La struttura chiara e lineare permette anche a chi non ha dimestichezza con i volumi liturgici di inserirsi facilmente nel ritmo della preghiera ecclesiale. Più che un sussidio alternativo, è un ponte concreto tra liturgia e vita ordinaria, tra la tradizione della Chiesa e le esigenze spirituali del tempo presente.
L’intrigo di un tema sfuggente e affascinante: che cos’è e soprattutto dov’è la felicità? Della felicità si parla sempre con imbarazzo. Eppure, di qualunque cosa parliamo, in fondo, non parliamo d’altro che di lei: di come l’abbiamo persa, di come la stiamo cercando, di come la sentiamo vicina o lontana, di dove l’abbiamo intravista, di quando l’abbiamo assaggiata. Anche solo una goccia rimane indimenticabile nonostante (o proprio per questo!) un torrente di amaro. Essa è l’implicito dei nostri discorsi, il sottosuolo dei nostri dialoghi, l’amore profondo ma indicibile che pervade ogni incontro e ogni racconto. La felicità abita insomma, nel suo velarsi e disvelarsi, le pieghe e le insenature della nostra esistenza, prendendola tutta, pur silenziosamente, in ogni sua tensione o aspirazione. Sorella dell’infinito, la felicità ci cattura, dunque, mentre ci spiazza e ci inquieta. Le relazioni umane sono i dintorni nei quali la felicità viene invocata e attesa, cercata e smarrita, in un modo primario, fondativo. La relazione è il luogo in cui la felicità mette in scena il proprio dramma. L’intento non è quello di proporre risposte definitive, ma di offrire ulteriori orizzonti per chi riconosca nel corpo e nella relazione un possibile sostegno per attraversare i momenti di crisi o di cambiamento radicale. In tale prospettiva la felicità viene posta dentro la complessità dell’esperienza umana. Si riconosce cioè che la pienezza non è il contrario del limite, ma una possibilità che lo include, lo attraversa e proprio in questo lo trasforma. È un invito ad accogliere la plasticità della realtà senza pretendere di semplificarla, un appello a sostare nei luoghi incerti e talvolta scomodi dell’esistenza, dove tuttavia possono emergere orizzonti di luce inesplorati.
Maddalena e Pietro: due testimoni dell’amore del Signore che nella fragilità hanno scoperto la strada della rinascita. Il peccato di Maddalena è lavato via dalle sue lacrime dinanzi al sepolcro vuoto; il tradimento di Pietro si sbriciola nel pentimento lasciando sgorgare una fede così forte da sostenere l’edificazione della chiesa intera. In un dialogo serrato e coinvolgente, Ermes Ronchi e Paolo Curtaz ci accompagnano accanto a Maddalena e Pietro per mostrarci che, anche se «ciò che è storto non può essere raddrizzato», proprio nelle pieghe delle nostre imperfezioni sta l’impronta che ognuno lascia nella storia nel mondo.
Dopo il 1945 sembrava essersi realizzata in Europa l'aspirazione condivisa alla pace. Ma le guerre nei Balcani, l'invasione russa in Ucraina e l'esplosione del conflitto nella striscia di Gaza hanno riabilitato la guerra come strumento di risoluzione delle controversie e contribuito alla militarizzazione dell'opinione pubblica e alla corsa al riarmo. La guerra appare sempre più come destino inevitabile e la pace come nient'altro che una parentesi. L'appello di Andrea Riccardi è quello di riscoprire il «senso di appartenenza a una comunità globale di destino» e restituire spazio al dialogo e alla diplomazia. Il vero coraggio è quello di chi sceglie la pace e si impegna per farne, oggi e per il futuro, «l'obiettivo della politica, l'aspirazione dei popoli, il fine della storia».
In questo libro sono pubblicati gli atti di un convegno su mons. Luigi Negri che è stato un uomo innamorato di Cristo e della Chiesa e perciò profondamente attento alle esigenze del cuore umano. Queste passioni le ha coltivate fin da giovane seguendo quel grande maestro che è stato per lui don Luigi Giussani, con cui ha condiviso per molti anni la responsabilità di educare e accompagnare tantissimi giovani e adulti nell'esperienza cristiana. Le ha coltivate anche con la profondità di un impegno intellettuale che si è in particolare concentrato sull'approfondimento dei temi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, di cui è stato un instancabile divulgatore. Le ha coltivate infine come vescovo, sapendo autorevolmente coniugare nel suo compito di pastore i tratti del padre e quelli del maestro, nella fedeltà tenace al magistero.
Da ciò che riusciamo a vedere dipende gran parte della nostra vita e delle nostre scelte. Quando si ama, l’altro diventa il motivo per cui vale la pena vivere. Ma con il passare del tempo, quello sguardo rimane davvero lo stesso? Che cosa vediamo oggi nel volto della persona che amiamo? Il male, lentamente, può ammalare il nostro modo di guardare, fino a trasformare l’altro in qualcuno da cui difendersi. Gesù, invece, è colui che guarisce lo sguardo e proprio così ci converte: convertirsi significa imparare a guardare le cose nel modo giusto. Questo testo raccoglie tre meditazioni sull’amore di coppia e propone una riflessione che, partendo da Cristo, aiuta a rimettere in moto le dinamiche dell’amore.
In un mondo che corre sempre più di fretta e grida sempre più forte, questo libro raccoglie il racconto, le impressioni e le riflessioni delle esperienze vissute dall’autore durante i suoi cammini. Un invito a cambiare ritmo, a prendersi il tempo per rallentare, a camminare, a guardare per vedere, a sentire per ascoltare e sapere per assaporare. Viaggi reali verso i luoghi della fede, ma soprattutto un unico grande viaggio interiore che si snoda, passo dopo passo, lungo antichi sentieri, dove il silenzio può diventare preghiera e la fatica presenza.
In queste pagine, troverete un altro Dio, quello vero, non fatto da mano o da ideologia umana, non Gesù fatto Dio, ma Dio fatto Gesù, un Dio tanto affascinato dall’essere umano da farsi lui stesso umano. Un Dio che non è il deus ex machina delle tragedie greche, ma Voce! E Voce paradossale che non solo interpella, chiama, consola, invita alla gioia, ma che addirittura custodisce chi l’ascolta e crede in lei. Il copione di questa grande sceneggiatura è la Bibbia stessa che, in queste poche pagine, appare ben diversa di come l’immaginiamo solitamente...
L’autore testimonia con competenza la sua fiducia nella scelta matrimoniale e nella possibilità di essere felici insieme, riscegliendosi di stagione in stagione e superando eventuali momenti critici. Muovendo dall’identità sessuata, uomo-donna, testimoniata dalla Bibbia, fondamento ineludibile di ogni matrimonio, il libro passa in rassegna le maggiori problematiche da affrontare per un matrimonio riuscito: la scelta di sposarsi, il passaggio dall’innamoramento all’amore, il corteggiamento e l’intimità sessuale degli sposi, il dono dei figli, la necessità di coltivare l’amore, la comunicazione, la sana gestione della conflittualità coniugale, la sacramentalità del matrimonio.Un vero vademecum per coloro che, sposandosi, sognano un matrimonio felice, essenziale sia per i fidanzati che per gli sposi.
Le storie raccontate in queste pagine sono legate dall’esperienza della morte. Non intesa solo in senso letterale, ma nelle variegate sfumature dell’animo umano: la scomparsa di un figlio, il tradimento del coniuge, la diagnosi di una malattia degenerativa… situazioni difficili che talvolta fanno scivolare verso la chiusura in sé stessi, il rancore, la disperazione. Don Salvatore Bucolo e Adelaide Barbagallo, in un dialogo a due voci tra Sacra Scrittura e testimonianze di vita vissuta, ci presentano il racconto di chi, davanti a varie prove e sofferenze, non ha considerato gli eventi come una maledizione o una sfortuna, ma l’occasione per sperimentare la forza della risurrezione. Cristiani credibili che - sull’esempio delle grandi figure bibliche - sono diventati un segno di speranza per tutti. Ed è questo il messaggio che ci lasciano in eredità: solo i morti risorgono.
La generatività non è un metodo ma un modo di stare al mondo, un approccio responsabile e creativo alla realtà, alla luce del Vangelo. È l'arte di intuire nuove possibilità di vita e di relazione: in famiglia, nelle comunità, nel lavoro, nella scuola, nel sociale e in politica. Diventare artigiani di generatività significa concepire il tempo come possibilità di cambiamento, pregando e lavorando perché a ciascuno sia riconosciuto il diritto a vivere pienamente, nella fraternità. Non esistiamo semplicemente per adattarci al mondo ma anche per trasformarlo. Ecco il nostro debito, esistenziale ed educativo, verso le nuove generazioni. Ecco una delle sfide che siamo chiamati a raccogliere. Conclude il libro una lettera alle nuove generazioni.
Come è potuto accadere che alcuni passaggi dei Vangeli siano stati ritenuti follia, roba da spregiudicati buffoni di corte? Gli autori, dopo aver già affrontato alcune pagine scomode del Vangelo, e per questo decisamente disattese, tornano a proporne di nuove. Pagine purtroppo cadute quasi nel dimenticatoio o pesantemente annacquate. Con il loro stile diretto, audace, arricchito dalla loro lunga e profonda esperienza rivolgono al lettore una proposta chiara: o si ritorna a tutto il Vangelo, e a tutte le sue implicazioni di "salvezza", o la Chiesa non avrà rilevanza alcuna nell'annunciare la Buona Notizia. Sta a noi scegliere se vivere una religione senza fede o una fede che può ancora inverare la vita.

