
Aver incontrato Gesù risorto e farcelo incontrare ogni volta che si racconta il vangelo della risurrezione: ecco il grande dono di cui furono gratificati i suoi selezionati e fortunati testimoni oculari. Tra quanti hanno potuto esclamare «Ho visto il Signore!», spicca Maria Maddalena, che fu la prima a farne esperienza. In pochi e ben calibrati versetti (Gv 20,11-18), il suo intenso cammino di sofferta spoliazione, ritrovata attenzione, e di missione prontamente abbracciata fonda la nostra fede per sempre. E nella sua testimonianza si rinnova il nostro incontro con il Signore risorto, per restituirne adeguato e coraggioso annuncio.
"Queste pagine nascono nella semplicità e nel silenzio delle mattine di dicembre, tra i volti ancora assonnati, ma pieni di stupore dei giovani universitari che quotidianamente riempiono la chiesa per la messa mattutina. Per sette giorni ci siamo fatti guidare da Dante per prepararci alla Festa dell’Immacolata.
Poiché ciò che nasce dal nostro essere Chiesa non è solo nostro, proprio per ripagare questo debito abbiamo deciso di consegnare il cammino svolto anche agli altri".
Con due commenti di Benedetto XVI al canto XXXIII del Paradiso
Il pensiero del Novecento ha portato fino in fondo l'opposizione tra spirituale e materiale. La religione è stata studiata come prodotto socioeconomico o come istinto. Ma questa penetrazione del materialismo nella sfera irrazionale del credere ha lasciato qualcosa d'incompreso. Questo libro indaga la portata di ciò che non abbiamo ancora capito del nostro sentimento religioso a partire dalla smaterializzazione delle relazioni umane, formata e incentivata dalla comunicazione informatica, telematica e via web. Semiologo, Massimo Leone mette in gioco le teorie dei linguaggi nel campo del credere. La progressiva digitalizzazione del significante lo ha trasformato in un simulacro portatile ma freddo. Esso non rappresenta il suo oggetto nel senso di una incarnazione materiale ma in quello di una ricostituzione aritmetica.
"Spiritualità senza Dio?": contraddizione o paradosso? In realtà, nelle società contemporanee, si moltiplicano nuove forme di spiritualità al di fuori delle grandi tradizioni religiose. Il distacco tra religioni organizzate e spiritualità individuali sta penetrando nel cuore di molti individui, quasi che la religione fosse emigrata "nel mondo", spostandosi dalle chiese alla strada, dai riti liturgici alle pratiche secolari, dall'obbedienza ai Magisteri alle scelte individuali. È così che si sperimentano altri alfabeti del religioso: verità, liturgie, presenze, pratiche finalizzate a investire di senso la vita quotidiana. E anche altre spiritualità che vanno oltre l'osservanza dei riti, poiché riguardano l'essere più che la morale. Il libro del sociologo Luigi Berzano - che apre la collana "Spiritualità senza Dio?" è importante perché, senza pregiudizi o moralismi, apre il nuovo campo di ricerca sulle spiritualità sia di individui che dichiarano di non appartenere a nessuna religione, sia di individui che, pur appartenendo a una religione, hanno uno stile di vita che non discende dalla propria religione e vivono parte della loro vita come se Dio non ci fosse.
Lo stilitismo, che costituisce il tema del presente lavoro, viene generalmente ritenuto una delle più bizzarre (e 'aberranti') esperienze ascetiche. Praticato in Siria a partire dal V secolo d.C, veniva esercitato sulla sommità di una colonna: ivi lo stilita soggiornava per decenni, fino al termine della vita. Era caratterizzato da una serie di pratiche motorie che - pur apparendo ispirate a devozione religiosa - sembrano per molti versi rappresentare la risposta a pulsioni interne all'asceta. L'alternarsi incessante di una postura eretta immobile e di prosternazioni si colloca, per lo stilita, su di uno sfondo di giustificazioni e di valori (e dei relativi vissuti) che ben si configura come una 'spiritualità del corpo'. Una spiritualità, tuttavia, religiosamente inspiegabile, senza alcun legame con le Sacre Scritture o con l'insegnamento della Chiesa: come se in questi soggetti, che pure apparivano interamente rivolti a Dio, la pratica della colonna fosse qualcosa che essi facevano per se stessi.
Erasmo da Rotterdam non ha bisogno di presentazioni nel mondo scientifico; ne ha invece nel campo delle scienze della religione, perché sta ancora pagando lo scotto della libertà di pensiero nel trattare una materia da sempre ritenuta "sacra". Erasmo, prete cattolico, nel secolo della Riforma è stato considerato un pavido conservatore sia dal movimento luterano che dai controriformisti romani, e quindi condannato alla damnatio memoriae. È in atto una riscoperta e una valorizzazione della sua spiritualità secolare come fattore fondante di una cultura europea, che sta cercando con fatica la strada dell'unità dopo l'ubriacatura dei particolarismi e dei nazionalismi.
La morte non costituisce il fallimento della vita, ma è piuttosto la “nascita alla vita eterna”. Eppure l’uomo in molti casi la respinge, mostrando di non saper riconoscere la direzione per orientare il destino della sua anima: per vivere l’eternità unito a Dio o per allontanarsi definitivamente da Lui.
Tutti dovremo confrontarci con la morte, e lì cesserà di definirsi il nostro destino. A partire dal racconto di alcuni avvenimenti vissuti dall’autrice, questo libro vuole trasmettere una nuova ottica su questo “transito inevitabile” per ogni essere umano. Si tratta di un vero aiuto per trovare in Dio la pace che ci ridà la speranza.
Un libro che migliora la vita
Un libro che elimina la paura
Un libro che dona serenità
Suor M. Consolata Betrone (1903-1946), Monaca Clarissa Cappuccina nel Monastero Sacro Cuore a Moncalieri (To), seguì i passi di S. Teresa di Lisieux nella via dell'infanzia spirituale. Il Cuore di Gesù le manifestò la Piccolissima via d'amore, via spirituale fondata sulla confidenza incessante nella misericordia Divina per tutti i peccatori con l'invocazione "Gesù, Maria vi amo, salvate anime".
"Caro politico, ti scrivo in quanto fratello in Cristo con il desiderio di mostrarti come grazie al tuo servizio, tremendo ed affascinante allo stesso tempo, puoi dare splendida e luminosa testimonianza della bellezza della vita cristiana. Ti scrivo perché spero, ancora di più e meglio, tu possa convincerti che fare politica e credere in Gesù non siano due realtà separate ma costituiscono un'unica e medesima realtà".
Raccolta di meditazioni per il volontariato.