
- Prefazione di Giuseppe Mani, Arcivescovo Ordinario militare per l’Italia
- Presentazione di Luigi Rossini, Brigadiere Generale – Comandante della Brigata Alpina Tridentina
- Introduzione di monsignor Aldo Del Monte, Vescovo emerito di Novara.
Davanti all’immane tragedia della ritirata di Russia degli Alpini della Divisione Tridentina, che lascia sui bordi delle strade della sterminata steppa russa giovani a morire, senza speranza di salvezza alcuna né possibilità, per i moribondi, di essere confortati, se non dalla fede offerta con umiltà, Don Gnocchi scopre il volto di Cristo e il senso ultimo di quella terribile vicenda. Così come vide la grandezza dei suoi alpini, dopo la vittoriosa battaglia del 17 gennaio del ’43 per rompere l’accerchiamento russo. Una giornata così epica da fargli esclamare: «Dio fu con loro, ma gli uomini furono degni di Dio».
È uno scritto-confessione che cambia il corso della sua vita e inaugura la sua opera di carità. Una carità smisurata, che segnerà per sempre la sua esistenza, connoterà una parte della storia d’Italia, e che offre ancora oggi aiuto e speranza alle generazioni che si avvalgono dei servizi della Fondazione che porta il suo nome.
«Ti voglio bene» espressione inquinata.
Come l’aria delle nostre città.
«Ti voglio bene» espressione limpida.
Come il cielo spazzato dal vento.
«Ti voglio bene» vuoto a perdere.
Ciascuno vi mette dentro il proprio egoismo.
«Ti voglio bene» pieno a rendere.
Ciascuno vi mette dentro la propria vita.
«Ti voglio bene» parola fuori corso.
La usano i falsari dei sentimenti.
«Ti voglio bene» moneta preziosa.
Da spendere fino all’ultimo spicciolo.
In questo breve scritto si tentera' di spiegare cos'e' la cultura, come si utilizzano certi concetti per manipolare la societa', quali sono gli attuali fronti di battaglia nel mondo della cultura, ed infine saranno citate alcune strategie urgenti affinche' sia il Vangelo a vincere la battaglia per l'anima del mondo.
Mons. Pero Sudar fa una lucida analisi della drammatica situazione dei Balcani alla luce degli scontri e degli eventi in Bosnia-Erzegovina.Si può parlare di guerra con motivazioni religiose? Che rapporto intercorre tra la guerra e la fede? Oltre a rispondere alle domande su temi inerenti la fede, la cultura, l'islam, il dialogo, Sudar si confronta su argomenti drammaticamente attuali a Sarajevo quali integrazione o separazione, dialogo o scontro, accoglienza o chiusura dai quali dipende il futuro del Paese ma anche di tutta l'Europa. Come trovare il modo di rispettare le identità che sono diverse, le culture dei diversi popoli?"Si tratta di un processo che non avviene naturalmente ma ha bisogno di un'educazione ad nuova mentalità. La Bosnia Erzegovina può diventare una sorta di laboratorio, un esperimento di convivenza tra la cultura occidentale e quella islamica".

