
Le questioni discusse nel volume trattano delle esperienze più solenni della vita. Tali esperienze alimentano la ricerca umana della verità, della bellezza, della giustizia, della solidarietà e dello sviluppo individuale e ci mettono a confronto con il grande Mistero che giace sempre oltre le cose e ispira ulteriori domande, ulteriore dedizione, ulteriori ricerche. La religione è una domanda di verità, soprattutto in relazione all'autenticità dell'esistenza umana: nasce dalla ricerca di risposte alle domande da affrontare per non rendere l'esperienza di fede una fuga dal gravoso compito di vivere nel mondo contemporaneo. Con linguaggio pungente, efficace e ancora attuale, Lorenzo Albacete presenta la sua visione del rapporto tra il mondo della fede e quello della cultura, tra scienza e mistero, tra fortuna e sofferenza, tra apparire ed essere, consapevole che la domanda religiosa non si trova a un livello superfluo della riflessione, ma al suo centro.
Alberto Maggi intrattiene da anni un dialogo autentico e sincero con decine di migliaia di lettori attraverso seguitissime omelie trasmesse in diretta online, sui social network, nel quotidiano scambio all'interno della comunità nata attorno al convento dei Servi di Maria di Montefano. La fede gioiosa, la passione per la libertà, la fedeltà allo spirito della sacra scrittura e il profondo rispetto per la vita hanno reso preziosi i suoi studi e i suoi commenti per quanti sono oggi alla ricerca di un punto di riferimento e di una guida. In queste nuove, sorprendenti riflessioni, Alberto Maggi si confronta con i temi più caldi dell'attualità, con lo smarrimento di fronte alla tragedia della pandemia, con la necessità di un rinnovato impegno di ciascuno verso il prossimo, e ci invita a recuperare interiormente quel messaggio di pace e di uguaglianza che è forse la risposta migliore che possiamo trovare quando la vita ci mette alla prova.
L'"Imitazione di Cristo", testo devozionale scritto alle soglie dell'età moderna la cui paternità è ancora oggetto di discussione, ha goduto nel corso dei secoli di una straordinaria fortuna, fino a essere definito come il libro più apprezzato della cultura occidentale dopo la Bibbia. Trattato di iniziazione alla vita ascetica basato sulla profonda devozione alla figura di Cristo, insegna il distacco dal mondo, il raccoglimento interiore e la dedizione a Dio di fronte alla caducità dell'esistenza umana. Fondamentale per la comprensione del cristianesimo medievale, della via ascetica lungo la quale molti credenti si sono avventurati, del misticismo moderno, l'"Imitazione di Cristo" è un testo eterno, che sa offrire il conforto dello spirito, anche al più disincantato lettore di oggi.
Buddha e Cristo, due figure cruciali nella storia dell'umanità, hanno lasciato in eredità insegnamenti capaci di indicare il cammino a miliardi di persone per i secoli a venire. Ma quanto c'è in comune tra la preghiera e la meditazione? Esistono ideali e precetti condivisi tra le due fedi? Thich Nhat Hanh esplora in questo libro i sentieri della compassione e della santità dove tali grandi tradizioni si incontrano, risvegliando così la nostra comprensione di entrambe. Con sguardo benevolo e passo accorto, uno dei grandi protagonisti del dialogo interreligioso si confronta con due secolari tradizioni del pensiero indicando la possibilità sempre attuale di una comune vita in armonia.
La guerra e il terrorismo sono una presenza quotidiana nelle notizie da tutto il mondo; ne siamo talmente avvolti da aver quasi eliminato dall'orizzonte del dibattito pubblico ogni possibile discorso sulla pace. Confrontandosi con la straordinaria risposta del popolo danese contro i nazisti, con il pericolo di una devastante guerra nucleare, con la brutalità del razzismo, Thomas Merton ci mostra concretamente la necessità di un mondo di pace, difficile da costruire ma possibile. E ci fa scoprire la potenza di una fede in grado di unire anziché dividere i popoli, e di infondere speranza in un futuro migliore.
Alberto Maggi è una delle voci della Chiesa più ascoltate da credenti e non credenti: le sue posizioni, spesso spiazzanti, fanno discutere e suonano come un pungolo a mettersi sempre in discussione. Perché, come ripete papa Francesco, non bisogna avere fiducia di chi non dubita mai. In questa conversazione con il vaticanista Paolo Rodari, Alberto Maggi si racconta con grande sincerità: non mancano ricordi autobiografici, la scoperta della vocazione, gli scontri con le gerarchie ecclesiastiche che gli sono valsi il titolo di "teologo eretico"; e al contempo, da fine biblista, ci offre le sue riflessioni su un Vangelo che troppe volte è stato presentato solamente come un insieme di norme e precetti da rispettare, pena i più tremendi castighi. Ma davvero seguire Gesù non è altro che un insieme di regole da non disattendere? In pagine profonde e ricche di gioia, Alberto Maggi ci insegna che è soprattutto nei periodi di maggiore difficoltà, quando siamo alle prese con le più dure prove dell'esistenza, che bisogna avere maggiore fiducia nell'uomo e nelle vita.
"Tutto ciò che non è dato è perso": dopo oltre cinquant'anni trascorsi in India e dieci nei campi profughi della Cambogia, Pierre Ceyrac, gesuita, ne è più che mai convinto. Da quasi settant'anni, Pierre Ceyrac si batte contro la miseria in Asia. Se, in Oriente, è considerato il nuovo san Francesco Saverio, non è soltanto per via della loro comune appartenenza alla Compagnia di Gesù. L'ostinato desiderio dell'uno e dell'altro di immergersi nella cultura dell'accoglienza, li ha spinti entrambi a un profondo rispetto degli altri, senza alcuna distinzione. Con energia poco comune, padre Ceyrac si batte contro le ingiustizie e per la liberazione dell'uomo, al di là delle frontiere culturali e religiose.
Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci, perché sono capaci di farci osservare la realtà da una prospettiva inattesa. Le parabole sono racconti di uomini e donne come noi - padri, figli, lavoratori - e hanno in Gesù il loro narratore d'eccezione. L'eredità che lasciano a chi le ascolta o a chi, come noi oggi, le legge, è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia, mantenendo intatto lo sguardo umanissimo di Gesù sul quotidiano: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Tra le parabole evangeliche, Enzo Bianchi ne ha scelte quattro tra le più note e, muovendosi con agilità tra passato e presente, ci consegna un'appassionata rilettura di quelle che restano ancora oggi pagine aperte dei Vangeli. In esse la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande. Per ricordarci che è attraverso la parola di Cristo che l'amore di Dio si trasferisce all'umanità, trasformandone per sempre l'esistenza.
"Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze." Questa è la nuova comunità immaginata da papa Francesco: la Chiesa non è una "dogana" che giudica e discrimina, ma "una casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa, soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti". È così che la Chiesa torna in strada, a cercare le persone per incontrare Dio, soprattutto fra gli ultimi, e così che la parola dei Vangeli si fa carne e parla a ognuno di noi. Don Ciotti è presidente dell'associazione Libera, don Rigoldi è cappellano del carcere minorile di Milano, don Patriciello è parroco della Terra dei fuochi, don Albanesi è presidente della Comunità di Capodarco. Sono i sacerdoti di frontiera, che interpretano la loro missione come necessità di essere più vicini agli ultimi e ai loro bisogni. Fino a poco tempo fa erano etichettati come "preti di strada" e messi ai margini della Chiesa. Ora papa Francesco è dalla loro parte così hanno iniziato un viaggio, ripreso dalle telecamere della trasmissione A sua immagine, per leggere e commentare le pagine del Vangelo nelle periferie, quelle "nate col peccato originale", in cui si ammassano delinquenti e diseredati, "ma anche nelle periferie dell'anima, per dare una mano alle persone a ritrovare un senso e un significato".
Federico ha quasi diciassette anni, vive in una bella casa a Busto Arsizio, i suoi genitori sono stimati professionisti, frequenta il Classico e trascorre il tempo libero tra l'oratorio San Filippo, le feste con gli amici e il cazzeggio sui social. Sempre a cavallo della sua inseparabile Graziella, ereditata dalla nonna. Riccardo i diciotto li ha già compiuti, vive in una zona popolare di Busto e la scuola l'ha lasciata. Non ha mai conosciuto il padre, la mamma è ricoverata in un centro tumori, ha una sorellina di sette anni che adora - ricambiato - e della quale deve prendersi cura. Per aiutare la famiglia con i soldi fa il rider ma, quando capisce che ancora non basta, entra in brutti giri. Niente calcio, niente PlayStation, non ha né il tempo né la testa. Non si fida di nessuno perché nessuno gli ha mai fatto dono di niente. Due così dovrebbero cordialmente detestarsi (soprattutto se si innamorano della stessa ragazza, che sceglie Riccardo), e infatti è proprio quello che succede. Solo che poi don Andrea, il giovane parroco di San Filippo che gira in centro su un monoruota elettrico e che non disdegna Instagram per parlare al cuore dei suoi ragazzi, ci mette lo zampino. E forse non solo lui. Tra mille diffidenze reciproche, Federico e Riccardo iniziano a scrutarsi, poi si avvicinano, infine diventano amici inseparabili. Ma lo saranno per sempre? Don Alberto Ravagnani, divenuto popolare sui social per i suoi video su YouTube che parlano di fede, ci consegna una storia sincera, divertente e dura allo stesso tempo, che ha scritto grazie alla sua esperienza di vita tra i ragazzi e alla capacità di raccontare il loro mondo.
Il Vangelo ci racconta di un dottore della Legge che, per mettere alla prova Gesù, gli chiede come ottenere la vita eterna. Sa di dover amare Dio sopra ogni cosa e il suo prossimo come se stesso, ma si domanda chi sia, in definitiva, quel «prossimo». La risposta, in forma di parabola, la conosciamo tutti: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto...». Se Gerusalemme è la città dell'Altissimo, Gerico sorge quasi trecento metri sotto il livello del mare. È quel fondo che - prima o poi, in una forma o nell'altra - tocchiamo tutti. Perché, come ci ricorda don Dino Pirri, «scivolare verso la depressione di Gerico non significa vivere da depravati o da nemici di Dio. Basta essere rassegnati davanti alla vita che scorre. Senza fantasia, senza sogni, senza passione». Intrecciando la parola delle Scritture a quelle di Guccini, Gaber e Vasco Rossi, e affiancando il proprio percorso di credente a riflessioni sulla Chiesa e sulla vita quotidiana, don Dino ci guida a comprendere il senso profondo della parabola più rivoluzionaria dell'intero Vangelo, che va ben oltre l'esortazione a compiere buone azioni. Un racconto che ci chiede di immedesimarci, di prendere posizione; che ci mette di fronte a domande capaci di interrogare tutti, credenti e non. Cosa rende felice una vita? Qual è il nostro posto nel mondo? Cosa significa amare ed essere amati? Con la spontaneità e l'ironia che l'hanno reso celebre sui social e in televisione, don Dino condivide con noi la sua esperienza personale - piena dei dubbi che costellano ogni esistenza, tra scelte e contraddizioni, gioie e paure, rivelazioni e resistenze - e ci ricorda che la fede è amore e gioia prima che leggi e comandamenti. Un invito al dialogo rivolto ai credenti che non si accontentano di risposte preconfezionate e ai non credenti che hanno voglia di confrontarsi. Senza la pretesa di trovare risposte definitive, ma con la voglia costante di continuare a cercarne.