
Un libro interamente dedicato alla felicità, di cui viene rivelata la «ricetta» attraverso un commento a ciascuna delle otto beatitudini enunciate da Gesù nel Discorso della montagna.«La felicità non è superficialità. È autenticità. È bellezza. Ma nella pienezza. Non è facilità. È impegnatività. Non è fugace impressione. È lenta maturazione. L'essere dell'uomo è elasticizzabile all'infinito. La capacità del suo profondo è abissale. Il suo abisso di anelito grida verso l'abisso dell'Essere. Che ha rivelato un volto, un cuore, delle mani. E ha proclamato il manifesto della felicità sul monte, appunto, delle Beatitudini. Le Beatitudini sono il profilo di Gesù, il Signore. E vedere tutto in questa prospettiva esige l'accettazione del mettersi con la testa in giù, secondo l'espressione di Francesco copia vivente di Gesù beato. Testa in giù - ovviamente - rispetto alla gerarchia dei valori per il mondo. Ma solo con la testa in giù si coglie la strada della felicità-salvezza. Certo, c'è da pagare il costo delle Beatitudini. È la croce, ma bifronte: da una parte, il volto del Cristo appassionato; dall'altra il volto del Cristo risuscitato. Da una parte si distende l'Uomo del dolore; dall'altra si slancia l'Uomo della speranza. Sì, le Beatitudini indicano la strada della croce ma della croce luminosa. È la croce già muro di disperazione diventato ponte di elevazione» (dalla Prefazione dell'autore)
L'Autrice - una monaca benedettina impegnata nei movimenti della vita religiosa a tendenza monastica - è fortemente persuasa che la regola di san Benedetto non è un cimelio del passato o solo per i mistici medievali. Nella tumultuosa città moderna le comunità monastiche sono oasi di pace e di contemplazione attiva. Il messaggio della regola di san Benedetto è incentivo a costruire una società più giusta e più libera dove la fraternità, la pace, la solidarietà, l'integrazione, la preghiera, l'umiltà, il lavoro, la stabilità, l'ospitalità sono connotati che nobilitano le relazioni umane e sociali.«L'Osservatore Romano», 27 agosto 1999
Questo libro delinea la profondità dell'anima di Giuseppina Operti, divenuta poi Madre Maria degli Angeli (1871-1949), con particolare riferimento alla spiritualità eucaristica, che caratterizzò il suo cammino interiore.
Come emerge dalla lettura di questo libro, il peccato è un atto di amore che manca il suo bersaglio e i sette peccati capitali l'illusione di poter raggiungere la felicità, salvo poi constatare che non sono stati in grado di mantenere la promessa. Da qui l'insoddisfazione, il vuoto e quel tarlo che tutto divora, ovvero la noia. Sentimenti dell'umano vivere, che in queste pagine vengono chiamati per nome al fine di poter compiere un serio lavoro su di sé, ed essere in grado di tornare a vivere una felicità autentica.
Per entrare nella sapienza di Dio bisogna compiere un cammino che passa attraverso l'esperienza della propria miseria, che tocca il fondo per poi risalire alla vetta, uniti strettamente a Gesù. Il misticismo cristiano non è altro che questo. L'autore si offre con questo testo di farci da guida, proponendo un itinerario ascetico e mistico accessibile a tutti, un "percorso di semplicità" che richiede come condizione minimale di saper guardare in alto. Si tratta di orizzonti descritti con un linguaggio pacato e convincente, che spesso si apre alla poesia, da un uomo che conosce bene la montagna sulla quale invita a salire, ne conosce i sentieri, sia quando si svolgono in una ascesa graduale sia quando presentano passaggi più ardui e delicati.
Queste omelie sulla settimana santa sono state pronunciate al Cairo e a Beirut tra il 1961 e il 1975 in occasione di unaserie di conferenze sulla Passione di Cristo. In anticipo rispetto alla sua epoca, la spiritualita di Maurice Zundel e tra le piu attuali soprattutto in occasione della Pasqua. Lascia intravedere la verita del cammino della nostra salvezza che passa per la Lavanda dei piedi per vivere l'Eucaristia nella sua pienezza. Le meditazioni di p. Maurice aiutano a rispondere ai quesiti esistenziali piu profondi, contemplando il mistero della Risurrezione di Cristo.
Nel richiamare le figure di Aldo Moro, Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti, l'autore si propone di mostrare i pericoli dell'ignoranza reciproca tra lo spirituale e il politico, suggerendo, nel rispetto di altre posizioni, che le due dimensioni possono e devono nutrirsi a vicenda. La sua lettura di queste tre belle figure segue la convinzione di Péguy: che «la politica si beffa della mistica, ma è ancora la mistica a innervare la politica».
Volume illustrato, dove le suggestioni e i pensieri spirituali si snodano a partire da quadri di Autori famosi di arte contemporanea, da Munch a Morandi, da Matisse a Picasso.
L'Autore accompagna il lettore a scorgere le tracce della bellezza e del mistero di Dio anche nelle cose umili e inanimate.
Traccia originale per leggere anche nell'arte contemporanea i segni del sacro.
Il volume prende spunto dall’ultima frase pronunciata dallo scrittore francese Rabelais: “vado ad incontrare il grande forse” - per riflettere senza ansia, in tempo utile su un tema che aiuta ad affrontare meglio la vita, quello della morte.
Gli Autori raccolti nell’Antologia sono molto noti. Si va da Platone (387 a.C.) che nel Fedone narra della morte di Socrate a A.C. Clarke (1968) che in Odissea 2001 nello spazio racconta della fine della macchina Hal 9000.
I brani riportati nel volume sono in ordine cronologico di pubblicazione
La scelta che il monaco compie entrando in monastero è una scelta d'amore, d'amore per Dio. Per questo - secondo l'autore di queste pagine - non ci dovremo stupire di trovare una terminologia comune e una comune atmosfera sentimentale nel Commento al Cantico dei Cantici di Bernardo di Clairvaux, monaco e poeta d'amore sacro, e nei romanzi di Chrétien de Troyes, il più celebre dei cantori dell'amor profano del XII secolo. Ma c'è di più: uomini come Bernardo non hanno mai visto in opposizione l'amore per gli esseri umani e quello per Dio, ma sono riusciti a sublimare il primo nel secondo. Di qui il fascino perenne delle loro opere.