
Con appassionanti riflessioni, Paolo Grieco si è interrogato sulla sua ricerca di Dio, un Dio a volte vicino ma spesso irraggiungibile. Analizzando la sua vita, si è posto domande sul dolore provato e osservato nel mondo, con l'aiuto di Carlo Bo, Piero Gheddo, Gianfranco Ravasi, Ferdinando Castelli, Ermanno Olmi e Mario Luzi, dei libri e della musica. Un testo che rende partecipi tutti - anche i non credenti - nella ricerca di Dio in un percorso faticoso, avvolto sovente dalla nebbia, ma con improvvisi squarci di luce e di speranza.
Un grappolo di testi sulla fede raccolti tra i numerosi scritti di un teologo che ha attraversato, con intraprendenza, le sfide ecclesiali e culturali del Novecento. La freschezza delle intuizioni rimane inalterata a distanza di anni e rinvigorita dal ricordo di amici e discepoli che riascoltano la voce di un maestro della rifl essione e della testimonianza cristiana.
Il Vangelo è sconcertante, soprattutto se letto dalle donne, riletto con le donne. Attente agli squarci, alle fratture, ai capovolgimenti che incontra la cerchia di quelli che lo seguono. Ieri e oggi. «Ritornare a rivedere e riascoltare i gesti e le parole di Gesù e riscoprirli sempre nuovi perché vivi: è questa la sfida che l'evangelo di Marco offre a lettrici e lettori e che Cristiana ci invita a cogliere» (dalla Presentazione di L. Maggi e A. Reginato)
Qui e ora Gesù entra nell'infelicità, in ciò che la origina, e suggerisce cosa fare per approdare a una felicità il cui compimento è l'ingresso nella beatitudine. Vuoi? Se sì la "tua gioia sarà piena" (Gv 15,11). La via si chiama Discorso della montagna e via della Croce, di cui le beatitudini sono il compendio.
Costruire una comunità è possibile e non solo a partire dal bene che ognuno è ma anche a partire dal male, dalle ambiguità, dalle contraddizioni che ognuno si porta dentro. Da sempre la comunità religiosa si edifica proprio a partire dalle possibilità di integrare positivo e negativo, bene e male in una continua tensione dinamica che fa della comunità religiosa un segno concreto di una speranza e di una utopia alle quali nessuno rinuncia; tentare la comunione e la condivisione, non ignorando ma accogliendo la propria e
l'altrui debolezza.
«È dunque proprio quell'amore appassionato e magnanimo degli intervistati ad avermi riportato al vero senso del vivere in un tempo di barbarie, in cui non si contano più le vittime della violenza e dell'odio, dell'egoismo, della sopraffazione e dell'esclusione. Soprattutto - come direbbe Francesco papa - le vittime della globalizzazione dell'indifferenza». (dall'Introduzione dell'autore). Nel volume conversazioni, tra gli altri, con Stefano Bello, Luigi Ciotti, Fortunato Di Noto, Paola Palmieri, Alex Zanottelli.
Informazioni sull'autore
Paolo Iannaccone, nato a Trieste nel 1966 e parroco dal 1995, è attualmente parroco di Aquilinia, piccola frazione del Comune di Muggia al confine con la Slovenia.
Giornalista pubblicista, dopo aver collaborato per tredici anni al settimanale cattolico «Vita nuova», dal 2012 conduce la trasmissione radiofonica della Diocesi di Trieste «Incontri dello spirito».
"Il Signore degli Anelli è un'opera fondamentalmente religiosa e cattolica; all'inizio lo è stato inconsciamente, ma lo è diventata consapevolmente nella revisione. È per questo motivo che non ho inserito, o ho eliminato, praticamente ogni riferimento a qualsiasi tipo di religione, culto o pratica religiosa, nel mondo immaginario. L'elemento religioso è infatti insito nella storia e nel simbolismo" (J.R.R. Tolkien)
Il testo si raccomanda all'appassionato di Tolkien che vuole ritornare a Il Signore degli Anelli provando ad abitare tutta la bellezza e potenza del dramma cristologia che sostanzia la narrazione. Ma si raccomanda anche al teologo che vuole continuare ad imparare come dire e raccontare universalmente la singolarità cristologia anche nel nostro tempo, ma – ancor più – a quello che vuole continuare ad esporsi alla sconvolgente lezione dei Vangeli, che cioè la Vita di Dio, che è la verità di ogni libertà, si può offrire solo come la storia di una Carne che, proprio perché è dedizione incondizionata per la vita dell'uomo, ospita e offre tutta la pienezza della divinità.
Il Vangelo di Matteo non è destinato a nutrire una curiosità. Esso invita il lettore a lasciarsi sedurre dalla persona che presenta e dalle parole che riporta; vorrebbe questa seduzione così forte da indurre a lasciare tutto per seguire Gesù e trovare in Lui la salvezza e la felicità. Colui che sedotto da Cristo entra nella sua comunità attraverso il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, trova nel Vangelo di Matteo anche le regole della vita secondo il Regno, «un giogo dolce da portare e un fardello leggero» per chi dimora nella scuola di Gesù.
Piangere è un'esperienza che attraversa e accompagna l'esistenza di ogni persona. Seguendo le tracce delle nostre lacrime esploriamo infatti un paesaggio nel quale si intrecciano momenti inaspettati e sorprendenti, situazioni dolorose o sovrabbondanti di gioia che segnano i nostri volti. Piangere significa gridare ed esultare, invocare e lamentarsi, pentirsi e gioire. Le nostre lacrime raccontano di noi stessi e di quel Dio che le ha condivise di persona e le considera così preziose da raccoglierle tutte con tenerezza.
Una conversazione sul mistero del Natale che non ci parla solo della nascita di Gesù Bambino: è una riflessione che dal presepe arriva alla risurrezione attraverso la croce e ci fa comprendere come l’itinerario di ogni credente si intrecci con l’itinerario stesso di Gesù.
Il nostro presente, afferma Roberto Mancini, richiede il coraggio dell'utopia, intesa come trasfigurazione della realtà che preme nelle nostre coscienze per trovare posto nella storia. Ciò che ha spinto gli autori a scrivere questo libro, rivolto ai figli e ai giovani adulti che vivono la tensione spirituale e lottano per uscire dai loro deserti, è il desiderio di generare e promuovere percorsi di senso. Percorsi scaturiti dalla rilettura delle scelte di vita di Charles de Foucauld, un uomo che ha esplorato oltre i confini, fisici e spirituali, consentiti a un europeo vissuto tra la seconda metà del XIX secolo e la Grande Guerra. Dal primo viaggio in Marocco alla morte cruenta in Algeria, la vita di Charles è stata una continua ricerca dell'Assoluto e un progressivo spogliamento di tutto ciò che era d'impedimento per divenire "fratello universale". Per liberare la figura di Charles de Foucauld da alcune incrostazioni ottocentesche e renderla significativa anche per chi oggi è lontano dai contesti religiosi, sono state utilizzate nuove chiavi interpretative. La dimensione spirituale si apre così alla logica comunionale, che è interreligiosa, planetaria e cosmica e consente di accogliere in una sintesi nuova i vari aspetti del reale. La sfida, per citare Antoine Chatelard, uno dei più attenti seguaci di Charles, è quella di «...lasciarsi trascinare dalla forza che spinge ogni uomo affinché scorga il luogo in cui è chiamato a realizzarsi nei deserti di questo mondo».
Oggi circa il 52% della popolazione mondiale vive in contesto metropolitano, e si prevede che nel 2025 si arriverà al 70%. Non sorprende, per questo, che la città contemporanea si trovi sotto la lente di ingrandimento di innumerevoli discipline, non esclusa la teologia. I saggi raccolti in questo volume offrono spunti per l'elaborazione di un pensiero sulla Chiesa nella città odierna, considerando quest'ultima come un "segno dei tempi" nella linea del Vaticano II, additando in essa lo spazio dell'unità e della pace sulla scia della lezione biblica, proponendo la città come "luogo teologico" alla luce del magistero di papa Francesco.

