
La preghiera è, per il cristiano, come il soffio vitale: l soffio dello spirito, verrebbe da dire, anzi dello Spirito, senza il quale - seguendo San Paolo - neppure possiamo dire: "Abbà", "Padre". La tradizione orante della storia cristiana è, da questo punto di vista, un serbatoio di emozioni, di crisi messe in versi (talvolta nobilissimi anche dal punto di vista linguistico), di risoluzioni delle crisi stesse, di risalite dagli abissi, di ringraziamenti. Buona preghiera.
La scena biblica dell’incontro tra Davide e Golia, raccontato nel Primo Libro di Samuele (17,32-50), prima ancora di svelare il suo messaggio spirituale, rivela un tratto della vita concreta che ognuno di noi, prima o poi, sperimenta. Davide e Golia, richiamano quelle esperienze nelle quali ci rendiamo conto della nostra fragilità e del nostro limite nei confronti di una situazione che assume i contorni di una minaccia. . Il gigante Golia, con tutta la sua armatura, impersona l’arroganza del male che avanza con l’unico scopo di umiliare e uccidere. Una presenza che semina terrore, scopre la tua fragilità e deride la tua inesperienza. Ma la lotta tra il giovane Davide e il minaccioso Golia richiama anche un’altra lotta, quella che trasforma il nostro cuore in un campo di battaglia dove a guerreggiarsi sono il bene e il male. Il giovane Davide ci guida in questo cammino che possiamo accettare come una sfida. Il cammino della fede, per chi si sforza di prenderlo sul serio, si presenta come una continua lotta dove in gioco sono la nostra vita, le nostre scelte e i nostri desideri. Il racconto del duello tra Davide e Golia offre immagini che vale la pena raccogliere perché si rivelano utili per il nostro itinerario di fede. Saranno in particolare quei cinque ciottoli che Davide raccoglie per la sua fionda a scandire il nostro percorso. Ognuno di essi, alla luce dei versetti che compongono il racconto, assumono un nome e un obiettivo.
Dopo aver presentato ai suoi fedeli e lettori gli esercizi spirituali a partire dai quattro Vangeli, monsignor Bruno Forte ci offre, con la medesima profondità e ricchezza, un percorso analogo a partire da cinque grandi nuclei del racconto degli Atti degli Apostoli, il libro di Luca che tratta la fondazione della Chiesa dopo la Pentecoste.
I primi tre, attorno ai quali si organizza la riflessione dell'autore, sono capitoli dedicati alla fondazione e alla missione: La vita in comunione (At 2,42-47); L'essere dei primi credenti "un cuor solo e un'anima sola" (At 4,32-35; 5,12-16); Lo slancio missionario della Chiesa nascente (At 13,14.43-52); gli ultimi due capitoli, invece, ci introducono alle figure di Pietro e di Paolo, presentate come le due grandi immagini della predicazione evangelica: l'uno rivolto al governo interno della Chiesa e l'altro come l'apostolo di una Chiesa in uscita.
La prima comunità credente ci viene così ripresentata, secondo il racconto e la meditazione di monsignor Forte.
«Puoi prendere anche le batoste dalla vita, subire pure tutte le ingiustizie di questo mondo ed entrare in crisi, chiuderti in te stesso, isolarti, stare nella rabbia e con la morte addosso, ma a un certo punto l'amore eterno di Cristo morto e risorto, che in te è presenza viva, ti farà sentire la nostalgia di un'autenticità non vissuta che ti chiede la carità di manifestarsi perché ti vuole far star bene». Così frate Alfonso, nell'Introduzione, ci presenta il grande tema di questo libro che altro non è che il cammino, dietro le tracce di quel Gesù che per molti fu un brigante, al punto che gli fecero fare la fine del brigante, ma che dalla sua fine "maledetta" ci ha aperto un mondo possibile. Con la gentilezza, l'ironia e la profondità che lo caratterizzano, frate Alfonso conferma, in queste pagine, di saper entrare nel mistero dei Vangeli, nel centro della vita di Cristo, portando il mistero presso l'uscio delle case dove vivono le anime semplici e in ricerca. Magicamente, grazie al suo modo insieme leggero e intenso di affrontare i temi sensibili della pagina biblica succede che, nell'ascolto della Parola e in mezzo ai sorrisi, nella stanza di ciascun lettore, inizia a entrare luce, vien voglia di spolverare, di mettere a posto, di aprire le finestre e di ricominciare.
«Sfogliando i libri biblici, ho avuto voglia di scoprire di che cosa queste essenze e profumi siano il nome, in quale paesaggio invitino il lettore, impegnato in una lettura credente, lectio divina, della Scrittura». Così nell'introdurre questa sua nuova fatica, suor Anne Lécu ci invita a entrare con lei in un mondo di straordinario fascino, quello delle essenze, dei balsami, delle resine odorose, che attraversano tutto il testo biblico, dalle descrizioni poetiche ed evocative di Genesi, fino all'offerta devota e mesta delle donne davanti al sepolcro il mattino di Pasqua. L'autrice indaga la Parola di Dio, la scompone e la ricompone in una lettura originale, rovesciando i ruoli e ricordando che i credenti sono tali perché possiedono il "profumo di Cristo", aroma dello Sposo, ma a volte anche odore del legno della croce, intriso del suo stesso sangue. Anne Lécu ci invita a fare i conti con i nostri sensi, a sporcarci con le provocazioni che Dio dispone sapientemente lungo il cammino dell'Alleanza, a costruire un balsamo di guarigione interiore che guardi all'unica medicina che il credente possiede e che il mondo ricerca, pur senza saperlo: quel Cristo incastonato fra la mirra dei magi alla nascita e il nardo della donna di Betania, prima della sua morte.
Costante è stato il richiamo di Paolo VI, durante il suo pontificato, al culto e all'amore per la Parola di Dio. In un'udienza concessa all'Associazione Biblica Italiana nel 1970, per la quale si affida al consiglio di un grande esperto, il padre Carlo Maria Martini, allora Rettore Magnifico del Pontificio Istituto Biblico, ribadirà tutta l'ansia della Chiesa nel favorire «ogni sforzo che tenda a raggiungere un'intelligenza sempre più profonda della Sacra Scrittura, per poter istruire i suoi figli con le divine parole». In occasione della Domenica della Parola di Dio istituita da Papa Francesco, Mons. Leonardo Sapienza ripropone in questo volume alcune delle riflessioni più significative del Papa "Maestro della Parola". Con la speranza che possano essere di aiuto a immergerci nel mare della Sacra Scrittura, come la chiama Sant'Ambrogio, per conoscerla sempre meglio e tradurla nella vita di ogni giorno.
Don Biancalani racconta l'intensa esperienza di accoglienza sua e dei tanti volontari che lo seguono. È uno dei primi sacerdoti che ha accolto l'appello di Papa Francesco ad "aprire le porte ai nostri fratelli migranti", e l'ha fatto in modo radicale. La sua è una chiesa dalle porte spalancate, una comunità dove tanti migranti trovano ricovero, sostegno e assistenza. Il cammino del sacerdote e del suo gruppo è lastricato di difficoltà, ostacoli, rischi, impedimenti burocratici e gestionali, ma anche di recriminazioni, insulti e minacce. La scelta di don Biancalani, inoltre, è stata messa in discussione da una parte della Chiesa e non è stata compresa da una parte dei parrocchiani, che si sono allontanati silenziosamente. Nonostante tutto questo, l'esperienza di Vicofaro non si è mai interrotta. Si continua a combattere per la giustizia sociale e contro leggi non giuste. Anche mettendo in atto una disobbedienza civile che oggi è diventata un'"arma" importante per difendere l'umanità e il Vangelo. Con la Prefazioni di Diego "Zoro" Bianchi.
Chi è il bambino evangelico? È il cristiano, che vive la complessità della vita contemporanea dando il meglio delle proprie facoltà umane ed esprimendo con tutto se stesso anche la trascendenza della Grazia divina, che ha ricevuto con il battesimo. Ezio Aceti propone il suo libro più profondo e mistico, raccontando come ciascuno di noi può essere, anzi è, il "bambino evangelico". Siamo figli che hanno ricevuto il seme della Grazia, che si trova depositata nel nostro cuore. Siamo figli che ricevono l'amore incondizionato di Dio e che danno la propria testimonianza, come fratelli, in un mondo in piena deriva narcisistica. Eppure, riallacciare i legami è possibile, i cristiani sono chiamati a farlo: la crisi è un'opportunità, va vista come il dolore di un parto, nella direzione dell'amore e della costruzione di un mondo accogliente, unito e plurale.
I "Cinque passi al mistero" sono un ciclo di catechesi per giovani e adulti, che si svolge ormai da dodici anni presso la parrocchia Santa Maria in Vallicella - Chiesa Nuova di Roma. Padre Maurizio Botta, sacerdote dell'Oratorio di San Filippo Neri, guida gli incontri, con uno stile preciso e di grande impatto. Sono poi gli stessi giovani dell'Oratorio a offrire i temi su cui riflettere, argomenti "caldi", spesso quelli che tengono più lontane le persone dalla fede. In questo, che è il secondo ciclo pubblicato da San Paolo, i temi affrontati sono tra i più problematici per la fede e non solo, in una società come la nostra: padre Maurizio affronta le domande sulla paura, sull'affettività, sulle dipendenze, sulla paternità. E riflette con la comunità con cui lavora sulla fatica di ciascuno a prendere il Vangelo e Gesù per ciò che sono e non per ciò che ci piacerebbe fossero. Un libro che provoca, fa pensare, dialoga con la cultura, senza temere di svelarne le contraddizioni.
Queste pagine, che raccolgono i riferimenti che papa Francesco ha fatto nel corso di questi anni di pontificato al cuore come ambito privilegiato delle intenzioni e degli affetti dell'uomo, vanno a comporre un'antologia davvero unica nel suo genere: il cuore, tema biblico per eccellenza e sede simbolica della volontà, ne è il protagonista. Con lo stile semplice e immediato che lo caratterizza, eco della semplicità e immediatezza di quel santo di cui ha scelto il nome come Vicario di Cristo, con le sue riflessioni papa Francesco ricorda l'importanza di costruire la fede su un'umanità integrale, conscia dei propri limiti e della necessità dell'intervento di Dio. Un'umanità redenta e salvata da Cristo, ma anche un'umanità in uscita per far conoscere al mondo questa buona novella. E per comunicare questa realtà rinnovata non c'è modo migliore che far ricorso al simbolismo del cuore, che tante suggestioni evoca nella tradizione cristiana, sia occidentale che orientale, e nella devozione dei semplici. Siamo in questo modo invitati un vero e proprio percorso spirituale, personale e di Chiesa, attraverso le suggestioni che papa Francesco ha lasciato e centrato attorno al tema del cuore come centro della persona, delle relazioni, degli affetti, ma anche delle passioni e delle lotte quotidiane di sempre.
Il Cardinale Comastri ci regala in questo nuovo libro una meravigliosa catechesi sulla vita cristiana, soprattutto su come, grazie a Gesù, il mondo ha potuto vedere gli occhi e il volto di Dio. Noi crediamo, infatti, e questo è il messaggio che ripetiamo senza mai stancarci, che in Gesù Cristo Dio stesso è entrato nella storia degli uomini. Dobbiamo allora, osserva il Cardinale Comastri, lasciarci attraversare da questa bella notizia, fino a farla cantare dentro e a farla diventare testimonianza. Noi crediamo e sappiamo, per fede, che Dio si è fatto vicino, è entrato nella nostra storia, per cui non dobbiamo avere più paura, qualsiasi cosa accada. Ecco perché c'è speranza, ecco perché i cristiani, con la loro vita, devono annunciare a tutti questa speranza. Soprattutto in un momento in cui, per la prima volta, la Chiesa di Dio vive in un contesto in cui è esplosa una delle più drammatiche povertà che l'uomo possa conoscere: la povertà degli ideali e dei valori, la povertà delle ragioni per amare la vita.
Andrea J. Larson scrive alcune lettere allo zio Willi, uno degli autori spirituali più famosi del mondo: dietro questo diminutivo affettuoso si cela, infatti, padre Anselm Grün. Nasce un dialogo tra la giovane, madre di tre bambini, che della sua vita pur libera e laica riconosce anche i molti limiti, e l'anziano benedettino, che sin da giovane aveva deciso di farsi monaco e nei confini dell'abbazia ha poi trovato grande libertà. In questo scambio epistolare molto personale, Andrea rivolge allo zio Willi numerosissime domande sui temi più diversi: amore, relazioni, comunità e solitudine; responsabilità per sé e per il mondo, ricerca della felicità e bontà, scoperte e dubbi; spiritualità e fede (non solo cristiana). In breve: la vita in tutte le sue sfaccettature. Grün viene interrogato dalla nipote anche sulla sua storia personale, sulle scelte compiute e sulla vita in monastero, al servizio di Dio. Così, ai lettori è offerta una doppia prospettiva su percorsi diversi di vita, con le loro differenze e alcuni insospettabili punti di incontro, in entrambi i casi comunque affascinanti e riusciti.