
Shelley Rambo, una delle voci più fresche e innovative nell’ambito della ricerca teologica statunitense, indaga sul rapporto fra trauma e testimonianza alla luce di una teologia dello Spirito a confronto con le istanze del postmoderno.
Il volume critica con estrema lucidità i trionfalismi di una religione della “risurrezione facile”, in cui la morte è un immediato viatico verso la vita e le ferite del dolore vengono subito guarite e redente. Lo scandalo del trauma, in cui la sofferenza torna continuamente ad affacciarsi e costringe a uno stato di non-esistenza, è una sfida a ripensare ciò che veramente rimane, tra morte e vita: l’amore, di cui lo Spirito è difensore e testimone.
shelly Rambo è docente di teologia presso la Boston University School of Theology. Ha studiato nelle università di Princeton, Yale ed Emory, conseguendo in quest’ultima il dottorato nel 2004. Autrice di vari saggi sul rapporto tra i temi classici della fede cristiana e le moderne teorie sulla sofferenza traumatica, si interessa di estetica teologica, ermeneutica biblica e pneumatologia alla luce delle sfide del pensiero postmoderno.
L’ospite è sempre una benedizione del Signore, un dono del suo amore. In tutte le religioni l’ospitalità è sacra.Tuttavia la storia ci insegna che tra le religioni le leggi dell’ospitalità sono spesso abolite in nome della conservazione della purezza della propria fede. Perché questo accade? E soprattutto: come superare le paure inveterate dell’altra “fede” e degli altri “credenti”, favorendo la pratica del dialogo tra le religioni?
Raccontando i suoi incontri e le iniziazioni ricevute negli scambi spirituali, Pierre-François de Béthune, monaco benedettino, ci confida qui la sua scoperta: è possibile mettere d’accordo il legame senza riserve al Cristo e l’apertura incondizionata agli altri, proprio nel suo nome.
La prefazione al volume è di Raimon Panikkar.
Quaranta brevi riflessioni sulle “malattie del cuore” (orgoglio, ira, superbia..) che impediscono una vera sequela di Cristo. Un volume di grande aiuto per affrontare al meglio il cammino spirituale quaresimale che deve rappresentare un momento di cambiamento e rinascita, per superare i confini inviolabili del nostro io, non per perdersi ma per trovarsi. Una lotta indispensabile per uscire dal naturale egocentrismo, vera malattia che paralizza il cuore.
È necessario conoscere queste “malattie del cuore e occorre porvi rimedio,perché-come amava ripetere Frère Roger di Taizé-«Gesù non propone al discepolo “sii te stesso”, ma “seguimi!”».
Nei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza è celata una gioia singolare che mi raggiunge ogni giorno con soavità e senza frastuono. Sono convinto che la riforma della Chiesa, di cui oggi tutti sentiamo un impellente bisogno, passi prima di tutto attraverso una fede in Gesù capace di spingersi verso quella santità che i consigli evangelici veicolano. Siamo troppo poco poveri: diciamo di non volere privilegi ma poi li cerchiamo; siamo troppo poco casti: ci scandalizziamo della decadenza dei costumi, ma poi leghiamo le persone ai nostri carismi o alle nostre idee; siamo troppo poco obbedienti: predichiamo il vangelo, ma non siamo disposti a convertire ad esso le nostre strutture. Senza santità i nostri programmi (la cui elaborazione occupa tristemente la maggior parte della vita della Chiesa), parafrasando Paolo, appaiono fugaci “cembali che tintinnano”. Eppure Gesù al giovane ricco non ha chiesto di “organizzarsi”, ma di vivere come Lui!
L'autore
Giuseppe Forlai è presbitero della diocesi di Roma. Ha insegnato mariologia presso la Facoltà Teologica del Triveneto, la Pontificia Facoltà Teologica Seraphicum e teologia spirituale presso la Scuola di Teologia per Laici dell’ISSR Ecclesia Mater
di Roma. Attualmente è docente incaricato di mariologia presso la Pontificia Università Gregoriana. È membro dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana (AMI). Tra i volumi pubblicato presso le Edizioni San Paolo ricordiamo: L’irruzione della grazia. Per una rilettura ecumenica del dogma dell’Immacolata (2010) e In questo mondo benedetto (2011). Ha redatto le voci «Europa» e «Movimenti Ecclesiali» per il dizionario Mariologia (San Paolo, 2009). Ha curato, insieme a Daniele Libanori s.j., l’edizione italiana del Trattato sul sacerdozio di San Giovanni d’Avila (Bologna, 2010).
Don Nicola Mazza (Verona 1790-1865) segue il progresso che si viene realizzando nella sua città e nel mondo in seguito alla Rivoluzione francese. Mentre apprezza l’applicazione di nuove tecnologie, analizza criticamente i difetti e i ritardi della società. Come membro della società decide di assumersi la sua parte per eliminare errori e disuguaglianze. Come membro della Chiesa, esige da se stesso e dai collaboratori unione e fedeltà. Si trovano in queste pagine la sua visione positiva sul prestito del denaro, il suo impegno per la città e l’avvio di un progetto di sviluppo e di evangelizzazione in Africa Centrale. Come educatore insegna a ragazzi e ragazze come formarsi a servire la Chiesa e la società.
L'autore Nicola Mazza (Verona, 10 marzo 1790 Verona, 2 agosto 1865) è stato un religioso italiano. Discepolo di padre Antonio Cesari e amico di altri fondatori veronesi dell’800 fra i quali Gaspare Bertoni, matura la sua vocazione sacerdotale prendendo coscienza delle necessità dei più poveri. Muore a Verona il 2 agosto 1865. In suo onore, nella città scaligera è stata fondata una scuola, dove giace il suo corpo
Un simpatico libretto, illustrato e a colori, che raccoglie una serie di pensieri sull’amicizia.
Grazie. Una parola semplice che dice quanto profondo e prezioso sia il sentimento della gratitudine. Il ‘’grazie’’ sa riconoscere la presenza amica, l’affetto, il dono... Lascia parlare la voce del cuore. Questo libretto è un piccolo bouquet di pensieri accompagnati da immagini a colori per dire semplicemente ‘’grazie’’.
Uno dei testi più noti di Madre Teresa dove sono passate in rassegna reali difficoltà e resistenze, tutte superate con la stessa parola d’ordine: “Non importa, dà il meglio di te!’’.
Agnes Bojaxhiu – questo il vero nome di Madre Teresa di Calcutta – è nata a Skopje (ex-Jugoslavia) il 27 agosto 1910. Entrata, nel 1929, fra le Suore di Nostra Signora di Loreto, cambiò il nome in Teresa, come la santa di Lisieux. Il 10 settembre 1946 percepì la chiamata al servizio dei poveri, che si concretizzò – dopo i necessari permessi vaticani – con la fondazione delle Sorelle Missionarie della Carità . Fra i moltissimi premi che ha ricevuto, ci sono il Templeton (1973), il Balzan (1978) e il Nobel per la pace (1979).
La profezia di Gesù riguardo alle sue parole si va realizzando lungo il corso dei secoli. Due millenni dopo che sono state pronunciate, sono più vive e attuali che mai. Quali altre parole potrebbero essere paragonate a quelle di Gesù? Parole semplici, che tutti possono comprendere. Parole vive, pronunciate dal Risorto, dal Vivente, che è sempre presente in mezzo a noi. Ma sono pochi i cristiani che se ne rendono conto. Nel loro cuore pare essersi spenta la fiducia nella potenza del vangelo.
Queste pagine vogliono risvegliare la speranza e rendere consapevole una generazione stanca e incredula che, senza il lievito quotidiano delle parole di Gesù, il mondo non sopravvivrebbe.
L'autore
Padre Livio Fanzaga, nato a Bergamo nel 1940, ordinato sacerdote fra i Padri Scolopi nel 1966, si è laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e in filosofia presso la Cattolica (Milano). Per anni si è impegnato nella pastorale giovanile
in una parrocchia di Milano. Nel 1987 assume la direzione dei programmi di Radio Maria. Attualmente è direttore della medesima emittente, ormai divenuta un network di dimensioni internazionali.
"La superbia è rinnegamento di Dio, invenzione dei demoni, disprezzo degli uomini, madre del giudizio del prossimo, figlia delle lodi, indizio di sterilità, ripudio dell'aiuto di Dio, sorgente della collera, porta dell'ipocrisia, sostegno dei demoni, custode dei peccati, artefice di crudeltà, ignoranza della compassione, esattrice inflessibile, giudice crudele, avversaria di Dio, radice della bestemmia. Il suo culmine è il rifiuto dell'aiuto di Dio e l'esaltazione dei propri sforzi, che è un comportamento diabolico".
Da Ignazio di Antiochia a Dietrich Bonhoeffer, passando per i martiri cinesi e don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia: una raccolta di pensieri, brani antologici e riflessioni dei grandi testimoni della fede di ogni tempo. 365 testi di grande spiritualità per meditare, giorno per giorno, sul messaggio cristiano con le parole di chi, per Cristo, ha dato la vita. "Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio, e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore". Con queste parole sant'Ignazio di Antiochia si consegnava consapevole al martirio in nome di Cristo e per il bene della Chiesa, all'inizio dell'era cristiana. Esse risuonano ancora come invito a cercare nella mente e nel cuore dei martiri, il cui sangue bagna ancora oggi le nostre strade, una delle forme dell'imitazione di Cristo e della testimonianza della fede.
Chi è Gesù? è un incontro diretto con Gesù e la fede cristiana e condensa in poche pagine il pensiero di Carlo Maria Martini, la sua spiritualità che tanto ha influenzato i cristiani di oggi. Questo volume rappresenta infatti il punto di partenza ideale per chi voglia accostarsi per la prima volta alle riflessioni di questo grande uomo di fede, ma anche per coloro i quali intendono ricordarlo e tenerne viva la memoria.
“Una luce che splende nel buio vuol dire che Qualcuno ci è venuto incontro. Non c’è immagine più bella per cominciare a parlare di Gesù: Gesù è la luce che Dio accende per noi”.
L'Autore
Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927 – 31 agosto 2012), gesuita e biblista, è stato vescovo di Milano dal 1979 al 2002. Unanimemente considerato voce tra le più ascoltate e seguite da cattolici e laici, nel 2002, decise di ritirarsi a Gerusalemme per riprendere gli amati studi biblici. Ritornato in Italia per ragioni di salute, anche nella malattia non rinunciò mai a scuotere le coscienze con lucidità e intelligenza. Uomo del dialogo tra le religioni, autore di libri apprezzati in tutto il mondo, la sua cultura e i suoi studi non furono mai un pretesto per allontanarsi dal mondo ma gli permisero anzi di parlare alle folle e attirare moltissimi giovani. Protagonista della storia della Chiesa e d’Italia, fu a lui che le Brigate Rosse consegnarono l’arsenale in segno di resa nel 1984. Alla sua morte oltre 150mila persone gli hanno reso omaggio in due giorni alla camera ardente allestita nel Duomo di Milano.