
Il filo conduttore delle meditazioni proposte dal teologo pakistano è quello dell'Incarnazione di Dio e del Mistero che accompagna la vita di Gesù nei suoi primi 30 anni di vita a Nazareth. La proposta di Emanuel Asi è quella di una spiritualità evangelica radicale, perché, dice "il Dio dell'incarnazione è straordinariamente ordinario: è umano, comune, semplice e laico". Questa "umanità" di Dio invita a scoprire un Dio che non ha più posto nelle formulazioni e strutture di potere. Il libro si rivolge a laici, sacerdoti, religiose e religiosi, che desiderano trovare una proposta spirituale nuova ed esigente.
Si tratta di un’opera originale e di sicuro pregio: l’Autore, già docente di teologia all’Università Gregoriana, riprende una per una le litanie del Sacro Cuore e ne propone altrettanti approfondimenti biblico-teologici. Ne emerge un ampio quadro teologico-spirituale di solida dottrina.
Contenuto
Mai come in questo caso è vero che la guarigione è stata il frutto di un'alleanza medico-paziente. Giovanni Ruggiero, giornalista di Avvenire, e Antonio Ascione, epatologo, hanno raccontato insieme l'avventura della malattia, del trapianto di fegato e della «vittoria». Lo hanno fatto in un libro intenso, commovente, composito, in cui le voci narranti si alternano: ora il paziente malato con tutte le sue emozioni, ora il medico, più tecnico nelle descrizioni, ma dotato di una indescrivibile carica di umanità. Ed è proprio questa la cifra dominante di questo bel libro.
Autore
Giovanni Ruggiero, giornalista, in questa vicenda è l'ammalato. Inviato del quotidiano «Avvenire», ha viaggiato raccontando tante storie. Ma il viaggio più importante è questo della sua malattia. Antonio Ascione è il medico-epatologo. Da oltre quaranta anni segue ammalati di fegato prima al Cardarelli e ora all'ospedale Fatebenefratelli di Napoli. Ha sempre curato con grande impegno la comunicazione con i pazienti.
"Abbiamo bisogno di una teologia che parta dalla banalità della vita quotidiana, poiché la fede del cristiano non è semplice adesione a una dottrina, ma una forma di vita concreta". Ascenso inizia così il suo libro. Attraverso la semplicità di un'immagine che l'essere umano conosce da sempre, l'aratro, egli conduce il lettore a addentrarsi in profondità mistiche, ovvero nella propria interiorità. L'aratro, strumento necessario al servizio del lavoro umano, lo può diventare anche dell'esperienza spirituale: prima di seminare è fondamentale arare, ossia prendersi cura di quel terreno che ciascuno è, del proprio "strato identitario", della propria reale situazione. Infatti, perché il seme dia frutto, è necessario che la terra sia in grado di riceverlo. E il "Dio possibile" è quel filo di luce che guida ogni cercatore di senso a compiere il dissodamento del terreno della propria interiorità e dell'incontro con l'altro.
Questo libro ha il taglio di un'opera esperienziale: si tratta di un «libro da fare» più che di un «libro da leggere». Un po' come in un corso di esercizi spirituali, il cammino di queste pagine non si risolve in qualche conoscenza teorica in più da acquisire mentalmente, ma costituisce un invito ad un'apertura dell'anima su grandi orizzonti spesso trascurati: il silenzio, la semplicità, la profondità del cuore e degli affetti, la capacità di sognare. Attraverso sei tappe esistenziali e spirituali: semplicità, sentire gli affetti, desiderare, rimanere, preparare, sognare, il lettore è invitato a calarsi dentro un'avventura umana e spirituale ricca di suggestioni e feconda di frutti.
Questo libro, frutto prezioso di ascolto tra monaci e monache, è offerto a quanti non si rassegnano alle parole d'ordinanza di un cristianesimo di maniera... E' un libro che vuole intercettare il desiderio di bellezza e di sobrietà, di verità e di amore.
È la storia di una coppia straordinaria di medici missionari: la canadese Lucile Teasdale e l'italiano Piero Corti, che si conoscono a Montreal nel 1955. I due giovani si rivedranno a Marsiglia nel 1960, quando Lucile accetterà l'invito di Piero a seguirlo in Uganda dove lui, medico pediatra, appartenente a una famiglia dell'alta borghesia lombarda, sogna un ospedale. Di M. Arseneault.
Un libro frutto di una iniziale esperienza di vita eremitica fatta di solitudine piena della presenza di Dio, di silenzio risuonante della Parola del Signore e di consapevolezza di ritrovare in Dio tutti i fratelli.
Un’antologia di versi a celebrazione del sacro, perché come dice Roberto Mussapi nell’Introduzione di questo volume, il «sacro è qualcosa di profondamente vicino al mito, e, come il mito non va mai ridotto a un repertorio di favole, così il sacro non si deve ridurre a un semplice repertorio di icone sacrali, di riti.
In poesia l’energia del sacro è la capacità della domanda: è l’atteggiamento del cieco che si rivolge a Cristo e gli dice: “Dammi la luce”. Nel momento in cui il cieco non pensa più di dover credere, è caduto qualcosa, è caduta la domanda, la fame stessa del sacro. La poesia nasce, antropologicamente, per fame del sacro. Il sacro non basta mai, perché rimanda continuamente a Dio, ma non ce lo dà in pasto. E la poesia è anche un modo per illudere di donare una coincidenza di tempi: l’oltretempo, il passato, il presente, il futuro».