
Come capire qual è la chiamata di Dio per ciascuno di noi? E i sentimenti che proviamo sono energia da contenere e incanalare o forse un messaggio da ascoltare? Queste e altre domande vengono affrontate nel volume, attraverso un percorso attento alle dinamiche profonde dell'animo umano e alle relazioni che ci troviamo a vivere ogni giorno. Vengono presentate alcune categorie essenziali della teologia di Edward Schillebeeckx e della psicologia del profondo di Alessandro Manenti, e a partire da esse vengono fornite chiavi di lettura per comprendere il vissuto delle persone. Il lettore è accompagnato a familiarizzare con questo approccio psico-spirituale attraverso l'analisi di una storia di vita concreta e numerosi esempi proposti per illustrare i concetti più rilevanti.
Il titolo del presente volume risponde alla sensibilità religiosa che ha bisogno della luce della Parola di Dio e della Teologia. Invocazione del Salmo 63: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia». Ed ancora: «Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42). È l'aridità dell'anima in cerca del ristoro che le può venire da Lui, dalla Sua Presenza, dalla Sua Grazia, dal sentirci suoi Figli amati. La comunione con il Signore o è viva e luminosa, da Cuore a cuore, oppure si rende come inconsistente; Dio è Fuoco di amore verso le sue creature, è sempre il Roveto ardente, che non si consuma e intende accendere nei cuori fiamme di carità e di prossimità.
Di ritorno dal suo primo viaggio in Russia, Rilke vive un'importante fase di slancio creativo da cui nascono le "Storie del buon Dio" (Geschichten vom lieben Gott) scritte nel giro di pochissimo tempo, nelle notti tra il 10 e il 21 novembre 1899, come riferisce lo stesso Rilke. Influenzate dalle esperienze del viaggio russo le "Storie del buon Dio" narrano dell'infinito amore di Dio che per le proprie creature si strappa dal braccio la mano destra e la manda a incarnarsi sulla terra prendendo le stesse sembianze dell'uomo. La sua mano percorre la via dolorosa della Croce e della salita al Calvario, per poi fare ritorno presso Dio. Ma forse, come afferma il narratore a conclusione del racconto, la sua missione tra gli uomini non è ancora finita. Si tratta certamente di una prosa narrativa-fiabesca incentrata su Dio ma in una cornice di vita reale. È la prima ed unica volta che Rilke utilizza la fiaba come forma espressiva. Il libro consta di 13 storie dove i piani di lettura si intrecciano e si dispiegano nelle narrazioni: dalla critica sociale al senso della vita, dall'amore di Dio per l'uomo alla relazione con gli altri. Più in profondità assistiamo a sottili disquisizioni teologiche, certamente non prive di umorismo.
Un figlio che ha lasciato questa vita quando aveva solo 20 anni. Due genitori che quel giorno hanno iniziato un lungo cammino, che continua ancora oggi, alla ricerca di un senso e di nuove ragioni per sperare e per amare.
Entriamo “in punta di piedi” nelle pagine in cui raccontano il loro viaggio, perché – come scrive padre Ermes Ronchi nella prefazione – «sono loro i veri maestri, i testimoni che ci mettono alle strette davanti al “caso serio” della vita».
Le parole di questo “diario” ce li riconsegnano come «dei guaritori feriti. Che proprio dalla ferita subita sanno trarre una terapia, un balsamo per il vivere d’altri: e le ferite diventano feritoie di luce per quanti devono affrontare lo stesso dolore, il più atroce e che mette tutto a repentaglio. C’è dell’oro nelle ferite».
Gesù ha voluto lasciarci un solo comandamento: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati". Su questo punto però deve esserci stato qualche malinteso, perché troppo spesso capita di incontrare persone che ne hanno invertito il senso: amando Dio, si convincono di amare anche il prossimo. Invece l'amore per gli altri è parte integrante dell'amore per Dio, e la disponibilità a relazionarci con loro rappresenta il compimento della sua volontà. Eppure l'affetto che proviamo non sempre produce il bene che avevamo immaginato: ideologie, egoismi e incapacità di riconoscere l'altro come un individuo autonomo erodono lentamente i legami che abbiamo coltivato. Come possono, quindi, i credenti e i non credenti - che confidano entrambi nell'amare e nell'essere amati per dare completezza alla propria esistenza -raggiungere la felicità? E perché l'amore è così indissolubilmente legato alla tensione etica e all'idea più alta di giustizia? Attraverso esperienze personali, riflessioni e racconti delle tante vite con cui entra in contatto, don Rigoldi in queste pagine indaga le diverse forme dell'amore - da quello passionale a quello filiale - e traccia al contempo una grammatica sentimentale per riportare l'esperienza amorosa nel solco della relazione. "Ogni strada può essere tentata, perché ad amare si impara, è un compito che abbiamo per tutta la vita. Scegliere di amare e decidere di imparare: questo è il primo passo."
"Se io fossi un ragazzo, non avrei tanta voglia di parlare con adulti piagnucolosi e impauriti, oppure rabbiosi e incattiviti con il mondo. Per questo invito tutti a ricominciare a dimostrare amore per le nuove generazioni, fiducia nelle loro capacità e possibilità. Dare "valore all'altro e costruire relazioni non è un gesto isolato, è un processo continuo che si deve percorrere con determinazione e volontà. E grazie alla speranza che molte persone hanno potuto cambiare vita, anche attraverso percorsi tortuosi. Il mio lavoro è costruire speranza, che nella pratica quotidiana traduco con 'cercare il cuore per costruire progetti'". Cambiare è possibile: è quello che insegna l'esperienza di un prete in prima linea nell'impegno verso i giovani, nelle carceri minorili e in un'importante comunità di accoglienza.
Dall’esperienza umana e pastorale di un testimone del nostro tempo, una sorta di «libro-guida» per il cristiano di oggi, non per insegnare una dottrina, ma per suggerire la via di una vita che si ispiri in modo più evidente e credibile al Vangelo.
Il volume propone circa venti riflessioni su altrettante tematiche che segnano la nostra quotidianità: dalle relazioni all’educazione, dall’amore alla sessualità, dalla fede alla solidarietà, dalla famiglia ai giovani. Il tutto con un tono «provocatorio» e sempre attento al cuore del messaggio cristiano, che non vuole consolare con «frasi fatte», tipiche di certa retorica anche ecclesiale, ma piuttosto accompagnare, farsi vicino con la comprensione di chi sa portare gioie e fatiche della vita di ogni giorno.
Un cristianesimo positivo, che desidera soprattutto manifestare e comunicare speranza anche a chi non crede. Una «buona notizia» che impegna, coinvolge in prima persona, consente di trovare ragioni per continuare a camminare con rinnovata fiducia e con la disponibilità a «farsi prossimo» di chiunque sia nella necessità.
Punti forti
Notorietà dell’autore, una delle voci più autorevoli in tema di devianza giovanile, ma non soltanto.
Spunti di riflessione su tante questioni relative alla vita di ogni giorno che rimandano al senso dell’esistere.
Testimonianza di una vita vissuta nella Chiesa per il mondo come impegno a comunicare la profezia del Vangelo.
Destinatari
Giovani e adulti, in particolare quanti non hanno timore di porsi interrogativi forti in ordine alla loro scelta di vita e di fede.
Autore don Gino (Virginio) Rigoldi, milanese, è sacerdote dal 1967. Dall’inizio degli anni Settanta è cappellano dell’Istituto penale per minorenni «Beccaria» di Milano. Nel 1973 ha fondato il «Gruppo amici del Beccaria», in seguito denominato «Comunità Nuova», un’associazione che si occupa dell’accoglienza e dell’inserimento sociale dei ragazzi dopo periodi di detenzione. È membro di commissioni regionali e comunali che si occupano di minori e di tossicodipendenza. Dal 1999 ha dato avvio al progetto «Le case del sorriso», in Romania, per aiutare i bambini a rischio di abbandono. Nel 2007 ha pubblicato Il male minore. Devianza giovanile, un problema per tutti (Mondadori).
Nel 1782 vedeva la luce a Venezia un libro, la "Filocalia", risultato della collaborazione tra il monaco dell'Athos Nicodemo e il vescovo Macario di Corinto. Questo imponente volume ebbe un potente influsso nel secolo successivo in Russia e poi da lì nella diaspora ortodossa, in Grecia e Romania e in Occidente. La raccolta è diventata anche, nella prima metà del XX secolo, la base materiale e documentaria delle ricerche degli studiosi di Oriente cristiano e di Bisanzio. La Filocalia è diventata così una sorta di canone, giungendo a rappresentare agli occhi dei più l'insieme della letteratura spirituale di Bisanzio. Una parte del presente volume è dedicata ai precedenti manoscritti e alla preistoria di questa raccolta. L'edizione dei "Capitoli" di Teognosto (XIII secolo) è parallela a questa indagine. Un'altra sezione è consacrata al trattato di Cirillo Manasse (XIV secolo), sino a oggi sconosciuto, ma importante per lo sviluppo storico della mistica bizantina.
Un racconto lungo, un romanzo breve. Un percorso. Un sentiero lungo le strade del nostro tempo. Alla ricerca del concetto contemporaneo di santità. Più semplicemente, la via cristiana all'autorealizzazione.