
Molti credenti si interrogano su come continuare a vivere da cristiani in un ambiente umano dove la fede è così rarefatta, dove ci si sente dispersi e senza altri fratelli e sorelle con cui condividere la fede e i suoi valori. È per queste persone, e le loro esigenze, che ho pensato alla scrittura di questo libro. Un libro che, dopo aver fotografato la realtà per come si presenta (senza sconti o edulcorazioni), vorrebbe esprimere un nuovo punto di vista, profetico, sulla questione relativa ai cosiddetti “soliti”: in realtà i “soliti” che partecipano alla vita della parrocchia sono quelli che ci sono, e sono loro a costruire LA comunità cristiana. Di fronte a questa rivoluzione nel modo di vedere le cose, si tratta non di rassegnarci per quanto pochi siamo, ma di sorprenderci perché – nonostante tutto e nonostante tutti – loro ancora ci sono, e ciò è motivo di stupore e di ringraziamento. Non offro però soltanto una prospettiva diversa in teoria, ma cerco di trarne le conseguenze anche nella pratica. Come antidoti ai miti della modernità (Prometeo, Dioniso e Narciso) propongo le tre colonne della dimensione religiosa della vita: la preghiera, la riflessione, la carità.
Insomma, una conversione radicale nel modo di vedere la realtà, in vista di precise scelte di campo nella vita in parrocchia.
La piccolezza nel Vangelo è una delle dimensioni più sottolineate ed ha un fascino straordinario. A questo fascino si è arreso Dio che, attraverso l'incarnazione di Gesù ha voluto esprimere tutta la sua predilezione per le creature piccole, povere, fragili, semplici, emarginate. L. Pozzoli, nella prima parte di questo saggio, considera le caratteristiche di chi è piccolo nel vangelo; nella seconda parte declina la piccolezza in molte dimensioni della vita, nella gioia, nella saggezza, nel pianto, nel tempo, nella preghiera, nella politica; nella terza parte presenta personaggi ed episodi evangelici legati alla piccolezza: la nascita di Gesù, i due vecchi del tempio Simeone e Anna, il cireneo che porta la croce, i discepoli di Emmaus ed altri.
È una ricca antologia di scritti tratti dalle numerose opere di don Luigi Pozzoli, curata da due suoi amici.
Tre sono le parti che raccolgono questi scritti: 1) pagine tratte da scritti religiosi e omiletici; 2) tratte da scritti letterari, per lo più ritratti di autori del Novecento e analisi delle loro opere; 3) pagine autobiografiche o tratte da scritti occasionali, tra cui molte dedicate agli amici illustri, da Santucci a Ravasi, da Bearzot al pittore Nastasio.
Maestro di spiritualità religiosa, nei suoi numerosi libri e saggi, don Luigi Pozzoli ha percorso la letteratura del Novecento, di cui era appassionato cultore. Da questo percorso sono nate le riflessioni sul dramma dell’uomo presenti in tanti suoi libri, da Cristo insonnia del mondo (1979), a Profili: Cioran, Canetti, Camus, Céline (1997), frutto in gran parte delle conferenze tenute per anni al Centro San Fedele di Milano.
Copiosa poi la raccolta delle omelie, ben 8 volumi (molti pubblicati da Paoline: Dio il grande seduttore, Sul respiro di Dio, Un Dio innamorato, L’acqua che io vi darò), incentrate sulla meditazione dei testi sacri nella prospettiva cristocentrica di una vicinanza all’uomo sorretta dalla speranza.
Negli ultimi anni Luigi Pozzoli ha lasciato anche traccia di sé, della sua vita, in alcuni scritti autobiografici, dai due volumi di Pensieri vagabondi (2006) all’ironico ed elegante L’abito rosso (2003), una sorta di testamento lieve e ironico, ricco di osservazioni sulla vita quotidiana e sui sentimenti più riposti della sua anima.
"La vita cristiana è paradossale. È possesso e ricerca. È sicurezza e insicurezza. È gioia e inquietudine. È una vita mossa, contrastata, esposta a diverse contraddizioni. All’amore non si comanda. Chi si sente obbligato, non ama. Le questioni di cuore non possono essere regolate dalla legge. La legge esige, l’amore libera. La legge proibisce, l’amore crea. La legge è anonima, l’amore è personale". (L’autore)
Punti Forti
È un invito alla lettura dei suoi scritti, sia religiosi che letterari, il cui valore, riconosciuto da poeti, artisti e scrittori, risiede, oltre che nei contenuti, spesso controcorrente, anche nella nitidezza classica della sua prosa.
Il testo ha la prefazione del card. Ravasi e la Postfazione di Roberto Righetto, giornalista di Avvenire. Evento: il primo anniversario della morte avvenuta il 18 dicembre 2011.
Autore
Luigi Pozzoli (1932-2011), sacerdote e scrittore milanese, laureato in lettere, per decenni insegnante nei licei e in seguito parroco della chiesa di Santa Maria del Paradiso a Milano. Con Paoline ha pubblicato numerosi libri di spiritualità.
Curatori
Laura Bosio ha esordito in narrativa con I dimenticati (Feltrinelli 1993, Premio Bagutta Opera prima), seguito da Annunciazione (Mondadori 1997; nuova edizione Longanesi 2008), Teresina. Storie di un’anima (Mondadori 2004), Le stagioni dell’acqua (Longanesi 2007, Finalista Premio Strega), D’amore e di ragione. Donne e spiritualità (Laterza 2012).
Bruno Nacci, traduttore e saggista, ha curato opere di Hugo, Baudelaire, Chateaubriand, Flaubert, Chamfort, Nerval, Laclos e Canetti. Studioso e traduttore di Pascal, ha curato tra l’altro l’edizione Garzanti dei Pensieri (1994).
«Pagine intense, di quotidiano stupore della vita. Con la gioia di un fiore che nasce, per un bel libro letto, per un gesto di sincera amicizia. Con la “voce” di Santucci, Turoldo e di tanti altri “compagni di viaggio”. E soprattutto con uno sguardo sensibile e attento su tante questioni sociali e religiose» (dalla prefazione di Luca Frigerio).
Il testo è la trascrizione delle lezioni tenute da Javier Prades, professore di Teologia Dogmatica della Facoltà di Teologia “San Dámaso” di Madrid, a quattrocento sacerdoti radunatisi nell'estate 2005 a La Thuile da diversi Paesi del mondo, per gli annuali esercizi proposti da Comunione e Liberazione. Queste meditazioni, corredate di documentazione biblica, teologica o letteraria, mantengono lo stile di una conversazione che cerca di non perdere di vista gli interlocutori in un dialogo comunionale. Il contenuto della proposta si può rintracciare facilmente a partire da alcuni testi fondamentali di don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione (scomparso nel febbraio 2005), in particolare di quelli che negli ultimi tempi, più di altri, hanno segnato la presenza del Movimento nel mondo. Proprio alla luce di essi l'Autore ha voluto suggerire un sentimento della realtà, un modo di porsi davanti alla vita, così come un’educazione cristiana propone per la maturazione dell’uomo adulto e per il bene della società. Saluto introduttivo e Sintesi di Juliàn Càrron
La guarigione del cieco non si riduce solo ai suoi occhi fisici, ma coinvolge tutta la sua persona, si alza dalla sua condizione di prostrazione e si contrappone alle autorità con franchezza. E' libero, perché la verità lo ha liberato. Alle fine si prostra davanti a Gesù adorandolo come si fa con Dio tre volte Santo.
I racconti della pecorella smarrita, la moneta perduta e il figliol prodigo sono il cuore del Vangelo. Se solamente si fossero conservati questi passaggi
biblici nella storia, sarebbero bastati per contemplare il vero volto di Dio, la missione di Gesù, così come il nostro processo di salvezza e la meta della vita cristiana: essere misericordiosi come il padre lo è stato con i suoi due figli.
Come fare per liberarsi dai pensieri che turbano? "Quest'opera vuole essere, umilmente nelle tue mani, caro amico, un piccolo trattato contemplativo e attivo per aiutarti a trovare la pace interiore, l'hesychia" (dall'Introduzione). Sull'esempio dei Padri del deserto, l'autore invita il lettore a lasciare che Dio respiri in lui, come ossigeno indispensabile alla sua sopravvivenza, per arrivare all'hesychia, termine greco che significa tranquillità, calma, riposo, pace, dolcezza, silenzio interiore, solitudine. Si tratta di una specie di medicina per l'anima, capace di far cambiare lo sguardo sui pensieri negativi che rovinano i giorni e ritrovare la serenità interiore.
Il senso di colpa mette allo scoperto la paura viscerale che ci ossessiona, quella di non essere amati e riconosciuti, di non valere, di essere giudicati ed esclusi. Ci sentiamo continuamente colpevoli di qualcosa, ma quale colpa abbiamo veramente commesso? Per far tacere dentro di noi l'assillo dei rimorsi, ci pieghiamo a giochi di ruolo per pacificare la nostra coscienza e piacere a coloro che ci giudicano senza pietà. Questa commedia contribuisce soltanto a privarci del diritto a essere noi stessi e camuffa agli sguardi inquisitori - o che immaginiamo tali - la nostra autentica personalità. Preso sul serio e individuato nel dialogo con persone competenti, il senso di colpa può diventare un'occasione di crescita e maturazione. Facendo cadere le maschere, eludendo i comportamenti ipocriti e mettendo in luce i traumi dell'infanzia, permette di discernere il vero e il falso senso di colpa. Questa distinzione si rivela capitale se vogliamo uscire dalla confusione per dare un nome, identificare e combattere la vera causa dei nostri malesseri.
Questo libro canta una speranza: Dio ci attende tutti al punto più basso dello sprofondamento scavato in noi dalle delusioni e dalla crudeltà della vita. Là l’uomo, come Giacobbe, lotta con Dio, perché entrambi si cercano.
Noi non siamo capaci di amare Dio, perché non sappiamo che Dio ci ama. E non sappiamo che Dio ci ama perché non lo amiamo. Questo è il circolo vizioso al quale la Rivelazione cerca di sottrarci.
Nel 1° capitolo ci si riferisce alla Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, per riuscire a capire che Dio ci ama, e soprattutto in che modo folle, inimmaginabile e persino opprimente egli ci ama.
Nel 2° capitolo si vede invece che, malgrado le apparenze, noi non lo amiamo, e che di conseguenza non sappiamo amarci gli uni gli altri, così come non sappiamo amare realmente la vita, la felicità o qualunque altra cosa con fedeltà, condannati in un certo senso ad essere intimamente insoddisfatti finché non avremo trovato il Salvatore.
Nell'ultimo capitolo, infine, si cerca di capire in che modo noi giungiamo ad amare Dio nonostante tutto: perché «ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio» (Lc. 18,27), ed egli riesce ad ottenere - per quali vie misteriose? - che noi l'amiamo perché comprendiamo il suo amore, e che, amandolo, penetriamo sempre più nell'ardente oscurità dal fondo della quale usciremo per sempre in piena luce..
Questo libro ci dona un grande aiuto: la lettura spirituale da parte di un laico che si è fatto "aprire la mente" dall'Autore della Parola stessa. Dio prima parla, poi apre la mente. L'uomo prima ascolta, poi si lascia aprire la mente da Dio per comprendere la parola ascoltata. Il merito dell'autore sta nel meditare il testo del Vangelo riga per riga, come se il dettato fosse uscito intonso per la prima volta dalla bocca del Signore Gesù. L'autore si fa poi interrogare, interpellare dalla Parola, per poter rinascere a vita nuova con la freschezza del Verbo. Egli legge, medita, prega, adora. Si fa domande. Poi mette il Vangelo nel cassetto, ci dorme su; il giorno dopo riprende, rilegge, rimedita, riprega, e così via per lungo tempo. Se il testo non gli dice nulla di nuovo o di particolare, lascia perdere, ma se invece emergono pian piano dal fondo del cuore parole nuove e corroboranti, egli si siede al tavolo e scrive. Poi di nuovo prega, interroga, riflette. Quando gli sembra che tale Parola abbia preso vita in sé, allora cerca di metterla in pratica nella sua giornata, nella quotidianità semplice di "semplice laico". "Aprì loro la mente per comprendere il senso delle Scritture": questa è la chiave di volta per comprendere ogni parola divina: deve intervenire Gesù in persona ad "aprire la mente". Con questo spirito, il commento dei passi del Vangelo che leggerete diviene esegesi spirituale fine e autentica, diventa finalmente parola di Vita.
Pensieri di speranza per poter riscoprire e nutrire questa virtù. I testi di vari autori a cura di S. Prandini sono accompagnati da fotografie che possono invitare a vedere i segni di speranza nel quotidiano.