
La pratica del digiuno e le scelte alimentari rivestono un'importanza fondamentale per la storia del movimento monastico nella tarda antichità, nonostante la carenza delle fonti materiali e il fatto che cibo e bevande possiedono un significato simbolico non univoco, bensì continuamente rimodulato, anche all'interno di uno stesso contesto culturale e religioso. In merito alla pratica ascetica del digiuno l'autore prende in esame due esempi. Il primo riguarda Paolo il Semplice, che per essere accolto come monaco da Antonio viene sottoposto a diverse prove, in cui il cibo e l'acqua svolgono un ruolo centrale. Il secondo è un passo delle Confessioni in cui Agostino afferma di lottare "ogni giorno contro la concupiscenza del cibo e della bevanda" perché, a differenza dei "piaceri venerei", la gola è più difficile da tenere a freno. Dai due casi emerge che la sfida più importante degli asceti non consisteva nel reprimere il desiderio sessuale, come invece sostiene lo storico Peter Brown, ma nel controllare la fame e la sete. La categoria moderna di sessualità, dunque, sarebbe poco adatta per comprendere il fenomeno tardoantico dell'ascetismo.
I più poveri hanno una conoscenza di Dio unica nel suo genere, perché rivelano quotidianamente che la condizione di figlio di Dio non si lascia soffocare dalle vicissitudini dell'esistenza umana. Siamo sicuri di credere nel vero Dio, se non ci prestiamo a condividere le difficoltà degli ultimi? E questa la domanda che il fondatore di "ATD Quarto Mondo" pone in questa meditazione personale: una riflessione partecipata e vissuta in prima linea nell'incontro con la miseria della nostra società.
Chi sono i pifferai magici che, come il flautista di Hamelin, negli ultimi decenni hanno incantato il mondo costringendo un numero sempre più alto di persone a seguirli, abbandonando il mondo dell'etica, quel mondo che, nonostante tutte le sue fragilità, ha permesso fino a tempi recenti all'essere umano di mantenere la sua specificità? Ormai, tutto quello che si può fare, si fa. E le voci che ancora si levano in difesa della misteriosa complessità della vita e della persona vengono ridicolizzate, tacciandole di medioevale oscurantismo. L'uomo non è più un fine, ma soltanto un mezzo e, in quanto mezzo, può essere usato in tutti i modi possibili. Il fatto che il numero di disturbi mentali, di depressioni, di malattie autoimmuni sia sempre più alto non inquieta più nessuno, così come non turba il fatto che il paganesimo sia tornato prepotentemente nella nostra civiltà e che proprio questo paganesimo abbia annullato la responsabilità individuale del male. Il fato decide per noi. Non esiste più il bene, non esiste più il male, non esiste più il giudizio sulle nostre azioni e, anche quando queste sono efferate, siamo convinti di avere diritto all'happy end. Queste riflessioni fatte nel corso degli ultimi anni cercano di mettere a fuoco il progressivo declino della nostra civiltà, incantata dalla suadente musica di questi astuti orchestrali che tutto hanno a cuore tranne il bene dell'umanità.
È possibile leggere “con uno sguardo diverso” la Bibbia senza tradirla o fraintenderla? La prospettiva psicoanalitica proposta in questo saggio aiuta a scoprire contenuti, idee, emozioni che la pagina evangelica contiene in sé e comunica, al di là di letture di comodo o convenzionali.«Trovo molto interessante questo rapporto tra linguaggio psicoanalitico e lettura del Vangelo, perché l'attenzione ai sentimenti, alla cura degli affetti, alle proprie esperienze personali è importante per accogliere la Bibbia come parola rivolta a tutti» (dalla prefazione di don Virginio Colmegna).Una densa rilettura “con uno sguardo diverso” di alcuni famosi brani evangelici che parlano a tutti, credenti e non credenti.
Una raccolta di scritti “intimi”, costruiti sull’ascolto attento di cosa l’amore, e un amore di coppia, l’amore di una donna per il suo uomo, sussurra alla mente nel volgere delle stagioni della vita. La cura e il rispetto, quasi pudico, di queste dimensioni interiori impongono al lettore di addentrarvisi con cautela e circospezione, attenti a percepire le sfumature più che i colori forti, a cogliere ogni accento bisbigliato da bocca a orecchio, a fermarsi e semplicemente contemplare lo spettacolo fragile e grandioso a un tempo di un cuore che disvela se stesso.
Le poesie e i racconti di Anna Accorsi qui raccolti sono come il “condensato” della sua vita matrimoniale.
I vari componimenti permettono di ripercorrere le alterne vicende attraverso le quali si è svolto l’amore di una coppia. Sono testi molto personali ma che al contempo hanno la capacità (la sapienza, appunto è questo) di toccare le corde fondamentali della vita umana trascendendo l’esperienza del vissuto del singolo.
Il percorso che il lettore si troverà ad affrontare potrà essere un’esperienza ricca e interessante.
L’intreccio delle voci e della vita si fa dialogo; l’intimità della presenza fisica dell’amato, il volto conosciuto al tatto, lo sguardo che ne contempla i tratti fanno percepire un legame che ha compromesso definitivamente le due vite in cui ciascuno ha riscoperto sé stesso proprio per la presenza costante dell’altro: l’amore come potenza generativa, dunque, nella misura in cui la vita e il volto dell’altro diventano lo specchio in cui si impara nuovamente a riconoscersi.
Non mancano testi che sottolineano la fatica di questo percorso, gli sconforti e le lontananze che possono squassare la vita di coppia.
Gli ultimi componimenti mostrano come l’esperienza matrimoniale, ormai consolidata nella dinamica interna della coppia dal tempo condiviso insieme, sia necessitata ad un approfondimento ulteriore che immerga (e per certi versi diluisca) i tratti specifici dei due amanti in quelli più vasti
«Tutto è iniziato quasi per caso. Durante il lockdown ogni sera recitavo la compieta camminando sul terrazzo che dà sul sagrato della mia chiesa; una vera fortuna in quei giorni. Una sera mi sono accorto che c'era un uomo che stava ritto, davanti al cancello del sagrato, con le mani levate in preghiera, guardando il portale della chiesa. Proprio in quel momento recitavo il salmo che dice: "Voi che state nella casa del Signore, durante le notti. Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore (Sal 134,1-2)". C'è una preghiera che avviene fuori dal tempio, o sulla sua soglia, ogni sera; una preghiera di uomini e donne sconosciuti, ma che levano le loro mani verso il Signore».
I discepoli di Emmaus: la pagina di Luca in cui si rispecchia ogni uomo in cammino
La prima guida a piedi sulle strade di Santa Chiara.
Per ripercorrere insieme a lei il breve ma intenso pellegrinaggio sui sentieri della terra umbra che, come Francesco, l'ha condotta alla ricerca di una vita in pienezza.
Queste pagine invitano a mettersi sulle sue tracce: da Assisi alla Porziuncola, da San Paolo delle Abbadesse fino a San Damiano.
Sette giorni di cammino, fisico e spirituale, per riscoprire la ricchezza di una figura di santità che ancora oggi non smette di affascinare.
La guida contiene tutte le informazioni, i percorsi e le cartine; ma anche le difficoltà, i chilometraggi e i luoghi in cui dormire. E per ogni tappa vengono presentati gli episodi più significativi della vita di Chiara, secondo i testi originali.
Monica Cardarelli - laureata in Lingua e Letteratura Francese presso la LUMSA di Roma - è giornalista della Free Lance International Press e redattore della rivista La perfetta letizia. Si interessa in particolare di teatro, per il quale ha scritto e interpretato varie opere. Ha pubblicato testi di narrativa, tra cui Parentesi di luna (2007) e Una giornata… (2009).
Francesco Gallo è licenziato presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma. Attualmente svolge il servizio di Guida ambientale escursionistica. Con la sua società - intitolata "Verso l'Alto" - si propone di riscoprire i sentieri della natura, della storia e della fede.
L'uomo, dalla preistoria fino ad oggi, si è sempre domandato quale fosse il proprio destino oltre la morte. Molti pensatori non credono che esista una vita oltre, altri credono che l'individuo continui a vivere in qualche modo anche dopo il suo decesso. L'argomento è certamente vastissimo.
La fede cristiana con il termine "Novissimi" ha codificato quattro passaggi essenziali della trasformazione della vita fisica sulla terra nella vita definitiva: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Nel libro si affrontano anche temi quali la reincarnazione, lo Spiritismo, il Transumanesimo, aborto e eutanasia, esperienze di pre-morte, incorruzione dei corpi, e molto altro. Ma sempre alla luce della fede cristiana.
Un autore contemporaneo e san Bonaventura ci introducono al contenuto di quest'opera che si presenta nuova e originale, ma ampiamente radicata nel terreno biblico dell'Incarnazione e nella grande tradizione spirituale patristica e medievale. L'autore ci porta a scoprire - anche attraverso la proposta di "esercizi" - i sensi interiori, cioè i sensi dell'anima, che costituiscono altrettanti strumenti attraverso i quali opera la Grazia, da quella battesimale alla pratica eucaristica, passando attraverso l'ascolto della Parola, le celebrazioni liturgiche e la venerazione delle sante icone.
Attraverso i vari nomi di Maria, ricavati dai testi del magistero dei Pontefici e Vescovi del nostro tempo e di grandi santi e autori di varie epoche, il volumetto guida a riscoprire la vera devozione alla Vergine Maria facendo conoscere la grandiosa ricchezza della tradizione del culto mariano.
Per mezzo secolo, Padre Pio da Pietrelcina fu perseguitato dal Sant'Uffizio, il massimo Tribunale ecclesiastico preposto alla difesa della fede. I suoi più accaniti difensori furono un gruppo di laici che riuscirono, con immani difficoltà, a smontare tutte le accuse, rivelando al mondo che si basavano su calunnie ed equivoci. Uomini come Francesco Morcaldi, Emanuele Brunatto, Giuseppe Pagnossin e altri riuscirono a portare in tribunale i delatori di Padre Pio, che furono condannati. Tra questi, ecclesiastici importanti e persino un vescovo. Quasi nessuno si ricorda di questi suoi «moschettieri». Sono raramente citati nelle biografie e spesso sono indicati come dei fanatici disobbedienti; in realtà, furono autentici eroi. Questo libro parla di loro.
Biografia degli autori
Renzo Allegri, giornalista, scrittore e critico musicale, si è formato alla Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica. È stato per venticinque anni inviato speciale al settimanale «Gente» e poi caporedattore per lo Spettacolo e la Cultura ai settimanali «Noi» e «Chi». Ha pubblicato circa un centinaio di libri seguendo soprattutto tre filoni: la musica classica, i fenomeni paranormali e i grandi personaggi della religione. Ha dedicato dieci volumi a Padre Pio, da uno dei quali è stato tratto il film per la TV Padre Pio interpretato da Sergio Castellitto. Con Roberto Allegri ha pubblicato per Àncora nel 2023 L'anima di Maria Callas.
Roberto Allegri è nato nel 1969. Ha pubblicato una quarantina di libri, alcuni dei quali tradotti in inglese, giapponese, tedesco, polacco, francese, spagnolo, croato e portoghese. Tra i titoli: Reportage da Fatima (Àncora, 2000); Callas by Callas (Mondadori, 2007); Il sarto di Guareschi (Àncora, 2008); Io sono Fango (San Paolo, 2015); La mamma di Calcutta. Madre Teresa (Àncora, 2016); Come il vento tra gli ulivi. Le apparizioni dell’angelo a Fatima (Àncora, 2017); La dolcezza del fuoco. Le stimmate di Padre Pio (Àncora, 2018); L’amico dei poveri. La straordinaria storia di fratel Ettore Boschini (Àncora, 2019); «Farò più rumore da morto che da vivo». I testimoni raccontano prodigi di Padre Pio (Àncora, 2020); «I miei diletti figliuoli..». Parla chi ha conosciuto Padre Pio (Àncora, 2021). Nel 2016 ha vinto il premio «Padre Pio da Pietrelcina» per la sua attività di scrittore.