
"Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?" La domanda posta da san Benedetto nel Prologo della Regola costituisce il filo rosso di questi racconti. Scritti da una monaca di clausura, essi esprimono con candore e semplicità la gioia destata dalla certezza che il divino non ha lasciato solo l'uomo, ma si è fatto incontro a lui per rischiararne e alimentarne il cammino. Volto amabile, nel quale fissare il proprio sguardo. Piccole storie che trasmettono gioia e pace, riscaldano il cuore, riaccendono il desiderio di una vita piena, di rispondere: "Io".
Questo volume è un invito a incamminarsi, come dei nomadi dello spirito, nelle profondità del pensiero di Meister Eckhart, uno dei grandi maestri della mistica occidentale. Le sue meditazioni, trasposte in forma poetica, rivelano la tensione verso l'assoluto, l'amore divino e la luce interiore che si cela in ogni essere umano. Con un linguaggio diretto e profondamente evocativo, il testo accompagna il lettore attraverso il silenzio dell'anima, dove, secondo il grande mistico renano, si trovano l'essenza divina e la pace autentica. Con la presentazione di Marco Vannini, tale raccolta si propone come un viaggio nell'intimità dell'essere, un dialogo senza tempo tra il cuore inquieto dell'uomo e il mistero del sacro. Perfetto per chi desidera un'esperienza di meditazione e riflessione che trascenda le convenzioni religiose e parli direttamente all'anima.
«Durante ogni epoca i cristiani hanno tentato di giungere all'essenza, al nocciolo del cristianesimo. Ebbene, il Vangelo stesso ce lo trasmette con il Padre Nostro. È in una preghiera, e non in una dottrina o in un insieme di dogmi, che è riassunto il messaggio di Gesù. E ciò è denso di significato: pregare è l'evangelo. Buona, lieta e umana notizia fatta risuonare in una cultura che ha perso la fiducia, piena di divinità irate e di miti sfiduciati. Preghiera è relazione. Il Vangelo non si riassume in una verità, bensì in una relazione». Il commento al Padre Nostro di Ermes Ronchi avvince e penetra nell'animo, perché fonde sapienza biblica e afflato poetico, permettendo al lettore di gustare e di vivere come sua la "preghiera di Gesù". Un'edizione illustrata con i capolavori di Caravaggio, Lotto e i grandi artisti della tradizione italiana.
Un commento alla grande preghiera cristiana del Padre Nostro, nel quale è racchiuso il nocciolo stesso del cristianesimo. Tutto il messaggio evangelico è racchiuso in una preghiera, non in una dottrina o in un insieme di dogmi. Questo volume presenta un commento biblico, teologico e poetico al Padre Nostro, come il centro della relazione tra Dio e l’uomo credente, e porta il lettore ad appropriarsi del Padre Nostro in un cammino personale.
ERMES RONCHI, dei frati Servi di santa Maria, friulano di Racchiuso di Attimis (Udine), è nato nel 1947. Ha studiato teologia a Roma (Marianum) e scienze religiose e antropologia a Parigi (Institut Catholique e Sorbona).
Klaus Berger, con l'ausilio di testi di Clemens Bittlinger, medita sul simbolo più importante della fede cristiana: la croce. I due autori sono uniti, oltre che da un'amicizia di lunga data, dal desiderio di tradurre in un linguaggio fresco, nuovo, la loro fede comune nella croce e nella risurrezione. Scelgono forme di meditazione e punti d'accesso al mistero del tutto diversi, ma giungono alla stessa identica conclusione: la croce sta a indicare quella svolta che è l'amore, l'amore più forte di tutto! La croce suggerisce l'eternità: se l'amore è più forte, dice che la morte non è la fine di tutto. La croce pone un segno nel mondo: ci ricorda che, quando scompariremo, in realtà noi cadremo nelle mani di Dio. Vita dal messaggio della croce. Anche per noi, oggi. «Questo libro mostra varie sfaccettature della croce di Gesù. Offre informazioni sulle origini delle rappresentazioni della croce, spiega come la croce sia diventata il simbolo del cristianesimo e sviluppa, con il sostegno di poesie e di canti sul tema della croce, la teologia che si nasconde dietro ad essa» (Heinrich Bedford-Strohm).
Le brevissime frasi, disposte pagina per pagina, compongono un canto sereno e gioioso della persona che, giunta alla pienezza della maturità, guarda – o contempla – con gratitudine il proprio passato, vive intensamente il presente, lasciandosi permeare dalla luminosità del tramonto. La vita è sempre il dono più bello che abbiamo, vale la pena viverla intensamente, tutta, fino all’ultimo istante, ma nel segno della benedizione.
Nel nostro corpo si rivela il desideriodi Dio: Dio fin dall'eternità ha voluto avere un corpo come il nostro. Gesù parla del nostro mondo, parla della vita. Parla dei nostri corpi, di sorrisi e di lacrime. E noi fremiamo d'orrore. Il motivo? Vogliamo essere più spirituali di Dio. L'umanità di Dio ci mette a disagio. Ma per parlare di sè, Dio si fece uomo. Un discorso su Dio a un discorso su un uomo. La parola si è fatta carne, nostro fratello, uno di noi.
Perché il cristiano crede alla resurrezione del corpo?
In questo corpo così piccolo, così effimero, vive tutto un universo, e se potesse darebbe la sua vita per la vita del mondo. Nel nostro corpo si rivela il desiderio di Dio: Dio fin dall’eternità ha voluto avere un corpo come il nostro. Gesù parla del nostro mondo, parla della vita. Parla dei nostri corpi, di sorrisi e di lacrime. E noi fremiamo d’orrore. Il motivo? È che noi vogliamo essere più spirituali di Dio. L’umanità di Dio ci mette a disagio. Ma per parlare di sé, Dio si fece uomo. Un discorso su Dio è un discorso su un uomo. La parola si è fatta carne, nostro fratello, uno di noi. Nacque, visse, morì...
Rubem A. Alves (Boa Esperança 1933), teologo, filosofo, psicanalista, poeta e autore di racconti per bambini brasiliano, ha studiato teologia presso il seminario presbiteriano di Campinas, quindi presso l’Union Theological Seminary di New York, e filosofia presso il Princeton Theological Seminary. Primo a coniare l’espressione “teologia della liberazione”, negli anni sessanta è stato denunciato quale sovversivo e perseguitato dal regime militare. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato Parole da mangiare (1998).
Ci sono diversi modi di intendere e vivere quella fondamentale dimensione della vita di fede che è la preghiera. In questo libro, la preghiera cristiana ci appare come cammino di trasfigurazione di tutta la vita - ovvero di cose, volti, circostanze che gremiscono la carne ed il sangue del nostro umano vivere in questo mondo. Per l'uomo che ha la grazia di vivere in cristo e di cercarlo con semplice perseveranza, tutto a poco a poco, si trasforma in canto e viceversa il proprio canto, la propria preghiera si riempie di innumerevoli voci: il grido del falco ed il pianto d'un bambino, il gracchiare del corvo e lo stormire del vento - ogni voce diviene all'orecchio dell'anima orante eco della voce dell'amato che la cerca e della propria che cerca lui. Ogni volto umano diviene ai suoi occhi un'icona di Lui che le viene incontro - ora crocifisso, ora gioioso, ora glorioso.
Il canto delle pietre è il diario immaginario del monaco che nel XII secolo edificò in Provenza l'abbazia di Le Thoronet, un capolavoro di architettura cistercense. La vita di un cantiere medioevale, i problemi tecnici, finanziari e dottrinali che ostacolano i lavori, le soluzioni adottate, di una modernità sorprendente, appaiono ben poco conformi a quell'immagine convenzionale del Medioevo che si è consolidata nel corso dei secoli. Ma ciò che nel racconto "tocca" e coinvolge di più è la lotta che il monaco ingaggia con la fragilità degli uomini e l'inerzia della materia, e, soprattutto, con le proprie contraddizioni interiori. La costruzione dell'abbazia diventa così un viaggio iniziatico nel profondo dell'essere umano. Ma non è tutto. Questa cronaca che per altro si fonda su ricerche storiche originali e su una lunga esperienza di costruttore - è anche una riflessione appassionata sui rapporti fra il bello e il necessario, fra l'uomo e la natura, fra il dovere verso gli altri e quello verso Dio. Ed è una meditazione lirica sull'Ordine nel quale tutti gli ordini trovano spazio, e su quell'arte che riassume tutte le altre: l'architettura.
Perché cantare in chiesa? Cosa offre di originale il canto a un credente? Che cosa vuol dire cantare con la propria vita? Dio ha mai rivolto un canto all’uomo?
A questi e altri interrogativi il libro si propone di dare una risposta, seguendo un cammino che ripercorre significati e ragioni dell’antica pratica del canto cristiano rivolto a Dio e condiviso con i fratelli.
Roberto Duretti vive e lavora a Torino dove si occupa di musica corale, direzione di coro e di laboratori musicali per le scuole elementari e medie.
“Ho voluto questa opera a ‘coronamento’ di un’altra opera eccelsa: il carisma della Divina Volontà, negli scritti della serva di Dio, Luisa Piccarreta. [...] Poiché molti ritengono l’opera di Luisa di “difficile comprensione” per il modo in cui è scritta, mi sono compiaciuto ispirare al mio strumento questa seconda opera, nella quale gli insegnamenti contenuti nella prima, sono ‘spalmati’ in tanti messaggi di più facile lettura... e questo perché i tempi stringono. [...] Anime mie, avete tra le mani un tesoro senza prezzo. Applicando alla preghiera questi insegnamenti, entrate nel ‘moto eterno di Dio’ che assorbe i vostri atti umani che esercitano, con Dio, un influsso eterno su tutto il creato... Può esserci qualcosa di più grande?” (Gesù d’Amore)
La pubblicazione del carteggio Schuster-Rea rende note per la prima volta 191 lettere che compongono l'epistolario intercorso tra il cardinale Ildefonso Schuster (103) e l'abate ricostruttore di Montecassino Ildefonso Rea (88). Questa notevole raccolta di lettere, che costituisce solo un segmento del vasto corpus epistolare schusteriano (80.000 unità), si dispiega lungo un arco di tempo che da 1929, giunge fino al 1954, ultimo anno di vita del beato cardinale benedettino, e nono di abbaiato a Montecassino per Ildefonso Rea. L'edizione delle lettere è preceduta da un'articolata introduzione del curatore.