
«Questo non è certo un libro di esegesi biblica, e neanche una raccolta di meditazioni "laiche". Mi pare piuttosto uno stimolo [...] offerto a credenti e non credenti in due direzioni estremamente importanti, oggi forse più che mai. Da tempo si parla della Bibbia come "grande codice" della civiltà occidentale, ma questo cosa significa in concreto? Quali episodi, quali volti, quali immagini bibliche hanno plasmato l'orizzonte simbolico e culturale di generazioni di uomini e di donne nate e cresciute in una società che non poteva non dirsi cristiana? E quali di questi racconti, di queste vicende, di questi personaggi storici o leggendari parlano ancora oggi, come parlano, per esempio, le figure immortali del teatro classico? Ancora più importante il secondo "spazio" visitato da queste pagine: la lotta anti-idolatrica, cioè il combattimento quotidiano per affrancarci da vecchie e nuove schiavitù e ribadire la grandezza e la libertà dell'essere umano. Perché se esiste una frontiera tra fede e non fede, tra libera adesione a una realtà altra e più grande di sé e asservimento al proprio egoismo e alla mentalità dominante, questa non segue confini di stati o di epoche, non separa confessioni religiose o correnti di pensiero, ma passa nel cuore di ogni persona, credente o non credente: è lì, non altrove, che il seme può germogliare, senza che nessuno sappia come, e produrre i frutti più diversi, stupendi proprio per la loro varietà.» (dalla prefazione di Enzo Bianchi)
Ambientato nella Polonia degli anni Trenta, questo sorprendente romanzo narra l'incontro tra un giovane ebreo e uno storico antisemita, Pan Viadomsky, il quale afferma di essere la reincarnazione di un ufficiale di Ponzio Pilato. Prende cosi il via un'insolita ricostruzione della vita di Gesù, compiuta attraverso la voce dello storico Viadomsky, quella del giovane ebreo, nel quale si sarebbe reincarnato Giovanni, allievo di Nicodemo, e un frammento del perduto Vangelo di Giuda Iscariota. Alternando con grande abilità due diversi piani temporali - la Palestina antica e la Varsavia su cui si allungano le ombre cupe dell'antisemitismo - Sholem Asch riuscì a creare un'opera tanto ambiziosa quanto rischiosa. Lui, ebreo praticante, pubblico il romanzo nel 1939 alle soglie della Seconda guerra mondiale, come richiamo alla riconciliazione religiosa di fronte all'intolleranza e alle persecuzioni dilaganti in Europa. "Il Nazareno", accolto con favore da parte del pubblico ma anche con molte opposizioni, tra cui quella della comunità ebraica che lo accusò di fare propaganda al Cristianesimo, fu seguito da altri due romanzi, in un'ideale "trilogia cristiana": nel 1943 "L'apostolo" (Castelvecchi, 2013) e nel 1949 "Maria".
"Gesù è l'archetipo dello sconosciuto. Appare dal nulla, avvolto nel mistero, e subito scompare. Mentre gli altri lo vedono carico di un carisma abbagliante e spaventoso, egli fatica lungo il sentiero della vita. È l'eroe esistenziale: solitario, sradicato dalla sua famiglia e dalla sua dimora, irrequieto, sempre in marcia". Già nella prima pagina, questo ritratto sorprende il lettore che si avventura in un saggio capace di scardinare ogni immagine canonica e consolidata di Gesù e che alla sua uscita non ha mancato di suscitare polemiche in Australia, la terra d'origine del sociologo Carroll. Rileggendo il vangelo di Marco, di cui propone un'originale traduzione dal greco, l'autore torna alla prima fonte di ogni nostra conoscenza di Gesù, l'uomo che ha plasmato la civiltà occidentale, nella convinzione che "le chiese cristiane hanno collettivamente fallito il loro compito fondamentale, ovvero continuare a raccontare la loro storia fondativa in un modo che sappia parlare alla loro epoca". Il figlio di Dio riscoperto da Carroll, ben lontano da quello benevolo, mite e mansueto trasmesso nell'insegnamento religioso classico, è un feroce nemico di ogni chiesa e non è per nulla preoccupato dal peccato in senso tradizionale. Soprattutto, è un Gesù "esistenziale": spogliato di ogni attributo identitario, è il primo a porre all'umanità l'abissale domanda sul senso dell'esserci, una domanda che riecheggia con vibrante urgenza nelle pagine del libro.
Sfogliando le pagine evangeliche di Luca si incontra l'inquietudine della ricerca e l'entusiasmo del discepolato e, d'altra parte, il dramma della pasqua e la gloria della risurrezione. Le resistenze della fragilità e dell'incomprensione del discepolo ma anche i vertici dell'esperienza spirituale nella trasfigurazione. È una frontiera mistica: sta tra il quotidiano e l'eterno. Proprio nel quotidiano, corpo del tempo, viviamo la nostra relazione, intima e comunitaria allo stesso tempo, con Gesù. Raggiungerlo sulle vette dell'esperienza spirituale non significa mai fuggire gli incroci metropolitani: poesia e prosa son fatte delle stesse parole. Stare negli incroci degli incontri e degli impegni non significa soffocare nell'affanno di aria pesante, né ridurre lo sguardo sulla distanza corta. Si sta dentro con il respiro creatore di Dio e il soffio del suo Spirito eterno, si sta dentro con lo sguardo lungimirante di Gesù che, allo stesso tempo, giunge al cuore di ciascuno e all'orizzonte eterno del mondo.
Prosegue la pubblicazione dell'Opera Omnia di Charles de Foucauld, che include testi inediti per il pubblico italiano. Dopo le meditazioni sui Vangeli secondo Luca, Matteo e Marco, uscite a ottobre e marzo 2024, vengono ora proposte le meditazioni relative al vangelo secondo Giovanni. Si tratta di brevi meditazioni che fratel Charles scriveva a commento del testo evangelico, giorno dopo giorno, per la sua personale preghiera. Lo stile è dunque semplice, intimo, come in colloquio tra amici.
Che cosa accade quando l’ascolto di un libro biblico non si esaurisce con la prima lettura, ma accompagna l’intera esistenza? Ne scaturisce un dialogo profondo, appassionato, un corpo a corpo che diventa danza amorosa.
L’itinerario spirituale che propone Anna Maffei permette di accompagnare chi desidera attingere alla fede biblica ma esita a intraprendere il cammino.
Tu, Vangelo, hai presentato all’inizio del cammino l’invito ad andare a casa di Gesù. Per due suoi discepoli fu l’inizio di una vita in cui, per gran parte, non avrebbero neppure avuto una casa vera. Poi Gesù stesso, ogni giorno un po’ di più, diventò la loro casa, il luogo del loro radicamento, come, ogni giorno un po’ di più, è divenuta la mia. Quel cammino fu una passeggiata? Non so. Un’avventura? Sempre.
Da sola? Mai più. Ora sono arrivata alla fine di questo dialogo. Io ho parlato con te e tu, Vangelo, non hai mai smesso di parlare con me. Ti ho fatto molte domande, altre me le sono serbate per me. So che questo viaggio non è finito, tu continuerai a parlarmi di Gesù mentre ascolto oggi di nuovo la sua vecchia parola, ogni giorno nuova: «seguimi».
Anna Maffei
"Ascoltare la Parola di Dio è leggere e dire: Ma a me questo che dice, al mio cuore? Dio cosa sta dicendo a me, con questa parola? E la nostra vita cambia". Papa Francesco ha ripetuto spesso questa esortazione nel corso della sua predicazione, fino a farne uno degli assi portanti della sua azione pastorale: essere cristiani vuol dire mettere il Vangelo al centro della propria vita quotidiana, non come studio astratto, ma come concreto confronto e dialogo giornaliero con Gesù, con il suo insegnamento e con il suo esempio. Ecco allora tutto il testo del Vangelo di Luca, intervallato dalle meditazioni e dalle omelie che, a Santa Marta, a San Pietro e in altre occasioni, papa Francesco ha dedicato a questo Vangelo.
Leggere il Vangelo insieme al Papa. Il Vangelo di Matteo, il primo dei sinottici nell'ordine canonico, commentato da Papa Francesco, passo dopo passo, ripercorrendo gran parte dei momenti della vita e della predicazione di Gesù. Il commento del Papa fa emergere il significato dei brani evangelici per gli uomini del nostro tempo, alla luce del messaggio di misericordia e di apertura alle periferie sociali ed esistenziali che caratterizza questo pontificato. Il Vangelo diviene così concreto strumento di ausilio per la pratica della lectio divina, guida quotidiana per i momenti bui, dono di gioia per gli attimi più lieti, e soprattutto sentiero per quella santità della vita quotidiana dischiusa dall'ascolto della Parola. Con la curatela dell'esegeta, esperto del Vangelo di Matteo, professor don Santi Grasso. Selezione dei testi a cura di Alessandra Peri.
"La compagnia non aveva bisogno di altro vino per dissetarsi. Ma Gesù creò altre dodici o diciotto pinte di vino, il che mostra che Gesù, proprio come noi, amava alzare il gomito in piacevole compagnia". Apparso nel 1843, il Vangelo del povero peccatore ci presenta un Gesù comunista e rivoluzionario. Nel riscriverne la storia, Wilhelm Weitling, leader comunista a sua volta, dispiega un'ironia spassosa e dissacrante. Il Cristo e i suoi discepoli, agli occhi dei borghesi del loro tempo, erano un manipolo di proletari ubriaconi e amici delle prostitute. Il solenne discorso del "pane disceso dal cielo" diventa un grottesco arrampicarsi sugli specchi per non confessare al popolo di aver esaurito le scorte di cibo. Persino l'ultima cena si riduce a un gioco di perfide ripicche contro Giuda. Ma guesta idea di Gesù come "Messia scandaloso" ha radici profonde e un significato dirompente. La freschezza di gueste pagine "blasfeme" può aiutarci a riscoprire guel mistero paradossale, l'umiliare per esaltare, il mettere in crisi ogni credenza e gerarchia di guesto mondo, che il messaggio evangelico ha sempre condotto con sé.