
Descrizione dell'opera
Il capitolo 21, posto a chiusura del Vangelo di Giovanni, è un testo straordinariamente ricco che racconta il manifestarsi del Risorto ai suoi. Si articola in due sezioni che descrivono, la prima, un’azione composita fatta di una pesca e di un pasto e, la seconda, un dialogo che colloca in primo piano la relazione di Gesù con Pietro e il discepolo amato.
Lo studio muove dal convincimento, ormai largamente avvalorato dalla critica biblica, che si tratti di un capitolo inserito nel Vangelo a posteriori, ma con una precisa intenzionalità, e quindi affatto estraneo al telaio preesistente. L’obiettivo che l’autore si pone è precisare l’intenzione redazionale soggiacente a Gv 21, mettendo in luce il disegno impresso dal redattore al suo materiale e indagando la sistematica rilettura da lui offerta di motivi e passi dei capitoli precedenti. Il brano «mostra un evidente interesse missionario e pertanto risulta centrale nella prospettiva di una riflessione sugli aspetti fondativi dell’annuncio del vangelo: non solo dal punto di vista del suo contenuto, ma anche per il suo approccio al patrimonio giovanneo preesistente e come esempio di dialogo inter-ecclesiale – e dunque potenzialmente ecumenico – a motivo dell’articolato rapporto tra Pietro e il discepolo che Gesù amava, rappresentanti di comunità cristiane diverse che anziché a un conflitto approdano a una comunione, capace di salvaguardare identità e diversità» (dall’Introduzione).
Sommario
Introduzione. 1. Origine e significato della terminologia del «manifestarsi» in Gv 21. 2. Gv 21 come composizione letteraria unificata. 3. La manifestazione del Risorto mediata dalla missione e dell’eucaristia. 4. Pietro e il discepolo che Gesù amava nella terza manifestazione del Risorto. 5. La terza manifestazione del Risorto ai discepoli (c. 21) come rilettura della manifestazione del messia a Israele (1,19-2,12). 6. Manifestazione, discepolato, missione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Maurizio Marcheselli (1961) dal 1986 è presbitero della Chiesa di Bologna. Si è laureato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico nell’aprile del 2004. Dal 1992 è docente di Nuovo Testamento a Bologna, presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, già Studio Teologico Accademico Bolognese. Insegna Nuovo Testamento anche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Ss. Vitale e Agricola».
Sotto il nome di «Libro dell’Emmanuele» sono tradizionalmente raccolti i brani del profeta Isaia relativi agli oracoli sulla «nascita del figlio», tema di straordinaria importanza antropologica e teologica, anche in considerazione dell’interpretazione messianica che nei secoli lo ha contraddistinto in ambito sia giudaico, sia cristiano. La liturgia della Parola ne propone la lettura nel tempo di Avvento e di Natale.
Attraverso lo strumento dell’analisi retorica, lo studio mira a ricercare la struttura di questo testo all’interno del racconto biblico, nello sforzo di coglierne un indirizzo teologico più deciso di quanto consente di fare la considerazione minuziosa, ma isolata, dei frammenti.
Sommario
Introduzione. I. Il Libro dell’Emmanuele (Is 6,1-9,6) nell’ambito del Primo Isaia e questioni interpretative. 1. Questioni introduttive: lo studio di Isaia e l’approccio metodologico. 2. Il Libro dell’Emmanuele (Is 6,1–9,6): identificazione letteraria, ipotesi di strutturazione e linee d’interpretazione. II. Analisi retorica ed interpretazione del «memoriale» isaiano (Is 7,1-8,18 - sequenze D1, D2 e D3). 3. La sequenza D2 (7,1-17), Parola di Dio e discernimento umano: «Adonay stesso vi darà un segno». 4. La sequenza D3 (7,18-25), il compimento del castigo annunciato: «Avverrà in quel giorno». 5. La sequenza D4 (8,1-18), profezia e attestazione: «Si chiuda la testimonianza». 6. Unità, struttura retorica e interpretazione del «memoriale isaiano» (7,1–8,18). III. L’apertura e la chiusura (sequenze D1 e D5) e l’insieme del Libro dell’Emmanuele. 7. La sequenza D1 (6,1-13), vocazione e missione di Isaia: «Eccomi manda me». 8. La sequenza D5 (8,19–9,6), il compimento della profezia: «Ci è stato dato un figlio». 9. Le due sequenze «estreme» del Libro dell’Emmanuele (D1 e D5): rapporti con le sequenze contigue e mutua relazione. 10. Il Libro dell’Emmanuele nel suo insieme, fenomeni retorici e linee interpretative. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Guido Benzi (1964) è presbitero della diocesi di Rimini dal 1990. Ha conseguito la licenza al Pontificio istituto biblico e il dottorato in teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. È docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Rimini; insegna presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Bologna e, come incaricato, presso la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna. Direttore dell’Ufficio catechistico regionale dell’Emilia-Romagna, è membro della Consulta nazionale della catechesi e del Gruppo nazionale per l’apostolato biblico presso la CEI. Nel 2002 è stato eletto membro del Consiglio di presidenza dell’Associazione biblica italiana. Collabora con varie riviste e ha pubblicato Paolo e il suo vangelo (Queriniana, Brescia 2001).
«Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze». Nella sua prima esortazione apostolica, papa Francesco dedica uno spazio significativo al tema delle sfide che riguardano la città. Che cosa può dire il cristianesimo alle nuove realtà urbane e alle persone che le abitano? Occorre mettersi al servizio di un dialogo difficile, offrendo una prospettiva che illumina la stessa teologia dell'evangelizzazione. Le tre sezioni in cui si articola il volume - che in appendice riporta anche un breve saggio sul tema della teologia pubblica - riguardano il vedere, il discernere e il giudicare la realtà urbana alla luce della fede, attraverso una analisi e una lettura del contesto multiculturale e multireligioso, con la prospettiva dell'accoglienza e del dialogo. L'approccio ai temi è di carattere multidisciplinare - dalla sociologia alla filosofia, dalla teologia alla Bibbia e alla storia - con l'intento di rivolgere lo sguardo a una realtà che fa parte della vita di tutti, ma nello stesso tempo rimane per tanti aspetti difficile da indagare e da vivere.
L'allusione al Salmo 8,15 intende suggerire che l'essere umano necessita di cura non soltanto in particolari situazioni: l'anthropos ne abbisogna strutturalmente. I contributi, taglio teologico e filosofico, problematizzano il concetto di cura declinandolo a situazioni concrete come la malattia e il congedo, o l'economia globalizzata ma anche nel senso della cura di Dio per l'uomo.
Una delle fonti letterarie più autorevoli della tradizione giudeo cristiana, il Protovangelo di Giacomo, tramanda le vicende delle nascite di Maria e del figlio. Nel testo, che rivolge l'attenzione ad Anna e Gioacchino, genitori della Vergine, la strada che attraversa le loro vicissitudini si arresta al capitolo quinto dell'apocrifo poiché con la nascita della figlia finisce il ciclo della coppia sterile e dal sesto in poi l'attenzione è incentrata su Maria. Di ogni passo l'analisi stabilisce il testo, ne offre la traduzione e, attraverso l'analisi delle fonti e della redazione, si propone di dare significato alle vicende narrate. Ognuno dei cinque capitoli del Protovangelo è trattato in un capitolo del volume in ragione della tematica imposta dall'apocrifo; solo il terzo si occupa di un argomento specifico: la veste da sposa: con un percorso a ritroso vengono prese in esame le vesti di alcune donne della tradizione antica, biblica ed extrabiblica (Giuditta, Tamar, Rebecca, Lia, Calipso) per un confronto con la veste indossata da Anna quando intona il proprio lamento.
La nascita del Messia è al centro della sezione del Protovangelo di Giacomo presa in esame in questo libro. Il redattore dell’apocrifo - una delle fonti letterarie più autorevoli della tradizione giudeo cristiana - si rapporta ai racconti dell’infanzia di Matteo e Luca e, senza rinunciare all’originalità nella riscrittura, tratteggia un fresco e vivace racconto popolare. Si inizia sotto il segno della narrazione lucana della nascita del Cristo, in cui viene menzionato il contesto storico e geografico (il censimento ordinato dall’autorità romana e la regione della Giudea attorno a Betlemme) per terminare con il tratto matteano della venuta dei Magi dall’oriente. Le vicende si svolgono dunque in un preciso contesto geografico. Se alla periferia sono indicati nomi di regioni e paesi conosciuti, verso il centro si stringono luoghi, situazioni e personaggi nuovi: la grotta, il tempo sospeso, l’immobilità della natura, la levatrice Salome e un Giuseppe vivace come mai l'avevamo conosciuto prima, nonostante l’età avanzata.
Sommario
L’ingresso. I. Verso Betlemme (Protev. 17). II. La nascita taciuta (Protev. 18). III. Le suggestioni letterarie di Protev. 18,2-3. IV. L’ostetrica (Protev. 19,1). V. Il fanciullo (Protev. 19,2). VI. Salome (Protev. 19,3-20,4). VII. I magi (Protev. 21). Il congedo.
Note sull'autore
Gilberto Marconi, docente associato di Letteratura cristiana antica, è membro del collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Poesia greca e latina in età tardo antica e medievale dell’Università degli studi di Macerata. È inoltre delegato responsabile dell’Università degli studi del Molise al Centro Internazionale di Poesia Greca e Latina in età tardo antica e medievale. Collaboratore di Biblica, Gregorianum,Rivista biblica e Henoch, per EDB ha pubblicato Lettera di Giuda – Seconda lettera di Pietro (introduzione, versione, commento, 2005) e Anna e Gioacchino. I nonni materni di Gesù. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 1-5 (2017).
Da figura di contorno nelle prime narrazioni del cristianesimo nascente, incentrate sulla passione di Cristo, Maria comincia a diventare importante nella visione teologica di alcune comunità già con il Vangelo lucano dell’infanzia. Tuttavia i vangeli canonici nulla avevano lasciato scritto della vita condotta della Vergine prima dell’annuncio della sua gravidanza, mentre si suppone crescesse sempre più il bisogno, soprattutto nelle classi popolari e meno abbienti, di conoscere il contesto e le vicende della vita, dalla nascita alla morte, di una donna che sempre più veniva affermandosi a fianco del figlio e come figura di riferimento per le numerose adepte della nuova religione. Sarà proprio la letteratura popolare – nel caso specifico il Protovangelo di Giacomo – ad assumersi l’onere di una risposta adeguata, narrandone il concepimento, la nascita e la crescita, come per altro era avvenuto per il figlio nei vangeli di Matteo e Luca.
Gilberto Marconi, docente di Letteratura cristiana antica all'Università degli studi del Molise, è membro del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Poesia greca e latina in età tardo antica e medievale dell’Università degli studi di Macerata, nonché delegato responsabile dell’Università degli studi del Molise presso il Centro Internazionale di Poesia Greca e Latina in età tardo antica e medievale. Collaboratore di Biblica, Gregorianum, Rivista biblica e Henoch, per EDB ha pubblicato Lettera di Giuda – Seconda lettera di Pietro (introduzione, versione, commento, 2005), Anna e Gioacchino. I nonni materni di Gesù. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 1-5 (2017) e La nascita del Messia. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 17-21 (2017).
Descrizione
Tra i problemi posti dalla critica letteraria al Protovangelo di Giacomo c’è l’autonomia dei capitoli 22-24 rispetto ai precedenti e l’eventuale loro fonte: infatti queste ultime pagine, occupandosi quasi esclusivamente di Zaccaria, sembrano discostarsi dai personaggi che finora avevano animato la narrazione protogiacobea (Anna e Gioacchino, Maria e Giuseppe), assieme a qualche altra figura di contorno (Ruben, Giustina, i figli di Giuseppe, il sommo sacerdote, Annas, l’ostetrica, Salòme, i magi...). Secondo alcuni studiosi di ambito tedesco, seguiti da diversi altri, i capitoli finali proverrebbero da un documento a parte, che è stato chiamato Apocryphum Zachariae, inserito tardivamente nel corpo del testo e del quale costituirebbe una delle tre sezioni corrispondenti ad altrettanti documenti: il primo, il più ampio, riguarderebbe la vita di Maria (cc. 1-16), il secondo si occuperebbe di Giuseppe e di qualche altra persona al momento della nascita del figlio di Maria (cc. 17-21) e il terzo sarebbe appunto l’Apocrifo di Zaccaria (cc. 22-24).
Sommario
Ingresso. I. Il comando di Erode e la paura delle madri (Protev. 22). II. La morte di Zaccaria (Protev. 23). III. Il dolore e l’elezione (Protev. 24). IV. L’autore e il titolo (Protev. 25). V. Il congedo. Bibliografia. Indice degli autori recenti. Indice delle citazioni.
Note sull'autore
Gilberto Marconi, docente di Letteratura cristiana antica all'Università degli studi del Molise, è membro del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Poesia greca e latina in età tardo antica e medievale dell’Università degli studi di Macerata e delegato responsabile dell’Università degli studi del Molise presso il Centro Internazionale di Poesia Greca e Latina in età tardo antica e medievale. Collaboratore di Biblica, Gregorianum, Rivista biblica e Henoch, per EDB ha pubblicato Lettera di Giuda – Seconda lettera di Pietro (introduzione, versione, commento, 2005), Anna e Gioacchino. I nonni materni di Gesù. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 1-5 (2017), La nascita del Messia. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 17-21 (2017); L’infanzia di Maria. Dal tempio alla casa di Giuseppe. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 6-10 (2019); Dall’annunciazione al processo. Una gravidanza tra trepidazione e pianti. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 11-16 (2020).
Convinto che la Bibbia dichiari l’imminente fine del mondo, il diciottenne americano Charles Taze Russell organizza, verso il 1870, un gruppo di studenti che oltre mezzo secolo dopo assume il nome di Testimoni di Geova.
Per molti anni i seguaci utilizzano Bibbie protestanti. Poi, a cominciare dagli anni Cinquanta, pubblicano, in volumi separati, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, riunita in un solo volume nel 1967 e in seguito rivista. Nel 2017 esce una versione un po’ rivoluzionaria rispetto alle precedenti, quella attualmente in uso.
L’ambizione di Battista Cadei è di presentare, proprio a partire da un confronto sulla Bibbia, alcuni aspetti della fede cattolica messi a confronto con la dottrina e le prassi dei Testimoni di Geova. «Quando si avvia un dialogo, non si sa dove condurrà», precisa l’autore. «Potrebbe smarrirsi tra le nebbie del sincretismo, incagliarsi nelle secche dello scetticismo o finire in rovinose collisioni. Ma la realistica considerazione dei rischi non giustifica l’ancorarsi sulle proprie sicurezze ignorando i travagli e le eventuali grida di aiuto dei nostri fratelli in umanità».
Il volume non pretende di sostituirsi ai molti e pregevoli commenti al Vangelo di Marco, ma piuttosto mira ad aiutare i catechisti e gli operatori pastorali a leggere assieme a catecumeni, cresimandi, persone in ricerca quello che è stato definito il “Vangelo del catecumeno” (card. Carlo Maria Martini).
La struttura in schede propone il testo evangelico nella versione della CEI, affiancato da riquadri di approfondimento biblico o teologico, il messaggio centrale del brano, alcune domande per la riflessione personale e la condivisione, una preghiera conclusiva ispirata al testo in esame.
La sezione conclusiva mette a disposizione dei lettori un sobrio commento, articolato ‘scheda per scheda’ secondo lo schema della prima parte, nonché attività e suggerimenti per ogni incontro.
Sommario
Al lettore. Un inizio originale. Prima sezione (1,1-3,6): Gesù, il regno di Dio tra noi. Seconda sezione (3,7-8,26): Gesù annuncia e guarisce. Terza sezione (8,27-10,52): come seguire Gesù, il Messia. Quarta sezione (11,1-13,37): riconoscere Gesù, il Messia e il Figlio dell’uomo. Quinta sezione (14,1-16,18): Gesù è il Figlio di Dio. Materiali per accompagnatori e catechisti. Premessa. Scheda per scheda. Indice dei riquadri tematici. Bibliografia essenziale.
Note sugli autori
Gli autori sono incaricati, per le diocesi di Milano e di Firenze, del catecumenato e della catechesi per gli adulti. Insieme hanno già pubblicato il volume Vivere la Pasqua dei cristiani. Un sussidio per la mistagogia, Leumann (TO) 2001.
Presentazione di Raniero Cantalamessa. Postfazione di Cristiana Dobner.
La Bibbia paragona la vita umana a una "via" da percorrere e la corrispondenza alle esigenze del patto d’amore stipulato da Dio con il suo popolo è verificata dalla direzione che l’uomo imprime al proprio cammino.
La conversione è allora un’inversione di marcia: il peccatore che si è allontanato da Dio deve intraprendere la strada del ritorno. Mentre la via dell’allontanamento è facile, più ardua è quella del ritorno, perché occorre se ne conosca bene il sentiero.
Il volume propone un itinerario alla scuola dei sapienti di Israele, che educa ai valori dell’attenzione, dell’ascolto, della lealtà, della fiducia… fino all’incontro con la Sapienza, che segna la realizzazione del cammino di maturazione umana e religiosa.
Note sull’autore
Giuseppe De Carlo, lucano d’origine, dal 1983 è frate minore cappuccino della provincia di Bologna, dove è impegnato nel settore della formazione. Ha compiuto studi in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Insegna esegesi dell’Antico Testamento presso lo Studio Teologico S. Antonio di Bologna e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della stessa città. Suoi ambiti privilegiati di studio sono i primi capitoli della Genesi, la letteratura profetica e quella sapienziale.