
Il volume approfondisce un aspetto della vita sociale e politica del popolo di Israele dal VI secolo a.C. all’inizio del II secolo d.C.: la monarchia di Davide, associata al rilievo che la figura del sovrano assume sia nelle Scritture sia nel contesto messianico.
Il racconto prende le mosse dalla violenta distruzione dello stato giudaico e dalla soppressione della dinastia davidica e termina con le rivolte contro l’Impero romano in Giudea e nella diaspora; l’attenzione si focalizza sul ruolo del re nella memoria collettiva e nella vita politica, oltre che sulla sua figura eroica presente in scenari escatologici fondati sulla restaurazione di un passato idealizzato.
Il libro illustra infine i tentativi per ripristinare la dinastia sotto la dominazione babilonese e persiana ed esamina il modo in cui la figura di Davide catalizza la resistenza spirituale e fisica contro Roma, la nuova Babilonia, prima delle rivolte del 66-73 d.C. e di Bar Kokhba sessant’anni dopo.
Descrizione dell'opera
Il volume offre un'ampia documentazione di testi originali sull'ambiente socio-culturale delle origini cristiane dal secolo IV a.C. fino al II d.C., così da consentire al lettore una conoscenza diretta di tale ambiente nelle sue più diverse espressioni (politica, filosofia, ritualità, ethos vissuto, religione) e favorire un raffronto personale e immediato con gli scritti cristiani.
Sommario
Introduzione. Abbreviazioni. I. LA SITUAZIONE DELL'AMBIENTE. 1. L'humus dell'ambiente giudaico. A. Quadro politico-sociale. B. Il culto. C. Il rabbinismo. D. Gli apocrifi palestinesi (non apocalittici). E. La comunità di Qumrân. F- Il giudaismo ellenistico. 2. L'humus dell'ambiente greco-romano. A. Quadro politico-sociale. B. La filosofia. C. Aretalogie e racconti di miracolo. D. Dalla religione tradizionale ai culti misterici. E. Il culto imperiale. 3. La tentazione gnostica. A. Testi ermetici. B. Testi di Nag Hammadi. C. Notizie sui sistemi gnostici. II. UN ESEMPIO DI INCULTURAZIONE. Contatti nei generi letterari maggiori. A. La biografia e la storiografia. B. La epistolografia. C. L'apocalittica. III. LE TESTIMONIANZE DIRETTE DELL'AMBIENTE SULLE ORIGINI CRISTIANE. Testimonianze dirette. A. Iscrizioni (su pietra). B. Letteratura giudaica e siro-palestinese. C. Letteratura latina e greca. APPENDICI. Bibliografia sommaria. Indice delle fonti citate.
Note sull'autore
ROMANO PENNA, professore emerito di Nuovo Testamento all'Università Pontificia Lateranense e all'Università Pontificia Gregoriana, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno alla complessa figura di Paolo di Tarso e al rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Per EDB ha pubblicato: Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (32010), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008; vol. unico 2010), Paolo scriba di Gesù (2009), L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009), Profili di Gesù (2011). Gesù di Nazaret nelle culture del suo tempo (2012) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (22009).
Uno studio sulle redazioni evangeliche e sulla loro struttura letteraria: è questa la fisionomia del volume. L'autore si propone di identificare l'origine e il significato del termine "vangelo" indagando il genere letterario corrispondente. In un secondo momento presenta le metodologie messe in opera dalla scienza esegetica attuale per esaminare la composizione letteraria, l'ambientazione ecclesiale e culturale, la prospettiva teologica degli scritti neotestamentari.
I saggi raccolti nel volume raccolgono i risultati di recenti ricerche sulla funzione che assunsero le Scritture nella vita delle comunità cristiane dei primi due secoli e nella redazione degli scritti neotestamentari. Questo volume segue l'uso delle Scritture nel cristianesimo antico con il presupposto che al riguardo non si debbano distinguere gli scritti divenuti canonici dagli altri. Il testo si conclude con un saggio su Origene. La sua figura giganteggia nella storia dell'esegesi biblica: alla teoria origeniana dell'interpretazione (tripartita in letterale/corporea, morale/psichica, allegorica/spirituale) tutta l'antichità e il medioevo debbono qualcosa.
Avviata oltre cinquant'anni fa dalla studiosa inglese Beryl Smalley, rafforzata da Henri de Lubac e sostenuta dai monumentali repertori di F. Stegmuller e N. Reinhardt, la storia dell'esegesi medioevale è giunta oggi alla piena maturità disciplinare. Questo volume intende testimoniare quanto è stato fatto di recente negli ambienti accademici (ecclesiastici e non) per sondare nuovi terreni storico-esegetici. Nell'insieme il volume, corredato di illustrazioni, è organizzato in tre sezioni: la trasmissione medioevale del testo biblico, teoria e pratica dell'esegesi medioevale, il ruolo dell'esegesi nella cultura del medioevo.
L'immagine dell'Apostolo che emerge dall'analisi dei suoi testi non è quella di un pensatore già in possesso di una teologia completa ed evoluta, ma piuttosto quella di un teologo che viene via via precisando la propria riflessione sotto la pressione di nuove urgenze. Per questo l'autore ha scelto di esporre la teologia di Paolo presentando "le teologie" delle varie lettere singolarmente ed affidando a un capitolo sintetico conclusivo il compito di raccogliere gli elementi di unitarietà e di coerenza.
Il volume offre in lingua italiana una rassegna dei testi dell’Antico Oriente (Egitto e Mesopotamia – II e I sec. a.C.) più di frequente proposta per una migliore comprensione del testo della Scrittura. Si tratta di un itinerario concreto, costruito seguendo i libri canonici dell'Antico Testamento: vengono proposti il testo biblico di riferimento e subito dopo i brani della letteratura extrabiblica ad esso imparentata. Lo sfondo di una ricostruzione del contesto storico-ambientale delle Scritture ebraiche costituisce inoltre la base per una migliore comprensione della stessa religione di Israele.
Note sull’autore
Mario Cimosa è professore di scienze bibliche nell'Università Pontificia Salesiana di Roma. Tra le sue opere ricordiamo: Genesi 1-11. Alle origini dell'uomo, Brescia 51995; Isaia, l'evangelista dell'Emmanuele, Roma 21988; Temi di Sapienza Biblica, Roma 1989; La preghiera nella Bibbia Greca, Roma 1992; La letteratura intertestamentaria, Bologna 1992; Con te non temo alcun male (Salmi 1-25), Roma 1995; Nelle tue mani la mia vita (Salmi 26-50), Roma 1996; Se avessi le ali di una colomba (Salmi 51-75), Roma 1997; Guida allo studio della Bibbia greca (LXX). Storia, lingua, testi, Roma 1995; numerosi articoli scientifici sulla Bibbia greca (LXX); Dio e l’uomo: la storia di un incontro, Torino, 1998. Ha collaborato alla Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente, Torino 1985; al Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Roma 1988; al Dizionario di Pastorale Giovanile, Torino 21992. Collabora regolarmente al Dizionario di Spiritualità Biblico-Patristica, Roma 1992.
Fino a pochi decenni fa i libri della Torah e dei profeti anteriori erano letti come la collezione redazionale di alcuni documenti tradizionali, denominati jahvista (J), elohista (E), deuteronomico (D) e sacerdotale (P), i primi due risalenti ai secoli X e XI a.C., gli altri due rispettivamente al 600 e all'esilio babilonese. Ma negli ultimi vent'anni lo scenario è assai mutato. In questo lasso di tempo alcuni studiosi e le loro scuole sono giunti addirittura a negare l'esistenza dei due documenti antichi (J e E), riconducendoli ai materiali databili nell'esilio e nell'immediato post-esilio. Con il presente studio l'autore intende ripercorrere il cammino della ricerca attuale e soppesare gli argomenti delle nuove teorie.
Come diceva A. von Harnack, è impossibile scrivere una biografia di Gesù (Vita Jesu scribi nequit). Fedele allo statuto dell’indagine storica, il saggio non si prefigge quindi di ricostruire chi è stato veramente il Nazareno, ma intende piuttosto mostrare che cosa di lui possiamo dire sulla base delle tantissime fonti documentarie criticamente vagliate oggi disponibili.
Da quasi tre secoli la ricerca si è infatti occupata del tema con alterne fortune, e in particolare l’ultimo ventennio ha visto fiorire studi di grande impegno e valore, soprattutto in area anglofona. Il risultato ne è stato una serie impressionante di ipotesi di ricostruzione.
Nello sforzo di potere maggiormente chiarire i termini della questione e proporre soluzioni fondate, l’autore procede con rigore critico e animo sgombro da preconcetti fideistici. Sin dal titolo vuole rendere conto di una importante peculiarità degli studi attuali: Gesù era un ebreo di due millenni or sono, figlio del suo tempo e della sua terra di origine, la Galilea. Il confronto con fenomeni, movimenti e figure della terra palestinese di allora lo mostra ben inserito nel suo mondo, erede della nobile tradizione religiosa giudaica, eppure presenza scomoda suscitatrice di opposizioni tenaci e reazioni violente fino alla condanna alla morte di croce.
Note sull’autore
Giuseppe Barbaglio, studioso di scienze bibliche, ha pubblicato insieme a R. Fabris presso Cittadella il Commento ai Vangeli; presso le EDB, di cui dirige due collane di testi biblici, ha curato gli otto volumi di Schede bibliche pastorali, Bologna 1982-87 e la riedizione di Nuovo Testamento greco-italiano di A. Merk, Bologna 1991, 21933. Ha inoltre pubblicato: Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù, EDB, Bologna 1995, 22001, insieme a Piero Stefani; La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento, EDB, Bologna 1996; La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare, EDB, Bologna 1999, 22000; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l'introduzione e la traduzione.
Le numerose ‘teologie paoline’ degli ultimi due secoli sono la prova che, nell’indagare l’apostolo Paolo, di regola vengono presi in considerazione il suo pensiero e la sua teologia. Ma oggi l’interesse degli studiosi ha cominciato a volgersi al Paolo che ‘fa teologia’, considerando non tanto il prodotto quanto il processo produttivo. Si entra nel suo atelier di scrittore, per cogliere in atto la sua attività di ‘comunicatore’ verso le comunità cristiane: fisicamente assente, vi si rende presente con parola esortativa di pastore e argomentativa di teologo.
Il volume mira a far conoscere il pensatore Paolo, missionario operante sul campo, che riflette, per sé e per i suoi interlocutori, sull’annuncio che va proclamando. Ma quale coerenza emerge da un pensare teologico espresso non in trattati sistematici, bensì in forma epistolare, segnato dalla varietà dei destinatari e dalla diversità degli intenti?
Lo studio è complementare a La teologia di Paolo, di cui costituisce il seguito logico. Si struttura in due parti. La prima evidenzia le caratteristiche formali del pensiero paolino: un pensare teologico dentro il quadro di ferme e tradizionali convinzioni di fede, permeato di cultura giudaica e greca, incarnato nella forma letteraria della lettera, sollecitato da circostanze concrete. La seconda segue da vicino tale processo ermeneutico, mostrandolo all’opera nelle lettere indirizzate alle singole comunità, per le quali Paolo ha rinominato il Vangelo di Gesù Cristo.
Sommario
Introduzione. I. Caratteristiche formali del pensare di Paolo. 1. Un pensare teologico. 2. A partire da. 3. In forma epistolare. 4. Un pensare provocato. 5. Un pensare ‘provocatorio’ e dialogico. 6. Un pensare occasionale. 7. Un pensare motivante e argomentante. 8. Un pensare ermeneutico o interpretativo. II. Paolo pensa e interpreta il vangelo di Cristo. 9. Il vangelo della gratuita elezione divina (1Ts 1-3). 10. Il vangelo della libertà dei gentili (Gal 1-4). 11. Il vangelo della croce (1Cor 1-4). 12. Il vangelo dell’apocalisse dell’imparziale giustizia di Dio (Rm 1-4). 13. Il vangelo per i giustificati: vita nuova e fondata speranza (Rm 5-8). 14. Il vangelo della fedeltà inconcussa del Dio di Gesù a Israele (Rm 9-11). 15. Il vangelo di Cristo risuscitato da Dio come primizia (1Ts 4-5; 1Cor 15). 16. Il vangelo della morte salvifica e oblativa di Cristo. 17. Il vangelo di liberazione per una vita di libertà (Gal 5-6; Rm 6; 12-15). 18. Il vangelo e il suo autentico evangelista Paolo (2Cor). Conclusione. Indici.
Note sull'autore
Giuseppe Barbaglio presso le EDB cura due collane di argomento biblico: La Bibbia nella storia e Scritti delle origini cristiane (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La spiritualità del Nuovo Testamento e l’edizione greco-italiano del Merk; è autore di La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (1996), La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (22001), Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (42003); Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (22001), insieme a Piero Stefani; Canti d’amore nell’antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (22004), insieme a Luigi Commissari.
Ha inoltre pubblicato: I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978 di cui ha curato la traduzione e il commento insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni; Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi, 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma, 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi, 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l’introduzione e la traduzione.