
La diffusione del cristianesimo nel mondo greco-romano produce una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare e nella prassi politica.
L’organizzazione imperiale rispecchia il carattere immanente della spiritualità classica e si propone come ordine definitivo destinato a durare per l’eternità. Tuttavia, tale carattere viene contraddetto dalla crisi del tardo impero e Costantino si avvale del cristianesimo per conservare l’ordine sociale. Proprio il fallimento di questo tentativo suggerisce l’inchiesta sul significato politico del messaggio cristiano. La risposta va cercata nell'opera dei padri postniceni, soprattutto in Agostino: la città terrena può solo trovare una propria giustificazione provvisoria in funzione della città di Dio. La base di tale rivoluzione sta nella rivelazione del logos di Cristo, che si sostituisce come fondamento ai valori della polis greco-romana.
L’opera raccoglie per la prima volta gli scritti completi di Benedetta Bianchi Porro:
I diari nei quali Benedetta, obbedendo a una precisa indicazione della madre, fin da bambina si abituò a descrivere la vita intorno a sé. I pensieri scritti su suggerimento di padre Luciano Viale: frasi incisive, aforismi che evidenziano il formarsi della spiritualità di Benedetta.
L’epistolario dove, attraverso le lettere scritte e ricevute, Benedetta fece conoscere ad un numero crescente di persone la vita intensa che si andava sviluppando nel suo spirito.
Gli scritti minori, temi ed esercitazioni scolastiche attraverso le quali è possibile conoscere soprattutto l’adolescenza, la formazione e la vita di famiglia di Benedetta.
Benedetta Bianchi Porro (1936-1964). Studentessa di medicina per il desiderio di incontrare e servire i fratelli, fu colpita da una terribile malattia che la costrinse a letto. Privata progressivamente della vista e dell’udito, manifestò un indomito coraggio, una curiosità giovanile, una carica umana che attirarono a lei un gruppo crescente di amici. È con questa compagnia e nella vita famigliare che si compie il cammino spirituale di Benedetta. Un cammino che trova nell’Amore di Dio e in Gesù Cristo il suo punto di arrivo.
Del 23 dicembre 1993 è il Riconoscimento delle virtù eroiche.
Il curatore dell’opera, don Andrea Vena, ha pubblicato presso le Edizioni San Paolo Benedetta Bianchi Porro. Biografia autorizzata (2004).
L'interesse di Cirillo e teso a ricercare nell'Antico Testamento prefigurazioni dell'economia salvifica di Cristo.
Affascinato dal dogma della divinita di Cristo, Cirillo fa di questo argomento, insieme col tema della salvezza delle anime, il punto principale del suo Commento a Giovanni.
Tra i più significativi mediatori del Cristianesimo con il mondo dell'alta CtÙtura tra la fine del II secolo e l'inizio del III, Tito Flavio Clemente Alessandrino compone intorno al 190 il Pedagogo. Si tratta di un'opera di importanza straordinaria: per la vicinanza cronologica all'età degli Apostoli, èuno dei primi "grandi libri" del Cristianesimo, un documento imprescindibile per conoscere la Chiesa delle origini; poiché inoltre affronta argomenti di grande attualità, è a noi particolarmente vicino. Pensando non ad una ristretta elite ascetica o monastica, ma ad un pubblico laico, di uomini e donne appartenenti alla classe agiata di Alessandria d'Egitto, Clemente si propone di offrire un manuale di condotta cristiana con precise indicazioni per ogni circostanza della vita: l'abbigliamento, l'alimentazione, la frequentazione dei bagni pubblici, la sessualità, gli spettacoli teatrali; il tutto in un'ottica genuinamente cristiana. Scritta in un greco di squisita raffinatezza e intessuta di numerosissime citazioni di autori pagani (se ne contano circa 750) l'opera ci restituisce un fedele affresco della vita quotidiana ad Alessandria, di grande valore documentario.
L'origine dell'universo, uno studio trasversale delle opere Clementine su Dio creatore, sul creato e sull'uomo. L'interrogativo cosmogonico e teogonico non fu solo dei pensatori e dei filosofi ma anche degli autori cristiani che ebbero come riferimento imprescindibile il racconto genesiaco. Genesi 1-3 fu il primo testo con il quale ogni catecheta era chiamato a confrontarsi per fornire risposte biblicamente fondate alle domande di Dio, sul creato, sulle origini dell'universo e dell'uomo. Il lavoro evidenzia e commenta i concetti e le formulazioni che si leggono in Clemente Alessandrino su Dio creatore, sul creato e sull'uomo creatura per eccellenza. Sulla base di una investigazione trasversale delle opere clementine si è cercato di elaborare una riflessione che possa essere riferimento indispensabile per ogni ulteriore investigazione sul tema nell'ambito della letteratura cristiana antica.
Comunemente conosciuta come "Adversos haereses", ma il cui titolo completo è "Smascheramento e confutazione della falsa gnosi", l'opera di Ireneo di Lione era stata originariamente concepita in due libri. Il primo doveva esporre la dottrina degli gnostici e il secondo confutarla. La stesura definiva fu invece in cinque libri. Ireneo la compose intorno al III secolo in greco, ma l'originale è andato in buona parte perduto già in età antica ed è giunta a noi in traduzione latina e, per alcuni frammenti, in armeno e siriano. Anche se mossa da un intento polemico e non meramente scientifico, l'opera è una delle fonti più antiche e autorevoli sullo gnosticismo, di cui Ireneo si presenta come un fine conoscitore e - come Tertulliano lo definì - "un esploratore curiosissimo di tutte le dottrine". Il secondo tomo completa l'opera.
Uno spaccato prezioso per conoscere di vita e l'indole di un autore che poco ricorda l'austero "Teologo" della tradizione bizantina. Le Epistole di Gregorio Nazianzeno, di cui il volume propone la prima traduzione completa in lingua italiana, costituiscono un osservatorio privilegiato per conoscere la vita e l'indole di un Autore che seppe raccontare, in una prosa d'altri tempi, la quotidianità posta sullo sfondo delle complesse vicende politiche e religiose della seconda metà del IV secolo d.C. Ne emerge un ritratto ricco e complesso per cui Gregorio è al tempo stesso il nostalgico cantore di una giovinezza trascorsa ad Atene, il figlio devoto, l'amico fedele, l'iraconda vittima del "tirannico volere", l'ironico e inflessibile censore di condotte da biasimare. L'intero corpus è anche l'occasione unica per avvicinarci ad una linguaggio che trae linfa dal grande patrimonio della letteratura greca per esprimere una concezione di vita ormai pienamente cristiana.
I Sermoni al popolo offrono uno spaccato storico culturale assai ampio sulle Gallie (i suoi cet sociali, distinti tendenzialmente in ceti nobiliari o benestanti, ceti di operai, contadini e commercianti e ceti meno abbienti), in particolare su Arles e la sua circoscrizione ecclesiastica, di cui Cesario è vescovo dal 503, nonché sulla prassi dei suoi confratelli vescovi e del suo clero, sui nuovi ideali monastici, sui costumi ricorrenti delle popolazioni di riferimento del predicatore Cesario. L'attività letteraria di Cesario fu tutta a servizio del suo impegno pastorale: egli fu soprattutto predicatore, e la raccolta dei suoi Sermoni non solo è la sua opera più importante, ma anche la più significativa del suo tempo.
Da ben quattro secoli il Cantico spirituale di Giovanni della Croce, opera maestra della letteratura religiosa spagnola e sintesi originale tra mistica e teologia, continua a nutrire e a soggiogare chi è alla ricerca di unione profonda con Dio, suscitando commenti e definizioni ardite: bellezza affascinante, lirismo spontaneo, simbolismo dalla prepotente efficacia, profondità dottrinale.