
Efrem il Siro, definito «l’arpa dello Spirito Santo», è un Padre della Chiesa e poeta di lingua siriaca che non esita ad usare tutta la sua potenza creativa per raccontare Cristo, la Sua vita e i Suoi misteri. Lo fa anche quando celebra la misericordia del Signore e l’annuncia nelle sue omelie, meditandola nei commentari. Questo piccolo libro propone la traduzione italiana dell’Omelia sulla peccatrice e di altri testi nei quali Efrem cerca di catturare tutti i riflessi della bontà che il Signore ha mostrato verso questa donna e ce li restituisce attraverso immagini variopinte e originali. Queste pagine sono popolate dai più svariati simboli di Cristo: il Pescatore che va a catturare i peccatori tra gli ubriaconi e le prostitute; il Farmacista che prepara nel mortaio la Medicina della Vita; il “Ladro” a cui piace rubare i peccati.
Alcuni passaggi, infine, sembrano una vera e propria sceneggiatura per un cortometraggio. C’è speranza che vinca un premio di un festival cinematografico? Provate a leggere e a dare la vostra opinione. Attenzione, però, mentre leggete: Qualcuno potrebbe rubarvi proprio i peccati…
Il testo si rivolge ai cultori dei Padri della Chiesa, a chi è interessato alla spiritualità e a chi cerca nutrimento per il cammino personale della quaresima.
Nel contesto dei radicali cambiamenti sociali che continuano a segnare l'attuale storia dell'Europa e del mondo intero, la paura dell'incognito e il timore dei processi di cambiamento rischiano di ridurre la stessa fede cristiana ad un semplice elemento di identificazione culturale o ad uno strumento di conservazione della tradizione nazionale o locale. Alla riflessione su questi temi può contribuire un testo del cristianesimo antico: l'Omelia su Elia e la vedova di Giovanni Crisostomo. Nell'argomentazione di Crisostomo, l'esempio della vedova in Sarepta di Sidone si erge a modello eroico di carità: in essa l'esercizio della misericordia non viene dispensato soltanto mediante i discorsi, ma attraverso i fatti. Nell'elogio della vedova, Crisostomo proietta l'idealizzazione della donna cristiana, che deve distinguersi per fedeltà, dedizione e sobrietà, manifestando anche nella cura esteriore il distacco da ogni forma di vanità e di inutile spreco.
La galassia testuale che trae origine dalla figura dell'apostolo Pietro rappresenta uno degli ambiti di studio più affascinanti e fecondi offerti dal cristianesimo delle origini. Scritti canonici e apocrifi si intrecciano nel tentativo di costruire, a partire dalle diverse memorie relative a Pietro, una silhouette sempre cangiante. Il volume prende in esame tale groviglio di opere e questioni aperte, approfondendo l'analisi di un breve testo in copto rinvenuto sul finire del XIX secolo, capace di svelare orizzonti inconsueti sul periodo iniziale dell'evento cristiano. L'Atto di Pietro - narrazione incentrata sulla figlia dell'apostolo, concupita da un ricco possidente - permette di addentrarsi nelle origini non solo della dogmatica cristiana, ma anche della faticosa formazione dell'identità religiosa dei primi credenti in Cristo, svelando una nuova ipotesi intorno all'organizzazione ecclesiale e agli orientamenti teorici dei primi seguaci cristiani a Roma.
L’economia e i carismi; il mondo disincantato della società di mercato fatto di profitto, ricerca del tornaconto e di denaro, e la dimensione ricca di spiritualità, di gratuità e ideali dei carismi. Sembrano a prima vista due realtà distanti. Ma non è così. È quanto dimostrano gli Autori del volume. La storia, quella economica compresa, è anche il risultato dell’azione dei carismi. In particolare di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi. Il monachesimo, ad esempio, ha creato il lessico economico della rivoluzione commerciale dell’Europa attorno all’anno Mille e le premesse teologiche e culturali per la nascita dell’economia mercantile; il francescanesimo ha dato vita alla prima vera scuola di pensiero economico (Ockam, Scoto, Olivi…), che ha fornito le categorie per interpretare la civiltà comunale. Un approccio originale e sorprendente.
In edizione economica, una traduzione del Cantico spirituale, capace di restituire la lingua immaginosa, metaforica e visiva del mistico-poeta. Considerato, insieme alla Notte oscura, tra le migliori poesie in lingua spagnola sia dal punto di vista formale e stilistico che per l'immaginazione e il simbolismo, il Cantico spirituale occupa un posto centrale tra le opere di Giovanni della Croce. Si tratta di un canto d'amore metaforico in cui la "sposa" (che rappresenta l'anima) ricerca lo "sposo" (che rappresenta Gesù Cristo), trovando la piena gioia dopo essersi riuniti. Si tratta di una sorta di libera versione in lingua spagnola del Cantico dei cantici in un'epoca in cui era proibito tradurre il testo della Bibbia in lingua volgare. La presente edizione, grazie alla traduzione di un linguista, si propone di restituire in modo originale la densità e la ricchezza del linguaggio mistico di Giovanni della Croce.
Bernardo pone al centro della vita cristiana l'esperienza di Dio amore. Ne "L'amore di Dio" egli ci presenta Dio come un Padre che ci ama come figli nel Figlio, che vive e parla nel nostro cuore, che ne diviene il tempio vivo, e chiede la risposta del nostro amore, della nostra fiducia, del nostro abbandono, della nostra preghiera, del nostro dono ai fratelli. Ne "I gradi dell'umiltà e della superbia" Bernardo indica l'umiltà come un camminare sulla via di Cristo, Verbo di Dio e immagine perfetta del Padre, che nella sua Incarnazione si è presentato come l'Umiltà stessa. L'"imitazione" di Cristo rimarrà, d'ora in poi, il centro focale di ogni autentica spiritualità cristiana.
Tre dei piu importanti scritti del Nisseno: Il fine cristiano, La professione cristiana, La perfezione cristiana.
Ilario scrisse De Synodis sotto forma di lettera indirizzata ai vescovi delle province della Gallia, della Germania e della Bretagna, per informarli sulla fede degli Orientali.
L'unico lavoro esegetico di Rufino e l'unico testo a noi noto in cui egli fornisca dati relativi agli ultimi anni della sua vita.
Libello apologetico in 48 capitoli composto da Eusebio, con stile ironico e incisivo, intorno al 312.
le radici filosofiche della spiritualità agostiniana
Il tema della socialità dell'uomo occupa un posto rilevante nella riflessione agostiniana. Per il vescovo di Ippona nessun vivente è così portato alla discordia per vizio e, nello stesso tempo, è così socievole per natura, come l'uomo. In forza della comune origine dall'unico progenitore, Dio ha voluto esortarci alla concordia fra molti. L'unità del genere umano da un solo uomo è perciò invito a costruire l'unità nella molteplicità. Proprio per la complessità e la vastità del tema, l'Autore ha ricondotto l'indagine sull'argomento principalmente al Commento al Vangelo e alla Prima lettera di Giovanni. Nella lettura e commento degli scritti agostiniani, Ceriotti mette in luce la centralità di Cristo, artefice e centro d'unità.