
Medico e filosofo tedesco, di famiglia protestante ma passato al cattolicesimo e diventato prete, Johannes Scheffler (1624-1677), che assunse lo pseudonimo di Angelus Silesius (angelo della Slesia), è stato giustamente definito "versificatore di Eckhart", ma il suo "Pellegrino cherubico" è in realtà una sintesi completa della tradizione mistica occidentale. Esso fonde mirabilmente la riflessione di origine classica, soprattutto neoplatonica, filtrata attraverso i mistici medievali tedeschi, con i motivi più profondi della pietà cristiana. Il versante speculativo del libro è stato altamente stimato da pensatori quali Hegel e Schopenhauer, e la sua profondità psicologica ha causato l'ammirazione di psicoanalisti come Lacan. Il "Pellegrino cherubico" non è però un'opera facile: i suoi distici racchiudono spesso, nel breve spazio di due versi, concetti tra i più elevati del misticismo. La versione qui presentata, con l'accuratezza della traduzione e la ricchezza della introduzione e delle note, permette al lettore la comprensione e il godimento di questo capolavoro della poesia tedesca e di quella spirituale di tutti i tempi.
Il "Contra haereticos" di Alano di Lilla, qui presentato in traduzione integrale, è uno dei più importanti contributi per conoscere più da vicino un autore medievale che ha avuto una notevole importanza nello sviluppo del pensiero della teologia scolastica. È un testo di ferma opposizione alle forme ereticali del tempo, ma è anche uno scontro dialettico, che nulla ha dell'odio cieco e viscerale che comunemente si crede abbia mosso i difensori della fede cattolica. Alano è mosso dal desiderio di persuadere della verità da cui gli eretici si sono colpevolmente separati. Una lezione utile anche oggi, a dimostrazione del fatto che già da secoli sono state date risposte sagge e argomentate a dubbi e obiezioni circa la dottrina cattolica.
Fin dal VI secolo, la Regola di san Benedetto viene letta integralmente tre volte all'anno nei monasteri benedettini e, ogni giorno, l'abate o la badessa ne commentano un passo a beneficio della propria comunità. Essa conserva una sorprendente attualità tanto per i monaci e le monache quanto per i laici impegnati nella società. Nella sua lettura troviamo un tesoro di saggezza e di consigli pratici che ci aiutano a trasformare profondamente la nostra esistenza e il modo in cui guardiamo il mondo, gli altri e noi stessi. San Benedetto non ha altro obiettivo che quello di farci nascere a noi stessi, di liberarci dall'illusione del falso io e dell'apparenza, di farci discendere nelle radici del nostro essere, nelle profondità del nostro cuore, là dove Dio abita. Il problema di Benedetto non è quello di fuggire il mondo, di disprezzarne la realtà, ma di mettersi al posto giusto, quello di un servo buono e fedele, al quale non si deve chiedere ciò che non può dare. In questo senso, la vita monastica non è né rifiuto, né disprezzo, né paura. È un desiderio inappagato, un invito a superare le nostre paure, è infinita misericordia e bontà. Il monaco non è colui che rinuncia, ma colui che cerca sempre di più. Più lontano, più in alto, più forte. Dom Guillaume, monaco cistercense e noto accompagnatore spirituale, ha voluto con questo testo rendere accessibile la Regola benedettina a un pubblico il più ampio possibile, commentandone i suoi settantatré capitoli e rivelando la vitalità e la pace spirituale che può dispensare all'uomo del XXI secolo.
Smentendo il diffuso luogo comune che relega la persona e il pensiero filosofico di Tommaso d'Aquino tra i reperti di un passato lontano e ormai superato, il libro mostra la straordinaria attualità delle riflessioni di questo autore su temi di fondamentale importanza per tutti come il dialogo tra fede e ragione, la relazione tra la natura, l'essere umano e Dio, la verità, il bene e il male, la felicità. Al cuore della filosofia dell'Aquinate sta la sua valorizzazione dell'essere, sia come orizzonte onnicomprensivo di tutte le cose, sia, soprattutto, come energia a cui esse devono l'emergere dal nulla nella loro unica e irripetibile realtà. Una visione radicalmente alternativa a quella, oggi dominante, per cui tutti gli esseri sono solo oggetti da consumare o strumenti da usare, e che apre allo stupore. E dal primato dell'essere scaturisce l'idea che la verità, in quanto incontro primordiale con la realtà, non sta alla fine, bensì all'origine del pensare. Sulla scoperta dell'essere si fondano anche la percezione della bontà di tutto ciò che esiste e il senso della morale, che non è un complesso di soffocanti doveri, ma risposta al fascino del bene e ricerca della felicità.
Il tema del libro non è stato approfondito dagli studiosi come altri temi agostiniani. Si trovano ultimamente dei contributi soprattutto in lingua inglese. La rigenerazione nel sacramento del Battesimo è come l'alveo in cui il padre latino pone l'inizio della divinizzazione dell'uomo, deificazione che è come lo sviluppo progressivo e ultimativo dell'aspetto sacramentale nella vita del fedele cristiano. Rigenerato a vita nuova con il battesimo, l'uomo cresce nella carità, nella speranza e nella fede in Dio Trinità, cioè nelle virtù teologali, e giunge alla beatitudine dell'amore di Dio riversato nei cuori grazie allo Spirito Santo. La grazia della deificazione si compie nell'eternità e non in questa vita, si compie per grazia e non per natura: in terra c'è l'inizio ma non il compimento che è solo nella vita eterna donata gratuitamente da Dio. Scopo del libro è quindi mostrare come la divinizzazione, in Agostino, è l'amore di Dio, è "possedere" e unirsi a Dio, esserne trasformati, perché l'amore è tutto ed è anche il cuore della sua teologia insieme alla grazia.
Santa Veronica Giuliani, vissuta tra il Sei e il Settecento a Città di Castello, in Umbria, è probabilmente l'esponente più rilevante della mistica barocca in Italia. La sua vita spirituale è stata contrassegnata dalla contemplazione amorosa e dall'esperienza della passione di Cristo, dal mistero della croce, dal desiderio incoercibile dell'immolazione e della sofferenza espiatrice. Fenomeni straordinari, eroicamente chiesti e vissuti nel triplice aspetto compassivo, espiativo e redentivo sono solo il segno esteriore di ciò che la santa visse interiormente. La fedeltà nello stare in croce, l'offrirsi vittima, la sua missione diretta e personale, rappresentano le scelte concrete di una donna totalmente dedicata alla sua vocazione. Le pagine del volume rendono ragione di questo singolare compito, vissuto nella più radicale povertà e umiltà, attraverso la presentazione della sua missione espiatrice ("essere mezzana", stare in mezzo). Nella prima parte, la ricerca tratta della vita e della spiritualità di Veronica Giuliani alla luce dei suoi scritti, considerando il contesto spirituale del XVII e XVIII secolo. La seconda parte studia il Diario della santa e propone una rigorosa indagine lessicale proprio sul significato del termine "mezzana".
Intorno all'anno 100 il cristianesimo si espande in modo vivace e diversificato. Appaiono scritti incompatibili con i Vangeli, si discute sull'Antico Testamento e la sua interpretazione, sulla data della Pasqua, sul ruolo dei profeti e dei vescovi, su quello dei movimenti profetici e spiritualisti. Questo quadro potenzialmente problematico e critico accompagna un secolo e mezzo di dibattiti che approderanno a un consenso sui libri riconosciuti come canonici e su una Bibbia composta da due testamenti. Quattro figure, in particolare, animano la riflessione e contribuiscono a sistematizzare il pensiero della Chiesa: Ireneo, che esercita una forte influenza sul cristianesimo dei primi secoli; Tertulliano, per l'innegabile rigore del suo pensiero; Clemente di Alessandria per la sua teologia della cultura, e Origene per la dimensione sorprendente della sua opera. Comprendere gli anni decisivi tra la fine del I secolo e la metà del III significa mettere in luce itemi e i problemi che accompagneranno il cristianesimo lungo tutta la sua storia.
Il volume, come il precedente, offre una ricca scelta di meditazioni tratte dalle opere ascetiche di S. Alfonso Maria de Liguori. Naturale compimento di un'opera che chiama tutti alla crescita della fede e alla maturita cristiana. I testi continuano la scansione dell'anno liturgico: nel presente volume sono raccolte le meditazioni che si riferiscono alle feste mobili, alle ricorrenze di alcuni santi e al tempo ordinario. Il volume si conclude con una sezione dedicata ai sacerdoti e ai religiosi. Sono anche riportati i testi di preghiere e canti celebri.
La figura di Tommaso Moro si erge come esempio di irremovibile solidità morale, di fede provata e di coscienza retta. La fortezza d'animo e la serenità con cui affrontò la drammatica vicenda della sua condanna a morte e del suo martirio, per mano del re Enrico VIII, fu solo il naturale epilogo di una vita virtuosa in cui emerse come caratteristica fondamentale il primato della coscienza. Questo saggio vuole ripercorrere le tappe della vita di Tommaso Moro seguendo questo "filo rosso" della centralità della coscienza. In tutte le scelte che dovette affrontare, non solo nel momento del suo processo in cui la questione affiorò in modo particolarmente significativo, il filosofo inglese diede ascolto alla propria coscienza come luogo in cui si rivela la voce di Dio che guida l'uomo a scegliere il bene e a rifiutare il male. Di fronte all' imminente condanna Moro dimostrò una fermezza irremovibile: la sua priorità non fu preservare la propria vita terrena ma salvare l'anima dalla dannazione. La decisione di rifiutare gli atti del Parlamento, infatti, non fu motivata tanto da argomentazioni politiche quanto dalla fedeltà alla propria coscienza, alla Chiesa e a Dio: «Egli moriva da fedele e buon servitore del re, ma prima di tutto di Dio». Prefazione del card. Robert Sala. Postfazione di Elisabetta Sala.