
Una riflessione cristiana sul "New Age", movimento la cui religiosità esercita una forte attrazione su alcuni cristiani, forse anche a motivo della mancanza di una seria attenzione nelle proprie comunità a temi che fanno realmente parte della sintesi cattolica, quali l'importanza della dimensione spirituale dell'uomo e la sua integrazione con l'insieme della vita. Questo studio è il frutto della riflessione comune del Gruppo di Studio sui Nuovi Movimenti Religiosi, composta dai membri dello "staff" di diversi Dicasteri della Santa Sede: il Pontificio Consiglio della Cultura, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e altri.
In continuità con l'eredità giubilare, Giovanni Paolo II, intende ridestare lo "stupore" eucaristico nella Chiesa. "Contemplare Cristo implica saperlo riconoscere dovunque Egli si manifesti, nelle sue molteplici presenze, ma soprattutto nel Sacramento vivo del suo corpo e del suo sangue. La Chiesa vive del Cristo eucaristico, da Lui è nutrita, da Lui è illuminata. L'Eucarestia è mistero di fede, e insieme mistero di luce".
Questa Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI porta a compimento un progetto avviato nel 1997 con un primo documento, dedicato al catecumenato degli adulti, e proseguito nel 1999 con una seconda nota riguardante l'iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai sette ai quattordici anni. Il presente documento, diviso in quattro capitoli, dà indicazioni concrete sul modo di rapportarsi a quanti ritornano alla fede o chiedono il completamento della loro iniziazione cristiana. A tale scopo sollecita le comunità ecclesiali a istituire "cammini di ricerca e di ascolto di sé, percorsi di approfondimento e di esplicitazione delle domande 'profonde', veri e propri itinerari di riscoperta della fede". Si tratta di cammini molto diversi che devono tenere in considerazione le molteplici situazioni personali di chi si riaccosta alla Chiesa. È indispensabile, inoltre, secondo questa Nota che "le nostre comunità abbandonino le loro presunzioni? e si offrano come luoghi in cui ognuno è rispettato nelle sue scelte, non giudicato; aprano le loro braccia materne per offrirsi come espressione di libertà nella ricerca della fede".
Esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II, su Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l'Europa. L'Assemblea sinodale, svoltasi dal 1 al 23 ottobre 1999, si è rivelata una preziosa opportunità di incontro, di ascolto e di confronto. Ne è emersa la volontà di recepire l'appello che lo Spirito rivolge alle Chiese in Europa per impegnarle di fronte alle nuove sfide.
In questa sua Lettera pastorale alla Diocesi di Novara per il 2003-2004, mons. Corti prende come punto di partenza l'esperienza di conversione di sant'Agostino. La domanda di fondo è: chi ha aiutato Agostino a diventare cristiano? Secondo mons. Corti, Agostino nel suo cammino di conversione, durato oltre 10 anni, ha incontrato cristiani a cui deve moltissimo: Ambrogio, Monica, Simpliciano, Ponticiano ecc. Tutti testimoni della fede di cui Agostino parla nelle Confessioni. Per questo, rileggere le Confessioni di Agostino può senz'altro aiutare i giovani. In modo particolare la sua vicenda conduce a considerare due aspetti fondamentali per la vita dei giovani: la ricerca della verità e l'esperienza degli affetti. Agostino ha scoperto la verità profonda sul senso della vita umana in Cristo, maestro e salvatore, e ha maturato l'esperienza affettiva compiendo un cammino verso quella libertà con cui Cristo ci ha liberati.
Considerazioni da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che non contengono nuovi elementi dottrinali, ma intendono fornire alcune argomentazioni di carattere razionale, utili alla redazione di interventi più specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo: interventi destinati a proteggere e a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva.
La Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" - sollecitata e incoraggiata dalla Conferenza Episcopale Siciliana - presenta in queste pagine gli spunti iniziali di una riflessione che si propone di aiutare le Chiese e i cristiani siciliani a conoscere il profilo religioso e culturale delle comunità e dei gruppi di emigrati di fede islamica, che continuamente arrivano in Sicilia permanendovi stabilmente o periodicamente per cercare lavoro e sostentamento economico.Tale conoscenza è indispensabile per avviare un processo, interno alla fede cristiana, che porti a un autentico discernimento sull'islam. La presente riflessione, più generale e sintetica che specialistica e analitica, si articola in tre parti:1) un'introduzione sull'islam come uno dei segni dei tempi da scrutare;2) un'esposizione degli elementi utili per un discernimento cristiano sull'islam;3) una riflessione sul dialogo interreligioso e sulla pastorale, con particolare attenzione alla formazione da avviare all'interno delle comunità cristiane.
Si tratta di una riflessione sull'identità dei laici cristiani. L'autore, E. Masseroni, a partire dalla Parola di Dio e da alcune icone bibliche, quali le beatitudini matteane e la parabola giovannea del vignaiolo, della vite e dei tralci (e altre), dipana la sua riflessione iniziando, nell'Introduzione, col radicare l'identità del laico cristiano nell'identità stessa di Gesù Cristo: sacerdote, profeta e re, inviato del Padre. Successivamente, articola l'argomentazione in tre grandi fasi:1. L'indole "secolare" della missione laicale. 2. La ministerialità dei laici nella comunità cristiana. 3. Per incidere nella storia: la formazione permanente. L'ora dei laici è scoccata per la Chiesa, mater et magistra, con il Vaticano II: "Venite anche voi nella mia vigna" (Mt 20,7). Qual è il segreto per portare frutto da parte della vigna? Lasciarsi plasmare da Dio o, meglio, collaborare con l'azione misteriosa ma reale di Dio, che è il primo educatore della persona umana. Addentrasi nell'ambito della dottrina sociale della Chiesa, senza rischiare di arrivare a ricette prestabilite in risposta alla vastità e complessità dei problemi odierni, è un'impresa molto ardua. Ma l'autore pare ci sia riuscito e bene.
Sempre più spesso quella che si definisce "finanza internazionale" esce dai circoli degli addetti ai lavori e fa irruzione nella vita di tutti i giorni della cosiddetta gente comune: lo vediamo sulle pagine dei nostri giornali e nei servizi televisivi; la incontriamo, più o meno consapevolmente, quando prendiamo decisioni sull'investimento dei nostri risparmi; facciamo i conti con le conseguenze dei suoi movimenti come consumatori e come lavoratori; ne facciamo oggetto delle nostre preoccupazioni quando, come cittadini motivati e attenti al bene comune, prendiamo coscienza di fenomeni preoccupanti, come quelli del debito estero dei Paesi poveri o delle tragiche condizioni di vita di troppi abitanti del nostro pianeta. Si tratta di una delle conseguenze di quel processo di globalizzazione che caratterizza il mondo contemporaneo e da cui non è possibile tirarci fuori. Tutti questi fenomeni ci interpellano anche come credenti e chiedono da noi risposte precise, che si traducano in azioni e prese di posizione. Di fronte a questo compito tanti si sentono presi alla sprovvista, privi di adeguati riferimenti e criteri per orientarsi in una materia complessa e in una marea di informazioni, di fonte diversa e difficili da controllare.
Serie di indicazioni, da parte della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, sulla partecipazione dei fedeli laici alla celebrazione dell'Eucarestia, sulla celebrazione della Santa Messa da parte dei sacerdoti, sulla santa Comunione e il culto all'Eucaristia fuori della Messa. Il documento mette in guardia da tutta una serie di possibili abusi.
Questa importantissima Nota pastorale della CEI, sulla scia degli orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, ridefinisce il volto missionario delle parrocchie. Nella prima parte, che ha carattere introduttivo, viene delineato il contesto missionario delle indicazioni pastorali proposte in seguito, tenendo presente e rispondendo al cambiamento culturale in atto, di cui sono evidenziati alcuni fenomeni specificamente legati alla parrocchia. La seconda parte, invece, è dedicata a illustrare le valorizzazioni e le scelte ritenute più significative, raccolte per ambiti. In modo particolare si insiste sull'itinerario di iniziazione cristiana, considerato sia in rapporto ai fanciulli sia in rapporto agli adulti. Al vertice del cammino di iniziazione sta l'esperienza eucaristica della parrocchia nel giorno del Signore. Le parrocchie sono invitate soprattutto a farsi carico della situazione degli adulti, con particolare attenzione alla famiglia, al lavoro, al riposo. Ampio spazio viene dato alla cosiddetta "pastorale integrata".
Il 6 agosto del 1964, Paolo VI si rivolgeva alla Chiesa e al mondo con questa sua prima enciclica Ecclesiam suam. Fu un documento che segnò uno stile nuovo non solo tra Chiesa e mondo, ma anche per il dialogo interconfessionale e interreligioso. Il Concilio Vaticano II stesso nelle grandi costituzioni come la Lumen gentium e la Gaudium et spes, e nei decreti Unitatis redintegratio, Nostra aetate e Dignitatis humanae, deve molto allo spirito che soggiace a questa enciclica.Per questo, a quarant'anni di distanza, sembra opportuno più che mai ripresentare questa enciclica con una nota teologica, elaborata da don Ettore Malnati, sacerdote della diocesi di Trieste, grande esperto di ecumenismo, che possa aiutare ad apprezzare questo preziosissimo documento che Paolo VI offrì come chiave di lettura del suo intero ministero petrino e del suo modo di porsi a servizio del Vangelo e dell'uomo, pensando a un progetto di Chiesa, Corpo Mistico di Cristo nella storia, dove la dimensione della relazionalità non sia motivo di contrapposizione ma di arricchimento. Questa nuova edizione dell'enciclica è anche arricchita con la riproduzione di alcune pagine del testo autografo di Paolo VI, conservato in Vaticano presso l'Archivio della Segreteria di Stato, nel fondo Raccolta Manoscritti di Paolo VI.