
Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha offerto una bella enciclica sulla Speranza cristiana, capace di illuminarci, incoraggiarci e stimolarci.
La parte dottrinale dell’Enciclica incomincia con uno studio sul concetto di speranza basata sulla fede e si pone poi due domande fondamentali: Che cosa è la vita eterna, oggetto della speranza cristiana? La speranza cristiana è individualistica? Ad esse il Papa risponde descrivendo la vera fisionomia della speranza cristiana.
La parte pastorale dell’Enciclica si interessa dei «luoghi» di apprendimento e di esercizio della speranza: la preghiera, l’agire, il soffrire, l’attesa del Giudizio di Dio.
L’Enciclica si conclude con una contemplazione della Vergine Maria, «Stella della speranza».
Questo volumetto vuole aiutare i lettori ad accostare i contenuti principali del testo di Benedetto XVI, toccando i vari aspetti. Il Card. A. Vanhoye offre una puntuale lettura d’insieme; M. Toso ne evidenzia la rilevanza culturale e sociale; C. Bissoli ci fa vedere come la Parola di Dio risuona dentro un quadro di intenso dialogo con l’esistenza; S. Palumbieri ci aiuta a scoprire la speranza sul versante antropologico, il cui fondamento rimane Gesù, uomo-Dio; J.L. Plascencia ne illustra la dimensione teologica e P. Carlotti quella teologico-morale; M. Farina presenta un approccio pastorale e L. Macario ne fa una lettura pedagogico-educativa.
L’Autore ha partecipato al Sinodo «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» in qualità di esperto. Ha avuto modo di ascoltare gli interventi dei Padri sinodali in assemblea e di esprimere il suo parere nei gruppi di lavoro. Nei corridoi gli è stato dato di dialogare con i Padri sinodali, ascoltare diversi punti di vista, chiedere chiarificazioni, esprimere francamente il suo pensiero.
Finito il Sinodo, è stato chiamato in varie diocesi italiane, dove ha trovato notevole interesse, come a dire che il Sinodo, i suoi lavori e risultati, sono sentiti da molti come una cosa di noi popolo di Dio, strumento provvidenziale per proseguire e rafforzare il cammino di questi quarant’anni dopo la promulgazione della Dei Verbum.
Con questo intento pastorale ha radunato il materiale di questo libro. Ne è uscito un sussidio informativo sul Sinodo, volutamente sintetico, ma sostanzialmente fedele alla realtà dell’avvenimento e soprattutto atto a stimolare l’impegno per una pratica biblica rinnovata.
Ha cercato anche di prospettare la ricaduta di questo grande evento nella pastorale della nostra Chiesa in Italia, proponendo un cammino formativo a riguardo dell’incontro con la Sacra Scrittura.
Chiude il libro il frutto concreto del Sinodo: il testo delle Proposizioni con un breve commento di ciascuna e finalmente il Messaggio, da considerare quale testo-anima del Sinodo nella sua globalità.
Caritas in veritate affronta molteplici aspetti della vita umana in un contesto di globalizzazione e di cultura che sperimenta, con una rapidità impressionante e sconcertante, un permanente stato di fusione e di rifacimento delle tradizioni, dei vincoli, delle istituzioni e degli ethos. Benedetto XVI desidera offrire a questo mondo in subbuglio, un supplemento di riflessività, che riponga al centro del reale processo della globalizzazione la vita delle persone, nella loro qualità di soggetti capaci di vero, di bene e di Dio.
La Caritas in veritate è per la progettualità del Terzo Millennio. A fronte dei problemi complessi che caratterizzano la nostra epoca e dello scoraggiamento che spesso assale anche i più volonterosi, essa addita una progettualità germinale che attinge la sua forza liberatrice e la sua profeticità dal Vangelo, dalla vita di comunione con il Signore Gesù.
Essa si avvale simultaneamente del grande patrimonio sapienziale precedente, di cui intende sviluppare tutte le potenzialità, aggiornando e innovando. Intende così promuovere il Magistero sociale, a cui si allaccia seconda la modalità della continuità-discontinuità.
Proprio per questo, M. Toso articola le sue riflessioni introduttive dapprima illustrando gli «antecedenti» e, successivamente, presentando i contenuti più salienti della nuova enciclica, contestualizzandoli e commentandoli con riferimento alle problematiche della comunità ecclesiale e della società odierna. Egli privilegia la tematica dello sviluppo integrale su cui la stessa enciclica si ripropone di riflettere «nella carità e nella verità».
Mons. Chenis, nei pochi ma fecondi anni di attività pastorale, culturale e istituzionale, ha dato a tutti noi l’opportunità di apprezzare la sua straordinaria esperienza di umiltà e di dedizione all’amore di Dio, disponibile per chiunque avesse bussato alla sua porta, sempre pronto ad accogliere, ammaestrare, donare.
Mons. Chenis aveva la capacità di unificare in sé la passione per la bellezza e per l’arte con l’amore per il Signore, a partire dalle cose di ogni giorno: la sua quotidianità era improntata alla ricerca della volontà di Dio, a partire dallo splendore che rifulge nella bellezza della creazione e, ancor più, nella magnificenza della Redenzione.
Egli è giunto presso la nuova Diocesi forte della preziosa esperienza di segretario della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa, che aveva impresso in lui un profondo senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e di progettualità sempre rinnovata per il bene della Chiesa. La nuova sfida pastorale lo ha da subito proiettato in una instancabile opera di evangelizzazione e di amore verso il prossimo, investendo sempre più energie, non risparmiando nulla di sé.
Nel suo operoso impegno di vescovo non trascurava mai, infatti, la dedizione per la ricerca filosofica e teologica presso l’Università Pontificia Salesiana, e, in particolare, nella sua attività pastorale, l’attenzione per la liturgia e la cura di ogni suo aspetto, considerata come un segno della delicatezza dell’amore di Dio per ogni uomo. La liturgia costituiva la chiave di volta della sua spiritualità, dove l’arte diviene preghiera e il bello si incarna in un Volto, quello del Signore Gesù. Un Volto che vuole incontrare il volto di tutti e di ognuno, e che mons. Chenis ricercava con tutto se stesso.
(dalla Prefazione).
Dai loro frutti li riconoscerete (Mt 7,15-16).
La comunicazione non è un mondo a parte,
perché coinvolge tutto ciò che la Chiesa fa ed è.
Il messaggio è ciò che siamo.
La Chiesa comunica ciò che è e ciò che fa.
Lo sviluppo umano integrale è la categoria, sintetica e prospettica, prescelta dalla prima enciclica sociale di Benedetto XVI per la tematizzare, per il XXI secolo, la Dottrina sociale della Chiesa intesa come Caritas in veritate in re sociali. In innovativa continuità col magistero conciliare, specialmente della Gaudium et spes, l’enciclica punta ad una teologia di questo sviluppo come irrinunciabile apporto specifico della fede cristiana alla costruzione di un mondo buono e giusto, nel rispetto convinto e convincente della consistenza propria di ogni realtà terrestre. L’acme di quest’apporto è il nuovo credito e il nuovo spazio richiesto, nell’economia e nella politica, in nome dell’essere e del vivere personale ed interpersonale di ogni uomo e dell’intera umanità. È qui il raccordo con l’ineludibile istanza etica, che assuma e svolga il progetto non un’etica qualsiasi, ma di una autentica “etica amica” della persona, naturalmente nella verità.
Silenzio e Parola. Cammino di evangelizzazione è il tema del Messaggio di papa Benedetto XVI in occasione della XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, celebrata nel mese di maggio 2012. Alla luce di questo testo, che viene riportato integralmente all’inizio del volume, alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana e della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” (Simonetta Blasi, Maria Antonia Chinello, Antonio Giannasca, Franco Lever, Mauro Mantovani, Fabio Pasqualetti, Maria Paola Piccini, Vittorio Sammarco, Carlo Tagliabue), offrono nove saggi sulle tematiche del Messaggio a partire dalle loro specifiche competenze.
Si tratta di “Percorsi di comunicazione” utili sia per coloro che sono più direttamente “addetti ai lavori” nel campo della comunicazione e sia per chi opera negli ambiti della promozione e animazione sociale, culturale, educativa e nell’azione pastorale. Questa raccolta di studi, infatti, realizzata all’interno della significativa cornice dell’Anno della Fede, del 50.mo anniversario dell’Apertura del Concilio Vaticano II e del Sinodo dei Vescovi (XIII Assemblea Ordinaria) dedicato al tema della “Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, rappresenta un contributo alla riflessione sulla trasmissione e la comunicazione della fede nell’oggi della Chiesa e di un mondo in sempre più rapida trasformazione.
Franco Lever è docente emerito di Teoria e tecniche della televisione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana, di cui è stato il Decano fino ad aprile 2012. Segue ora con particolare interesse l’edizione online de “La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche” (www.lacomunicazione.it).
Mauro Mantovani è attualmente Vicerettore dell’Università Pontificia Salesiana e Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale. È docente ordinario di filosofia teoretica.
Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione è il titolo del volume ed anche il tema del Messaggio di Papa Benedetto XVI in occasione della XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali celebrata il 12 maggio 2013. Il testo del messaggio è stato l’ispiratore di dieci brevi saggi attraverso i quali il direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (mons. Domenico Pompili) ed alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontifica Salesiana (Cosimo Alvati, Simonetta Blasi, Emanuela Coscia, Franco Lever, Mauro Mantovani, Fabio Pasqualetti, Maria Paola Piccini, Pietro Saccò, Carlo Tagliabue), hanno voluto commentare il Messaggio di Papa Benedetto XVI alla luce della propria esperienza accademica e professionale nel campo della comunicazione sociale.
Questa pubblicazione è il secondo volume di Percorsi di comunicazione, un progetto editoriale e culturale avviato nel 2013 dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontifica Salesiana, con l’intenzione di proporre delle riflessioni e approfondimenti su temi specifici nel campo della comunicazione. Un cammino di conoscenza e di aggiornamento in quell’ambito scientifico che assume sempre più i tratti di «una nuova ‘agorà’, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità» (Benedetto XVI, Reti sociali).
"Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro" è il titolo del primo messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali (la XLVIII, celebratasi il primo giugno 2014). Alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma, secondo le proprie specifiche competenze, ne hanno approfondito le tematiche, sottolineando particolarmente il richiamo del papa al mondo dei media ad "aver cura" dell'umanità.
Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore è il titolo del Messaggio di Papa Francesco in occasione della XLIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (2015). Il Messaggio ci ricorda che l’autentica comunicazione è scoperta e costruzione di prossimità e la famiglia è il luogo privilegiato per vivere e raccontare questa scoperta. È nella famiglia, afferma il Papa, che si apprende «la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra». Gli autori del volume, ciascuno secondo la propria specifica competenza, si sono lasciati interpellare da questa e da altre provocazioni presenti nel Messaggio offrendo contributi originali e tra loro complementari per la comprensione di un tema indubbiamente “strategico” e di grande attualità.
Interventi di: Simonetta Blasi, Enrico Cassanelli, Chiara Giaccardi, Roberta Gisotti, Mauro Magatti, Mauro Mantovani, Gianfranco Noferi, Orie­le Orlando, Fabio Pasqualetti, Maria Paola Piccini, Tiziano Salvaterra, Paola Springhetti, Carlo Tagliabue.
Paola Springhetti, giornalista, si occupa in particolare di terzo settore. Insegna Giornalismo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Tra le sue ultime pubblicazioni: Corso base di Giornalismo (con Pietro Saccò), Las, Roma 2014; Donna fuori dallo spot. Il diritto di essere se stesse, Ave, Roma 2014.
Enrico Cassanelli, salesiano, è docente di Teoria e Tecnica del linguaggio televisivo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Si è formato in regia cinematografica e in sceneggiatura presso la Scuola di cinema “Anna Magnani” di Prato, la NUCT e lo IED in Roma, e la Scuola di Cinema ESCAC di Barcellona (Spagna).
Il Concilio Vaticano II, per manifestare la realtà teologica che la famiglia cristiana rappresenta, fece ricorso alle endiadi "chiesa domestica" (cf "Lumen Gentium", n. 11). Nella riflessione ecclesiale si riaprì una prospettiva per lo studio e per la comprensione più approfondita di questa realtà. Da quella pietra miliare, nel magistero e negli scritti di molti autori che trattano della famiglia cristiana, l'appello all'ottica ecclesiologia nella formulazione della sua identità e dei suoi compiti è stato, innegabilmente, favorito. Tuttavia, alcuni autori mettano ancora in discussione la possibilità o, almeno, la convenienza, di riferirsi alla famiglia cristiana in questi termini. La questione non è, quindi, del tutto risolta. Anche i "Lineamenta" per la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si domandano come concepire la famiglia quale "chiesa domestica" (cf "Domande", n. 13).
Questo volume intende offrire un contributo sull'argomento, cercando di aiutare ad approfondire la comprensione della famiglia cristiana come "chiesa domestica", di proporre alcuni spunti per la proclamazione del progetto di Dio sulla famiglia e di favorire una fondazione teologica della pastorale familiare.
Il testo fa un bilancio di quanto, nel corso degli ultimi anni, è stato detto su questa particolare caratterizzazione della famiglia cristiana, affinché non si perda una preziosa memoria storica e si trovino fecondi stimoli per ulteriori riflessioni e si avvertano anche alcune devianze. esso avrà raggiunto il suo obiettivo se contribuirà alla riflessione teologica sulla famiglia e aiuterà i lettori ad approfondire con rinnovato interesse questi temi o a prepararsi più adeguatamente al servizio pastorale.
L’interculturalità è una via da percorrere obbligatoriamente nella formazione delle vocazioni oggi. L’attuale internazionalizzazione e presenza multiculturale nelle comunità di consacrati, richiede dei codici della convivenza per una vera testimonianza di fraternità e di scambio tra le differenze culturali. Il colore della pelle e la diversità culturale continuano a costituire una difficoltà nei rapporti di comunità. L’ideale di comunione voluto da Gesù e dal concilio Vaticano II, si deve rivelare nella fraternità vissuta dai membri più eminenti della Chiesa. Pure il mondo globalizzato sfida l’armonia comunitaria con i suoi nuovi mezzi e tecnologie di comunicazione. Perciò, alle sfide esaminate nei due primi capitoli, la riflessione risponde negli altri due capitoli indicando la prospettiva di formare un’identità vocazionale e plurale forte, e di programmare processi di assimilazione della spiritualità di comunione. A questo fine sono chiamati in campo preziosi suggerimenti del magistero e coraggiose indicazioni della pedagogia interculturale.