
La discriminazione anticristiana per il giudizio morale perenne sull'omosessualità. Questo saggio offre, oltre ad un'analisi rigorosa del progetto di legge totalitario, una disamina inedita dei casi di persecuzione, politica e penale, della lobby omosessualista nei confronti di cristiani in Italia e all'estero. Presenta inoltre una raccolta di documenti, unica nel suo genere, che dimostra come la condanna morale dell'omosessualità dai primi Padri e Dottori ai nostri giorni sia costante e inappellabile.
Recensione
Il 15 ottobre 2008 a Holland, nell’Ohio, un certo “Joe l’idraulico” ferma l’allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti Barack Obama chiedendogli una spiegazione semplice della crisi economica che lo sta rovinando. Forse questo personaggio non si chiama Joe e non fa neppure l’idraulico: ma in America diventa l’icona nazionale di chi si pone domande di fronte a una crisi che non capisce. Che cos’hanno da dire a Joe l’idraulico, Benedetto XVI e la dottrina sociale della Chiesa? Questo testo – scritto a quattro mani da un sociologo e da un economista – vorrebbe rispondere in modo semplice a quesiti che spesso spaventano proprio per la loro complessità, e vorrebbe presentare in tutta la sua ricchezza l’insegnamento sull’economia di Benedetto XVI, la quale culmina nell’enciclica Caritas in veritate. Ne emerge un magistero forte, coerente, chiaro, dove il Papa propone la carità nella verità come l’unica soluzione a una crisi nata dalla cattiva politica, dalla cattiva economia ma soprattutto – e ultimamente – dal peccato originale. È il peccato – originale e attuale – che ha seminato il male nel cuore degli uomini, preparando gli errori e gli orrori delle ideologie e organizzando, oggi, l’ultima sinistra impostura: quella della tecnocrazia, dove una tecnica che si è proclamata indipendente dalla morale nega Dio e cerca di soggiogare l’uomo.
L'Autore
Massimo Introvigne, sociologo, è direttore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e reggente nazionale vicario di Alleanza Cattolica. È autore di quaranta volumi in tema di sociologia delle religioni, pluralismo religioso contemporaneo e dottrina sociale della Chiesa.
Piermarco Ferraresi, economista, insegna Economia Industriale ed Economia Pubblica nella sede di Biella dell’Università di Torino. Tra il 2003 e il 2004 è stato consulente della Banca Mondiale sulle politiche previdenziali. È anche presidente della Sace, la società che gestisce l’aeroporto di Biella, socio di Alleanza Cattolica e autore di numerose pubblicazioni in tema – in particolare – di economia della previdenza sociale.
Parlare d’emergenza educativa è di moda. Paventarne le conseguenze drammatiche è semplice, basta appellarsi ad evidenze già disponibili di disagio pubblico e privato che di là provengono. Tutto questo non nutre però le ragioni di un ravvedimento collettivo. Così, nella quotidiana prossimità educativa, errori ed opzioni fallimentari si perpetuano, con allegra disinvoltura, se non con aggressiva ostentazione. Non potrebbe accendere qualche rinnovata speranza la revoca di quella idolatria della criticità che porta la nostra cultura a confondere la testimonianza con l’ideologia e a bandire significati e profezia dal gesto educativo?
Paolo Zini (1966) è religioso tra i Salesiani di Don Bosco. Laureato in Filosofia e Teologia è docente di Filosofia morale e Filosofia della religione presso il Centro Salesiano di Studio «Paolo VI» di Nave (BS) affiliato all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato presso l’editrice Glossa i volumi Semantica dell’onnipotenza. Hegel e Barth: Volto della storia, volto di Dio (2003) e Libertà e compimento. Saggio di filosofia della religione (2008). Con Fede & Cultura ha pubblicato anche "Sapere di credere" (2010).
Paolo VI si fece leggere la lettera più volte, lacrime di dolore e di sconcerto gli rigarono il volto: “Mi hanno tradito! Mi hanno tradito! Oh mio Dio, aiutami! Il fumo di Satana si è infiltrato nella Tua Chiesa!”…
Da quella che è passata alla storia come la “notte oscura di Paolo VI”, nasce e si sviluppa l’ultimo romanzo di Rosa Alberoni: un avvincente e affascinante thriller ambientato all’interno delle mura vaticane, nel bel mezzo del Concilio Vaticano II. Tra eresie mal celate, incontri segreti, progetti minacciosi, sofismi, trucchi e continui colpi di scena, Rosa Alberoni racconta in maniera mirabile il complotto di una minoranza organizzata che aveva l’obiettivo di scardinare il primato di Pietro, di respingere la Madonna come Madre di Cristo, di negare l’esistenza dei Santi e, ancor peggio, l’esistenza del diavolo, e di condurre la Chiesa Cattolica alla deriva protestante. Ma proprio quando la battaglia sembra ormai perduta, in modo misterioso e Provvidenziale, la congiura viene scoperta.
Rosa Alberoni, vive a Milano. Scrittrice, professoressa universitaria di Sociologia Generale, giornalista, ha collaborato con molti quotidiani, l’ultimo dei quali è il “Corriere della Sera”, e ha tenuto una rubrica su “Sette” e “Corriere Magazine”. Ha scritto numerosi saggi e romanzi pubblicati da Rusconi, Mondadori e Rizzoli. Ricordiamo solo alcune delle opere edite da Rizzoli: il più recente romanzo La prigioniera dell’Abbazia e gli ultimi fortunati saggi La cacciata di Cristo e Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin.
È nota la chiave ermeneutica proposta da Benedetto XVI per la retta interpretazione del Concilio Vaticano II: "Continuità nella riforma o nel progresso", contro l'interpretazione che vede nelle nuove dottrine del Concilio un adeguamento alla modernità, tale da smentire la dottrina cattolica precedentemente insegnata dal Magistero della Chiesa. Questa tesi della "rottura" appare una logica e normale risposta alla tendenza neomodernista e relativista che nega l'immutabilità della verità e sostiene la veritas filia temporis. Per questa corrente la verità è nel presente e negando quella del passato, che a sua volta sarà negata da quella del futuro. Dalla parte opposta abbiamo i lefebvriani, i quali, seppure consapevoli dell'immutabilità della verità di fede, non riescono a vedere nelle dottrine del Concilio una conferma ed uno sviluppo omogeneo della Tradizione, senza alcuna smentita o contraddizione. Non capiscono che la Chiesa dev'essere moderna, benché non modernista. Una distinzione da tenere presente è quella tra l'aspetto pastorale e l'aspetto dottrinale degli insegnamenti del Concilio. Mentre per quanto riguarda la dottrina si dà un'evoluzione omogenea, in quanto migliore conoscenza del dato rivelato, per quanto riguarda la pastorale esistono opportune e doverose "rotture" col passato e forse anche qualche sbaglio da correggere. Mentre il Magistero è infallibile nella dottrina, non lo è nella pastorale.
Richiamandosi al Concilio Vaticano II si è operata una demolizione sistematica di quasi tutta la ricchezza musicale della tradizione cattolica in favore di musica profana entrata di prepotenza in chiesa. Questa svolta è stata operata in contrasto con gli insegnamenti ininterrotti della Chiesa, che il Concilio non ha smentito, che Giovanni XXIII ha riaffermato con chiarezza e che Paolo VI ha continuamente richiamato e autorevolmente spiegato. I primi a soffrirne sono i fedeli, che dalle contrapposizioni e dai relativi dissidi escono frastornati e ulteriormente provati nella spiritualità liturgica e forse anche nella fede. Questo timido e provvisorio bilancio relativo alla musica liturgica post-conciliare potrà servire alle generazioni future per realizzare quell’armonia che le nostre generazioni, immediatamente post-conciliari, non hanno conosciuto.
Parlare oggi del Concilio Ecumenico Vaticano II significa inserirsi in un dibattito acceso. Pare che il confronto con esso implichi il prendere posto in un'aula parlamentare: chi sta alla destra, difensore di una tradizione che ne sarebbe uscita vituperata, chi sta alla sinistra, convinto che tale evento abbia aperto una "breccia di Porta Pia" nel monolitico edificio ecclesiale, consentendo di reinventarne dottrina, morale, liturgia e disciplina. Quale parte scegliere? Su quali basi? Nessuna delle due: sembrerebbe una condanna a un definitivo silenzio. Tuttavia il cattolico ha una luce, un criterio di discernimento, che gli consente di pronunziarsi in materia con equilibrio e serenità: il Magistero del Papa e dei vescovi in comunione con Lui. L'autore del libro intende contemplare il XXI Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica nella sua continuità con l'insegnamento di sempre, assumendo come criterio ermeneutico guida il Magistero autentico della Chiesa, che da allora sino ad oggi non ha mai smesso di far sentire con chiarezza la propria voce. "Non sarebbe perciò nel vero chi pensasse che il Concilio rappresenti un distacco, una rottura, ovvero, come qualcuno pensa, una liberazione dall'insegnamento tradizionale della Chiesa, oppure autorizzi e promuova un facile conformismo alla mentalità del nostro tempo, in ciò ch'essa ha di effimero e di negativo piuttosto che di sicuro e di scientifico, ovvero conceda a chiunque di dare il valore e l'espressione che crede alle verità della fede.
L’inizio tumultuoso e per vari aspetti anomalo del Concilio Ecumenico Vaticano II è sempre stato poco conosciuto e lasciato cadere nell’oblio più completo dalla storiografia dominante sul Concilio, ragion per cui non si può nemmeno dire che sia stato “rimosso”. Questo saggio di Paolo Pasqualucci si propone di ripristinarne la perduta memoria, nella convinzione che la singolare “pastorale” prodottasi alla fine nei documenti di quel Concilio non dogmatico debba imputarsi anche a quell’inizio. L’analisi viene condotta con particolare riguardo al tormentato iter conciliare di uno dei documenti più importanti del Concilio stesso, la costituzione Dei Verbum sulla divina Rivelazione.
In queste poche pagine, l'autore cerca di sintetizzare lo spirito di due encicliche importanti della dottrina Sociale della Chiesa, apparentemente lontane nel tempo, ma ancora attualissime. Il saggio che ne risulta è un piccolo vademecum di comportamento per tutti coloro che vogliono esercitare correttamente, secondo giustizia, i propri rapporti di tipo economico, senza rinunciare al lecito interesse personale e alla carità.
Il moderno ambientalismo è compatibile con la cristianità? S.E. Mons. Dominique Rey fornisce delle risposte a questa domanda cruciale all'interno delle sue riflessioni teologiche sulla relazione tra Dio, l'uomo e la natura. Lo scopo primario di Mons. Rey non è tanto quello di criticare l'idolatria dell'ecologia laica nei confronti della natura, quanto quello di mostrare ai cattolici e agli altri cristiani un modo di concepire l'ambiente che sia coerente con le Sacre Scritture, la tradizione e l'insegnamento del Magistero. Attingendo alle Scritture, ai pensieri dei Padri della Chiesa e ai recenti insegnamenti magisteriali sulle questioni ecologiche, Mons. Rey sottolinea che, quando perdiamo la corretta comprensione della relazione dell'uomo con Dio e del come questa relazione modelli la comprensione che l'uomo ha di sé, allora viene meno la nostra capacità di pensare coerentemente alle questioni ecologiche.
Questo volume raccoglie gli Atti del Quarto Convegno dell'Associazione "Giovani e Tradizione" sul Motu Proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI, celebrato a Roma il 13-14 giugno 2015 nell'ottica di rivitalizzare e recuperare i tesori liturgici e spirituali del Rito Romano celebrato fino alla riforma liturgica consecutiva al Concilio Vaticano II. Dal momento che la liturgia (come l'annuncio della Parola e l'esercizio della carità) è espressione della vitalità spirituale della Chiesa, un approccio storico al tema "liturgia" è indispensabile: solo in questo modo sarà possibile dare un apporto positivo e propositivo alla questione liturgica e contribuire alla "pacificazione e all'unità interna nel seno della Chiesa", così come auspicato da Benedetto XVI. Il Convegno, intitolato "Un tesoro per tutta la Chiesa", è stato pensato non esclusivamente per gli addetti ai lavori ma anche per quanti amano la liturgia tradizionale latina, in vista della loro formazione teologica e spirituale.
La vita merita di essere vissuta solo quando l'uomo riconosce il destino per cui è stato creato: diventare figlio di Dio. Questa l'idea base del libro che raccoglie le famose conversazioni televisive tenute all'inizio degli anni Cinquanta dall'arcivescovo americano Fulton Sheen. L'autore, con garbo e ironia, affronta questioni che potevano essere oggetto di conversazione in una famiglia media americana, come le cause delle tensioni coniugali, il modo di trattare gli adolescenti, la tolleranza, il rapporto tra scienza e fede, la differenza tra il sistema sovietico e quello americano, il confronto tra cristianesimo e marxismo. Il tutto corredato da simpatiche vignette, volute dallo stesso Sheen per meglio illustrare le sue argomentazioni.

