
"D'altra parte, la ragione che, a sua volta, muove e stimola la vostra operosa e laboriosa presenza nei vari ambiti della vita pubblica non può che essere la volontà di dedicarvi al bene dei cittadini, e quindi una chiara espressione e un evidente segno di amore. Così, la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità." (Benedetto XVI Discorso in occasione della visita pastorale all'Arcidiocesi di Milano e del VII incontro mondiale della Famiglia, 13 Giugno 2012)
Alla fine dell'Ottocento, in anni di profonde lacerazioni all'interno dell'Opera dei Congressi, Giuseppe Toniolo matura il suo pensiero politico e affronta la questione più delicata dell'epoca, quella della democrazia e della sua accettazione da parte dei cattolici. E lo fa spostando l'attenzione sugli aspetti etico-sociali della teoria democratica, partendo da una visione dell'uomo e della storia, che a ragione giudicava il vero fulcro di tutte le dispute della modernità. Il suo obiettivo polemico è quel positivismo materialistico e meccanicistico che tanta fortuna ebbe in quegli anni. Le accuse di scarso realismo, ancorché comprensibili alla luce della successiva evoluzione in senso istituzionale del pensiero democratico-cristiano, non potevano negare la validità del suo contributo. La sua è una vera e propria metafisica della democrazia, una coerente teoria dell'obbligazione politica e della legittimazione dell'ordinamento civile in chiave teleologica.
È fondato ritenere, all'alba del terzo millennio, che il senso d'appartenenza al cattolicesimo non costituisca più un significativo sistema di definizione dell'identità dei soggetti, in grado di forgiare stili di vita e modalità d'azione peculiari, soprattutto con riguardo alla sfera della politica? Nell'intento di rispondere a questo quesito, il volume illustra i principali risultati di una ricerca condotta, nel corso del 2000, su un campione costituito sia da giovani militanti nell'Agesci, la maggiore associazione scoutistica italiana, sia da giovani aderenti a Rinnovamento nello Spirito, una delle varie diramazioni che ha assunto il movimento carismatico nel nostro paese. Laura Giuliani è dottore di ricerca in Sociologia Politica.
Uno studio a tutto campo sui disagi materiali e sociali, le vecchie e nuove forme di marginalità ed esclusione, le espressioni di solidarietà e le politiche di contrasto alla povertà dell'amministrazione capitolina. A partire dai dati del sistema informativo sociale della Caritas romana, un'indagine sulle vecchie e nuove povertà: dalla vita in strada dei "senza dimora" ai "nuovi poveri"; dagli immigrati e i richiedenti asilo alle vittime di tortura e dell'usura; i nuovi schiavi, la tratta degli esseri umani; le donne sole con bambino, gli anziani soli. E ancora, approfondimenti sul disagio economico, occupazionale, abitativo, formativo, ambientale e sanitario, sul disagio mentale, sul volontariato e le politiche attive.
"Il primo pilastro - o punto cardinale - di una buona politica è la sua ispirazione etica o tensione ideale.
Oggi - spiega Papa Francesco - è forte la preoccupazione e la tendenza a conquistare spazi sempre maggiori di potere, per ottenere in tempi brevi risultati immediati, data l'urgenza dei bisogni impellenti; si introduce, così, una dicotomia assoluta con l'altra urgenza di un programma coraggioso di riforme, la cui attuazione richiede invece tempi medio-lunghi.
La difficoltà a comporre tra loro queste due urgenze è resa maggiore dalla presente crisi di valori, che induce chi ha il potere a posporre i valori all'efficacia, la qualità alla quantità, e ciò aggrava la crisi della politica. Pertanto, per la realizzazione di una "buona politica", bisogna cambiare mentalità".
Dal saggio introduttivo di Padre Bartolomeo Sorge
Il Convegno di Verona tra Storia e Spirito Santo.
La resistenza della Chiesa Cattolica, come Stato della Città del Vaticano e come confessione religiosa, ad assumere senza restrizioni i diritti umani e a promuoverli di fatto genera notevoli difficoltà nella coscienza di molti. José Maria Castillo analizza fino alle estreme conseguenze questo problema cruciale che coinvolge la vita e il funzionamento della Chiesa Cattolica, così come il progresso dell'intera società civile: problema che - afferma "sta nel sapere se un'istituzione, pubblicamente accettata, riconosciuta e ufficialmente protetta dall'ordinamento costituzionale di un paese, possa organizzarsi in modo che, in virtù delle sue credenze confessionali, si crede in diritto di privare i suoi fedeli di determinati diritti che hanno come cittadini". La riflessione del teologo spagnolo aiuta anche a comprendere tra l'altro come la necessità del potere temporale, che si esprime nella gestione monarchica dello Stato della Città del Vaticano da parte del Papa, non sia di diritto divino: nei Vangeli, infatti, non ce n'è il minimo accenno. C'è invece una parola chiara di Gesù nel mandare i Dodici, ed è un ordine: "E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche" (Mc 6,8-9).
Qual è il ruolo dei cristiani laici nel contesto pluralistico e secolarizzato di un mondo che si va globalizzando e unificando?
Chiamati a dare testimonianza e a costruire la casa comune con tutti gli uomini di buona volontà, i laici cristiani si trovano oggi di fronte a interrogativi difficili: come essere coerenti con valori e con principi «non negoziabili» in un contesto culturale, sociale e politico che non li condivide?
È possibile, nell’attuale contesto culturale, sociale e politico, agire nello stesso tempo da cittadini leali dello Stato e da figli della Chiesa, da sinceri democratici e da cristiani coerenti? Fino a che punto è possibile il dialogo e l’incontro leale con gli «altri»? Come realizzare una presenza responsabile del cristiano nella società e nella Chiesa di oggi?
È necessario rispondere con coraggio al messaggio lanciato da Benedetto XVI a Cagliari, il 7 settembre 2008, quando ha detto che il mondo del lavoro, il mondo dell’economia, il mondo della politica italiana «necessita di una nuova stagione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibili».
Che cosa significano in concreto queste parole?
La realtà è che oggi esiste effettivamente la possibilità di rinnovare la presenza e il servizio dei laici cristiani al Paese, intraprendendo la via di una «cittadinanza responsabile e attiva», sulla quale ha insistito l’ultima Settimana sociale dei cattolici italiani (ottobre 2007), a partire da u na coscienza più matura e positiva di laicità e di bene comune.
Le riflessioni di p. Bartolomeo Sorge – che raccolgono tre interventi tra il 2008 e il 2010 – possono aiutare a costruire un’agenda di speranza per il futuro del paese.
Mitria, anello pastorale, vincastro e croce sul petto. Nell'immaginario collettivo il vescovo è questo, un funzionario di Dio immerso nel sacro, distante anni luce dal sentire e dai problemi degli uomini del suo tempo. Non solo vescovi va oltre i paramenti per scardinare i luoghi comuni che accompagnano la figura del successore degli apostoli in un dialogo serrato e senza riverenze tra l'autore e tredici pastori sulle sfide della Chiesa: dalla sessualità alla pedofilia, dall'eredità del Concilio Vaticano II all'esercizio dell'autorità nel popolo di Dio, dalla laicità dello Stato all'impegno dei cattolici in politica. Quel che emerge è una Chiesa in ascolto, plurale, arrovellata nella continua dialettica tra conservazione e innovazione, nel tentativo, non sempre riuscito, d'incarnare il Vangelo sulla faccia della terra prima del ritorno dell'Eterno. Con il contributo iniziale del Card. Carlo Maria Martini - Intervengono nel libro i seguenti Vescovi: Lucio Soravito De Franceschi, Vescovo di Rovigo-Adria - Roberto Busti (Mantova) - Carlo Mazza (Fidenza) - Dante Lafranconi (Cremona) - Delio Lucarelli (Rieti) - Sebastiano Dho (emerito Alba) - Domenico Mogavero (Mazara) - Silvano Montevecchi (Ascoli) - Paolo Urso (Ragusa) - Tommaso Ghirelli (Imola) - Ivo Muser (Bolzano) - Luigi Bettazzi (emerito di Ivrea) Francesco Ravinale (Asti) - Giovanni Giudici (Pavia).
In occasione del 50° anniversario dall'inizio del concilio Vaticano II e nella consapevolezza che le resistenze al concilio non hanno fatto che accrescersi nel corso degli ultimi anni, lasciando in ombra quell'invito alla riforma della chiesa e alla conversione del cuore di cui parla il decreto sull'ecumenismo ai paragrafi 6 e 7, l'Autore e l'Editore ritengono opportuno ripubblicare una ricerca apparsa alcuni anni or sono, in quanto conserva tutta la sua attualità, pur essendo da lungo tempo esaurita. Si è ritenuto utile, inoltre, ripubblicare in appendice la postfazione preparata per la seconda edizione di "Divorzio Nuove Nozze e Penitenza nella chiesa primitiva". La chiesa cattolica potrebbe tornare a prendere coscienza del potere ricevuto da Cristo di assolvere tutti i peccati, anche quelli più gravi, come il peccato di avere infranto il proprio patto coniugale e di essere entrato in una seconda unione. Si tratta dell'esempio concreto di una riforma che può essere già oggi realizzata e che appare sempre più urgente sia per motivi pastorali che ecumenici.
A 50 anni di distanza, un'attenta rilettura di questo "Commento" consente di capire ogni singola espressione del Decreto sull'ecumenismo ("Unitatis Redintegratio", 1964). Altresì, ci restituisce il clima che aveva accompagnato la redazione del decreto, le reazioni immediate alla sua pubblicazione, l'entusiasmo con il quale esso è stato accolto e la convinzione che era pienamente collegato alle nuove prospettive di riconciliazione e di ristabilimento della piena comunione che il concilio Vaticano II aveva aperto alle chiese cristiane.
Dal destino dell'anima alle sfide per la pace, dalla famiglia di oggi al precariato dei giovani. I dubbi e le paure si confrontano con la fede e la speranza. Questi i temi affrontati dall'arcivescovo di Campobasso, Giancarlo Maria Bregantini che, a colloquio con il giornalista Giovanni Panettiere, ripercorre in questo libro le tappe della sua vita. Umana prima ancora che pastorale. Lui, il vescovo anti ndrangheta, il ministro del Welfare della Conferenza episcopale italiana, l'ex seminarista operaio... Soprattutto il pastore che crede nell'ascolto dell'altro, nel dialogo tra la terra e il cielo.