
Questo volume presenta al lettore tutto ciò che Seneca ha scritto in prosa e in poesia. L'introduzione di Giovanni Reale è una vera e propria monografia in cui vengono spiegate le novità del neostoicismo senecano e la struttura concettuale che ne sorregge i messaggi.
Nel "Leviatano" (testo inglese 1651, testo latino 1668) sono codificati tutti i principali concetti del pensiero politico moderno. Scritto durante l'esilio volontario di Parigi, mentre in Inghilterra si succedevano gli eventi laceranti della guerra civile, ha provocato subito vivaci polemiche, per la teoria politica e per l'originale interpretazione della Bibbia. Il "Leviatano" è lo stato: un animale artificiale creato dagli uomini attraverso un patto. Ha un'anima, la sovranità, e il suo ambiente naturale è la concordia. Si ammala con la sedizione e muore con la guerra civile. Senza lo stato, gli uomini sono liberi di fare ciò che vogliono, ma si trovano in una situazione di perenne insicureza che mette in pericolo il bene più prezioso: la vita.
Charles Sanders Peirce (1839-1914) è uno dei filosofi che più ha influito sugli stili di pensiero e sui modi di interrogarsi della contemporaneità. Peirce è al contempo padre della semiotica, maestro dell'epistemologia, della logica formale e autore di un originale disegno ontologico e metafisico. Questo libro contiene i quarantacinque testi di Peirce più importanti e decisivi. Ciascuno dei quattro volumi, dedicati nell'ordine a semiotica, epistemologia, logica, metafisica, ha completezza rappresentativa del suo argomento e può essere studiato a sé, grazie a un complesso apparato di introduzioni, commenti e note.
Il volume raccoglie in sé quattro libri. Il nucleo centrale è costituito dalla prima traduzione italiana di un'opera teoretica di Niemeyer Findlay, ben noto agli studiosi per le sue interpretazioni di Platone, Hegel e Meinong, ma poco conosciuto nella sua filosofia originale di stampo neoplatonico. Si tratta delle Gifford Lectures, le lezioni che egli tenne all'università di St. Andrews, in Scozia, raccolte in due parti: "The Discipline of the Cave" e "The Trascendence of the Cave". Fa da introduzione a questi due libri una vera e propria monografia completa della bibliografia di tutte le sue opere. Infine, un'appendice presenta un'ampia ricognizione fra le origini, le integrazioni e i testi relativi al paragone platonico della caverna.
In tempi in cui nella ricerca biblica e negli studi su giudaismo e cristianesimo antichi si indulge volentieri alla costruzione di teorie generali e locali tanto ingegnose e seducenti quanto inverificabili, negli scritti che Erik Peterson raccoglie e pubblica in "Chiesa antica, giudaismo e gnosi" si mostra che cosa sia la filologia storica, come sulla base di testi e temi - spesso marginali o stravaganti o imbarazzanti, per questo sempre poco praticati - essa consenta di ricostruire la pluralità dei mondi in cui il cristianesimo fece la sua comparsa e interagì con le culture circostanti. In Peterson la filologia è conoscenza di prima mano della letteratura greca e latina, cristiana e non, e soprattutto è competenza sia dei generi sia delle forme in cui la lingua della koinè s'incarna, come anche delle situazioni e delle funzioni sociali in cui generi e forme, motivi e pratiche ebbero a esplicarsi, combinarsi, combattersi, imbricarsi, ibridarsi e trasformarsi. Introduzione di Lester L. Field Jr.
Le lettere comprese in questo volume dell'"Epistolario" di Nietzsche illuminano un periodo della sua vita tanto fecondo quanto drammatico. Dopo le dimissioni dall'Università di Basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di "fugitivus errans" verso il Sud, nella ricerca ossessiva della "luminosità di un cielo sereno", la sola condizione climatica in cui egli sembra poter vivere e lavorare. Ma tra il 1880 e il 1881 domina un'atroce sofferenza fisica: Nietzsche si sente "come un animale alla tortura", sottoposto a una tensione quasi insostenibile.
Solo ora, raccolti insieme nella loro integralità, i nove libri che formano il progetto Homo sacer acquistano il loro vero significato. Il fitto gioco dei rimandi interni, la ripresa incessante e lo svolgimento dei temi di volta in volta enunciati disegnano un'architettura imponente, articolata in quattro sezioni. Nella prima viene tracciato il programma di una messa in questione dell'intera tradizione politica dell'Occidente alla luce del concetto di nuda vita o di vita sacra (Il potere sovrano e la nuda vita, 1995). Nella seconda sezione questo programma viene svolto attraverso una serie di indagini genealogiche: (Iustitium. Stato di eccezione, 2003; Stasis. La guerra civile come paradigma politico, 2015; Horkos. Il sacramento del linguaggio, 2008; Oikonomia. Il Regno e la Gloria, 2007; Opus Dei. Archeologia dell'ufficio, 2012). La terza sezione sottopone l'etica alla prova di Auschwitz (Auschwitz. L'archivio e il testimone, 1998). La quarta sezione, infine, elabora i concetti essenziali per ripensare da capo l'intera storia della filosofia: forma-di-vita, uso, inoperosità, modo, potere destituente (Altissima povertà, 2011; L'uso dei corpi, 2014).
Per la prima volta in Italia l'edizione critica completa, a cura di Maddalena Mazzocut-Mis, dei Salons che Denis Diderot compose fra il 1759 e il 1781 con cadenza biennale, con l'eccezione degli anni 1773, 1777 e 1779. A completamento del volume anche l'edizione, curata da Massimo Modica, dei "Saggi sulla pittura" e dei "Pensieri sparsi sulla pittura, la scultura, l'architettura e la poesia, per continuare i «Salons»", che Diderot scrisse nel 1766 e nel 1777. Il volume rappresenta uno strumento per la conoscenza dell'opera di Diderot, della storia del pensiero illuminista e della storia dell'arte e della critica d'arte e anche una chiave di lettura per una comprensione più consapevole del presente, a partire proprio dalla rilevanza che la cultura delle immagini ha nella nostra società.