
Umanesimo come scuola di retorica, culto dei latini e dei greci, nascita della filologia? Cacciari ci fa capire come le cose sono più complesse e meno schematiche, e come la stessa filologia umanistica vada in realtà inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento. C'è un nucleo tragico del pensiero umanistico, fortemente "anti-dialettico", in cui le polarità opposte non si armonizzano né vengono sintetizzate... Tra gli autori antologizzati: Petrarca, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Pico della Mirandola, Poliziano, Savonarola, Leonardo da Vinci, Machiavelli.
Il libro raccoglie in un solo volume con testo a fronte le opere fondamentali di Denis Diderot, articolando insieme gli scritti filosofici e le grandi opere letterarie. La prima parte contiene le Opere filosofiche; la seconda i Romanzi e i racconti. Il criterio di ordinamento dei testi è cronologico all'interno di ciascuna parte: nella prima si spazia dalle prime opere filosofiche degli anni quaranta del XVIII secolo, contemporanee dell'Encyclopédie (1751), fino agli scritti della maturità e ai lavori postumi. Nella seconda parte troviamo le prime prove letterarie e libertine giovanili, come I Gioielli indiscreti (1747), fino ai grandi romanzi «critici» e «distruttori» degli anni 1770-1780 (La Religiosa, Il Nipote di Rameau, Jacques il fatalista e il suo padrone).
Questo volume include le pubblicazioni in prosa del poeta e critico romantico inglese, tra cui, oltre alla "Biographia Literaria", spiccano "Le lezioni di filosofia", "La logica" e gli "Aiuti alla riflessione", opere che rivelano un Coleridge attento e profondo conoscitore anche dei dibattiti filosofici e religiosi del suo tempo. La pubblicazione consente al lettore di addentrarsi nei vari temi affrontati da Coleridge nell'arco della sua carriera letteraria: la letteratura, la filosofia, la politica e la religione.
Una raccolta di tutte le opere del conte tedesco Paul Yorck von Wartenburg, intellettuale, filosofo e politico di metà Ottocento che visse personalmente le trasformazioni della Germania bismarckiana in continua tensione tra la rivalutazione dell'antico e del classico in senso storicistico e la progettazione politica della nazione tedesca. I suoi scritti stanno all'origine del movimento che portò all'affermazione delle "scienze dello spirito" contrapposte alle "scienze della natura".
Il senso rivoluzionario della tematica dell'opera sta nella sua concezione della volontà metafisica, considerata come il vortice inarrestabile che governa il tutto, e da cui la volontà umana può liberarsi solo autosopprimendosi, per raggiungere così la beatitudine. Quest'opera ha avuto una fortuna davvero rimarchevole, non soltanto in ambito strettamente filosofico (Nietzsche, Bergson), ma anche nella letteratura e nell'arte (Wagner, Tolstoj, Mann), in psicoanalisi (Freud), in antropologia (Gehlen) e nell'indagine critica della società (Horkheimer).
Giovanni Reale presenta la traduzione integrale della raccolta ormai classica di Hermann Diels e Walther Kranz, con testo originale a fronte, di tutte le testimonianze e di tutti i frammenti dei filosofi greci presocratici, dagli inizi fino ai sofisti. Martin Heidegger ha scritto che la filosofia greca è nata grande e non c'è migliore dimostrazione di questo asserto se non la lettura diretta di queste perle di sapienza scritte tra il VI e il IV secolo a.C. Questa impresa è stata condotta da una squadra composta, oltre che dallo stesso Reale, da Maurizio Migliori, Marco Timpanaro Cardini, Ilaria Ramelli, Angelo Tonelli, Diego Fusaro e Salvatore Obinu.
I Pensieri a Giulia sono stati pubblicati come opera postuma nel 1978-81 presso l'editore Giuffrè, che aveva in catalogo tutti i volumi editi e inediti dell'opera filosofica, a completamento delle Opere di filosofia giuridica. Capograssi infatti respira, per usare una nota metafora, con due polmoni: quello dello scienziato e quello dello scrittore. I Pensieri a Giulia sono un grande diario, nel solco della tradizione diaristica tra Otto e Novecento. Gli autori amati e più spesso citati da Capograssi sono Agostino, Dante, Pascal, Leopardi, Amiel, Kierkegaard. La pagina di Capograssi regge il confronto con la pagina dello Zibaldone. Quanto al contenuto, nei Pensieri si svolge da foglietto in foglietto il messaggio quotidiano di un uomo che celebra l' ordo amoris. C'è dello "stilnovo" in quest'opera che si distingue tra tanta letteratura d'amore moderna e contemporanea per una ricchezza, attinta anche al sentimento religioso.
In questo volume viene presentata per la prima volta la traduzione italiana del Commentario alla Metafisica" di Aristotele. Con testo greco a fronte."
Teodonco Moretti-Costanzi (1912-1995) è stato un filosofo mistico, che ha formulato il concetto ultimo di tutto il suo filosofare nell'identità di cristianesimo e filosofia, da non intendere come una "confessalizzazione" della filosofia e tantomeno come una "demitizzazione" del cristianesimo, bensì come il riconoscimento del loro comune appartenere al livello più alto della coscienza, alla sapienza, nel quale soltanto si dischiude adeguatamente la "verità" che sostanzia allo stesso modo la "fede sapiente" e la "rivelazione filosofo".
“Dopo che l’esperienza
mi ebbe insegnato come fossero vane
e futili tutte quelle cose
che capitano così frequentemente
nella vita quotidiana, decisi infine
di cercare se ci fosse qualcosa
che mi facesse godere in eterno
di una continua e somma letizia.”
Il volume offre al lettore italiano le opere complete di Baruch Spinoza, per la prima volta presentate con testo a fronte, secondo l’ormai storica edizione critica di Carl Gebhardt, opportunamente adattata. Vissuto nel pieno della rivoluzione scientifica e nel clima di fervore religioso e politico dell’Olanda del Seicento, Spinoza rappresenta uno dei pensatori più importanti della storia del pensiero Occidentale. La sua riflessione si forgia alla confluenza di molteplici tradizioni, unificando in una sintesi di straordinaria ricchezza tanto suggestioni tipicamente ebraiche quanto i risultati più avanzati della nuova filosofia cartesiana. Destinato dapprima a un’unanime condanna dai suoi contemporanei, immortalato poi nell’immagine dell’“ateo virtuoso”, Spinoza è oggi al centro del dibattito filosofico internazionale, per l’estrema rilevanza sia storiografica che intellettuale ricoperta dai suoi scritti. Se il Trattato teologico-politico può ben dirsi uno dei manifesti del liberalismo seicentesco, i cui valori di tutela della libertà di pensiero e di culto costituiscono senz’altro uno dei fondamenti della nostra civiltà, dalle pagine dell’Etica emerge un sistema metafisico, epistemologico e morale con cui i grandissimi nomi della filosofia successiva – da Leibniz a Hegel, da Marx a Nietzsche – hanno sempre avvertito l’esigenza di confrontarsi. Ma il lettore potrà meglio destreggiarsi tra le pagine dei due sommi capolavori spinoziani grazie alle altre opere qui pubblicate, di non certo minor rilievo: il Trattato sull’emendazione dell’intelletto e il Breve trattato costituiscono infatti i prodromi essenziali per comprendere le linee guida dell’Etica, così come i Principi della filosofia di Cartesio e Pensieri Metafisici offrono un materiale prezioso per valutare il rapporto di Spinoza con il suo grande maestro Cartesio. Ma è altresì dal Trattato politico che emerge più compiutamente l’idea spinoziana della scienza politica intesa come architettura delle istituzioni, così come è dal Compendio di grammatica ebraica – qui per la prima volta offerto in traduzione italiana – che si rileva la straordinaria attenzione dedicata dal filosofo alla lingua santa. L’Epistolario costituisce invece il luogo privilegiato non solo per seguire gli importanti rapporti di amicizia e scambio culturale con i suoi contemporanei (tra cui Leibniz), ma anche per vedere discusse le principali difficoltà sorte intorno alle opere che il filosofo andava elaborando. Il volume è infine corredato dai due brevi trattatelli Sull’arcobaleno e Sul calcolo delle probabilità – anch’essi per la prima volta tradotti in italiano – che danno un’idea dell’attenzione di Spinoza per le conquiste più avanzate della scienza moderna. La Prefazione, tratta dagli Opera Posthuma, conclude quindi offrendo una testimonianza del modo in cui le opere del pensatore olandese erano state offerte per la prima volta al pubblico nel 1677. L’ampio saggio introduttivo, le note esplicative, gli indici, nonché l’amplissima bibliografia ragionata, che dà conto in modo esaustivo degli studi apparsi su Spinoza tra il 1978 e il 2008, offrono al lettore altrettanti strumenti per agevolarlo nello studio di un corpus di opere tanto complesso quanto affascinante.
Marsilio Ficino (1433-1499) è tra i maggiori filosofi del Quattrocento. Dalla personalità complessa, egli fu insieme medico, astrologo, teologo, filologo e filosofo, fine traduttore e interprete e sottile pensatore, tanto votato alla più astratta speculazione dialettica, quanto consacrato all'impegno presbiterale, secondo una particolare visione del rapporto tra ricerca filosofica e dignità sacerdotale, fondata sull'unità di sapientia e religio. Se gli va ascritto il merito di avere, alle soglie dell'età moderna, offerto al mondo latino la conoscenza dei testi fondamentali della tradizione platonica greca, che ebbero sulla coscienza occidentale un influsso equiparabile a quello esercitato dalle opere di Aristotele sul pensiero medioevale del XIII secolo, nondimeno va riconosciuto che, assumendosi consapevolmente e pienamente il compito di affiancare alle traduzioni che andava svolgendo i necessari strumenti ermeneutici, quali introduzioni e commentari, da un lato egli seppe realizzare una sintesi dottrinaria che assurge alla dignità di un autentico sistema filosofico; dall'altro concorse in modo decisivo alla "nascita" di una nuova immagine e di un nuovo linguaggio della filosofia, non più patrimonio esclusivo dei magistri, ma presente e operante nella cultura di letterati e filologi, storici e uomini politici e, addirittura, di un nuovo ceto di tecnici e artisti, contribuendo alla fine dell'egemonia aristotelica in seno alle università.
Nel 2013 ricorre il bicentenario della nascita di Søren Kierkegaard, uno dei più grandi pensatori dell’età moderna, e, secondo alcuni, il più grande testimone della modernità. Kafka ha affermato che dai suoi scritti “emana tanta luce della quale ne arriva un po’ in tutti gli abissi”. Fra le due guerre mondiali, mediante la Kierkegaard-Renaissance, egli è diventato il padre dell’esistenzialismo, in quanto ha espresso la centralità del soggetto umano, ossia del “singolo”, contro l’idealismo. Le sue opere più diffuse sono quelle che egli ha pubblicato con pseudonimi, che hanno valore estetico e grande portata filosofica. Tuttavia le sue opere più profonde sono le ultime di carattere religioso, in cui sale a livelli come quelli raggiunti da Agostino, da Pascal e da Dostoevskij. Quelli che presentiamo in quest’opera sono i più grandi scritti filosofici e religiosi, nella classica traduzione di Cornelio Fabro, con la sua magistrale monografia introduttiva, con una prefazione di Giovanni Reale e la bibliografia aggiornata a cura di Vincenzo Cicero. Questa raccolta in un solo volume dei capolavori di Kierkegaard costituisce un unicum a livello nazionale e internazionale, che onora nel modo migliore il bicentenario della nascita del grande filosofo. Nato da un ricco commerciante, Søren Kierkegaard (1813-1855) visse la quasi totalità della sua esistenza a Copenaghen, dove nacque e morì. La sua filosofia prese corpo da un doppio rifiuto, ossia il rifiuto della filosofia hegeliana e l’allontanamento dal vuoto formalismo della Chiesa danese. Secondo Kierkegaard la dimensione esistenziale dell’uomo è segnata dall’angoscia, dalla disperazione e dal fallimento o scacco esistenziale. La disperazione nasce da un rapporto serio dell’uomo con se stesso, mentre l’angoscia nasce dal confronto dell’uomo con il mondo, e consiste nel senso di inadeguatezza legato all’impossibilità dell’uomo di essere autosufficiente senza Dio. La filosofia di Kierkegaard è caratterizzata da due elementi: l’individualità, che caratterizza tutte le forme di esistenzialismo, e il rapporto con Dio, che è tipico di tutte le forme religiose di esistenzialismo.
Søren Kierkegaard
Giovanni Reale è uno dei massimi studiosi del pensiero antico, autore di fondamentali contributi sui Presocratici, Aristotele, Seneca, Pirrone, Plotino, Proclo e Agostino. La sua opera che si è imposta come punto di riferimento è la Storia della filosofia greca e romana, in dieci volumi, Bompiani 2004, che sarà publicata in volume unico anche in questa collana. Grande eco ha avuto anche l’opera Per una nuova interpretazione di Platone (Bompiani, 2010), come dimostrano lo straordinario numero di edizioni (22 in italiano), le traduzioni in varie lingue e i giudizi dati dagli studiosi a livello internazionale. Con Dario Antiseri ha pubblicato Il pensiero occidentale dalle origini a oggi, di notevole diffusione e successo. Ha pubblicato varie opere su pittori e scultori interpretati dal punto di vista dell’ermeneutica, in collaborazione con i film artistici di Elisabetta Sgarbi sugli stessi temi. Suoi scritti sono tradotti o in corso di traduzione in ventidue lingue. Per i suoi contributi alla cultura è stato nominato “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” dal Presidente Giorgio Napolitano.