
Le osservazioni raccolte in questo volume costituiscono un insieme di riflessioni sulla natura e sul metodo della filosofia. L'immagine del lavoro del filosofo che si ricava da queste pagine è quella di un "lavoro su di sé", in cui le difficoltà da superare concernono non l'intelletto, ma la volontà e i sentimenti. La filosofia è un tentativo di resistere alle seduzioni del linguaggio, di non seguire le sue false piste, che da sempre tutti sono indottii a percorrere. La soluzione di un problema filosofico, quando la si trova, è banale. Eppure il cammino per arrivare alla soluzione non è così semplice e richiede una grammatica e soprattutto un metodo.
Il 2021 è un anno di importanti anniversari: il settimo centenario della morte di Dante; il secondo della morte di Napoleone (per cui Manzoni compose il 5 maggio; ma nel 1821 terminò anche l'Adelchi e intraprese la stesura del Fermo e Lucia); e sempre nel 1821 Hegel pubblicò i Lineamenti di filosofia del diritto. Questo scritto di Massimo Campanini riannoda le tre ricorrenze lungo il filo del rapporto tra religione e storia, che in tre grandi autori pur così diversi, che si volevano e si professavano esplicitamente cristiani, appare sempre altamente aporetico e problematico, poiché in loro la religione entra sempre in rapporto dialettico con la società di appartenenza. Una aporeticità che apre una finestra di comprensione dei motivi della crisi del mondo contemporaneo, anzi più esattamente dell'Occidente contemporaneo.
Esiste una stretta relazione tra il concetto di bello e quello di cultura, tra l'estetica e l'uomo. «Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra», scrive Baudelaire personificando la bellezza... Ma la bellezza è realmente accessibile? In che modo si esprime nell'universo, sia esso cinese o occidentale?
Il tema della "passione" potrebbe essere il luogo centrale della differenza culturale fra oriente e occidente? Se la civiltà occidentale vede nella passione un'esperienza fondante, indispensabile sul piano affettivo, estetico o spirituale, l'oriente si mostra invece più diffidente, alla maniera della saggezza buddhista che invita a liberarsene per accedere al risveglio.
Un appassionato lavoro di ricerca sui fondamenti, a partire dalle domande delle nostre scienze messe a confronto con i risultati della logica e della metafisica delle grandi sintesi del pensiero greco e medievale.
La novità di ognuno ci guida alla scoperta di questa verità insieme antica e rivoluzionaria, intimamente legata a una delle questioni filosofiche capitali e attualissima, quella del libero arbitrio, oggi messo in discussione dal riduzionismo radicale di molti scienziati. Per fondare la sua riflessione, Roberta De Monticelli intreccia due cammini: da un lato ripercorre i passi dei maestri del pensiero filosofico su questo tema; dall'altro riparte dall'esperienza quotidiana di ciascuno di noi, dai nostri sentimenti, dai nostri atti. Perché non è certo una riflessione astratta volta a definire la natura umana. Al contrario, sono posti al centro dell'attenzione la nostra vita, i nostri sensi, la nostra carne, i nostri affetti. È proprio grazie alle nostre decisioni - attraverso ciascuna delle nostre decisioni, piccole e grandi - che definiamo la nostra unicità. Siamo noi stessi, in ogni istante, a costruire la nostra identità, la nostra persona. Oggi paiono dominare l'indifferenza politica e morale e il suo contrario, il richiamo a principi astratti d'autorità. La novità di ognuno ci dice invece che ciascuno di noi, fedele alla propria natura, è libero di scegliere - e dunque si deve anche assumere la responsabilità morale e politica delle proprie scelte.
Dopo gli storici lavori di Naumann (1901) e Weichelt (1910), il primo commento italiano all'opera di Nietzsche condotto capitolo per capitolo. L'opera di Sossio Giametta mostra "Così parlò Zarathustra" come l'esplosione del genio morale e poetico di Nietzsche che, in combinazione ma anche in contrasto con le sue tesi filosofiche, costituisce una summa della sapienza occidentale. Guida alla grandezza, ditirambo alla purezza e canto di solitudine, lo Zarathustra insegna il valore del corpo e l'attaccamento alla terra, incita all'amore di sé, che è sacrificio, e all'amore della vita, che è fierezza, responsabilità e lotta, contrapponendosi ai Vangeli cristiani, che negano valore autonomo alla vita e impediscono di cogliere la pienezza per cui vale la pena di vivere e morire. Una lettura attenta, condotta sull'edizione critica, di una delle più significative opere del pensiero occidentale. Un'interpretazione controcorrente di un autore discusso, a cui si affiancano una puntuale analisi stilistica e una ricostruzione completa delle fonti e dei riferimenti culturali e filosofici di Nietzsche.