
Gli atti del convegno che sono presentati in questo volume restituiscono l'articolata indagine sul declinarsi nella società odierna del secolare rapporto tra le religioni, la libertà e il potere. Il tema della libertà religiosa, messo a tema in occasione del diciassettesimo centenario dell'Editto di Milano, si occupa di comprendere gli spazi d'espressione delle religioni nell'oggi, in relazione alle istituzioni pubbliche e alla cultura civile. In particolare il testo riflette sullo snodo del rapporto tra cristianesimo e libertà di credere, tra la ricerca personale e l'espressione della fede comunitaria, nell'ambito di una società plurale in cui la tematica è diventata cruciale non solo per le religioni ma per l'intera società.
Nell'anno giubilare 2016, l'iniziativa «La Misericordia e le sue opere» ha realizzato un cammino ricco e coinvolgente per tutta l'Università Cattolica del Sacro Cuore, con un'adesione e una partecipazione che sono andate ben oltre le aspettative. Questo volume documenta un'antologia delle diverse manifestazioni che si sono svolte durante l'anno: workshop, mostre, eventi teatrali, letterari, musicali e il Convegno nazionale «Educati dalla Misericordia: un nuovo sguardo sull'umano». Le quattro sezioni - Musica, arte, letteratura e storia; Famiglia e scuola; Povertà e giustizia; Economia -raccolgono tematicamente workshop ed eventi; in apertura viene proposta la lezione magistrale del Cardinale Angelo Scola e in chiusura l'intervento di Monsignor Nunzio Galantine L'iniziativa non è stata estemporanea; anzi, ha assunto il ruolo di «possibile paradigma dell'azione educativa; come esempio di un'università che si rapporta con il mondo contemporaneo per gettare ponti e rendere più inclusiva la società in cui opera» (Franco Anelli, Magnifico Rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore).
Chi è l'uomo? Una domanda 'radicale', che ci riguarda in prima persona singolare e che ci consegna un preciso compito filosofico, tanto urgente quanto ineludibile, ma che, al contempo, non può prescindere da una riflessione sull''essere nato'. In questo senso Alessandra Papa si propone di porre le basi per un'antropologia natale che si apra al Chi originario dell'uomo e pensi il sé proprio a partire da quella formidabile promessa di relazionalità che è la nascita. Del resto, nascere fra gli uomini è l'unica possibilità di umanizzarsi: Dio stesso ha scelto di nascere da una donna per chiedere ospitalità e cittadinanza nel mondo degli uomini, assoggettandosi a rimanere, per dirla alla maniera di Sartre, come una fragola di sangue in un grembo femminile. Nell'intento di delineare una semantica dell'umano alternativa alla consueta immagine dell'uomo - definito solo in base al suo essere 'mortale' e non già al suo essere 'natale' - il saggio prende in esame alcune figure morali della condizione umana e del pensiero nativo, facendone punto di riferimento per la riflessione filosofica. A iniziare da Giobbe, l'uomo savio che nella malattia maledice il giorno in cui è nato; per concludere, nell'epoca contemporanea, con il risentimento dell'uomo tecnologico di fronte al natum esse di Günther Anders e alla ripresa di quella potente categoria filosofica che è il natality di Hannah Arendt. Questo saggio, dunque, ci ricorda alla somma che la nascita - sia essa intesa come un giorno in calendario o come il segno di un 'Totalmente Altro' che ci chiama alla vita - è quell'evento 'assolutamente nuovo' con cui ognuno di noi viene al mondo fra altri uomini, portando sempre con sé la domanda fondamentale sul 'Chi' dell'uomo, sulla sua collocazione nello spazio identitario delle relazioni umane e sul significato del proprio agire.
Ancora Antigone? Il saggio di Alessandra Papa mostra quanti e differenti motivi ci siano per rileggere e ripensare la tragedia di Sofocle. Una tragedia a sé, che nella storia è stata oggetto di diverse riscritture teatrali e interpretazioni filosofiche, ma che resta capace di riproporre differenti piani di racconto dell'umano: quelli della libertà, della disobbedienza civile, della cittadinanza e dell'identità fra tutti. Tale saggio si presenta, perciò, come un originale e ostinato tentativo di tenere a mente i diversi insegnamenti che Antigone ci offre, ancora oggi, attraverso quel "diritto di piangere" che ci costringe a riflettere, ma mai abbastanza, sugli effetti rovinosi di una ragione di Stato dispoticamente applicata, che batte la coda negli interstizi del male banale, spingendoci ogni volta più lontano dalle leggi degli dei, dai diritti umani, dalla persona umana. Il libro si presta a una riflessione antropologica e politica 'colta', ma è anche un utile strumento di studio per approfondire la lettura dell'Antigone di Sofocle in una prospettiva filosofica originale, che passa attraverso le interpretazioni più rilevanti - da Hegel al pensiero femminile contemporaneo - e le riscritture teatrali novecentesche più significative, da Zambrano, ad Anouihl a Brecht.
La fecondazione in vitro, tramite l'unione di medicina e tecnologia, scompone il processo organico della maternità in fasi artificiali da catena di montaggio: cosa provocherà a livello culturale lo stravolgimento dello statuto dei figli e della differenza tra esseri umani e prodotti della scienza?
" Socrate è una figura misteriosa che costituisce una sorta di enigma, assai difficile da risolvere. Tutto il pensiero socratico ruota intorno a una sola idea centrale, ma si tratta di un'idea che ha cambiato la storia spirituale dell'Occidente."
Giovanni Reale
Socrate non lasciò nessuna testimonianza della sua dottrina in forma scritta: quanto sappiamo su di lui lo dobbiamo ai suoi discepoli, Platone e Senofonte, o ad anonimi commentatori. In questo libro Giovanni Reale - il massimo studioso italiano di filosofia antica -, basandosi rigorosamente sulle fonti, ricostruisce la dirompente e scandalosa novità del pensiero socratico e traccia il ritratto di un pensatore che scelse la morte per non rinnegare le proprie idee.
"L'obiettivo principale di questo mio libro, frutto di più di una quarantina di anni di studi platonici, vuole essere quello di ricostruire i tratti di Platone come "scrittore", come "poeta" e come "mitologo", oltre che come "pensatore". Sono tratti assai pi ricchi e più complessi di quanto molti pensano, che non hanno uguale. Io ho infatti la ferma convinzione che Platone sia il più grande filosofo in assoluto finora comparso sulla Terra, e che il compito di chilo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può mai avere fine."
Giovanni Reale
Platone ha costruito il suo sistema filosofico in un momento storico in cui un'intera civiltà passava dalla comunicazione orale tradizionale a quella scritta, scontrandosi con l'inadeguatezza di entrambe. Scelse comunque di affidare alla scrittura le proprie dottrine, rinviando però discepoli e interlocutori a un nuovo linguaggio, l'oralità dialettica.
Giovanni Reale, uno dei massimi interpreti del pensiero antico, conduce con esemplare chiarezza il lettore attraverso i concetti guida del pensiero platonico mostrandone la straordinaria modernità, in un libro che è diventato punto di riferimento obbligato per gli studi di filosofia classica.
Anthropologica è un annuario di filosofia legato alle attività di ricerca del Centro Studi Jacques Maritain che si propone un duplice obiettivo: la comprensione dei molteplici aspetti che attengono alla cosiddetta "questione antropologica" e una riflessione teorica che al di sopra delle singole discipline metta in luce il significato dell'umanesimo occidentale e delle radici culturali che lo sostengono. In questo secondo numero la riflessione si svolge intorno al rapporto interpersonale, riconosciuto già da Aristotele come elemento strutturale dell'essere umano.
Il volume di Umberto Regina intende offrire al lettore un'introduzione a tutta l'opera di Soren Kierkegaard, proposto come filosofo dell'arte dell'esistere. Lo studio vuole essere una nuova lettura che illumina volti inediti del pensatore danese.
Filosofo e moralista francese, amico di Pascal, Pierre Nicole (1625-1695) insegnò nelle scuole gianseniste di Parigi. In questo libro offre una riflessione sulla coscienza di sé da un punto di vista cristiano. Il curatore Domenico Bosco è ordinario di Filosofia morale all'Università di Chieti e di Filosofia della religione all'Università Cattolica di Milano. Il volume è pensato principalmente per studenti e docenti di filosofia.
La lettura dei Diari - una miniera di intuizioni folgoranti, pensieri, preghiere, polemiche e spunti argomentativi - restituisce la complessità non sistematica ma edificante del pensiero filosofico e teologico di Søren Kierkegaard. Questa ultima edizione, di molto ampliata e rivista, riprende la versione del suo maggiore studioso italiano, Cornelio Fabro, svolta sull'integrale danese (20 voll., 1909-1948), pubblicata da Morcelliana nel 1948 e più volte ristampata. Ma l'attento spoglio compiuto dai curatori sulle carte postume, le lettere, i documenti e le opere complete, nel confronto fra la prima e i volumi già disponibili della nuova edizione critica danese, rende quest'opera del tutto originale nella traduzione e nelle note. Un classico, queste pagine dei Diari parlando del mondo si mettono in dialogo con Dio, la morte, l'amore, e toccano tonalità affettive come la noia, l'inquietudine, la pazienza e l'impazienza, l'angoscia... Un esercizio di pensiero quotidiano in cui traluce, sotto vari registri, la teoria dei tre stadi dell'esistenza estetico, etico e religioso.
E' possibile esaurire i dilemmi etici in un conchiuso sistema di definizioni astratte? E' evidente come essi prorompano quotidianamente proprio in questioni limite, nelle quali è sempre più difficile parlare di "verità" e di "valori". Ciò spinge l'autore a porsi una domanda radicale: se non si dà una visione metafisica unitaria del reale e quindi dei suoi fondamenti etici, come può declinarsi un'etica che non voglia liquidare la questione in senso puramente relativistico, ma che cerchi ancora un "dover essere" nel nostro stare al mondo?Si presentano qui i lineamenti per un'etica non astratta ma intrisa di verità r azione: fondata su un'oggettività normativa, come un'imperativo del nostro agire che interroghi anzitutto il soggetto quale fonte di azione e decisione morale e centro di relazione.