
"Nei testi raccolti in questo volume, la grandezza filosofica di Wittgenstein emerge sul fondo di una complessa profondità non priva di tratti oscuri, su cui la critica si è accanitamente impegnata. In un panorama critico sempre più esigente, la lettura di Italo Valent si presenta con i tratti di una spiccata e avvincente originalità, sostenuta peraltro da una scrittura lucida, serrata e coinvolgente. Contro l'interpretazione corrente, che vede nel percorso filosofico del grande filosofo viennese due momenti contrapposti, segnati rispettivamente dal giovanile Tractatus e da tutti i lavori successivi, questa impegnativa ma sempre chiarissima lettura compiuta da Valent mostra come in realtà si tratti di un percorso unico, perseguito in modo coerente anche nell'autocritica. Inoltre, alla consueta immagine che accentua, in Wittgenstein, i tratti del personaggio singolare e inclassificabile, Valent oppone la figura di un pensatore che si fa pienamente carico delle più importanti questioni del pensiero occidentale. Così, questi scritti mostrano in modo particolarmente rigoroso ed eloquente come le frequenti espressioni 'paradossali' di Wittgenstein siano in realtà motivo di profonda e urgente riflessione. La prosa di Valent così lucida, misurata e rigorosa nella sua serrata concentrazione che mai si distrae in compiaciute esibizioni o superflue digressioni, ci restituisce in modo affascinante e personalissimo tutta l'enigmatica forza del pensiero di Wittgenstein." (Italo Sciuto)
Il volume è articolato in dodici parti dedicate a temi intorno alla nozione di "ambiente", che l'autore preferisce chiamare "entour" (l'intorno). L'intenzione che attraversa queste pagine è quella di abbozzare un'etica capace di ripensare le relazioni che scaturiscono dall'incontro e dall'integrazione fra le diverse culture al di là delle ferite e dei rapporti di potere aperti dalla prima forma di relazione che il mondo moderno ha conosciuto: il colonialismo. Rielaborare, dunque, una nuova tolleranza, una nuova disponibilità che prenda in considerazione il fatto nuovo di questi tempi: che non esistono più, su questo nostro pianeta, "dei centri esclusivi e privilegiati del sapere, delle metropoli della conoscenza".
Passeggiando nei pressi di una fonderia - così si narra - Pitagora ebbe la prima fulminante intuizione circa l'armonia: il suono calibrato che usciva dal luogo lo spinse a entrare e indagarne la natura. Entrato, trovò cinque uomini che impugnavano altrettanti martelli di diverse grandezze. Scoprì così che quattro di quegli utensili, tutt'altro che musicali per loro natura, grazie a ben precise dimensioni, riuscivano a emettere un suono armonico, capace di dilettare l'orecchio oltre ogni aspettativa. Era il primo passo per lo studio dell'armonia sonora e dell'approccio alle leggi che governano la musica. Il quinto di quei martelli invece - punto nodale del discorso dell'autore - venne scartato dalle osservazioni di Pitagora, non essendo egli stato in grado né di misurarlo, né di udirlo distintamente. Cosa indusse Pitagora a questa azione di scarto così ferma e decisa? Il libro parte proprio da questo, ipotizzando che la scelta offra la chiave per la definizione dell'idea stessa dell'armonia. Dal rifiuto del quinto martello, infatti, sarebbe nata la teoria del suono musicale, rifiuto che coincide con il primo assioma della scienza del mondo sensibile.
L’obiettivo di fondo del pensiero di Santayana è d’integrare la bellezza e l’arte, così come ogni altra attività umana, con la vita, restituendo ad esse la forte vitalità da cui sorgono. Secondo quest’approccio vitalistico quindi il problema estetico non è un problema isolato, ma viene colto nella sua relazione essenziale con l’unità vitale dell’universo naturale e con l’unità fondamentale della coscienza umana.
George Santayana – studioso di origine spagnola, nato a Madrid nel 1863, ma formatosi ed operante negli Stati Uniti, per ritornare infine in Europa, e vivere soprattutto a Roma dove morì nel 1952 – è autore di una vastissima produzione in lingua inglese poco conosciuta nel nostro paese. Eppure, accanto a quella di John Dewey, la sua riflessione rappresenta una delle elaborazioni più significative della filosofia americana. E la sua opera fondamentale, Il senso della Bellezza (1896), è divenuto un classico dell’estetica contemporanea. L’obiettivo di fondo del pensiero di Santayana è d’integrare la bellezza e l’arte, così come ogni altra attività umana, con la vita, restituendo ad esse la forte vitalità da cui sorgono. Secondo quest’approccio vitalistico quindi il problema estetico non è un problema isolato, ma viene colto nella sua relazione essenziale con l’unità vitale dell’universo naturale e con l’unità fondamentale della coscienza umana. La concezione estetica di Santayana, proprio in quanto privilegia la centralità della bellezza come esperienza vitale e si volge ad indagare il modo in cui noi la percepiamo ed il significato che ad essa attribuiamo, che cerca nella natura e nell’esperienza, ossia nell’uomo e nell’universo antropologico le fonti, i materiali e le forme della bellezza e dell’arte, per marcare l’accento sulle dimensioni del sentire e dell’agire, costituisce dunque una proposta di grande originalità e in stimolante sintonia con la ricerca odierna. Così Il senso della Bellezza mantiene immutato il fascino di un classico, ed è difficile rimanere insensibili alla singolare lucidità della teoria del bello di Santayana, all’accattivante raffinatezza delle sue argomentazioni. Correda il testo, qui presentato per la prima volta il lingua italiana con la puntuale cura di Giuseppe Patella, un ampio apparato esegetico, critico e bibliografico.
l fenomeno del linguaggio pervade tutta la realtà. Ogni evento può essere raccontato. Ci orientiamo nel mondo dando nomi alle cose. Il linguaggio non è solo uno strumento di comunicazione, ma segna profondamente la nostra esistenza. Questo libro risponde al desiderio di guardare il fenomeno del linguaggio da molteplici punti di vista, non solo nella sua struttura logica, ma anche come luogo dell'interpretazione, della comunicazione e della conoscenza. Pertanto, gli autori presi in considerazione appartengono sia alla tradizione nota come analitica sia a quella che viene definita continentale. Questo sguardo inclusivo riguarda anche la dimensione storica: la risposta ai quesiti che emergono viene cercata infatti sia negli autori classici del mondo antico sia nei contributi dei pensatori contemporanei.
DESCRIZIONE
Presentiamo il secondo volume della collana «In Filosofia», nella quale vengono raccolti alcuni studi filosofici del professor Maurizio Malaguti, noto filosofo bolognese morto nel 2018.
AUTORE
MAURIZIO MALAGUTI (1942-2018) Distinto studioso delle scienze filosofiche, in particolare del contributo cristiano alla storia del pensiero, è stato docente di Filosofia della religione, Ermeneutica filosofica e Filosofia teoretica presso l’Università degli studi di Bologna. Al momento della morte era Presidente del Centro Studi Bonaventuriano di Bagnoregio.
«Una società libera è una conquista morale. Negli ultimi cinquant'anni, in Occidente, questa verità è stata dimenticata, ignorata o negata. Ecco perché oggi la democrazia liberale è in pericolo. La libertà della società non può essere sostenuta soltanto dall'economia di mercato e dalla politica democratica liberale. Ha necessità di un terzo elemento: la moralità, un interesse per il benessere degli altri, un impegno attivo nei confronti della giustizia e della compassione, una volontà di chiedere non soltanto ciò che è bene per me ma ciò che è bene per tutti-noi-assieme». Jonathan Sacks, tra i più amati Maestri contemporanei, ci guida in un viaggio salvifico, dalle misere sponde dell'«Io» agli spazi nobili del «Noi», verso una società più prospera e retta. In "Moralità", l'autore si misura con le sfide più ardue del mondo contemporaneo: l'individualismo, l'alienazione dovuta ai social, la crisi della famiglia e della comunità, la mancanza di princìpi nell'economia e nella politica, le minacce alla libertà di espressione. Sacks completa così la lezione iniziata con "Non nel nome di Dio" e ci consegna il suo testamento spirituale. Un messaggio carico di lucidità e speranza, un'esortazione a ripristinare la nostra umanità e a usare il bene comune come bussola per ogni scelta futura.
L'universalita' dei problemi etici riguarda chiunque debba prendere delle decisioni. Questo libro offre ad ogni responsabile o decision-makers in campo educativo, economico e politico un codice di regolamento che occorre tenere presente per evitare i danni perpetrati all'umanita' dalla mancanza di alcun riferimento etico di molti manager.
Cosa ci rivela di noi stessi e del nostro destino la percezione erotica? Ecco la domanda che l'autore, Daniele Donegà, ha tentato di esplorare, confrontandosi con il noto fenomenologo francese Maurice Merleau-Ponty. La pertinenza di una tale domanda si fa più palese in una cultura pansessuale, che ha ridotto la percezione erotica al piacere che riporta, riducendo la portata antropologica che tale percezione comporta.