
Diffidiamo sempre più della politica ma ci fidiamo ciecamente degli scienziati per il controllo dei progressi della scienza e il rispetto dell'etica. Virilio sferra la sua requisitoria contro un fondamentalismo tecnoscientifico che sta trasformando la realtà in telerealtà e la democrazia in una telecrazia per cittadini infantilizzati. Ciò che ci aspetta è un futuro senza avvenire, privato di ciò che è semplicemente umano, aperto solo all'incidente possibile e alla sua mondovisione.
"Uno spettro si aggira per l'Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma. Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici. Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell'individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede. Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare. Non questa o quella chiesa, ma la "presunzione di infallibilità" che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l'arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso."
Benché la rappresentazione dell'aldilà debba fondarsi sulla credenza della sopravvivenza dell'anima e su una qualche idea di divinità, il tema viene qui affrontato in maniera non esclusivamente connessa a una riflessione metafisica, sorretta dalla fede e dalla spiritualità. L'aldilà è un "luogo" strettamente legato alla dimensione concreta, al mondo posto "al di qua", spazio dei vivi e separato da quello dei morti. Tutte le culture hanno immaginato il territorio in cui gli uomini, alla fine della loro permanenza in questo mondo, andranno per affrontare un'esistenza "altra".
Ogni uomo si trova preso nell'avventura, ogni uomo ha, per questo, a che fare con Demone, Eros, Necessità e Speranza. Essi sono i volti - o le maschere che l'avventura ogni volta gli presenta.
«Perché esiste qualcosa, anziché niente?». Perché, nonostante tutti i nostro sforzi, nonostante la buona volontà e la meccanica, indomabile esistenza, continuiamo a distruggere noi stessi? Domande cui un patafisico non può emersi dal rispondere, perché forse, a nostra insaputa, questo accanimento su noi stessi può essere la più grande opera d'arte mai creata, la più estrema mai concepita da qualunque specie vivente di qualunque pianeta.
"Poniamoci una domanda: i grandi amori quanto durano? quando si stabilizzano nel tempo? quando l'altro non è più solo il termine del desiderio, ma è qualcosa che io prendo in custodia perché mi sta a cuore. Perché se Eros non diventa philia degenera in vizio. Affinché una relazione si stabilizzi, le anime stesse devono essere stabili, ci deve essere rispecchiamento e specularità tra di esse." (Salvatore Natoli).
"Le verità del corpo" costituisce una analisi profonda ma divulgativa in cui Natoli, attraverso vari richiami alla storia della filosofia, da Platone e Cartesio, da Spinoza a Nietzsche, si confronta con il tema della corporeità.
Le domande che l'undicenne Nora K. rivolge a Vittorio Hosle riguardano i grandi interrogativi della vita umana. Il filosofo le risponde cercando di condurre la giovane amica attraverso il labirinto del pensiero filosofico. Insieme i due inventano un caffè in cui pensatori da Platone a Hans Jonas, discutono su Dio, il mondo, l'esistenza. Il risultato del loro scambio epistolare è una introduzione alla filosofia, indirizzata sia ai ragazzi che agli adulti.