
La novità di ognuno ci guida alla scoperta di questa verità insieme antica e rivoluzionaria, intimamente legata a una delle questioni filosofiche capitali e attualissima, quella del libero arbitrio, oggi messo in discussione dal riduzionismo radicale di molti scienziati. Per fondare la sua riflessione, Roberta De Monticelli intreccia due cammini: da un lato ripercorre i passi dei maestri del pensiero filosofico su questo tema; dall'altro riparte dall'esperienza quotidiana di ciascuno di noi, dai nostri sentimenti, dai nostri atti. Perché non è certo una riflessione astratta volta a definire la natura umana. Al contrario, sono posti al centro dell'attenzione la nostra vita, i nostri sensi, la nostra carne, i nostri affetti. È proprio grazie alle nostre decisioni - attraverso ciascuna delle nostre decisioni, piccole e grandi - che definiamo la nostra unicità. Siamo noi stessi, in ogni istante, a costruire la nostra identità, la nostra persona. Oggi paiono dominare l'indifferenza politica e morale e il suo contrario, il richiamo a principi astratti d'autorità. La novità di ognuno ci dice invece che ciascuno di noi, fedele alla propria natura, è libero di scegliere - e dunque si deve anche assumere la responsabilità morale e politica delle proprie scelte.
Nozioni fondamentali - Matrici - Scrittura simbolica - verificazioni delle leggi - leggi scelte della logica delle proposizioni - sistema assiomatico - Logica dei predicati - Classi e identita - Logica delle relazioni.
IL VOLUME «Nella cultura dei Paesi dell’Europa, quei Paesi che affondano le loro radici nel grande umanesimo greco-romano fecondato dall’humus giudaico-cristiano, non possiamo non cogliere una realtà che, nella maniera più diffusa e partecipata, si presenta come indifferentismo nei confronti sia del Dio annunciato dal cristianesimo sia di qualunque forma di Assoluto. L’esistenza è così tutta consumata nel flusso di una temporalità senza sollievo […] e l’uomo dell’Europa sperimenta una profonda, lacerante angoscia» (dal I capitolo). Perché? È la domanda da cui ha origine la riflessione dell’Autore. Ripercorrendo la storia della cultura europea dal Medioevo ad oggi, Giuseppe Maria Zanghí individua i momenti chiave del passaggio da un pensiero credente ad un pensiero non credente lasciando intravedere la possibilità di una nuova stagione di civiltà. L’AUTORE Giuseppe Maria Zanghí è direttore della rivista «Nuova Umanità» e autore per Città Nuova di Dio che è Amore, Trinità e vita in Cristo (1991, 20043). NUOVA COLLANA Universitas ricollegandosi al significato originario dell’istituzione universitaria nata nel contesto della cultura cristiana del Medioevo intende suggerire la vocazione all’unità – intellettuale e pratica – per sé inscritta nell’esercizio, insieme autonomo e convergente, dei diversi saperi. Le pubblicazioni sono il frutto delle lezioni dell’Istituto Superiore di Cultura (ISC) “Sophia”, che s’ispira alle idee-forza dell’esperienza spirituale e sociale del Movimento dei Focolari.
"Nelle Note per la letteratura" Adorno raccolse scritti spesso di origine occasionale, ma in cui è sempre insita la forma del saggio cosi come è magistralmente definita nel testo che apre il volume. Il saggio è la forma prediletta da Adorno, accanto all'aforisma, poiché rientra nel pensiero asistematico, che non sussume il particolare alla totalità, ma lo spreme in quanto frammento, la realtà stessa essendo frammentaria e trovando "la propria unità attraverso le fratture, non attraverso il loro appianamento", sicché il saggio "deve far risplendere la totalità senza peraltro asserirne la presenza". E molte di queste "note" sono veri e propri saggi da allineare ai più famosi dell'autore. Accanto a contributi teorici fondamentali come "La posizione del narratore" nel romanzo contemporaneo o quello sull'"Impegno", in cui Adorno motiva in polemica con Sartre e con Brecht il rifiuto di questa abusata categoria, si troveranno qui analisi impreviste e quanto mai illuminanti della poesia di Hölderlin, Heine e George, di Balzac, Proust e Valéry, della scena finale del "Faust" e di "Finale di partita" di Beckett. Per questa nuova edizione, Sergio Givone ha selezionato i saggi letterari più rappresentativi di "Note per la letteratura", oltre a ripescare il fondamentale saggio su Kafka, originariamente in "Prismi"
Uno dei maggiori esperti italiani della nonviolenza sintetizza, per un primo approccio propedeutico, i luoghi comuni più erronei sul tema e, dopo aver analizzato i tre ambiti in cui sperimentiamo la violenza (nella comunicazione sociale, negli scontri istituzionali e nei rapporti interpersonali quotidiani), l'autore illustra i principi essenziali della nonviolenza (da Gandhi a Galtung), le sue tecniche, le sue regole etiche, i suoi campi d'applicazione (dalla mediazione familiare all'opposizione alle guerre fra Stati). L'agile volumetto è completato con delle schede bio-bibliografiche su alcuni dei maggiori protagonisti della storia della nonviolenza nel mondo e con delle indicazioni pratiche per collegarsi con le 2 maggiori associazioni nonviolente in Italia.
«Sappiamo delle lacrime e del sangue di cui hanno grondato i progetti di trasformazione del mondo mediante la guerra o la rivoluzione. A partire dal saggio pubblicato nel 1921 da Walter Benjamin, la filosofia del Novecento si è impegnata nella ‘critica della violenza’ anche quando essa pretende di essere ‘mezzo a fini giusti’. Ma cosa sappiamo dei dilemmi, dei ‘tradimenti’, delle delusioni e delle vere e proprie tragedie in cui si è imbattuto il movimento ispiratosi all’ideale della non-violenza?».
Domenico Losurdo ripercorre una storia affascinante: dalle organizzazioni cristiane che nei primi decenni dell’Ottocento si propongono negli Usa di combattere in modo pacifico i flagelli della schiavitù e della guerra fino ai protagonisti dei movimenti che con passione o per calcolo di Realpolitik hanno agitato la bandiera della non-violenza: Thoreau, Tolstoj, Gandhi, Capitini, Dolci, M.L. King, il Dalai Lama e i più recenti ispiratori delle ‘rivoluzioni colorate’.
A ognuno di noi capita di vivere momenti di stallo, quando non riusciamo a trovare la forza per andare avanti né sappiamo quale direzione prendere. La letteratura ci insegna che da sempre siamo in lotta con questa sensazione d'impotenza, ciò che è cambiato è solo il nostro modo di reagire. Se in passato cercavamo una via di fuga nella religione, oggi la troviamo in una nuova fede che celebra il culto dell'Io. L'inganno, però, è dietro l'angolo, perché nel credere soltanto in sé il narcisismo non fa altro che aggravare la propria prigionia. Nel suo nuovo libro, Vito Mancuso propone una filosofia della liberazione per riconoscere e smantellare le trappole che attanagliano le nostre vite e aprirci a un'esistenza più autentica, fino a sperimentare la gioia profonda di vivere. Seguendo un cammino di piccoli ma costanti passi liberatori, scopriamo così che il destino di ciascuno si gioca nel mondo che portiamo dentro: perché se noi siamo la trappola, siamo anche il nostro liberatore. Approdando a questa consapevolezza saremo in grado di trovare equilibrio e generare limpida energia mentale, il più efficace strumento per la serenità e per la sorgente della gioia.
A confronto con il pensiero di Martin Heidegger, Peter Sloterdijk offre al lettore un'analisi corrosiva del mondo contemporaneo, ove la tecnica si avvia a dominare tutti gli aspetti della vita umana, dalle relazioni più semplici, alla politica, alla medicina. Divagando tra protesi chirurgiche, riferimenti all'attualità politica e alla filosofia, Sloterdijk offre un quadro inquietante, lucido, persino comico del "Parco umano" all'inizio del XXI secolo.

