
Nello Stato Pontificio la schiavitù fu non solo tollerata ma ebbe una lunga vita, almeno fino alla metà dell'Ottocento. Questo volume esplora la vicenda dei musulmani a Roma, poco analizzata a livello storiografico, delineando un nuovo approccio alla storia delle relazioni tra cristiani e islamici nella città alla luce della sua fisionomia plurietnica e multiculturale, che ne fa un autentico laboratorio europeo di gestione della diversità culturale e religiosa. Fondamentale in questa operazione è una fonte inedita: un piccolo quadernetto, il Libro dei turchi (riportato integralmente e commentato in appendice da Micol Ferrara), che annota gli arrivi presso la Casa dei catecumeni degli schiavi che intendevano convertirsi proprio nell'Urbe, probabilmente con la speranza, vana, di essere liberati. Emergono persone reali, vite che sarebbero restate ignote, voci che raccontano di sé: le peregrinazioni per tutta Europa, e perfino nel Nuovo Mondo o in Oriente, la fatica quotidiana (al remo nelle galere di Civitavecchia, la milizia a Castel S. Angelo o il servizio nelle case private), la costruzione di nuove identità dopo il battesimo. Restituire alla contemporaneità le loro storie rimosse e sepolte nel passato più lontano offre anche l'occasione per mettere in discussione l'idea che gli italiani siano, e siano sempre stati, europei, cattolici e bianchi: la popolazione è il risultato dei costanti mescolamenti etnici avvenuti nel corso dei secoli, e che continuano anche oggi.
Quasi a fianco di don Gnocchi e dei suoi giovani alpini, l'Autore ricostruisce la "storia alpina" di don Carlo e ripercorre idealmente il doloroso cammino che dopo la campagna d'Albania con gli alpini della "Julia", li avrebbe condotti in Russia, sul fronte del Don, con la "Tridentina" e infine in patria. Attraverso queste pagine si va alle radici della santità di don Gnocchi che risiedono nella sofferenza vissuta e assunta quasi per osmosi dai suoi alpini. Attraverso testi e testimonianze dirette, viene presentata l'attività svolta da don Gnocchi al rientro in Italia a favore delle famiglie dei caduti e dei partigiani, attività che continua tuttora grazie alla Fondazione che porta il nome del cappellano alpino e che è testimonianza attiva e continua della santità che non ha fine.
Questo testo è il tentativo di condensare la pluriennale esperienza dell'autore nel campo della evangelizzazione per presentare il suo itinerario forgiato da successi, battaglie e sconfitte ed aiutare chi transita per questo sentiero vergine che inizia ad aprirsi nella chiesa. La pedagogia della fede inizia con il Primo Annuncio o Kerigma, il quale presenta un chiaro ed inconfutabile contenuto che non necessita di migliorie o tagli; esso possiede un proprio obiettivo, una prospettiva e una intenzionalità proprie e si attende una risposta concreta da parte di chi lo ascolta. Per costruire una casa bisogna innanzitutto gettare le fondamenta; analogamente per evangelizzare bisogna essere stati prima evangelizzati, aver riconosciuto, accolto e proclamato Gesù come unico Salvatore e Signore; solo così il Vangelo può compiere la sua efficace azione di trasformazione.
In questi anni di esperienza nell'evangelizzazione abbiamo individuato l'urgenza di far sorgere numerosi Centri di formazione all'evangelizzazione che possano contribuire a riaccendere nei cuori dei cristiani il fuoco missionario. L'esperienza vissuta è stata davvero entusiasmante perché ci ha dato la gioia di contemplare le meraviglie che ancora oggi Gesù opera percorrendo i 'deserti' delle nostre città se solo ci decidiamo ad aprirgli il cuore e a vivere il vangelo con grande radicalità. Non è possibile parlare di nuova evangelizzazione senza nuovi evangelizzatori, vale a dire senza cristiani rinnovati dal vangelo ogni giorno perché siano testimoni efficaci nella quotidianità e nei luoghi informali. Per essere nuovi evangelizzatori bisogna "rinascere dall'alto", con la consapevolezza che i propri doni personali devono essere al servizio del comune dono della fede, perché si rinasce in un corpo comune: la chiesa! In fondo si tratta di formarsi alla scuola dell'unico maestro per esserne discepoli nell'oggi storico in cui siamo chiamati. Non si può separare mai la santità dalla missione.
A differenza di tanti testi di psicologia spicciola, l'Autrice invita tutti a una sfida impegnativa: fare un cammino di conoscenza di sè che porti a scoprire il prodigio che è nascosto in noi e liberarlo da ogni abitudine depotenziante perchè possa brillare di tutta la sua bellezza divina.
UnitalSIAMO è il sussidio ufficiale di formazione per l'anno liturgico 2014-2015 attraverso il quale l'Unitalsi intende partecipare alla sfida educativa a cui la Chiesa è chiamta in questo tempo.
Un valido libricino di don Ramon Peralta, sacerdote della diocesi di Sulmona-Valva contenente alcune considerazioni che hanno come finalità quella di incarnare il Vangelo nel cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Per raggiungere questa meta i battezzati hanno la missione di rendere possibile, alle persone e ai gruppi socioculturali, l’incontro con Gesù Cristo, amore incarnato di Dio.
Benedetto XVI ci ha invitato ad un «Anno della fede», usando l’immagine della porta. I Padri della Chiesa si sono misurati con la fede cristiana, soprattutto come «porta d’entrata» in una visione nuova del mondo e della vita, nel contesto del paganesimo e del pluralismo religioso dell’impero romano: essi hanno fortemente sottolineato
il ruolo di una fede professata in un «simbolo», un testo che sigillasse l’unità del corpo ecclesiale, e quello di una fede celebrata, in particolare nell’itinerario pasquale del catecumenato.
Ma la fede aveva una grande importanza anche quale «porta d’uscita» in una testimonianza quotidiana, coerente con la fede professata e celebrata: pensiamo in particolare al martirio patito e offerto quale atto estremo di fedeltà.
I Padri della Chiesa ci parlano della fede personale, certo quale dono divino che trascende la natura umana, ma insieme come fondato sull’esperienza dell’umana fiducia. La lettura di alcuni testi patristici sulla fede diviene, quindi, saporoso itinerario che la motiva e la rafforza.
Il curatore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura il blog L’essenziale è visibile (www. agostinoclerici.it). Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica e della spiritualità. Con le Paoline ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010), Che cosa cercate? Avvento e Natale nel cuore dell’Anno liturgico (2012).
Itinerari di evangelizzazione rivolti a preadolescenti e adolescenti. Ottimo testo per catechisti ed educatori che esprimono difficoltà nel fronteggiare efficacemente, in chiave educativa e di annuncio, questa fase della vita dei ragazzi.
Questo sussidio è il classico registro che ogni catechista deve avere per annotare le presenze del proprio gruppo di catechesi. Contiene anche spazi in cui inserire la lista dei contatti di ogni ragazzo (indirizzo, tel., cell. e-mail, giorno del compleanno?); elenco dei temi e dei contenuti di ogni incontro; materiali da portare; numeri utili della parrocchia ecc. È un utile strumento per la verifica a breve e a lungo periodo del proprio lavoro.
Una edizione integrale dei Vangeli E degli Atti degli Apostoli, con il testo della CEI, le introduzioni ai singoli libri riprese da La Sacra Bibbia CEI–UELCI • Vangeli e Atti degli Apostoli. (2008), in cui domina chiarezza di linguaggio, schematicità e semplicità nella trattazione relativa alle diverse questioni (contenuti, caratteristiche e origine del libro). Un’edizione economica, da portare con sé in tasca, nella borsa o nello zaino, per avere la possibilità di accostarsi al testo evangelico in “ogni momento della giornata”, perché “lì è Gesù che parla” (papa Francesco).
ARGOMENTO
Il "Trattato contro i donatisti" di Ottato è un'opera - redatta, a più riprese, tra 365 e 392 - di raro valore documentario, in sette libri che ricostruisce le origini della disputa tra cattolici e donatisti e definisce il profilo ecclesiologico della vera Chiesa a partire dall'integrità della sua vita sacramentale, secondo il principio del nesso lex orandi - lex credendi: ciò che la liturgia custodisce è la norma della fede. Per la prima volta edito in Italia corredato delle Appendici ottaziane, vero scrigno di documenti dell'epoca. Sono l'antichità e il prestigio della liturgia, la sua condivisione tra le parti in contesa e la sua diffusa conoscenza tra i fedeli a fondare la forza di un'argomentazione condotta in base ad essa, stabilendo un "ponte" tra chi scrive e il suo pubblico.

