
Sedici anni. Di corsa. A perdifiato. Destinazione Paradiso. Maria Orsola Bussone (2.10.1954 - 10.7.1970) è una ragazza piemontese del ’68 che ama la musica beat, si interessa alle prime manifestazioni studentesche, suona la chitarra e prende lezioni di canto. Un’adolescente come le altre, si direbbe, innamorata della natura, dello sport e della musica. Prende qualche cotta, annota i suoi pensieri sul diario personale, ha tanti amici e scrive lettere a quelli più cari. È la figlia semplice di un piccolo mondo antico che sembra prossimo a essere travolto dai venti della modernità. Ma la sua vita, apparentemente senza sussulti, la sua routine di figlia di un piccolo paese delle Prealpi piemontesi, nasconde invece un’anima straordinaria. Una fede genuina e cristallina. Insieme con altre amiche, sostenuta dal caro “don”, sospinta da una spiritualità che le dà una marcia in più, inserita in una parrocchia che mette a frutto gli indirizzi del Concilio Vaticano II, “Mariolina” innesta la quarta e in poco tempo brucia rapidamente tutte le tappe.
A sedici anni la sua corsa verso il Cielo si ferma per un banale incidente. Ma dietro di sé lascia una scia di luce. Un giorno aveva rivelato che avrebbe dato la sua vita pur di far scoprire ai giovani la bellezza di Dio. «E Dio la prese in parola», disse a Torino a migliaia di suoi coetanei papa Giovanni Paolo II additandola ad esempio. Lassù, in Alto, trovò il segreto della felicità. «W la vita» era il suo motto. E questa è la sua storia.
Gianni Bianco, giornalista professionista Rai, trentacinque anni, laureato in lettere con una tesi di storia del cinema, ha frequentato la scuola Rai di giornalismo radio televisivo di Perugia. Obiettore di coscienza, padre di due bimbe, ha lavorato per anni a “Radio Capital”. Per una stagione ha condotto il programma quotidiano sportivo Zona Cesarini su “Radio1 Rai”. Nel 2005 ha presentato in mondovisione su Raiuno il Familyfest. Collabora con vari settimanali tra i quali L’espresso e Grazia, ha scritto per Gulliver e cura la rubrica di critica tv del quindicinale Cittanuova. Attualmente lavora a Rainews24. Evviva la vita! è il suo primo libro.
In 6 ampi capitoli, l'autrice, Annachiara Valle, traccia il profilo di Teresilla, suora della congregazione delle Serve di Maria Riparatrici. Nata in provincia di Reggio Calabria nel 1943, entra nella congregazione ancora ragazzina. Qui prende il diploma di infermiera e viene assunta nell'ospedale San Giovanni di Roma, dove presterà servizio fino alla morte, avvenuta in un incidente stradale a Roma il 23 ottobre 2005, durante uno dei suoi consueti pellegrinaggi notturni al santuario del Divino Amore. Alla sua attività in ospedale, svolta con attenzione e sensibilità mettendo sempre al centro i malati, affianca quella di volontaria nelle carceri: nell'isola di Pianosa, a Rebibbia, a Regina Coeli e in altre. Qui entra in contatto con detenuti comuni, da quelli che scontano pene brevi agli ergastolani; e poi anche con i detenuti politici, quelli degli Anni di piombo, appartenenti sia all'estrema sinistra: Brigate Rosse (Morucci, Curcio, Franceschini, Faranda), Prima Linea (Sorrentino), Autonomia Operaia (Piperno), Potere Operaio (Toni Negri). Ma anche all'estrema destra: Nuclei Armati Rivoluzionari (Fioravanti e la Mambro). La sua opera di assistenza si dispiega in diverse direzioni: assiste i detenuti nelle necessità più quotidiane e pratiche, ma soprattutto nelle situazioni di disagio, nei rapporti spesso difficili con le famiglie, nelle vicende processuali, nei rapporti con l'ambiente carcerario, nel reinserimento nella società...
'Fare della fede la vita.' Questa frase di Giorgio La Pira invita a scoprire e a percorrere, facendo parlare per lo più lui stesso, la novità e l'attualità del suo francescanesimo, che vuole dire una parola, umile, dimessa, ma allo stesso momento eloquente e sincera, all'uomo di oggi, assetato di verità, in ricerca di Dio vivo e vero: il Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
In questo libro viene raccontata la storia di una mamma speciale: la beata Eurosia Fabris in Barban (1866-1932).
Il libro – ricco di citazioni dalle opere di Illich – si propone come un’opera di primo contatto con la figura e il pensiero di Illich, ma anche come un saggio critico di approfondimento, per la capacità di cogliere nessi e contatti tra l’opera del pensatore con quella di altri filosofi, teologi e politici, contemporanei e non.
- Nel settembre 2006 ricorrerà l’80° anniversario della nascita di Illich. Su di lui non esistono finora biografie complete o studi divulgativi. Le sue opere – pubblicate negli anni 70 e 80 da grandi editori come Mondadori – sono in corso di ripubblicazione presso l’editore Boroli.
Prefazione di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana
Il volume illustra tutti i santi del calendario. Le immagini, delle opere d'arte più conosciute alle raffigurazioni più recenti, presentano i protagonisti della storia della Chiesa. Ogni breve scheda comprende cenni storici, etimologia del nome, descrizione dell'iconografia più diffusa, nonché delle professioni di cui è protettore il santo e le città poste sotto il suo patronato. La nuova edizione si presenta arricchita di 60 nuove schede; in appendice compare una tavola delle concordanze che dà conto di alcune variazioni avvenute di recente nel calendario liturgico e che hanno determinato una diversa associazione tra santo e giorno corrispondente.
Volume fondamentale per il dialogo interreligioso, meglio, per la reciproca comprensione. Per i cristiani Ë il modo di sperimentare come l'entrare nella compagnia con Cristo Salvatore aiuta la comprensione dell'altro e dell'altra esperienza religiosa. Un cristianesimo perciÚ non timoroso del diverso, aperto a tutta la vastit‡ del disegno di Dio. Nel rapporto con l'Islam si tratta della percezione di un cuore islamico che non ha nulla a che vedere con forme di fondamentalismo che dall'Islam non derivano, anzi lo sovvertono.
Jean-Mohammed Abd-el-Jalil (1904-1979) unisce gi‡ nel suo nome proprio il nome del grande apostolo cristiano Giovanni e quello di Maometto. Non Ë ovviamente un caso, Ë la scelta di un musulmano convertito al cristianesimo e fattosi francescano che non solo non ha voluto "cancellare" líesperienza religiosa islamica della sua giovinezza, ma ha scelto di essere un ponte tra il mondo cristiano e quello islamico. Scelta rara se ci si fermasse allo sguardo della sociologia. Gi‡ Talcott Parsons considerava come il convertito da un gruppo ad un altro rompe, dimentica, dialettizza, contrasta con il gruppo di provenienza.
Per Jean-Mohammed líincontro con Cristo Salvatore abbraccia e rivela la verit‡ di ogni altro processo umano e perciÚ religioso.
Padrino di Battesimo per Jean-Mohammed sar‡ Louis Massignon, forse la figura pi˘ evidente della condivisione cristiana del mondo musulmano. Il lavoro di Padre Jean-Mohammed allo Institut Catholique di Parigi sar‡ far comprendere líesperienza religiosa e le aspirazioni spirituali dei musulmani e del Corano in cui sono radicati. Uomo del suo tempo, Padre Jean-Mohammed d‡ un apporto essenziale a comprendere gli eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso, da quelli politici, come il tentativo dei Paesi non-allineati, la Palestina, alla grande stagione conciliare.
Il presente volume, realizzato sotto la direzione di padre Maurice Borrmans del Pontificio Istituto di Studi Arabi e díIslamistica (PISAI) Ë molto di pi˘ di una biografia, Ë líaccompagnamento del percorso spirituale e dellíimpegno culturale e cristiano di Padre Jean-Mohammed, con i suoi testi e con il suo insegnamento.
Il libro, con linguaggio agile e riccamente illustrato, racconta la vita (1194-1253) della giovane di nobile famiglia che lasciò tutto per seguire Francesco sulla strada di "Madonna Povertà".
Prezioso documento storico che custodisce le sequenze apostoliche di un missionario, sacerdote e consacrato, instancabile nella sua opera di evangelizzatore. Il Diario redatto dal Beato Junipero Serra (1713-1784) non e solo una sorta di racconto e di descrizione minuziuosa dei luoghi, ma anche e soprattutto il diario di un missionario, di un evangelizatore, di un sacerdote e frate minore che pone al primo posto vella vita Gesu. E' una figura estremamente importante nello sviluppo della California.
Una vita spesa al servizio degli ultimi fra gli ultimi, una testimonianza senza tempo di fede vissuta con le opere. Questo libretto la racconta, con il consueto stile brillante tipico dell'autore.
Il libro è diretto soprattutto alle Suore della Visitazione. Parla di una loro consorella morta il 23.2.2005 in concetto di santità, e riferisce e commenta i principali testi spirituali scritti da lei. Non solo, ma li illumina in profondità, avendo sullo sfondo la dottrina mistica dei santi Fondatori dell’Ordine della Visitazione – San Francesco di Sales e santa Giovanna Francesca di Chantal – nonché la dottrina mistica cristiana classica. Ne risulta un libro eloquente e suggestivo, denso e profondo, diretto a tutti.
Giuseppe Gioia è professore associato di Antropologia filosofica presso l’Università di Palermo, dove dal 1991 insegna anche Filosofia della religione. Fra i suoi libri, ricordiamo: Ateismo e trascendenza. Dio e la sua assenza (1983); Desiderio di Dio e libertà in Nabert (1984); Testimoni della Bontà. Lo spirito della Certosa (1996; traduzione portoghese: Braga 1997); Finitudine e cristologia (2000); per le Edizioni San Paolo ha pubblicato L’esperienza contemplativa. Bruno il certosino (1989); La divina filosofia. La Certosa e l’amore di Dio (1994); La contemplazione della Verità. La prospettiva cristologica di Guigo I (1999) e ha curato l’opera di Augustin Guillerand, La preghiera (1999), e gli Scritti spirituali di Margherita d’Oingt (1997). È redattore del “Giornale di Metafisica”.
Madre Maria Amata Fazio nacque a Palermo nel 1915, decima di dodici figli. Conseguito il diploma magistrale, nel 1934 entrò nell’Istituto delle Serve dei Poveri, fondato dal b. Giacomo Cusmano. Appena professa, le vennero affidate le novizie. Ma l’anelito da sempre avvertito verso la vita contemplativa la spinse a chiedere e ottenere il passaggio all’Ordine della Visitazione, nel Monastero di Palermo (1948). Compiuto il tempo di noviziato ad Annecy, culla dell’Ordine, ritornò a Palermo, ove ben presto venne eletta Superiora, tale rimanendo – con le dovute interruzioni – per ben 27 anni, facendo rifiorire il Monastero nei muri e soprattutto nelle persone. Difficoltà all’esterno e sofferenze nell’intimo furono sue compagne fedeli, senza fermarla mai. Nel 1996 fu colpita da paralisi, che, inchiodandola sulla sedia a rotelle, la fissò in uno stato di incessante preghiera e sofferenza. Si spense serenamente il 23 febbraio 2005. La sua vita e i suoi pochi ma ardenti scritti la manterranno viva nella memoria di chi l’ha conosciuta di persona o tramite le sue parole.