
Il volume ripercorre la vicenda biografica, e poi la fama post mortem, di Raniero da Ponza, monaco cisterciense ed eremita dalla fama di profeta. Raniero, già compagno di Gioacchino da Fiore nella fondazione del monastero che dà il nome all'abate calabrese, divenne in seguito un uomo di fiducia di Innocenzo III e godette di una certa notorietà fino almeno alla metà del XIII secolo. La sua figura viene delineata non solo nelle strette relazioni con Gioacchino e negli incarichi di alto profilo che ricevette dalla curia romana, ma soprattutto sullo sfondo della fama di profeta che lo circondava già in vita, e poi in modo particolare dopo la sua morte, sopravvenuta fra 1206 e 1209. In questa luce, assume grande importanza la testimonianza della lettera scritta in morte di Raniero dal cardinale Ugo di Ostia, futuro papa Gregorio IX, in cui egli piange quello che definisce suo "padre". Più elementi nella politica ecclesiastica di Ugo-Gregorio, in particolare nella promozione degli ordini mendicanti e nello scontro con Federico II, denunciano l'assunzione di temi e schemi interpretativi che si possono ricondurre al profetismo gioachimita: ben oltre l'utilizzo di una "retorica". Tutto ciò lascia intravedere un interesse reale e radicato, che proseguirà oltre la morte del papa, mentre divampa lo scontro fra lo stesso Federico e la sede apostolica.
È la biografia della serva di Dio suor Maddalena Moccia: nacque a Napoli nel 1898 e vi trascorse l'infanzia in una famiglia benestante. Nel 1913 fu mandata nel Collegio delle Suore Orsoline a Roma dove approfondì la sua esperienza di fede fino a maturare la vocazione religiosa. Entrò nella Comunità delle Brigidine a Roma, dove venne accolta come postulante nel 1920: prese il nome di Suor M. Maddalena di Gesù Crocifisso. Il 23 luglio 1921 vestì l'abito religioso, ma già nel settembre si affacciavano i primi sintomi della tubercolosi polmonare che l'avrebbe portata alla morte. Il 20 febbraio 1922 emise i voti perpetui, dopo solo sette mesi di noviziato, e il 20 aprile 1922 spirava a Roma in fama di santità.
Nel bel mezzo del dibattito politico e mediatico sul tema delle nozze gay, e dopo le sentenze della Corte Suprema americana e della Corte Europea dei diritti umani, questo testo appassionato e meditato scompagina le categorie solite e la contrapposizione laici/credenti, militanti LGBT/conservatori, progressisti/tradizionalisti. Da magistrato, Savarese riconosce l'importanza dei diritti. Ma da cattolico non riesce a essere soddisfatto della dimensione semplicemente laica dell'agognato riconoscimento del diritto al matrimonio da parte di persone dello stesso sesso. La "Lettera" cerca di ripensare la tradizione, di rifondare le categorie, di interrogarsi profondamente sulla natura dell'amore, anche omosessuale, di prendere di petto il cuore del problema: l'allontanamento dell'uomo da Dio e la bellezza di un ritorno verso Dio per ciò che l'uomo veramente è, gettando finalmente lontano la paura delle insondabili, inclassificabili attitudini della natura umana. Ibridazione di saggio, racconto e testimonianza, la "Lettera" è un atto d'amore e di fiducia. D'amore verso l'umanità e verso Dio. Di fiducia nella nascita di una rinnovata relazione tra uomo e Dio.
La chiave di lettura dominante che permette di decifrare e comprendere alcune pagine che potrebbero anche urtarci per la violenza dei dolori, è l'innamoramento progressivo di Alexandrina che si dona totalmente a Gesù, che vuole diventare una cosa sola con Lui, che sempre più si immedesima nei Suoi sentimenti fino al punto di poter esclamare: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me". (Galati 2,20). Gesù risponde con grazie straordinarie che la portano progressivamente alla piena identificazione mistica con Lui. Quando Alexandrina scopre che la "intensa passione" di Cristo, per la Salvezza di tutte e di ciascuna persona, si realizza storicamente nella "Passione cruenta", chiede a Gesù di esserne partecipe anche lei nella sua umanità per identificarsi totalmente con il suo amato. È l'amore che abbraccia la sofferenza come prova suprema di donazione. Il tratto più femminile, più delicato di questo amore è la sua passione per i Tabernacoli in cui Cristo è presente in stato di vittima. Vuole diventare la sentinella di ogni tabernacolo, la lampada che sempre arde davanti a lui, e infine si fa prigioniera con il Divino prigioniero dentro ogni tabernacolo. Un limite molto importante. Tutti gli scritti dettati da Alexandrina sono in lingua portoghese secondo la sua formazione e la sua mentalità: ogni traduzione in italiano risente del linguaggio e della mentalità corrente nel momento storico in cui traduce, ma risente soprattutto del livello spirituale del traduttore...
In questa vita straordinaria ci si imbatte persino nella "strana morte" di Nella, che ha dell'incredibile. Ma l'aspetto più significativo riguarda il piano celeste tracciato per la salvezza dell'intero genere umano. Molte grazie avvengono per intercessione di Nella, nonostante sia ancora troppo poco conosciuta e la sua causa di beatificazione proceda con troppa lentezza... Dunque, con questo libro, l'Autore e noi con lui, auspichiamo una maggior conoscenza di questa santa stigmatizzata!
Dai primi riferimenti a Thomas More e ai martiri inglesi del periodo precedente la conversione al cattolicesimo fino agli ultimi anni coincidenti con la canonizzazione dello statista martire, ogni qualvolta che Chesterton chiamerà in causa il suo eroe lo farà per sottolineare - attualizzando le parole di More - quanto l'Europa sia legata a Cristo non meno di un figlio al proprio padre naturale. Indubbiamente la difesa e la promozione delle comuni radici cristiane fu la più profonda passione di Chesterton. Era impensabile nella sua visione spirituale della società che l'Europa e l'Inghilterra potessero assumere una forma diversa da quella civiltà mediterranea e cultura latina che ha permeato la Britannia fin dalle origini. "Se questa verità venisse taciuta - scrive - le pietre stesse la griderebbero, non soltanto le rovine, le pietre lungo le vie romane".
Aveva tutte le caratteristiche per essere una damina settecentesca: era molto bella, bionda, con i classici occhi azzurri, e apparteneva alla nobiltà patrizia di Arezzo. Ma in casa dominava la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Così, quando Anna Maria Redi, in religione Teresa Margherita del Sacro Cuore di Gesù, oltrepassò la soglia della clausura e abbracciò le sue sorelle, anche vecchie e malate, sapeva chi voleva abbracciare. La sua vita religiosa fu quella di una contemplativa sempre in cammino nei corridoi del monastero a soccorrere le sue malate. E proprio questa grazia aveva chiesto a Dio: "morire infermiera". Il suo corpo è ancora oggi incorrotto.
I processi canonici che li riguardano hanno loro riconosciuto l’essenziale: che hanno vissuto la loro fede eroicamente, cioè con una generosità sempre più profonda e totale, che può essere indicativa per molti cristiani. Dopo la scoperta, in anni giovanili, della propria “vocazione alla verginità”, coltivarono nel sacramento del matrimonio la loro “verginità” in relazione ai figli, luogo della felicità e del dolore, riconosciuti nella loro ultima appartenenza a Dio Padre, e amati per il loro definitivo destino.
A Palidoro (Roma) il 23 settembre 1943 il vice brigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto sacrificò la sua vita, salvando così 22 ostaggi rastrellati dai soldati tedeschi come rappresaglia per la morte di un commilitone. Con il suo gesto diede suprema ed eroica testimonianza di carità e di fede cristiana.
Una chiave di lettura del diario di suor Faustina Kowalska, la mistica della divina Misericordia che rivela una felicità possibile a chiunque, fosse anche l'ultimo dei peccatori.
A cento anni dalla nascita, l'azione e il pensiero di Agostino Casaroli rimangono testimoni di una figura emblematica dell'azione della Chiesa a favore della dignità umana. "Quel grande cardinale" paradigma del "mediatore", come lo ebbe a definire in una omelia a Buenos Aires nel settembre del 2008 Jorge Mario Bergoglio. Il presente volume, attraverso gli iscritti di studiosi ed ecclesiastici, ricostruisce il cammino percorso da Casaroli dai sui primi impegni diplomatici fino alla nomina a capo della Segreteria di Stato vaticana, e poi per un decennio accanto a San Giovanni Paolo II. Dall'America Latina, all'Est Europa ancora soggiogata dal comunismo, dalla Conferenza di Helsinki alla firma dell'Accordo di modifica del Concordato Lateranense e nel quotidiano agire a favore dei giovani emarginati Casaroli è stato uno sguardo lungo per la Chiesa all'insegna di carità e libertà. Come ricordato dal suo attuale successore Pietro Parolin: "carità e libertà non erano per lui magnifici concetti teologici o filosofici. Erano impegno nella storia, diplomazia e politica, incontro con le persone, ascolto dei poveri, fatica quotidiana ma anche gusto di vivere, preghiera connessa ai fatti del reale, unione con Cristo, intercessione di Maria".