
Questo volume raccoglie l’autobiografia di suor Ida Benvenuti (1922-2013), una donna straordinaria famosa per le sue catechesi.
Pensieri profondi sono da lei espressi con una semplicità sconcertante che avvince anche gli spiriti più sprovveduti, come abbiamo tante volte constatato.
Charles de Foucauld nacque in una famiglia di nobili francesi.
Rimasto orfano quand’era ancora un bambino, visse una giovinezza inquieta, fino alla decisione di partire come esploratore in una zona sconosciuta del Marocco, dove rimase impressionato dalla fede dei mistici sufi.
Tornato a Parigi, si convertì per diventare monaco trappista, ma prima di emettere i voti perpetui, si trasferì a Nazaret, dove venne infine ordinato sacerdote.
Andò quindi a vivere nel deserto Sahara, avvicinandosi ai tuareg e imparando la loro lingua per annunciare il Vangelo.
Sandro Mancinelli nasce ad Ariccia (Roma) nel 1954. Nel 2012 inizia il suo percorso di apostolato collaborando con “il Segno del soprannaturale”, “Miracoli”, “Il Giornale del Lazio” e altre pubblicazioni a carattere locale e partecipando a trasmissioni televisive sulle principali reti a diffusione nazionale.
Con i suoi libri e le sue testimonianze, l’autore vuol essere “voce di anime toccate dalla presenza di Dio”, portando le loro storie nelle case e nei cuori della gente: piccole fiammelle per ravvivare il fuoco potente della fede.
Questo è il Diario della “Segretaria” della Devozione a Gesù Re di Tutte le Nazioni. La Devozione deriva dalla Sacra Scrittura e dalle rivelazioni ricevute da due donne americane dal 1988 al 1992.
La Devozione è in armonia con la Scrittura, la Tradizione e il Magistero della Chiesa. Le è stato concesso il Nihil Obstat che è una dichiarazione, da parte della Chiesa, secondo cui la Devozione è priva di qualsiasi errore dottrinale o morale.
“Riconosco la necessità di incoraggiare una maggior devozione a Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, Vero Re di Tutte le Nazioni. Ai promotori della Devozione a Gesù Re di Tutte le Nazioni auguro il miglior successo nei loro sforzi atti a diffondere il messaggio di Cristo a tutti coloro che lo invocano con questo titolo”
(Vescovo Enrique Hernandez Rivera, D.D.).
Marco D’Aviano è grande per la santità della vita, per l’apostolato del tutto straordinario, che esercitò per tanti anni, con immenso frutto per le anime, per la missione che Dio gli affidò in uno dei momenti più critici della storia della Chiesa,
per i quali il suo intervento è stato decisivo, fino al punto di salvare l’Europa dall’invasione turca, che certamente non si sarebbe fermata a Vienna.
Ma, salvando l’Europa, ha salvato il cristianesimo.
Il titolo, suggerito dalla metafora della «goccia d’acqua» spesso usata dall’autore, intende comunicare il senso del libro, che desidera non tanto ripercorrere gli avvenimenti della vita di Panikkar ma illustrare il cammino che lo ha portato a scoprirsi «acqua». Come egli scrive nei suoi diari (8 novembre 2000): «Sono consapevole dei miei difetti, ma non posso negare la mia esperienza della Resurrezione. Essa comporta la mia coscienza di vivere ora la vita eterna – di essere acqua e non goccia, mentre ancora sono goccia». Alcune note biografiche si trovano nella Postfazione. Anche questa tuttavia è intesa soprattutto a evidenziare, per quanto possibile, la vera identità dell’autore. Siamo convinti, come dice Panikkar, che «un libro è una goccia nell’oceano dell’opinione pubblica, una vera preghiera è un bicchiere d’acqua, ma un libro frutto della contemplazione può essere una pioggia benefica» (18 febbraio 1996).
"Le pagine di questo libro, scavano nel profondo la figura di Giuda e la sua vicenda personale tragicamente emblematica. L’Autore cerca infatti di entrare nelle pieghe più riposte della personalità dell’apostolo traditore e ne ricostruisce la contorta biografia interiore ripercorrendo i passi della Sacra Scrittura che lo descrivono: agli inizi la voce di Cristo che lo chiama al discepolato, ma poi la rottura di questa vocazione; la tentazione del denaro; la serpe dell’invidia che rode mente e cuore; il mistero della compresenza nella storia e nel cuore di ogni uomo del grano buono insieme alla zizzania, del bene e del male; fino ad arrivare alla decisione di abbandonare e tradire Cristo. Una figura controversa considerata positivamente dalla Chiesa ortodossa, dalla Chiesa cattolica è considerata il traditore del Figlio di Dio."
L’esperienza di un uomo che si professa come convertito alla fede cattolica dopo cinquant’anni di deserto spirituale, che sostiene di essere stato convocato direttamente da colei che ama chiamare con il nome di “Mamma dolce Maria”; un uomo che, dal momento della sua conversione, afferma di ricevere dei messaggi espliciti da parte di Gesù, di vivere delle sofferenze correlate alla sua Passione, addirittura di operare, non per propria capacità, bensì per grazia divina per l’intercessione della Madonna alla quale intensamente si affida, delle guarigioni sulle persone malate o sofferenti.
Presentazione di Vittorio Possenti. Postfazione di Gennaro Giuseppe Curcio. A un anno dalla morte, il presente studio desidera essere un doveroso ricordo e un omaggio a Piero Viotto (1924-2017), il quale ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca scientifica, trovando in Jacques Maritain (1882-1973) un punto di riferimento fondamentale e divenendo, a sua volta, egli stesso punto di riferimento per coloro che vogliono accostarsi alla vasta opera del filosofo francese, che - sul solco tracciato da san Tommaso - ha contemplato e trasmesso la Verità. Il volume si sofferma innanzi tutto sulla figura di Jacques Maritain in quanto filosofo cristiano così come tracciata da Viotto, il quale ne restituisce il pensiero metafisico in modo organico e completo mediante le sue numerose pubblicazioni. Se Umanesimo integrale è attentamente analizzato in diversi contributi da Viotto, di inestimabile valore sono le sue riletture di Maritain quale filosofo dell'educazione. L'opera si sofferma poi sugli ultimi scritti (2012-2016), quasi un testamento in cui sono riportati i capisaldi dell'interpretazione del pensiero maritainiano.
Fin dai tempi dei primi discepoli del nazareno il nome Giuda evoca il tradimento, l’avidità, l’ingratitudine.
E se, invece, questo personaggio, come altri protagonisti della Bibbia, avesse un volto nascosto, che solo interrogando in profondità i testi riusciamo a cogliere?
Di Giuda Iscariota sappiamo che fu uno dei dodici e che per motivi misteriosi decise di consegnare il proprio Maestro alle guardie del T empio.
Ma cosa nasconde il suo gesto? Siamo sicuri che Giuda non abbia agito in vista della salvezza e dell’avvento dell’era messianica?
Ripercorriamo insieme quella lontana notte della Pasqua ebraica alla ricerca di una possibile nuova interpretazione del tradimento più famoso della storia.
"Chi può essere più felice di me? Io debbo ringraziare la vita". Espressioni che colpiscono se si pensa che a scriverle su un diario è una ragazza malata di cancro. Lorena non è sempre così serena: arriva a pensare anche al suicidio. Ma ogni volta che le sue annotazioni tradiscono la tristezza più profonda, lei riesce sempre a capovolgere la prospettiva e a dare alla speranza l'ultima parola. Il suo diario si legge d'un fiato, scorrendo i giorni di un'adolescente, tra gioie intense e piccole, grandi delusioni. Una sola volta, quasi per obbligo di cronaca, parla della sua malattia. Più spesso guarda al mondo e alle sue ingiustizie, chiedendosi quale goccia gettare in questo oceano: "Io potrò aiutare il mondo - risponde - se agisco con amore... a colpi d'amore". Pagina dopo pagina Lorena spinge ad amare la vita; alla solitudine e alla disperazione di molti giovani (e non solo!) offre una luce specialissima che porta a dire, con le sue stesse parole, "le cose intorno a me cantano".
Un giovane brillante e intelligente, un cristiano coerente dalla fede limpida, la cui testimonianza rimane, a oltre 70 anni dalla morte, attualissima e profetica. La vicenda di Teresio Olivelli non fu, naturalmente, esente da fatiche, dubbi, probabilmente errori: eppure questo giovane ha sempre saputo ripartire di slancio, modulando il cammino di ogni giorno sulle pagine del Vangelo, accompagnando sia la ferialità che i decisivi tornanti della propria vita con la preghiera, i sacramenti, il riferimento agli insegnamenti della Chiesa.
Così questo “ribelle per amore” diviene interprete e modello di una fede coraggiosa, di una passione umana senza calcoli, di una speranza contagiosa che non s’arresta dinanzi alla durezza e alle fatiche, grandi e piccole, della vita.
L'Autobiografia di s. Ignazio di Loyola, nota anche come Il racconto del pellegrino, è un testo fondamentale della spiritualità ignaziana, e una risorsa indispensabile per conoscere la personalità del fondatore della Compagnia di Gesù. S. Ignazio era un uomo umile e riservato, che non amava parlare di se stesso. Se raccontò la storia della sua esperienza personale, fu solo perché la richiesta insistente di alcuni giovani confratelli gli fece comprendere che gli ascoltatori e i futuri lettori, intuendo il significato universale di quanto era a lui accaduto, avrebbero potuto trovare aiuto e orientamento per il loro cammino umano e spirituale.