
la vita di Marta Robin, come quella di molti altri santi, è una conferma che Dio esiste, che Dio è buono, che ci ama infinitamente e che il senso della nostra esistenza si trova nell'amarlo sopra tutte le cose e nell'amare gli altri come nostri fratelli. Vivere la Fede Cattolica, significa vivere nella realtà della presenza di Gesù nell'Eucaristia, cosi' come Marta credeva. Lei poteva dimostrarlo perché viveva solo di essa. Gesu' Eucaristia era la sua forza e il suo sostentamento in modo tale che poteva condurre una vita di piena attività intellettuale, nonostante fosse immobile a letto, parlando per ore con sapienza e con conoscenza soprannaturale di molte cose che era impossibile sapesse in modo naturale. Gesu' diceva che dai frutti conoscerete l'albero. Se non ci fosse altra ragione che i frutti della sua vita, diremo che la vita di Marta fu certamente una vita prodigiosa per tutto il bene che dono' a quanti la visitarono e a quanti parteciparono e continuano a partecipare ai ritiri di Foyers de chiarite' in tutto il mondo. Che ella ci guidi nel nostro cammino verso Dio. Che Dio ci benedica per mezzo di Maria, che Marta amo' tanto. Saluti dal mio Angelo e saluti al tuo Angelo. Il fratello e amico del Peru'.
P. Angel Pena O.A.R.
Dodici storie (ordinarie) di persone speciali che hanno saputo morire cristianamente.
Presentazione di Adrián Canal Vallejo, LC
Il 28 febbraio 1899, 120 anni fa, Luisa Piccarreta diede inizio alla redazione del suo Diario. La Serva di Dio, Terziaria domenicana, scrisse i suoi 36 volumi durante lunghi anni di profonda contemplazione, trascorsi a letto in totale donazione alla Volontà di Dio. Abbiamo voluto cogliere quest’occasione per mostrare quanto stretto sia il legame, in questi testi, tra il tema della creazione e quello della vita vissuta nella Volontà divina, vera e propria vocazione universale alla santità. Le splendide immagini che illustrano l’amore sovrabbondante di Dio, che si riversa sulle Sue creature, sono l’espressione di un messaggio teologicamente molto pregnante e preciso. Esso ci ha condotto verso un itinerario di approfondimento spirituale e filosofico, orientato ad aiutare l’uomo di oggi a ricuperare l’integrità e la felicità in cui è stato creato, a rispondere alle domande della sua ragione e ai desideri più profondi della sua volontà.
Francesca Pannuti, laureata in Filosofia, ha pubblicato, oltre a saggi ed articoli di filosofia e di spiritualità, i seguenti volumi: Socrate, la morte di un laico e altri saggi, Aracne, Roma 2009; Intervista a mio padre. Franco Pannuti, una vita spesa per i morenti, EDB, Bologna 2010; Panteismo: minaccia o prospettiva?, IF Press, Roma 2010; La difesa delle immagini. Tra ragione e fede, Fede & Cultura, Verona 2010; Un teologo domenicano oggi. Dialogo fra Padre Giovanni Cavalcoli e Francesca Pannuti, IF Press, Roma 2012; Il pensiero amante, con prefazione di S. E., Mons. Luigi Negri, IF Press, Roma 2012; Il cammino spirituale di Luisa Piccarreta nelle profondità del divino Volere. Una risposta alle domande di oggi, IF Press, Roma 2018.
Un padre che lascia in eredità insegnamenti di vita cristiana, vissuta in semplicità e umiltà. Due figli che lo ricordano, l'uno, con una breve ma intensa e commovente riflessione personale, l'altro, esprimendo sensazioni, considerazioni e ragionamenti sospesi tra fede e scienza. Il tutto costruito, con leggerezza, intorno al "caso" della Sindone e alla preghiera del "Credo" e con un interrogativo immanente: la nostra vita finirà o, semplicemente, cambierà forma e sostanza? Diventeremo oblio di noi stessi o ci trasformeremo in energia cosciente?
È vero che il linguaggio mistico sia il più idoneo a parlare di Dio nel nostro tempo? Tra teologia e mistica non dovrebbe esserci un fecondo dialogo? Le pagine del libro ci aiuteranno a trovare risposte a queste domande. Il presente volume vuol contribuire a far chiarezza sulla missione e sul messaggio di speranza di Giuseppina Bonavita. Specialmente quello che, quando si è uniti a Dio, si può vivere anche il dolore come un’esperienza d’amore.
Nonostante l’apparente normalità, è una persona speciale. È chiamata a portare la croce di Gesù per un progetto d’amore a favore di tutti gli uomini. Lei aderisce con serena compostezza e senza condizioni. Amica di tutti. Col suo fare discreto e tenero, insegna come amare Dio e il prossimo e a vivere in coerenza con il Vangelo.
Zwingli teologo umanista
I temi della Riforma secondo Zwingli
La teologia del Patto e le sue implicazioni socio-politiche
Sullo sfondo della storia della città di Zurigo e della Confederazione elvetica nel xvi secolo, la vita, il pensiero teologico nonché l'impegno politico che condusse Zwingli, teologo umanista e Riformatore di grande originalità, alla morte sul campo di battaglia.
Dalla quarta di copertina
Sullo sfondo della storia della città di Zurigo e della Confederazione elvetica nel XVI secolo, Sergio Ronchi delinea la vita, il pensiero teologico e l'impegno politico che condussero Zwingli alla morte sul campo di battaglia.
Ne emerge una figura di grande originalità: non un umanista teologo, bensì un teologo che pensa l'evangelo con metodi umanistici.
Teso alla fedeltà verso la parola scritta e all'annuncio di Gesù Cristo, Zwingli – il più politico dei Riformatori – propone i temi della Riforma da una angolazione assolutamente propria.
Rigorosamente cristocentrico, il suo pensiero non concede nulla all'uomo: Cristo è la guida dell'umanità tutta, da lui dipende ogni cosa, compresa l'armonia sociale.
Accanto a Teresa, "la più grande santa dei tempi moderni", e ai suoi genitori Luigi e Zelia, prima coppia canonizzata dalla Chiesa, Leonia Martin potrebbe essere vista come il brutto anatroccolo. Bambina sempre ammalata, di spirito poco sveglio e dal carattere difficile, accumula insuccessi su insuccessi. Rimandata dalla scuola e uscita poi ben tre volte dai monasteri in cui era entrata, riesce a entrare definitivamente alla Visitazione di Caen solo all'età di trentasei anni. Ma sono proprio le sue fragilità e i suoi insuccessi che condurranno Leonia, in religione suor Francesca Teresa, sulla via di una santità umile e gioiosa.
Alberto Marvelli (1918-1946) è un giovane santo in giacca e cravatta. Una esemplare figura di laico cattolico. Una proposta di spiritualità per l'uomo d'oggi, quella laicale e cioè incarnata nel tempo e nella storia, capace di condivisione, di discernimento della testimonianza di un amore che Dio ci ha donato e che vuole rinnovare la mente ed il cuore delle persone, che vuole rinnovare la storia. Alberto visse con grande impegno la propria fede, alimentandola con un'intensa vita di preghiera e testimoniandola nell'impegno dei propri doveri quotidiani di studio e di lavoro, nella Chiesa, nella società, nella carità verso i poveri. L'opuscolo vuole rendere un servizio al discernimento vocazionale attraverso le parole di Alberto Marvelli, un giovane per i giovani. Il cammino verso il Sinodo dei Giovani del 2018 continua a farci riflettere su chi siano i giovani nella Chiesa e nel mondo, e invita loro a inventare e immaginare se stessi, con il corag-gio di affrontare il futuro perché in un mondo che cambia bisogna rischiare.
Il frutto più bello della Canonizzazione di Santa Rita nel maggio del 1900 è stata la nascita di una nuova vocazione per il monastero di Santa Maria Maddalena, lo stesso di Rita. La richiesta veniva da Genova, dalla Parrocchia di Nostra Signora della Consolazione, con lettera firmata dall'agostiniano, padre Ferriello, che si dichiarava padre spirituale di una giovane parrocchiana, Maria Teresa Fasce. Prefazione di Natalina Todeschini
La gratitudine della nostra Chiesa verso il benemerito Istituto, nato dal cuore della fondatrice Madre Giuseppina Arcucci (oggi Serva di Dio), che, custode di un sogno che le fece sacrificare ogni umana e legittima aspirazione, fin dagli anni della sua giovinezza, per il bene di una umanità povera e derelitta. Una giovane consacrata - sostenuta nella sua opera, diretta spiritualmente da Mons. Andrea D’Agostino - che, con un gruppo di ragazze, diede coraggiosamente inizio, tra tante incomprensioni, alla nuova fondazione nell’ex antico monastero benedettino del SS.mo Salvatore di Ariano.
Il libro descrive, a piu voci, sia la vicenda di sant'Ignazio di Loyola e dei suoi primi compagni, principalmente di san Francesco Saverio e del beato Pietro Favre, sia la spiritualita emersa da quella vicenda.
L'Autobiografia di s. Ignazio di Loyola, nota anche come Il racconto del pellegrino, è un testo fondamentale della spiritualità ignaziana, e una risorsa indispensabile per conoscere la personalità del fondatore della Compagnia di Gesù. S. Ignazio era un uomo umile e riservato, che non amava parlare di se stesso. Se raccontò la storia della sua esperienza personale, fu solo perché la richiesta insistente di alcuni giovani confratelli gli fece comprendere che gli ascoltatori e i futuri lettori, intuendo il significato universale di quanto era a lui accaduto, avrebbero potuto trovare aiuto e orientamento per il loro cammino umano e spirituale.