
Poco dopo la sua morte, la beata Maria Vittoria de Fornari Strata apparve a una sua ammiratrice adorna di tre vesti: la prima era di colore scuro, ma ornata di oro e argento; la seconda era scura anch'essa, ma ornata di gemme lucenti; la terza era bianco-azzurra, di un bianco sfolgorante. Questa visione sintetizza i tre stati di vita (coniugale, vedovile e religioso) attraverso i quali la beata passò. Fu infatti figlia, sposa, mamma, vedova e religiosa (fondatrice, superiora e semplice suora). Fu insomma "compiutamente donna". La sua "esemplarità" giunse inoltre alla testimonianza delle più svariate virtù. Maria Vittoria nacque a Genova nel 1562, settima di nove figli. Cresciuta in un ambiente di amore e di pietà ma anche un po' austero, la bimba desiderò forse di entrare nella vita religiosa, ma quando i genitori le trovarono un fidanzato in Angelo Strata, si unì a lui in matrimonio a diciassette anni "con grande sua soddisfazione e gioia". In otto anni e otto mesi di matrimonio ebbero sei figli, poi Angelo morì repentinamente. Superata una tremenda crisi di sconforto, la beata Maria Vittoria s'impegnò nella vita spirituale, fino a fondare un istituto, le Annunziate Turchine, caratterizzate da un'intensa vita di pietà, una povertà genuina e una rigorosa clausura. Morta il 15 dicembre 1617, Maria Vittoria venne beatificata da Leone XII nel 1828
Dei sette monaci trappisti assassinati in Algeria il 21 maggio 1996, fratel Christophe era il più giovane. Da diversi anni egli teneva un diario, intitolato 'Quaderno di preghiera': annotazioni di fatti, di riflessioni, sentimenti e vibrazioni interiori, molte volte espresse in forma poetica. Cominciato l'8 agosto 1993, il diario giunge fino al 19 marzo 1996, pochi giorni prima del rapimento dei monaci, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 marzo, cui seguirono quasi due mesi di prigionia e la tragica fine. Il diario permette anche di ricostruire un periodo travagliato della presenza dei monaci in Algeria, quando già la violenza dell'integralismo e del fanatismo diveniva sempre più incombente. E permette in particolare di capire il motivo profondo della scelta dei monaci di rimanere, nonostante l'aggravarsi delle minacce e il ripetersi delle violenze. Per loro si trattò di una scelta d'amore e di fedeltà appunto all'Algeria e in particolare agli algerini di Tibhirine che sentivano come fratelli. Amore e fedeltà fino al dono totale della propria vita.
Destinatari
L'opera si rivolge in primo luogo a chi segue le vicende della chiesa oggi, in particolare a chi è affascinato dalle grandi figure di credenti che rendono testimonianza con piena coerenza alla loro scelta di fede e di amore. Potrà interessare anche il vasto pubblico dei non credenti per conoscere da vicino una realtà ancora tragicamente attuale come la violenza dell'integralismo e del fanatismo in Algeria.
Autore
Fratel Christophe faceva parte della comunità trappista di Tibherine, nella solitudine delle montagne dell'Atlante algerino. I monaci avevano stabilito dei rapporti di dialogo e anche di amicizia con i loro vicini musulmani. Furono rapiti da una gruppo di terroristi della GIA, imprigionati e infine assassinati.
UNA SERIE DI INCONTRI CON PERSONAGGI CHE HANNO VISSUTO IL RINNOVAMENTO CATTOLICO DEL 900: MONTINI, PIO XII, LA PIRA, GEDDA, DE GASPERI, MAZZOLARI. Questo libro e`la storia di una esperienza o, meglio, il coraggio di una coscienza che si fa adulta e libera partecipando al disagio di generazioni diverse e che sorprende il potere nelle sue paure e contraddizioni piu`proofnde. E' un conf ronto fra coscienza e potere che non avviene astrattamente ma in rapporto a personaggi che hanno segnato un tempo della storia italiana. Negli incontri con montini, pio xii, la pira, gedda, de gasperi, mazzolari, non rivive soltanto una parte del mondo cattolico, ma tutta la tensione di un popolo e di una generazione di giovani alla ricerca di un rinnovamento attraverso le delusioni. Le tentazioni di on nipotenza del potere si scontrano, allora, con gli allarmi destati da una coscienza culturale e morale diversa, che vuole un mondo meno gerarchizzato e una politica o una fede senza troppe bardature.
Medico e docente universitario di fama, uomo capace di calamitare la stima e l'amicizia di tutti quanti - studenti, pazienti, colleghi - ne hanno incrociato la vita, padre disponibilissimo di una famiglia numerosa, Eduardo Ortiz de Landázuri è stato, da fedele interprete dello spirito dell'Opus Dei, amante appassionato della vita e del suo lavoro in autentico spirito di servizio a Dio e agli uomini. Il suo è un profilo di una «normalità straordinaria» intessuta di lavoro infaticabile, di decisioni generose, di esemplarità coraggiosa che affascina e coinvolge interpellando il lettore a tu per tu (pp. 184).
Ezio Franceschini (1906-1983) rettore della Cattolica dal 1965 al 1968, un credente che ha vissuto la quotidianità come strumento per essere sale e lievito del mondo.
Chiara M. vive a Trento dove ha lavorato per diversi anni come infermiera professionale presso l’ospedale cittadino. Crudele dolcissimo amore è il suo primo libro. La foto di copertina risale al 1984.
“Con poesia sa parlare del dolore, con tocco leggero ti fa sorridere, pensare, riflettere, piangere. È un mistero come Chiara riesca ad arrivare così in profondità, a trasmetterci tutta quella serenità”, Cinzia TH Torrini, regista cinematografica.
“È una delle cose più belle che ho letto in assoluto”, Piero Coda, teologo.
Gli amici dicono di lei:
Quando penso a Chiara, mi si dipinge nella mente un fiore sotto una pioggia torrenziale (Mauro).
Chiara è semplicemente raggiante. Porta allegria e speranza ovunque si trovi. Fin dal primo incontro mi ha colpito la sua gioia di vivere, l’entusiasmo che mette in ogni secondo di vita (Andrea).
È una delle persone più coraggiose che io conosca… Penso a lei come a una bianca montagna delle sue parti, a una rosea dolomite, forte e immortale (Antonella).
Ciascuno a contatto con lei si trova a suo agio, come con una persona pienamente realizzata, sana nel cuore e nella mente (Nunzi).
È lei quella che avrebbe bisogno di attenzione e sostegno, e invece è lei, il più delle volte, a dare conforto a noi (Dina e Ivano).
Un suo aperto sorriso, una sua battuta, una bella risata rendono unico ogni nostro incontro (Patrizia).
L’arte di Chiara sta nel far emergere il Bello che alberga nell’altro (Aldo).
Chiara? Lei è sempre con me (Alessandra).
Testimoni validi e coordinati autorevolmente da Luigi Gedda ricostruiscono l’immagine di Maria Gedda (1906-1985), donna e profeta appassionata della Chiesa e della verità, contemplativa nella sofferenza personale e nella testimonianza al dolore dei fratelli.
«Quando mia sorella morì – ricorda Luigi Gedda – provvidi alla stampa di immagini-ricordo, ma non bastarono. Chi ne riceveva, ne chiedeva altre, rievocando i rapporti avuti con lei, preziosi e indimenticabili». Per saturare questi vuoti ed estinguere questa sete Luigi Gedda, a due anni dalla morte della sorella, diede alle stampe questo libro come il suo personale ricordo.
Quest’opera, dove biografia e autobiografia coesistono, esaurita da tempo, vede ora una nuova edizione, opportunamente aggiornata.
Luigi Gedda nato ad Alberoni (Venezia) il 23 ottobre 1902, morto a Roma il 26 settembre 2000. Cresce a Torino, dove si laurea in medicina (1927), ottenendo la libera docenza universitaria in patologia medica (1933). Entra nell’Azione Cattolica, della quale diventa presidente, prima a Novara (1929), poi a Torino (1932-1934). A Roma insegna genetica medica all’università. Pio XI, nel 1934, lo nomina presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, che dirigerà per ventisette anni. Nel 1954 fonda l’istituto “Gregorio Mendel” per lo studio dei gemelli e, con i suoi allievi, scrive oltre settecento contributi scientifici, fino a diventare, honoris causa, membro della Pontificia Accademia per la Vita. Fu uomo di grande intelligenza e sterminati interessi, formidabile capacità di lavoro, grande facilità di scrittura, trascinatore e organizzatore, ma soprattutto fu uomo di fede.
«Un grande italiano. Da cattolico seppe costruire la democrazia» (A. Riccardi).
L’avventura del grande gesuita innamorato della Cina e della espansione cristiana in Oriente. Un libro che guida il lettore nel profondo della cultura cinese del XVI secolo, attraverso gli usi e i costumi dell’epoca in una dimensione esotica lontanissima dal mondo occidentale di allora. Molto più che una semplice biografia di Matteo Ricci, il libro offre una documentazione storica ricchissima ed esaustiva che appassionerà il lettore.
Paul Dreyfus è nato nel 1923. Giornalista e scrittore di successo in tutto il mondo. Per scrivere questo libro ha passato molto tempo in Asia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Pol Pot. Le Bourreau du Cambodge, Paris, 2000; Jean XXIII, Paris, 2000; Bouddha, Paris, 1995.
“Non avevamo mai sentito una storia così sulla potenza del bene”. Così recita la motivazione del Premio Pulitzer per i giornalisti Mary Jordan e Kevin Sullivan sulla vita di Madre Antonia. All’età di cinquant’anni, questa donna incredibile lascia il mondo ricco e confortevole dei dintorni di Los Angeles per dedicare la sua vita alla cura dei più poveri tra i poveri, i detenuti di uno dei peggiori carceri messicani.
Dopo aver cresciuto sette figli, dopo il doloroso divorzio, Mary Clarke (nome civile) trova una nuova vita entrando nelle celle con i detenuti e aiutandoli con la sua semplice presenza. Oltre al suo lavoro in carcere, Madre Antonia ha raccolto intorno alla sua piccola casa altre persone: signore già avanti con l’età che ritrovano uno scopo, molte con matrimoni falliti alle spalle, ex carcerate che si aggiungono alle suore, benefattori e parenti dei carcerati che non sanno dove andare. Un modo per cambiare la propria vita al servizio degli altri.
“Un racconto avvincente. Gigantesco. La storia di una donna autentica e la scoperta della vera gioia
nel dono di sé.” Bob Woodward
Mary Jordane Kevin Sullivan sono inviati del Washington Post e hanno lavorato a Tokio, Mexico City e Londra. Hanno ricevuto il prestigiosissimo Premio Pulitzer per il loro reportage internazionale sulla situazione del sistema giuridico messicano nella lotta contro la criminalità. Sono sposati e hanno due figli.
Con l’intenzione di dare vita a un’iniziativa che faccia conoscere in Italia la ricchezza della multiforme tradizione religiosa russa e la condizione di persecuzione in cui vivono i cristiani russi soggetti al potere sovietico, padre Romano Scalfi fonda nel 1957 Russia Cristiana, prendendo contatto con coloro che vede già interessati, monsignor Enrico Galbiati, il grande studioso di cristianesimo orientale e don Luigi Giussani che lo invita a tenere le sue riunioni settimanali sulla Russia nella sede milanese di Gioventù Studentesca.
Già a partire dagli anni sessanta Scalfi e i suoi giovani avviano contatti diretti con la realtà dell’URSS. È questo un capitolo reso insieme avventuroso e drammatico dalla durezza delle condizioni imposte dal potere sovietico, ma che consente a quelli di Russia Cristiana di conoscere, fra i primi in Italia, il fenomeno del samizdat, l’editoria clandestina, ed entrare in contatto con gli esponenti del dissenso, in particolare quello religioso.L’attività culturale ed editoriale di Russia Cristiana nel nostro Paese si è ampliata nel corso del tempo e fa capo a una Fondazione che, oltre alla rivista «La nuova Europa» e una casa editrice, promuove convegni, pellegrinaggi e la scuola iconografica di Seriate (Bergamo).
Pigi (Pierluigi) Colognesi è nato nel 1957. Ha fatto parte della redazione del mensile di Comunione e Liberazione «CL-Litterae Communionis», di cui è stato direttore dal 1989 al 1993. Ha poi lavorato per tre anni con padre Romano Scalfi, dedicandosi in particolare alla rivista «La Nuova Europa», alle edizioni de La Casa di Matriona e alle iniziative della Fondazione Russia Cristiana. Collabora con le pagine culturali di diversi quotidiani e riviste.
Salvo D’Acquisto (Napoli, 17 ottobre 1920 - Torre di Palidoro, Roma, 23 settembre 1943, Servo di Dio) fu un Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. L’episodio che lo vide protagonista e che ancora oggi lo rende famoso è ormai noto al grande pubblico: egli offri la sua vita in cambio dei ventidue ostaggi rastrellati dalle SS per rappresaglia, dopo l’8 settembre, prendendo su di sé la responsabilità di un inesistente atto terroristico che aveva provocato la morte di un soldato tedesco in perlustrazione.
Arruolatosi giovanissimo nei Carabinieri come volontario, nel 1939, parte nuovamente volontario l’anno successivo per la Libia. Rientra in Italia nel 1942 per frequentare la scuola sottufficiali. Uscitone col grado di vice-brigadiere, viene destinato alla stazione di Torre in Pietra, nei pressi di Roma. La figura di d’Acquisto è probabilmente la più nota e forse la meglio rappresentativa dell’intero Medagliere dei Carabinieri, che dolorosamente si compone di mille altre storie simili.
Il libro di Rita Pomponio traccia una inedita biografia a tutto tondo, con una particolare attenzione alla dimensione spirituale e cristiana di Salvo, al suo carattere mite, al suo attaccamento al lavoro e alla famiglia, alla sua formazione e al gesto del supremo sacrificio della vita per amore.
Rita Pomponioè nata nel 1956 a Roma. Giornalista. Ha pubblicato: il romanzo Il prisma di cristallo (Ed. Gangemi, 1999); il saggio storico-archeologico Torrenova Felix. La campagna romana da agro Pupinio a proprietà Borghese (secc. VII a.C. - XX) (Ed. Gangemi, 2000); la biografia di Clemente VIII Il Papa che bruciò Giordano Bruno (Ed. Piemme, 2003); la biografia Il tredicesimo apostolo. Santa Lucia Filippini (San Paolo, 2004); Rosa Venerini (San Paolo, 2006). Ha ottenuto diversi riconoscimenti letterari per la poesia.

