
Ardente e infaticabile educatrice della gioventù femminile, madre Eugenia (1845-1900) conobbe la gioia che dà il Signore quando lo lasciamo entrare nella nostra vita.
Nata a Clavesana (Cuneo) nel 1893, visse a Bellagio (Como) e a Valle Colorina (Sondrio) dove iniziò un'esperienza di vita comunitaria con altre giovani, che sfociò nella fondazione delle Ancelle di Gesù Crocifisso. Suon Celestina ha imitato la Vergine Maria nella donazione totale della sua vita per la santificazione dei sacerdoti e delle vocazioni. Morì nel 1948.
Nato a Castelnuovo d'Asti nel 1851, allievo di san Giovanni Bosco e san Giuseppe Cafasso, fondò un istituto dedicato all'annuncio "ad gentes" che conta oggi oltre duemila missionari sparsi nel mondo. Morì a Torino nel 1926.
Nato in provincia di Asti nel 1809, divenuto frate cappuccino fu inviato missionario in Etiopia, dove iniziò il suo impegno di evangelizzazione unito a un fecondo apostolato caritativo. Una delle sue imprese fu la vaccinazione contro il vaiolo dell'intera popolazione a lui affidata. Creato cardinale, si ritirò a Frascati e poi a San Giorgio a Cremano, dove morì nel 1889.
Questo libro, piccolo nel formato ma grande nel suo contenuto, parla di una donna dei secoli XIX e XX: Concepción Cabrera de Armida (Conchita). Tramite questa laica messicana, Dio ha regalato alla Chiesa e al mondo la Croce dell’Apostolato, la Spiritualità della Croce e le Opere della Croce. Uno dei più grandi tesori che questa mistica e apostola ha lasciato in eredità alla Chiesa sono i suoi numerosissimi scritti. Ci sono testi mistici e autobiografici, lettere a diversi destinatari e scritti di tipo catechetico e devozionale. Grazie a questa biografia si potrà conoscere meglio la vita e l’opera di Concepción Cabrera de Armida, sposa e madre di famiglia, e soprattutto si potrà conoscere ciò che Dio ha fatto in lei, e quello che, per mezzo di lei, Dio ha fatto nella Chiesa e nella società.
Itala Mela nasce il 28 agosto 1904 a La Spezia. Nel 1915 riceve la Prima Comunione e la Cresima. Dopo aver conseguito la licenza liceale, Itala si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Genova. L'11 novembre 1922 si trasferisce nel capoluogo ligure. Entra in contatto con la FUCI e intraprende un serio cammino di conversione. Nell'estate del 1924 mentre prega nella chiesa di Nostra Signora della Salute, ha come un'ispirazione interiore che la spinge alla vita religiosa: nel giugno 1925, Itala fa voto di verginità. Nel novembre 1926 si laurea con il massimo dei voti. Inizia l'insegnamento in un istituto tecnico di Pontremoli (MS). Nella primavera dell'anno successivo Itala ha la sua prima intensa esperienza mistica: comincia un cammino di intimo rapporto con Dio in cui scopre (3 agosto 1928) la sua personale vocazione di far conoscere il mistero dell'Inabitazione della Santissima Trinità. Itala ottiene una cattedra d'insegnamento a Milano. Gravi problemi di salute in quel periodo la costringono a desistere dal suo sogno di entrare in monastero. La sua situazione di salute andrà sempre più peggiorando, compromettendo anche il suo insegnamento. Nel 1931 Itala diventa oblata benedettina. Deve ritornare nella sua famiglia a La Spezia. Continua con molta difficoltà a insegnare, ma a settembre del 1938 deve rinunciare all'insegnamento. Durante la guerra, insieme a suo padre, si trasferisce a Barbarasco, frazione di Tresana (MS). I Mela tornano definitivamente a casa a La Spezia il 31 agosto 1945. Itala, nonostante la salute precaria, entra a far parte del Movimento dei Laureati Cattolici. Muore il 29 aprile 1957.
Elisabetta Canori nasce a Roma nel 1774, da una famiglia agiata. Nel 1796 sposa Cristoforo Mora, il quale ben presto si dimostra infedele e immaturo. Elisabetta sopporta tutto, raggiungendo altissime vette spirituali, sperimentando estasi ed altri fenomeni mistici. Per tutta la vita cercherà di riportare il marito sulla retta via, con tenerezza e pazienza.
Augusta Costanza Succi (1846-1922) giunge in Salento a 54 anni, dopo un'esperienza matrimoniale finita tragicamente, senza figli, e con tanta voglia di dedicarsi all'insegnamento. Durante la permanenza tra le suore Francescane Margheritine, cambiando il nome in "suor" Valeria, matura nel suo cuore il progetto di realizzare una comunità dedita alla gioventù in difficoltà e dopo tante vicissitudini riesce a fondare le "Oblate di Sant'Antonio di Padova".
Mons. Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato il 29 luglio 1914. Il 17 dicembre 1938, viene ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Il 17 maggio 1947 fonda, coadiuvato da Sorella Elvira Myriam Psorulla, il Centro Volontari della Sofferenza e, l'anno successivo, i Silenziosi Operai della Croce che verranno elevati a Pia Unione Primaria da Papa Giovanni XXIII con il Breve Apostolico "Valde probandae" il 24 novembre del 1960.
Il volume presenta la biografia di un giovane sacerdote pugliese (1907-1951), avviato alla gloria degli altari. Un prete vero: pietà profonda, cultura vasta, affinata all’università di Milano, socievolezza innata, forte rigore morale con se stesso, severità di professore di latino nel liceo, tenerezza verso gli accattoni, carità pastorale con la gente della sua Puglia.
«Mi ha fatto bene questo libro: perché aiuta ad affrontare, con gli occhi della fede, le mille difficoltà di ciascuno di noi. [...] Lo consiglio e lo raccomando. Specie ai preti, alle suore e a chi opera tra i poveri di oggi, forse non coperti di pidocchi, ma bisognosi, più di ieri, di affetto tenero e premuroso, da parte di una Chiesa che tanto parla di loro, ma non sempre sa essere con loro realmente madre!» (dalla Prefazione di mons. G. Bregantini, vescovo di Locri-Gerace).
Sommario
Prefazione (G. Bregantini). Ai lettori. 2 maggio 1951. «È Dio che me lo manda». Primi passi. L'orizzonte si allarga. Luci e ombre. Nasce «Amare». Oblata, cioè donata. Si mangia… ogni giorno! 14 mila metri quadrati… di ansie. Una casa per i poveri. La Regina delle vittorie. «Mi portarono tutte le loro lacrime». Niente scoop sui poveri! Benvenuto, Ninì. Orfani. Il piccolo forestiero. «Lo zio non vuole». Verso la meta. Senza preavviso. «Altaria tua, Domine!» Sacerdote a Bitritto. Cielo di Lombardia… così bello! Latino, come pane. Sempre sì. A ritroso nel tempo. «Io ho la testa dura». Un tempo per ogni azione. «Il tuo tabernacolo e mi basta!». Gesù nel povero. Il cerchio si chiude. «Andate avanti!». Il coraggio della povertà. In cammino verso gli altari. Le date del servo di Dio.
Note sull'autrice
Rosa Tarantini Grittani, laureata in lettere classiche, è vissuta in casa dello zio sacerdote Ambrogio Grittani, ora dichiarato servo di Dio. Ha potuto seguire le varie tappe del suo apostolato tra i mendicanti e, dopo la sua morte, le fasi dell’iter per la canonizzazione. Ha pubblicato due profili su di lui: Accordo in si. Don Ambrogio Grittani e la sua opera, Editrice salentina, Galatina 1986, e Don Ambrogio Grittani. “... ho scelto i poveri!”, Ecumenica editrice, Bari 1990; inoltre collabora al periodico di informazione Don Grittani flash.
Don Peppino Diana era soltanto un giovane prete, affamato di vita. Né cercava la morte né desiderava il martirio. Don Peppino non è stato un funzionario del sacro, un asettico distributore di sacramenti e di certificati, un burocrate della religione, un indifferente celebrante di morti ammazzati. Non ha accettato di tollerare i soprusi, le intimidazioni e la paura che la camorra imponeva a Casal di Principe e non solo. Annunciando il Vangelo in una terra di omicidi e violenza come prete non ha mai potuto predicare la rassegnazione. In una realtà dove la camorra pretendeva di cogestire il sacro e anche di finanziarlo, di governare e controllare bisogni e diritti, don Peppino ha semplicemente offerto la testimonianza sacerdotale che non era possibile nessuna intesa tra chi uccideva e pretendeva di essere il padrone del mondo e un cristiano, tanto più un prete. Don Peppino aveva il senso della missione in quanto parroco al quale è affidato un popolo e per quel popolo mette in conto la propria vita. Non dunque l'eroismo dei super uomini, ma la testimonianza di un semplice uomo, incarnato in una storia comune ma che non ha trovato scuse per tacere e ha cercato di capire cosa andasse fatto in quel luogo e in quel momento.

