
"Il testo di don Maurizio Chiodi sulla teologia morale e pastorale di don Sergio è indubbiamente un'occasione ricca e preziosa per riprendere quei temi e quei passaggi che allora sono stati (e sono tutt'ora) non solo interessanti ma anche cruciali per la morale e la pastorale delle nostre comunità". (Dalla Prefazione di Lino Casati)
Il volume, curato da A. Chiodi, raccoglie le testimonianze di personaggi molto noti e altrettanto autorevoli in campo culturale ed ecclesiale che tracciano un ritratto di Mazzolari molto ricco di sfaccettature. Ne emerge un documento significativo che sottolinea il contributo che questo prete appassionato ha offerto alla Chiesa e alla società italiana del Novecento sui temi della radicalità evangelica, della pace, della giustizia e del dialogo. Gli interventi sono di: E. Balducci - L. Bedeschi - C. Bellò - A. Bergamaschi - C. Bo - G. Campanini - L. Capovilla - A. Chiodi - N. Fabbretti - G. Lercaro - M. Martinazzoli - G. Miccoli - D. M. Turoldo - U. Vivarelli.
La figura di Guido Ghedini, sindaco di Negrar, uno dei principali comuni della Valpolicella in provincia di Verona, viene ricostruita e portata alla nostra attenzione in questo volume grazie alle diverse e preziose testimonianze raccolte dall'autrice. Il testo non ci offre soltanto la possibilità di conoscere meglio, grazie al perfetto mix di documenti di archivio e testimonianze di persone che lo conobbero, la sapiente opera svolta come amministratore publico che operò con lungimiranza, nel periodo della ricostruzione post-bellica, all'interno di una tradizionale realtà economica vitivinicola. Ma ci viene anche data la possibilità di conoscere, grazie al ricordo della figlia e dei suoi cari, la personalità di un uomo che seppe guadagnarsi, con la sua intelligenza e sensibilità cristiana, la stima di familiari, amici e colleghi.
Una testimonianza da una periferia del nostro mondo dove regna dolore e disperazione ma insieme amore e gratuità di chi si fa vicino e sostegno discreto.
Chiara M. vive a Trento dove ha lavorato per diversi anni come infermiera professionale presso l’ospedale cittadino. Crudele dolcissimo amore è il suo primo libro. La foto di copertina risale al 1984.
“Con poesia sa parlare del dolore, con tocco leggero ti fa sorridere, pensare, riflettere, piangere. È un mistero come Chiara riesca ad arrivare così in profondità, a trasmetterci tutta quella serenità”, Cinzia TH Torrini, regista cinematografica.
“È una delle cose più belle che ho letto in assoluto”, Piero Coda, teologo.
Gli amici dicono di lei:
Quando penso a Chiara, mi si dipinge nella mente un fiore sotto una pioggia torrenziale (Mauro).
Chiara è semplicemente raggiante. Porta allegria e speranza ovunque si trovi. Fin dal primo incontro mi ha colpito la sua gioia di vivere, l’entusiasmo che mette in ogni secondo di vita (Andrea).
È una delle persone più coraggiose che io conosca… Penso a lei come a una bianca montagna delle sue parti, a una rosea dolomite, forte e immortale (Antonella).
Ciascuno a contatto con lei si trova a suo agio, come con una persona pienamente realizzata, sana nel cuore e nella mente (Nunzi).
È lei quella che avrebbe bisogno di attenzione e sostegno, e invece è lei, il più delle volte, a dare conforto a noi (Dina e Ivano).
Un suo aperto sorriso, una sua battuta, una bella risata rendono unico ogni nostro incontro (Patrizia).
L’arte di Chiara sta nel far emergere il Bello che alberga nell’altro (Aldo).
Chiara? Lei è sempre con me (Alessandra).
Continua la lotta spirituale di Chiara M. Continua il suo interrogare e il suo affidarsi, la sua protesta e la sua lode, il suo oscuro dolore e la sua gioia luminosa. Sono stati in molti, tra i numerosi lettori di Crudele dolcissimo amore, a chiedere a Chiara di scrivere un altro libro per poter sentire ancora la sua voce. Ma se Chiara ha scritto di nuovo non è solo per questo, è anzitutto per un intimo bisogno della sua anima di dare oggettività all’ininterrotto colloquio con Dio. Lei lo chiama il suo Socio. Ma non si tratta di una società tutta rose e fiori, vi sono anche spine, crisi, momenti di buio. Anzi, è proprio la notte la categoria più adatta per descrivere il viaggio di Chiara incontro all’eterno.
«Il 16 luglio 2023 monsignor Luigi Bettazzi ha abbracciato quel Dio in cui ha creduto anima e corpo, senza mai chiuderlo in chiesa, tra candele che si consumano e profumo d'incenso, ma facendolo camminare sulle strade polverose dei diritti, della giustizia, della pace. A un anno dalla sua morte proviamo a scriverne la biografia. Una sfida. Appassionato pastore d'anime, scrittore insonne, don Luigi ha collezionato incontri d'ogni genere e scritto migliaia di pagine. Nei capitoli che seguono offriamo il tanto che abbiamo scoperto da Treviso a Bologna, da Ivrea a Molfetta, sostando a lungo nel Castello di Albiano, sua ultima dimora, graffiata dal tempo e dunque dimessa, nonostante il nome altisonante». Così Alberto Chiara introduce alla lettura di questa biografia, che è una continua riscoperta non solo dell'uomo, sacerdote e pastore Luigi Bettazzi, ma anche delle sue relazioni, in un mondo che, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, rivela la sua storia e le sue parole ancora più importanti e profetiche: l'impegno per una Chiesa attenta alla contemporaneità e per una pace che è continuamente offesa, fanno di Bettazzi una voce che, oggi soprattutto, non deve tacere ed essere dimenticata.
Continua la lotta spirituale di Chiara M. Continua il suo interrogare e il suo affidarsi, la sua protesta e la sua lode, il suo oscuro dolore e la sua gioia luminosa. Sono stati in molti, tra i numerosi lettori di Crudele dolcissimo amore, a chiedere a Chiara di scrivere un altro libro per poter sentire ancora la sua voce. Ma se Chiara ha scritto di nuovo non è solo per questo, è anzitutto per un intimo bisogno della sua anima di dare oggettività all’ininterrotto colloquio con Dio. Lei lo chiama il suo Socio. Ma non si tratta di una società tutta rose e fiori, vi sono anche spine, crisi, momenti di buio. Anzi, è proprio la notte la categoria più adatta per descrivere il viaggio di Chiara incontro all’eterno.
Questo nuovo libro contiene delle pagine abissali, folgoranti, indimenticabili. E’ il mistero stesso della vita alle prese con se stessa e la sua fine a venire descritto, quasi inchiodato. Il messaggio è la notte oscura della fede, solo attraversando la quale è oggi sensato parlare di luce.
Il Film:
Chi è Chiara M? Moltissimi dei lettori del suo bellissimo racconto interiore, nato dalla convivenza quotidiana con una malattia terribile, le hanno scritto e continuano a scriverle per solidarietà, per stabilire un rapporto diretto o addirittura per chiederle un consiglio, quasi riconoscessero a Chiara una sorta di leadership dello spirito.
Proprio dalla reazione che la lettura del libro provoca nel lettore è nata l’idea dell’amica regista Cinzia TH Torrini (Elisa di Rivombrosa, Canale 5; Donna Detective, Rai Uno) di raccontare in un documentario originale la storia e l’anima di Chiara.
Ne è nato un film emozionante, ricco dell’umanità e dello spirito Chiara, un documento creato per conoscere e condividere con lei la lotta per la vita ma sorprendentemente proiettato oltre la sua specifica vicenda, per aprire, a chi guarda e ascolta, nuovi scenari di senso, nuova luce su se stessi e sulle proprie speranze.
Chiara M. vive a Trento dove ha lavorato per diversi anni come infermiera professionale presso l’ospedale cittadino. Crudele dolcissimo amore è il suo primo libro.
Cinzia TH Torrini. Diplomata alla scuola di cinema di Monaco, dopo alcuni documentari e cortometraggi, esordisce con Giocare d’azzardo, a Venezia nel 1982. Hotel Colonial, 1986, di notevole sforzo produttivo mostra le indubbie capacità di controllare l’azione e i tempi nella storia. L’ombra della sera, del 1993 è un TV-movie. La regista lavora molto per la televisione italiana e tedesca. Nel 1996 realizza Teo un film drammatico sulla violenza carnale di un patrigno, su un amore sincero tra ragazzi e sulle terribili accuse razziste ad un giovane somalo. Sempre per la televisione realizza, nel 1999, Ombre Film gotico. Ha inoltre realizzato per la TV, Piccolo Mondo Antico (2000) e il grande successo Elisa di Rivombrosa (2003). Suo è anche il film sulla figura di Don Gnocchi (2004).
Nelle lacrime di Terek e Asli, scappati dall'Eritrea, respinti con i tre bambini nel cuore della notte mentre cercano di attraversare il confine. Nel sorriso di Mohammad e Ismail, arrivati dal Mali, con cui mangiamo qualcosa al rifugio "Massi" dove la folta schiera dei volontari della speranza ti prepara il letto, la doccia pulita, un pasto caldo, vestiti e scarponi per affrontare il passaggio. Nella voglia di vivere di Yzraak, siriano, che incontro alla stazione di Oulx e finisce per raccontarmi del sogno di andare a studiare e lavorare in Germania. Nel volto di Yassir, afghano, che sul pullman verso la frontiera di Claviere mi mostra le foto delle lastre al ginocchio massacrato di botte in un lager di Tripoli, in Libia, mentre condividiamo alcuni crackers. Nella pazza voglia di giocare di Amina, sei anni, metà dei quali passati in viaggio dal Pakistan con papà per raggiungere il sogno di una terra, non certo promessa, ma tanto desiderata.
Incontrare, ascoltare, entrare in relazione, conoscere, accogliere e accompagnare sono i segni distintivi e unici della testimonianza del luogo che va oltre le mura ed una prima e doverosa assistenza: coinvolge realtà del territorio, associazioni di volontariato, professionisti, politici, la chiesa locale. Inoltre sensibilizza le persone comuni al valore della vita, della fratellanza e della solidarietà, mettendosi "al servizio" a chi è in difficoltà e soffre.
La chiesetta nel parcheggio di Claviere è emblematica. Quando scendi dall’autobus la sera per iniziare il cammino della notte è regolarmente chiusa. Tu lo sai! Come sono chiuse tante chiese in giro per piazze e strade del mondo. O la mia chiesa, quella che abiti, diventa il sentiero della notte verso la Francia, il riparo dei pini del bosco, le rive del fiume che attraversa la valle, i rifugi di Oulx e Brancon, oppure non ti trovo. O il mio ostensorio (l'arnese dove mettiamo l'ostia consacrata, il corpo di Gesù) ovvero là dove tu abiti, sono i corpi dei miei fratelli e sorelle che hanno attraversato il deserto, la rotta balcanica, conflitti alimentati dalle nostre armi e fame e sete di terre e risorse, violazioni di diritti umani, o anche soltanto il sogno di una vita diversa oppure di te non ho capito nulla, non ti ho mai incontrato. E neppure mi interessa.
Una raccolta di scritti di padre Chevrier che segue, in successione cronologica, le grandi tappe del ministero sacerdotale dell’apostolo della Guillotière. Si intravvede in essi un cammino di santità, caratterizzato dall’esperienza di Dio e da una grande sensibilità missionaria a contatto con i poveri. Nel corso della lettura di questi scritti, si può constatare come padre Chevrier sappia indicare vie possibili, valide ancora oggi, da percorrere per vivere e annunciare il Vangelo, nonostante i mezzi indicati, inevitabilmente, portino con sé le tracce del tempo.
Autore
ANTONIO CHEVRIER (1826-1879), vicario parrocchiale a Saint-André, quartiere povero alla periferia di Lione, nel 1886 avviò al Prado, una vecchia sala da ballo ristrutturata, una «Scuola clericale» dove invitò giovani operai e apprendisti delle botteghe artigiane a vivere una vita consacrata a servizio di Cristo e dei poveri: furono i primi passi dell’«Associazione dei Preti del Prado». Morì all’età di 53 anni il 2 ottobre 1879. Nel 1986 Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato.
Dai primi riferimenti a Thomas More e ai martiri inglesi del periodo precedente la conversione al cattolicesimo fino agli ultimi anni coincidenti con la canonizzazione dello statista martire, ogni qualvolta che Chesterton chiamerà in causa il suo eroe lo farà per sottolineare - attualizzando le parole di More - quanto l'Europa sia legata a Cristo non meno di un figlio al proprio padre naturale. Indubbiamente la difesa e la promozione delle comuni radici cristiane fu la più profonda passione di Chesterton. Era impensabile nella sua visione spirituale della società che l'Europa e l'Inghilterra potessero assumere una forma diversa da quella civiltà mediterranea e cultura latina che ha permeato la Britannia fin dalle origini. "Se questa verità venisse taciuta - scrive - le pietre stesse la griderebbero, non soltanto le rovine, le pietre lungo le vie romane".
In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l'individualismo, il materialismo, il relativismo, l'edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l'animo dell'uomo, ormai privo di valori, fede e religione. Secondo l'autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell'agnosticismo, l'esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l'ultimo baluardo rimasto a difesa dell'uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell'altro mondo. Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l'importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi. I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.