
Dalla Prefazione di Giulio Andreotti
Le procedure con cui la Chiesa istruisce le cause di beatificazione non possono forse esser diverse dallo schematismo con cui si articolano, prima nelle diocesi e poi a Roma. Ne risulta un modello suddiviso in tanti rivoli per constatare se le singole virtù dell'esaminato siano state vissute in grado "eroico". Si rischia così di perdere la sintesi della relativa personalità, appesantendo l'itinerario verso il riconoscimento con tutta una serie di frazionamenti accertativi. So bene che, ferma restando questa impressione di burocraticismo, non è facile individuare un mezzo di analisi differente. E mi scuso per il rilievo. Nel presente libro si sintetizzano le deposizioni dei testi affrontando direttamente anche qualche punto che, peraltro, è scomodo in un'ottica politica e non sotto il profilo della santità. Mi riferisco in particolare a una certa indulgenza giovanile di don Carlo verso il fascismo, in cui non è assolutamente necessario cercare e dare giustificazioni. Nel desiderio di apostolato tra i giovani impegnarsi nel campo delle organizzazioni dell'epoca era piuttosto naturale. E, con il suo carattere incline a vedere più il bene che il male non stupisce che nello stesso massimario mussoliniano le cose positive lo attraessero, senza per questo divenire un fanatico sostenitore del regime, né un indulgente simpatizzante generale. Così pure nella sua esperienza di cappellano degli alpini, non si troverà mai traccia di militarismo e tanto meno di odio verso il nemico. Il fascino di don Carlo nel non facile mondo delle penne nere fu tale che quando partecipava - berretto fieramente portato - ai raduni annuali era sempre al centro delle attenzioni affettuose dei reduci. Spostandosi in un altro campo della vita di don Gnocchi, l'autore "rivisita", alcuni momenti caratteristici della sua vita, tra i quali la vicenda dell'Angelo dei bimbi. Il volo di propaganda oltreoceano per la causa dei mutilatini non aveva come scopo prevalente la raccolta dei fondi. È quindi mal posta la critica per il conto addirittura passivo dell'impresa. Associando al suo sforzo Bonzi e Lualdi riuscì invece a entrare in un mondo fino a quel momento insensibile verso la pedagogia cristiana del dolore innocente. L'incarico pubblico affidatogli da De Gasperi urtò contro l'inguaribile anticlericalismo di alcuni circoli. Sotto un altro profilo dava fastidio ai "professionalisti" dell'assistenza il volontarismo e il disinteresse totale di don Gnocchi e dei suoi immediati collaboratori. Che il servizio di guerra gli avesse lasciato tracce non lievi era risaputo. Ma eravamo talmente abituati al suo dinamismo che sembrarono non invincibili i primi sintomi di stanchezza: parola sconosciuta nel suo vocabolario. Se ne andò rapidamente e forse molti capirono in quel momento chi fosse don Carlo. Ricordo la strabocchevole e commossa folla che lo accompagnò in Duomo; le lacrime di grandi e di bambini. A rendere struggente il lutto contribuì anche la notizia che aveva donato i suoi occhi a due fanciulli. Fu in quel pomeriggio milanese che don Carlo venne di fatto elevato agli altari; così come tanti secoli prima il popolo ambrosiano aveva eletto il suo vescovo Ambrogio. I fascicoli rituali sono necessari e ben vengano. Ma alla fine non saranno che la ricognizione di una inconfondibile espressione della vox populi.
"Chi si occupa della Scienza Divina, come accade al pilone d'un ponte, sente passare questo grande fiume con alterni filoni di corrente. Deve stare diritto: le piene cessano e sopra al ponte qualcuno deve continuare a passare. E tuttavia deve considerare. Deve scrutare la Verità Divina, perché la sua ricchezza non rimanga nascosta e perché le realtà che via via si presentano ne abbiano luce. Deve preoccuparsi di tradurre via via le immutabili certezze nei vari linguaggi coi quali è costretto a dialogare, sicché tutti intendano. Il suo compito è arduo perché deve guardare all'avvenire e lo deve sempre collegare col passato." (card. Giuseppe Siri) Questo volume raccoglie diversi contributi di studiosi, volti ad approfondire la figura, l'opera e il pensiero del cardinale Giuseppe Siri (Genova, 20 maggio 1906 - Albaro, Genova, 2 maggio 1989), indimenticato arcivescovo di Genova. Lo spessore scientifico di ogni intervento e la levatura degli Autori fanno dell'opera un punto di riferimento per coloro che desiderano accostare la figura del Porporato ligure. Il volume, che si fonda su documenti d'archivio e sulla ricerca, permette di meglio conoscere e meglio interpretare testi e gesti dell'Arcivescovo di Genova e quanto abbiano segnato la vita ecclesiale e sociale del Novecento. Queste pagine, organizzate in tre sezioni (la formazione teologica e la docenza del giovane Giuseppe Siri? Siri all'interno del mondo ecclesiale? la sua incidenza a livello sociale, culturale e politico), rendono l'idea di come il Cardinale sia stato vero e appassionato pastore oltreché voce autorevole non solo a livello locale o nazionale, ma anche in un orizzonte mondiale.
Descrizione dell'opera
Ripercorrere in maniera così accurata, come lo studio dell’autrice consente ora di fare, il percorso spirituale del padre camaldolese Benedetto Calati (1914-2000) significa in primo luogo entrare nell’atmosfera del Novecento italiano e riscoprire l’incredibile travaglio spirituale che religiosi e laici, cattolici e non, hanno vissuto negli anni del pre e post concilio Vaticano II.
Il profilo biografico proposto dall’autrice accompagna poi a osservare la nascita e l’affermarsi di una teologia spirituale molto avvincente costruita da un uomo, un teologo, un monaco che, svincolatosi gradualmente dai propri maestri, decide di dar libero corso a sviluppi interiori sempre più incisivi, seguendo quale stella polare l’insegnamento di san Gregorio Magno. Viene così a delinearsi una teologia spirituale edificata su Scrittura, Padri e Liturgia, che sta all’origine dell’intera esperienza cristiana, ne accompagna il cammino e permette di raggiungerne il fine.
La critica ad alcuni aspetti della tradizione cristiana e la via di rinnovamento espresse da p. Calati conducono il lettore a comprendere come egli pensasse che non si può essere autentici uomini di Dio senza essere simultaneamente anche amici degli uomini.
Sommario
Prefazione (I. Gargano). 1. Padre Benedetto Calati: profilo biografico. 2. Un lettore critico della tradizione. 3. Nuclei genetici del pensiero di p. Calati. 4. Spiritualità e historia salutis: prospettive di lettura. 5. La proposta «spirituale» di padre Benedetto Calati. 6. Percorsi di vita. 7. Una vita unificata. Conclusione: la teologia spirituale di Benedetto Calati. Bibliografia.
Note sull'autrice
Grazia Paris, religiosa delle Suore di Santa Dorotea di Cemmo, dal 1994 è direttrice del Centro di spiritualità “Mater Ecclesiae” in Roma. Dopo gli studi classici alla Cattolica di Milano, ha insegnato a lungo materie letterarie nella scuola ed è stata vicepreside del liceo “Madre Annunciata Cecchetti” a Milano; ha conseguito la licenza e la laurea in teologia della vita consacrata al Claretianum, dove ha tenuto corsi sulla vita consacrata. Collabora sistematicamente a iniziative di formazione nel settore della spiritualità.
Una giovane mamma che parla ai cristiani di oggi con estrema lucidità. Se si resta colpiti dalla sua scelta di rifiutare le cure che avrebbero potuto mettere in pericolo la vita del bambino che portava in grembo, bisogna dire chiaramente che Maria Cristina non è santa per la sua scelta finale, estrema, ma per la coerenza cristiana e gioiosa con cui ha vissuto tutte le tappe della sua vita. La sua è una santità che provoca a ripensare realtà fondamentali come l'amore, la sessualità, la famiglia, la maternità. Maria Cristina non impone nulla a nessuno, è una donna che ha scelto nella libertà, secondo coscienza. Cristina vuole contagiarci con la gioia del Vangelo della vita. Questa biografia cerca di evidenziare la "santità ecclesiale", cioè la vita vissuta in profonda sintonia con il sentire della Chiesa da Maria Cristina Cella Mocellin al punto che i suoi scritti, e soprattutto la sua vita, potrebbero essere letti come un "commento esistenziale" alle encicliche Humanae Vitae di san Paolo VI, Evangelium Vitae di san Giovanni Paolo II e soprattutto all'esortazione apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco.
Biografia di Carlo Acutis, un quindicenne che vive una vita straordinaria breve e intensa.
Biografia di Luciano Bottan, giovane trevisano morto prematuramente in un incidente stradale in Ciad nel 2000. Missionario laico, appassionato di montagna e dell'amicizia, catturato da Gesù e innamorato del Vangelo.
Il libro nasce da anni di ascolto e vicinanza a persone che chiedevano di essere accompagnate in un periodo drammatico della loro vita: malattie terminali, crisi personali, ricerche di senso, conversioni. Nel libro si raccontano episodi realmente accaduti dove la sofferenza lasciava intravedere la luce della fede e dell'amore. Altri racconti riguardano ricordi di infanzia, esperienze che hanno lasciato una ricchezza duratura. L'autore ha cercato di rileggere tutta questa abbondanza alla luce della fede cristiana, attraverso le parole di papa Francesco, l'esempio di san Francesco d'Assisi e, soprattutto, la vita di Gesù.
L'incontro con un teologo del dialogo, che ha dedicato la propria vita alla pratica di una teologia intesa come etica dell'accoglienza responsabile e teoria dell'ospitalità, a partire da una esegesi rinnovata dei testi biblici. Questo libro incontra, attraverso le modalità dell'intervista, delle testimonianze, dei rapporti, una pratica paradigmatica di esistenza teologica.
Una biografia sul Venerabile don Giuseppe Morgera, parroco di Casamicciola dal 15 dicembre 1883. Il Venerabile è descritto nel contesto della sua epoca, facendo riferimento ai vari ambiti storici locali e generali, e attingendo a una vasta e aggiornata bibliografia. In tal modo, don Giuseppe Morgera viene calato nella sua epoca storica e la sua figura viene inquadrata nelle complesse dinamiche che caratterizzarono il periodo tra il 1844 e il 1898: un arco di tempo importante e ricco di cambiamenti, che investirono il sacerdote di Casamicciola, che li sperimentò e li interpretò dall’osservatorio peculiare dell’isola d’Ischia.
Due vittime della guerra civile nella Birmania del 1950. Due fulgidi esempi di cristiani chiamati a essere testimoni del Vangelo fino al dono supremo della vita.